Dipendenza farmaci
ho 56 anni e da 22 anni assumo regolarmente un ansiolitico e precisamente control 2,5 (uno la mattina e uno la sera) , ho iniziato perchè soffrivo di gravi disturbi di ansia, da molto tempo mi rendo conto che non posso continuare all'infinito e che soffro di una vera e propria gravissima forma di dipendenza.Nel corso di questi anni ho consultato vari psichiatri, ma nessuno di loro mi ha seriamente detto di smettere. Sono terrorizzata al pensiero che se smetto sto veramente male e so che devo smettere lentamente.Vorrei che qualcuno di voi mi dicesse a cosa vado incontro se continuo ad assumere il farmaco e se devo ricoverarmi per disintossicarmi! abito a Roma e gradirei sapere a quale struttura pubblica devo rivolgermi per la dismissione! Inoltre soffro di fame nervosa che mi ha fatto aumentare di circa 25 kg. nel giro di pochi anni, esiste a Roma un centro convenzionato per questo tipo di disturbo?
vi ringrazio per la vostra disponibilità!
vi ringrazio per la vostra disponibilità!
[#1]
Gentile utente,
il control assunto così in maniera continuativa non ha una funzione terapeutica. Induce assuefazione dopo poche settimane, dopo di che si stabilisce un rapporto di dipendenza, rinforzato dal fatto che una sospensione o riduzione è seguita da sintomi d'ansia, e la persona finisce per riprenderlo, convinto che il controllo della sua ansia dipenda da quello. Questo non è corretto, ma il disturbo sottostante, o che è sempre presente e non ben curato è un ostacolo a disfarsi, seppur sotto guida medica, dal control.
La disassuefazione dal control non è complicata ma deve essere fatta lentamente e utilizzando un farmaco diverso, che impedisca l'astinenza ma non costituisca un "legame" in sé. Naturlamente si può anche semplicemente ridurre gradualmente il control stesso, ma in genere è più difficile per la persona staccarsene. Il disturbo d'ansia, se attivo, va preventivamente curato onde evitare che riemerga durante la disassuefazione dal control.
In ogni caso, va posta una diagnosi e la procedura di sospensione va fatta programmare dal medico e poi seguita sotto sua guida.
il control assunto così in maniera continuativa non ha una funzione terapeutica. Induce assuefazione dopo poche settimane, dopo di che si stabilisce un rapporto di dipendenza, rinforzato dal fatto che una sospensione o riduzione è seguita da sintomi d'ansia, e la persona finisce per riprenderlo, convinto che il controllo della sua ansia dipenda da quello. Questo non è corretto, ma il disturbo sottostante, o che è sempre presente e non ben curato è un ostacolo a disfarsi, seppur sotto guida medica, dal control.
La disassuefazione dal control non è complicata ma deve essere fatta lentamente e utilizzando un farmaco diverso, che impedisca l'astinenza ma non costituisca un "legame" in sé. Naturlamente si può anche semplicemente ridurre gradualmente il control stesso, ma in genere è più difficile per la persona staccarsene. Il disturbo d'ansia, se attivo, va preventivamente curato onde evitare che riemerga durante la disassuefazione dal control.
In ogni caso, va posta una diagnosi e la procedura di sospensione va fatta programmare dal medico e poi seguita sotto sua guida.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.3k visite dal 05/05/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.