Ho un'aspettativa di vita rosea
Il mio problema è banale, se si vuole, ma incurabile direi. Sono molti anni che soffro di insonnia grave, condizionante, mi sono rivolto a decine di psichiatri/neurologi che mi hanno prescritto per lo più antidepressivi (ultimamente della serie SSRI) e benzodiazepine o similbenzodiazepine, senza alcun miglioramento. L'opinione che va per la maggiore è che si tratti di depressione mascherata. Depressione?! Ma se, pur avendo 61 anni, ho un'aspettativa di vita rosea, su cui purtroppo incide negativamente l'insonnia! Non mi sento depresso e non posso credere di esserlo nascostamente.
Non so cosa stia emergendo dalla frontiera scientifica sui disturbi del sonno, ma io sono piuttosto scettico se i vari luminari ascoltati in TV parlano di igiene del sonno (corretta postura, non bere alcool, non mangiare troppo, ecc.) che a me pare come un insulto a chi sofre veramente e cronicamente.
Scusate lo sfogo, vi ringrazio.
Non so cosa stia emergendo dalla frontiera scientifica sui disturbi del sonno, ma io sono piuttosto scettico se i vari luminari ascoltati in TV parlano di igiene del sonno (corretta postura, non bere alcool, non mangiare troppo, ecc.) che a me pare come un insulto a chi sofre veramente e cronicamente.
Scusate lo sfogo, vi ringrazio.
[#1]
Gentile Signore,
comprendo molto bene il Suo problema.
Effettivamente quanto detto dai miei colleghi corrisponde anche al mio parere. Una insonnia continua ed incoercibile spesso corrisponde, in assenza di altre patologie, ad una depressione cosiddetta "mascherata", onde la terapia con antidepressivi.
Spesso purtroppo bisogna procedere per tentativi, per cui è indispensabile un rapporto stretto e continuativo con il medico curante, da cui solamente può scaturire un successo della terapia.
Sono a Sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Domenico Mazzullo
comprendo molto bene il Suo problema.
Effettivamente quanto detto dai miei colleghi corrisponde anche al mio parere. Una insonnia continua ed incoercibile spesso corrisponde, in assenza di altre patologie, ad una depressione cosiddetta "mascherata", onde la terapia con antidepressivi.
Spesso purtroppo bisogna procedere per tentativi, per cui è indispensabile un rapporto stretto e continuativo con il medico curante, da cui solamente può scaturire un successo della terapia.
Sono a Sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Domenico Mazzullo
[#2]
Carissimo Signore,
cercando di evitare banalizzazioni, ma iniziando da "Adamo ed Eva", quando si parla di insonnia bisogna procedere per piccoli passi: infatti l'insonnia è uno dei sintomi più sgradevoli ed in grado di promuovere delle alterazioni delle performances fisico-psichiche-emozionali-affettive "dolorose".
Iniziamo da Adamo ed Eva: secondo la più classica della classificazioni, a scopo didattico, l'insonnia viene distinta in iniziale, intermedia, terminale - come si può notare in questa processazione non vengono incluse categorie miste, nè una categoria che le investa tutte insieme.
E' peraltro vero, ad esempio, che qualora si "soffra", sofferenza è il vero e corretto termine, in prevalenza di una di queste tre forme, spesso anche un'altra la fa da compagna... e quanto è "rabbioso" il momento di alzarsi, quando non si è soddisfatti del sonno.
Altra nota però deve essere considerata: un sonno, anche brevissimo, se però accompagnato da almeno tre fasi REM, movimenti rapidi degli occhi, per definizione associati a tre fasi di sogno, risulta di soddisfazione.
Inoltre, proprio per quest'ultimo fatto, il termine insonnia coesiste con un periodo di tempo di sonno, soggettivo, estremamente variabile: dalle tre alle quattordici ore di sonno. Il termine soggettivo quindi intal caso non distingue una condizione di vera o falsa insonnia, ma di stato di sofferenza individuale.
Un passo in dietro: da un punto di vista biochimico, l'insonnia iniziale coinciderebbe con una iper attività noradrenergica; quella intermedia ad una carenza di attività serotoninergigica associata ad una normale od aumentata attività noradrenergica; quella terminale ad una carenza di attività serotoninergica.
In altri termini per chi si addormenta con difficoltà, per chi si addormenta ma si sveglia nel cuore della notte,per chi si sveglia prematuramente, coesisterebbero dei profili biochimici specifici.
Considerando che ogni profilo biochimico didattico specifico può essere accompagnato da un'altro, se no dagli altri due, si potrebbe comprendere come mai si possa finire per definire - con un classico termine medico, quando lo stesso medico non sa più come arrivare ad una valida definizione - l'insonnia come derivante da una "depressione mascherata": che forse è più mascherata per il medico... di fronte a cosa siamo al cospetto?
Il termine sarebbe corretto se si potesse parlare di semplice e pura carenza di serotonina, magari più o meno associata a riduzione dell'attività dell'acido gamma amino butirrico ed alla iperattività alterata in eccesso di noradrenalina: semplice in questa condizione il trattamento - un antidepressivo sarebbe la panacea; amitripitilina 8/12 mg alla sera verso le 19:00, magari accompagnati da altri 6/8 mg alle 08:00 ed alle 16:00... che gran figurone faremmo tutti noi colleghi, magari associando una benzodiazepina induttiva come il triazolam 0,25 mg 30' prima di coricarsi... ma spesso questo non è così.
Daltronde in questo modo avremmo reso dipendente una Persona dall'assumere dei farmaci per godere del momento più importante della sua Vita: il contatto con il suo miglior Amico, il suo incoscio che parla con il sogno e lo avvicina alla ricerca di superare-migliorare le condizioni del proprio vissuto.
L'uso degli stessi antistaminici che hanno, a livello del sistema nervoso centrale, proprietà simil serotoninergiche, in valida associazione sortirebbero allo scopo di dormire: ma a scapito di chi??? Del nostro sistema emozionale affettivo.
Come anestesista potrei sicuramente consigliarle una bella miscela infallibile: mi permetta di essere con Lei psicologo... per la Sua libertà che si deve a se stessi.
Pur rimanendo a disposizione, mi prendo la libertà, a mia volta, di darle i seguenti consigli.
1- da quel poco che posso avere compreso, dalla Sua, Lei è un Uomo pieno di interessi: prima di coricarsi, ed una volta a letto, deciso a prendere sonno, pensi al fatto che sta per incontrare il Suo Miglior Amico, che La aiuterà a vedere meglio quello che meglio per Lei.
2- per accogliere se stesso del più profondo, distragga da altri pensieri i suoi interessi: magari concentrandosi su qualcosa di molto semplice come la capocchia di uno spillo da sarta - le sue fattezze, il colore, la lucentezza. In tal modo sarà puro nell'accogliere l'incoscio pronto a parlare nel sogno per Lei.
3- chiuda con i pensieri del Suo Quotidiano: sarà l'inconscio a darle una mano l'indomani.
4- cerchi di ricordare i sogni... magari non necessariamente tutti e tre: l'ultimo è il più filtrato, chiaro, il più utile.
5- dato che l'insonnia spesso deriva da una iperattività e/o iperinteressenza di quanto vissuto nel giorno, si dia il potere di prenderSi il Suo spazio completo ed integrale almeno una volta nelle ventiquattr'ore.
6- potrebbe sembrare strano, ma spesso il sonno, anche se "non soddisfacente", viene spesso considerato come una perdita di tempo: si prenda il potere di "acchiappare" il sonno come fondamento della realizzazione massima della propria Persona... avendo dato il massimo nella Sua Vita di veglia, pretenda da se stesso di volere il massimo anche nel Suo stato di sonno.
In Fede
A disposizione
Alessandro Roscetti
cercando di evitare banalizzazioni, ma iniziando da "Adamo ed Eva", quando si parla di insonnia bisogna procedere per piccoli passi: infatti l'insonnia è uno dei sintomi più sgradevoli ed in grado di promuovere delle alterazioni delle performances fisico-psichiche-emozionali-affettive "dolorose".
Iniziamo da Adamo ed Eva: secondo la più classica della classificazioni, a scopo didattico, l'insonnia viene distinta in iniziale, intermedia, terminale - come si può notare in questa processazione non vengono incluse categorie miste, nè una categoria che le investa tutte insieme.
E' peraltro vero, ad esempio, che qualora si "soffra", sofferenza è il vero e corretto termine, in prevalenza di una di queste tre forme, spesso anche un'altra la fa da compagna... e quanto è "rabbioso" il momento di alzarsi, quando non si è soddisfatti del sonno.
Altra nota però deve essere considerata: un sonno, anche brevissimo, se però accompagnato da almeno tre fasi REM, movimenti rapidi degli occhi, per definizione associati a tre fasi di sogno, risulta di soddisfazione.
Inoltre, proprio per quest'ultimo fatto, il termine insonnia coesiste con un periodo di tempo di sonno, soggettivo, estremamente variabile: dalle tre alle quattordici ore di sonno. Il termine soggettivo quindi intal caso non distingue una condizione di vera o falsa insonnia, ma di stato di sofferenza individuale.
Un passo in dietro: da un punto di vista biochimico, l'insonnia iniziale coinciderebbe con una iper attività noradrenergica; quella intermedia ad una carenza di attività serotoninergigica associata ad una normale od aumentata attività noradrenergica; quella terminale ad una carenza di attività serotoninergica.
In altri termini per chi si addormenta con difficoltà, per chi si addormenta ma si sveglia nel cuore della notte,per chi si sveglia prematuramente, coesisterebbero dei profili biochimici specifici.
Considerando che ogni profilo biochimico didattico specifico può essere accompagnato da un'altro, se no dagli altri due, si potrebbe comprendere come mai si possa finire per definire - con un classico termine medico, quando lo stesso medico non sa più come arrivare ad una valida definizione - l'insonnia come derivante da una "depressione mascherata": che forse è più mascherata per il medico... di fronte a cosa siamo al cospetto?
Il termine sarebbe corretto se si potesse parlare di semplice e pura carenza di serotonina, magari più o meno associata a riduzione dell'attività dell'acido gamma amino butirrico ed alla iperattività alterata in eccesso di noradrenalina: semplice in questa condizione il trattamento - un antidepressivo sarebbe la panacea; amitripitilina 8/12 mg alla sera verso le 19:00, magari accompagnati da altri 6/8 mg alle 08:00 ed alle 16:00... che gran figurone faremmo tutti noi colleghi, magari associando una benzodiazepina induttiva come il triazolam 0,25 mg 30' prima di coricarsi... ma spesso questo non è così.
Daltronde in questo modo avremmo reso dipendente una Persona dall'assumere dei farmaci per godere del momento più importante della sua Vita: il contatto con il suo miglior Amico, il suo incoscio che parla con il sogno e lo avvicina alla ricerca di superare-migliorare le condizioni del proprio vissuto.
L'uso degli stessi antistaminici che hanno, a livello del sistema nervoso centrale, proprietà simil serotoninergiche, in valida associazione sortirebbero allo scopo di dormire: ma a scapito di chi??? Del nostro sistema emozionale affettivo.
Come anestesista potrei sicuramente consigliarle una bella miscela infallibile: mi permetta di essere con Lei psicologo... per la Sua libertà che si deve a se stessi.
Pur rimanendo a disposizione, mi prendo la libertà, a mia volta, di darle i seguenti consigli.
1- da quel poco che posso avere compreso, dalla Sua, Lei è un Uomo pieno di interessi: prima di coricarsi, ed una volta a letto, deciso a prendere sonno, pensi al fatto che sta per incontrare il Suo Miglior Amico, che La aiuterà a vedere meglio quello che meglio per Lei.
2- per accogliere se stesso del più profondo, distragga da altri pensieri i suoi interessi: magari concentrandosi su qualcosa di molto semplice come la capocchia di uno spillo da sarta - le sue fattezze, il colore, la lucentezza. In tal modo sarà puro nell'accogliere l'incoscio pronto a parlare nel sogno per Lei.
3- chiuda con i pensieri del Suo Quotidiano: sarà l'inconscio a darle una mano l'indomani.
4- cerchi di ricordare i sogni... magari non necessariamente tutti e tre: l'ultimo è il più filtrato, chiaro, il più utile.
5- dato che l'insonnia spesso deriva da una iperattività e/o iperinteressenza di quanto vissuto nel giorno, si dia il potere di prenderSi il Suo spazio completo ed integrale almeno una volta nelle ventiquattr'ore.
6- potrebbe sembrare strano, ma spesso il sonno, anche se "non soddisfacente", viene spesso considerato come una perdita di tempo: si prenda il potere di "acchiappare" il sonno come fondamento della realizzazione massima della propria Persona... avendo dato il massimo nella Sua Vita di veglia, pretenda da se stesso di volere il massimo anche nel Suo stato di sonno.
In Fede
A disposizione
Alessandro Roscetti
[#3]
Gentile Signore,
in questi casi di insonnia resistente proverei a introdurre una terapia neurolettica (con farmaci antispicotici atipici o tradizionali) a basse dosi, magari associati all'antidepressivo (ma deve essere un antidepressivo sedativo, non attivante).
Le consiglio di non girare di psichiatra in psichiatra o da un neurologo all'altro, am di scegliere uno specialista di cui si fida e con lui trovare la terapia giusta (spesso ciò richiede pazienza e tentativi purtroppo).
Dr. G. Palmieri
in questi casi di insonnia resistente proverei a introdurre una terapia neurolettica (con farmaci antispicotici atipici o tradizionali) a basse dosi, magari associati all'antidepressivo (ma deve essere un antidepressivo sedativo, non attivante).
Le consiglio di non girare di psichiatra in psichiatra o da un neurologo all'altro, am di scegliere uno specialista di cui si fida e con lui trovare la terapia giusta (spesso ciò richiede pazienza e tentativi purtroppo).
Dr. G. Palmieri
Gaspare Palmieri
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 12.8k visite dal 07/05/2004.
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Approfondimento su Insonnia
L'insonnia è un disturbo del sonno che comporta difficoltà ad addormentarsi o rimanere addormentati: tipologie, cause, conseguenze, cure e rimedi naturali.