Risvegli precoci, stanchezza pomeridiana e disturbi serali

Gent.li medici,

da fine gennaio sto vivendo un periodo molto stressante da un punto di vista affettivo e psicologico che sarebbe troppo lungo esporre in questa sede.
Ho vissuto periodi altanelanti nella mia vita e l'ansia, insieme alla depressione, è stata spesso compagna della mia vita. Sono stato spesso "curato" con benzodiazepine. Sembra che tutti gli psichiatri della mia città che ho consultato, purtroppo, li usino in maniera abbastanza indiscriminata con i risultati che non devo certo essere io a descrivervi. Purtroppo io ne sono stato vittima e ancota oggi assumo circa 12 mg di diazepam al giorno riuscendo solo in alcuni periodi a scalare gradualmente.
In questo momento ho l'impressione di non riuscire a gestire le problematiche inerenti alla mia vita, che seppure sicuramente difficili almeno per me, in altri momenti avrei affrontato con maggior determeninaziome.
Da più di due mesi soffro di risvegli precoci. La mattina mi sveglio, quando va bene, verso le 5 - 5,30. Dormo non più di 5 ore per notte, a volte anche 3 o 4 ore. La mattina passa, ma già il primo pomeriggio mi sento stanco e spossato, tanto da non riuscire ad evitare spesso un sonnellino di 15/30 minuti il pomeriggio. A metà pomeriggio poi, verso le 17,30, provo un senso di calore e la temperatura mi sale spesso a 37,3 - 37,4. Ho un senso di apatia diffuso, che è più marcato la sera, mancanza di motivazione e poco entusiasmo anche per le cose positive che mi accadono. La sera, spesso, compaiono piccoli crampi muscolari al polpaccio, irrigidimento muscolare ai piedi e qualche doloretto sparso nel corpo. Da due mesi soffro di intolleranza al freddo alle estremità, specialmente a destra. Dagli accertamenti diagnostici mi è stata diagnosticata un'artrosi cervicale che potrebbe essere responsabile di tale fenomeno. La visita internistica e reumatologica a cui mi sono sottoposto hanno escluso problemi vascolari e reumatologici. Passo dei periodi ipocondriaci, in cui pongo tutta la mia attenzione sui sintomi. Sono separaro, vivo con mia figlia di 17 anni e da due anni ho una compagna. Le due non hanno mai legato e la mia compagna mi rimprovera spesso di usare troppe attenzioni verso mia figlia.
So di dover affrontare la situazione da un piano di azione, nel senso o di fare qualcosa per cambiare questo stato di cose o prendere decisioni abbastanza drastiche, ma sono confuso.
Sono stanco di questa situazione, ma non voglio rivolgermi a uno psichiatra della mia città per i motivi sopra citati. Secondo voi è consigliabile una visita psichiatrica? Se sì, ci sarebbero problemi se mi affidassi ad uno specialista esperto anche in problemi di assuefazione da benzodiazepine anche non vicino alla mia residenza?

Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione che vorrete dedicarmi augurandovi buona giornata
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente

le risposte alle sue domande sono affermative.
Probabilmente ha ben chiaro il suo problema.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Grazie gentile dottor Ruggiero.
Quando afferma che ho ben chiaro il mio problema intende che effettivamente devo affrontare la situazione che mi sta creando disagio? Anche che devo contattare uno psichiatra?

Buon lavoro
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Si dovrebbe contattare uno psichiatra che possa ridurre ed eliminare le benzodiazepine.

E' utile un trattamento se e' efficace, nel suo caso non lo e'.
[#4]
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La ringrazio per la sua cortese disponibilità. A questo punto mi sento di contattare uno psichiatra fuori della mia città e di cui mi fido. Non credo che la distanza, in questi casi, possa essere un grosso problema. Leggo spesso che un buon rapporto telefonico con lo specialista e una visita al mese generalmente possono bastare per patologie che non sono così gravi. Potete confermarmelo? Di nuovo grazie a tutti e buon lavoro
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