Bipolare, borderline o entrambi?

Salve, sono una donna di 34 anni, con alle spalle una lunga storia di disturbi psichiatrici, incominciati nella pre-adolescenza e culminati dopo la nascita del secondogenito. A 30 anni sono incominciati i ricoveri, ed onestamente ormai non mi ricordo più quanti sono stati. La mia diagnosi è passata da depressione ricorrente, a disturbo bipolare, a disturbo di personalità borderline, o (secondo un paio di psichiatri) alla coesistenza degli ultimi due. Fra un ricovero e l'altro ho subito 3 lavande gastriche e successivi ricoveri in terapia subintensiva per abuso di farmaci: una volta ho preso 33 pastiglie di seroquel, un'altra una scatola di farganesse, ed un'altra ancora una scatola di aspirina. Tuttavia mi sembra che i miei medici non abbiano colto che le mie pulsioni autolesive si verificano durante quelle che definirei fasi miste o agitate (quelle che la Kay Jamison chiama mania nera), e non durante la depressione, perchè quando sono depressa riesco a stento a muovermi (non mangio, non bevo; l'ultima volta ho perso 6 chili in una settimana), e vorrei solo stare bene.
Attualmente la mia diagnosi è di disturbo di personalità borderline. Ma perchè, mi chiedo, se fino a qualche mese fa ero stata bollata bipolare? I borderline da quello che ho letto hanno una serie di tratti caratteriali che non credo mi appartengano (sono collerici, hanno difficoltà nel mantenere i rapporti interpersonali, spesso fanno abuso di sostanze, sono sessualmente promiscui). L'unica cosa nella quale mi riconosco è (quando sto male) l'autolesionismo. Ma anche i bipolari prendono spesso pillole a sproposito. È vero, attualmente ho mani e caviglie piene di bruciature di sigaretta, che mi sono praticata durante l'ultimo ricovero (durato più di due mesi e terminato una ventina di giorni fa). Ma in precedenza ho avuto anche una lunga fase psicotica, durante la quale sentivo voci (un coro) e manifestavo una distorsione del pensiero, seguita da una depressione terrificante (secondo me precipitata dal serenase che allora prendevo). Quanto ai farmaci, ho sperimentato praticamente tutte le combinazioni di seroquel, zyprexa, serenase, anafranil, efexor, xeristar, tolep, depakin, litio. Attualmente sono in cura con litio 900, depakin 1000, seroquel 300.
La mia domanda è: com'è possibile che la diagnosi sia cambiata così tante volte nell'arco di 4 anni? È il mio disturbo che si è evoluto? Possono coesistere in una stessa persona disturbo bipolare e disturbo della personalità borderline?
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
esprimere giudizi a distanza su una situazione sulla quale altri specialisti sono in dubbio e in difficoltà mi sembra davvero difficile. La coesistenza dei due disturbi è possibile. I due disturbi non possono evolvere l'uno nell'altro. E' anche possibile che lei abbia presentato nel corso del tempo alcune caratteristiche dell'uno e in seguito alcune caratteristiche dell'altro, orientando di volta in volta i medici verso una delle due diagnosi. Al di là delle diagnosi credo sia di estrema importanza seguire le indicazioni specialistiche.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

le diagnosi non sono in contraddizione, infatti sono collocate su due diversi livelli diagnostici. Sintomatico, o di personalità. Ricerche recenti fanno vedere come l'associazione di un temperamento di fondo "umorale" (ciclotimico) con un disturbo bipolare produce quel quadro particolarmente instabile, irregolare e con connotati di impulsività e di incontrollabilità delle emozioni che si suole indicare con iltermine borderline.
IL borderline è descrivibile come un disturbo bipolare ad altro grado di impulsività, e che quindi presenta comportamenti impulsivi anche se non si riscontrano in quel momento fasi maggiori (in realtà si caratterizza per fasi brevi o ultrabrevi, che sono già concluse al momento in cui magari la persona è valutata, ma rapidamente portano a conseguenze comportamentali).

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentili Dottori,
grazie per le risposte veloci ed esaustive. Penso in effetti di aver alternato fin da più giovane età periodi di profonda depressione (ad andamento ciclico e stagionale, e della durata di mesi), periodi di esaltazione e periodi di estrema impulsività (a 16 anni per un anno intero mi sono tagliata; i tagli erano profondi e ne porto tutt'ora le cicatrici sulle braccia). Durante i periodi di impulsività (oltre che in quelli di esaltazione) c'era un distacco dalla realtà, una totale mancanza di aderenza ad essa, tant'è che delle farneticazioni che li caratterizzavano ricordo ben poco.
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