E ultimamente penso al suicidio
Buonasera.
Ho 24 anni, maschio, obeso ma senza altre patologie note in atto.
Sono un ragazzo fortunato. Ho la possibilità di portare a termine i miei studi universitari (nei quali non brillo ma alimentano la mia passione), ho una buona famiglia (con i giusti litigi che rientrano nella norma), degli ottimi amici (che spesso trascuro per lo studio), ho avuto la possibilità di viaggiare, ho avuto la possibilità di vivere la mia (omo)sessualità serenamente (seppur non condivisa con i miei genitori per non farli preoccupare, cosa che però non mi ha mai limitato in nulla), vivo in una grande città.... Insomma, oggettivamente una vita serena.
Ma sono stanco. Tutto quanto mi sembra un copione già visto, non mi sorprende più nulla, so come andrà a finire, non mi sento più in grado di sopportare questa situazione. E ultimamente penso al suicidio. Ma non la vedo come una azione triste o negativa. Sono giunto alla conclusione che è saggio anche saper dire "basta". In fondo ho fatto tutto quello che potevo fare nella mia vita perché non accontentarmi e morire senza dolore, una volta per tutte?
Sono stanco di incontrare difficoltà e doverle superare. Sono stanco di cercare di risolvere le ingiustizie. Io, anche se ho 24 anni, la mia parte l'ho fatta e non c'è più spazio per me. Ho finito le idee, ho finito le forze.
E non mi interessa più fare nuove amicizie, ne ho tantissime. Ho già avuto tutto.
E'davvero così negativo pensare di morire o è la società che ci impone di vivere a tutti i costi?
Sono davvero stanco anche di dovermi fare queste domande... e sarebbe bello se domattina non mi svegliassi più senza dovermi uccidere da solo.
Nessuna preoccupazione, nessun impegno, nessuna paura di deludere, nessuno sforzo per cercare di spiegare cosa è il giusto, nessun qui pro quo, nessun litigio. Solo pace eterna.
E' davvero così sbagliato?
Ho scritto un po' d'impulso... scusate gli eventuali strafalcioni.
Ringrazio anticipatamente per la vostra opinione.
Ho 24 anni, maschio, obeso ma senza altre patologie note in atto.
Sono un ragazzo fortunato. Ho la possibilità di portare a termine i miei studi universitari (nei quali non brillo ma alimentano la mia passione), ho una buona famiglia (con i giusti litigi che rientrano nella norma), degli ottimi amici (che spesso trascuro per lo studio), ho avuto la possibilità di viaggiare, ho avuto la possibilità di vivere la mia (omo)sessualità serenamente (seppur non condivisa con i miei genitori per non farli preoccupare, cosa che però non mi ha mai limitato in nulla), vivo in una grande città.... Insomma, oggettivamente una vita serena.
Ma sono stanco. Tutto quanto mi sembra un copione già visto, non mi sorprende più nulla, so come andrà a finire, non mi sento più in grado di sopportare questa situazione. E ultimamente penso al suicidio. Ma non la vedo come una azione triste o negativa. Sono giunto alla conclusione che è saggio anche saper dire "basta". In fondo ho fatto tutto quello che potevo fare nella mia vita perché non accontentarmi e morire senza dolore, una volta per tutte?
Sono stanco di incontrare difficoltà e doverle superare. Sono stanco di cercare di risolvere le ingiustizie. Io, anche se ho 24 anni, la mia parte l'ho fatta e non c'è più spazio per me. Ho finito le idee, ho finito le forze.
E non mi interessa più fare nuove amicizie, ne ho tantissime. Ho già avuto tutto.
E'davvero così negativo pensare di morire o è la società che ci impone di vivere a tutti i costi?
Sono davvero stanco anche di dovermi fare queste domande... e sarebbe bello se domattina non mi svegliassi più senza dovermi uccidere da solo.
Nessuna preoccupazione, nessun impegno, nessuna paura di deludere, nessuno sforzo per cercare di spiegare cosa è il giusto, nessun qui pro quo, nessun litigio. Solo pace eterna.
E' davvero così sbagliato?
Ho scritto un po' d'impulso... scusate gli eventuali strafalcioni.
Ringrazio anticipatamente per la vostra opinione.
[#1]
Gentile utente,
partiamo dal fatto che ha mandato questo post non a un forum di romantici emo, ma alla sezione psichiatrica un sito di medicina.
Cosa vorrebbe che le rispondessimo?
Che ha ragione, che la vita è pallosa e la "società", questo grande Moloch, ci obbliga a vivere, e perché, poi?
Le crisi esistenziali possono essere una molla per cambiare, anche drasticamente, la propria vita, oppure sono il sintomo di un disagio psicologico che va trattato da uno psichiatra.
Decida lei se ha voglia di rovesciare il tavolo, andarsene da casa, fare outing, prendersi un anno sabbatico e andare in Tibet,o in India o dove le pare, oppure trovare uno spazio per riflettere su se stesso magari con l'aiuto di uno psicoterapeuta.
Se non sente dentro di sé le energie per farlo, allora è il caso di consultare uno psichiatra, non per il bene della "società" ma di lei stesso.
partiamo dal fatto che ha mandato questo post non a un forum di romantici emo, ma alla sezione psichiatrica un sito di medicina.
Cosa vorrebbe che le rispondessimo?
Che ha ragione, che la vita è pallosa e la "società", questo grande Moloch, ci obbliga a vivere, e perché, poi?
Le crisi esistenziali possono essere una molla per cambiare, anche drasticamente, la propria vita, oppure sono il sintomo di un disagio psicologico che va trattato da uno psichiatra.
Decida lei se ha voglia di rovesciare il tavolo, andarsene da casa, fare outing, prendersi un anno sabbatico e andare in Tibet,o in India o dove le pare, oppure trovare uno spazio per riflettere su se stesso magari con l'aiuto di uno psicoterapeuta.
Se non sente dentro di sé le energie per farlo, allora è il caso di consultare uno psichiatra, non per il bene della "società" ma di lei stesso.
Franca Scapellato
[#2]
Utente
La ringrazio per l'attenzione.
Mi spiace averla infastidito tentato di raccontare con trasporto quello che mi sta succedendo in un sito di medicina.
Credevo che anche la comunicazione e la relazione in medicina e il patto "medico-paziente" formassero le basi dell'arte medica.
Non mi sono rivolto a un forum di romantici emo perché non credo abbiano una formazione tale per capire se il mio stato ponga indicazione a una visita specialistica o cos'altro e a volte decidere da solo (o con il parere di amici non esperti) se andarsene di casa, prendersi un anno sabbatico, rivolgersi a uno psicoterapeuta o finirla con i barbiturici, non è facile.
Mi spiace averla infastidito tentato di raccontare con trasporto quello che mi sta succedendo in un sito di medicina.
Credevo che anche la comunicazione e la relazione in medicina e il patto "medico-paziente" formassero le basi dell'arte medica.
Non mi sono rivolto a un forum di romantici emo perché non credo abbiano una formazione tale per capire se il mio stato ponga indicazione a una visita specialistica o cos'altro e a volte decidere da solo (o con il parere di amici non esperti) se andarsene di casa, prendersi un anno sabbatico, rivolgersi a uno psicoterapeuta o finirla con i barbiturici, non è facile.
[#3]
I barbiturici non sono molto facili da procurarsi, anche perché sono passati di moda, dai tempi della povera Marilyn. Può cominciare con una visita psichiatrica; può prenotare direttamente all'Asl oppure cercare uno specialista di sua fiducia.
Preparare nella propria mente il discorso da riferire allo specialista è già un'attività utile, e ancora di più lo è confrontarsi con una persona esperta al di fuori dell'ambito familiare e amicale: il punto di vista cambia e magari anche le opzioni.
Ci tenga al corrente.
Saluti
Preparare nella propria mente il discorso da riferire allo specialista è già un'attività utile, e ancora di più lo è confrontarsi con una persona esperta al di fuori dell'ambito familiare e amicale: il punto di vista cambia e magari anche le opzioni.
Ci tenga al corrente.
Saluti
[#4]
Utente
Gentile Dott.ssa Scapellato, grazie per la celere risposta.
Devo confessarle che se l'approccio diagnostico psichiatrico Attuale eticamente condiviso è quello da lei usato non credo che farò riferimento ad una risorsa del genere in quanto, le garantisco, la percezione dello sfottò e il tentativo di superficializzazione del disagio che provo non è quello che mi aiuta a compensarlo.
Cercherò di fare come ho sempre fatto: capire da solo cosa sia meglio fare pesando pro e contro.
La ringrazio comunque. forse era proprio questa la soluzione a cui
voleva portarmi, sono sicuro del suo buon intento.
Cordiali saluti.
Devo confessarle che se l'approccio diagnostico psichiatrico Attuale eticamente condiviso è quello da lei usato non credo che farò riferimento ad una risorsa del genere in quanto, le garantisco, la percezione dello sfottò e il tentativo di superficializzazione del disagio che provo non è quello che mi aiuta a compensarlo.
Cercherò di fare come ho sempre fatto: capire da solo cosa sia meglio fare pesando pro e contro.
La ringrazio comunque. forse era proprio questa la soluzione a cui
voleva portarmi, sono sicuro del suo buon intento.
Cordiali saluti.
[#5]
Gentile utente,
lungi da me l'idea di fare diagnosi su internet basandomi sul post di una persona che non conosco, sarebbe contrario alle regole deontologiche, del sito e anche del buon senso.
La sua richiesta di consulto si intitola "suicidio" e nella stessa lei dice di essere stanco della vita e di voler morire: di fatto (anche se forse non era nelle sue intenzioni coscienti) è una richiesta di aiuto, ma anche una provocazione, e ho risposto sdrammatizzando e ponendo delle (possibili) alternative.
Se l'ho offesa, le chiedo scusa, non era mia intenzione.
Stia tranquillo che un colloquio psichiatrico è ben altro (qui, ripeto, siamo sul web e voi siete in incognito) e nessuno si permette di fare dello spirito sulla sofferenza.
lungi da me l'idea di fare diagnosi su internet basandomi sul post di una persona che non conosco, sarebbe contrario alle regole deontologiche, del sito e anche del buon senso.
La sua richiesta di consulto si intitola "suicidio" e nella stessa lei dice di essere stanco della vita e di voler morire: di fatto (anche se forse non era nelle sue intenzioni coscienti) è una richiesta di aiuto, ma anche una provocazione, e ho risposto sdrammatizzando e ponendo delle (possibili) alternative.
Se l'ho offesa, le chiedo scusa, non era mia intenzione.
Stia tranquillo che un colloquio psichiatrico è ben altro (qui, ripeto, siamo sul web e voi siete in incognito) e nessuno si permette di fare dello spirito sulla sofferenza.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.6k visite dal 07/04/2010.
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