Omosessualità e psicosessuologia?

Gentili dottori,
mi piacerebbe esporvi un quesito un po' strano, strettamente legato alla mia esperienza personale, sul quale vorrei avere qualche parere esperto; chiedo scusa se all'inizio la mia esposizione potrebbe sembrare non attinente alla categoria.

Ho un problema di tipo andrologico, ovvero una forma (immagino congenita) di visibile curvatura peniena, fatto di cui mi sono reso conto già dalla preadolescenza, senza però mai farne menzione con nessuno, perchè fin da subito lo ho avvertito come motivo di disagio e umiliazione (adesso ho 20 anni e solo ora mi sono deciso a rivolgermi all'urologo, ma non ho ancora fatto l'intervento chirurgico perchè ho una paura spaventosa).

Contemporaneamente ho dovuto affrontare, come se non bastasse, un ulteriore disastroso problema:

ovvero ho notato, dai 9-11 anni, la presenza nei miei orientamenti di chiare tendenze omosessuali, nel senso di attrazione fisica verso uomini nettamente preponderante rispetto all'interesse per le donne.

Queste tendenze dapprima rappresentavano fonte di terrore, di vergogna, di fortissimi sensi di colpa, e mi spingevano all'isolamento e alla solitudine auto-imposta in modo che nessuno potesse scoprirmi e che io stesso potessi credere di essere normale;

adesso ormai mi sentirei bugiardo nel negarle, avendo anche constatato l'impossibilità di poter cambiare in qualche modo la situazione; resta il fatto che faccio ancora una certa fatica ad accettarmi e che non ho assolutamente fatto esperienze concrete, anzi ho molte, moltissime remore e perplessità rispetto a queste ultime.

Il mio quesito è: ritenete che vi possa essere una qualche relazione di causa-effetto fra il problema andrologico e le conseguenze psico-sessuali nello sviluppo della mia persona?

E potrebbe anche esserci un nesso fra questi due problemi e il fatto che noto dei leggeri sintomi di disturbo ossessivo-complusivo in alcune mie piccole azioni quotidiane?

E, aggiungo, posso sperare che almeno un giorno, potrò iniziare a vivere la mia sessualità, anzi, la sessualità in generale, in maniera serena e non come una specie di incubo di vergogna e frustrazione?

Tuttora infatti, nonostante sia riuscito, per la prima volta, con un enorme sforzo durato anni, a capacitarmi del fatto di sentirmi attratto dai ragazzi (e da uno in particolare in questo momento), tuttavia sono certo di non essere psicologicamente in grado di affrontare un contatto fisico con un partner, e penso che la cosa sarebbe ancora più impossibile e angosciante con una ragazza, perchè non riesco a sentirmi normale, non riesco a togliere dalla mia mente la convinzione di essere menomato, sbagliato, malato, handicappato, mutilato.

ringrazio in anticipo chiunque abbia la voglia e la pazienza di rispondere al mio dubbio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.5k 1k
Gentile utente,

Quello di cui lei parla non somiglia ad un orientamento sessuale ma ad un pensiero angosciante con modalità ripetitive. Non si comprende esattamente perché, se l'attrazione è molto più forte per lo stesso sesso, lei si pone il problema relativo ad una difficoltà maggiore nel pensare rapporti con le donne (il che non dovrebbe interessarle quasi per niente).

Lei ha avuto diagnosi di disturbo ossessivo ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,

la sua complessa storia appare poter essere ascritta a problematiche che si intrecciano e che però non necessariamente sono una la conseguenza dell'altra.

Se da un lato emerge un chiaro disagio in ambito sessuale (sia esso l'orientamento piuttosto che la riflessione rimuginata di aspetti sessuali) pare anche esserci aspetti di ordine psicopatologico che andrebbero approfonditi.

Certamente la curvatura peniena non è in relazione con gli aspetti psicologici ed emotivi.

Il consiglio è pertanto di rivolgersi ad uno specialista che possa avere sia competenze psichiatriche che competenze psicosessuologiche.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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Attivo dal 2010 al 2022
Ex utente
Gentili Dottori, Vi ringrazio innanzitutto per il Vostro interessamento.

@ Dottor Matteo Pacini:

Non mi è stato diagnosticato un vero e proprio DOC, però da una breve serie di incontri avuti con dei dottori del CIRDIP, a cui mi ero rivolto perchè non riuscivo a spiegare alcuni miei (circoscritti) attacchi di panico e pensieri ossessivi, è emerso che nella mia persona vi sono delle componenti ossessive piuttosto accentuate, ma nulla di allarmante nè sopra la media. (anche perchè si tratta di ritualità di gesti e pensieri che finora in effetti non mi hanno mai impedito di vivere regolarmente a parte appunto quel semestre sopra citato).

Forse però questa diagnosi è falsata, perchè per la vergogna non ho parlato a chi mi esaminava dei miei due problemi, cioè omosessualità e problema andrologico.

Col senno di poi, però, ora che ho il coraggio di ammettere l'esistenza di questi due problemi, in effetti potrebbero essere questi alla base di quel breve periodo di depressione e ansia che ho avuto una volta concluso il liceo: infatti, finita la maturità, dovendo scegliere il mio percorso universitario, e quindi un pezzetto del mio futuro, mi ero ritrovato a fare i conti con questi problemi irrisolti, e anche con la "promessa" che mi ero fatto da piccolo: o una quanto mai improbabile "guarigione" miracolosa, o il suicidio.

Credo che questa fase però sia superata, perchè non ho alcuna intenzione di suicidarmi al momento, sebbene questo pensiero sia stato il mio più grande sollievo durante l'adolescenza, e sebbene permanga in me un feroce, inattaccabile senso di inferiorità rispetto agli altri e una pressocchè totale dipendenza dal giudizio altrui.

per quanto riguarda il fatto che io parli di "rapporti con le donne", mi è venuto spontaneo scriverlo; non so, forse per la ridicola e semi-inconscia speranza che io possa "diventare" eterosessuale una volta che mi sarò operato. Scusi la stupidità dell'affermazione, ma ripeto che ho serie difficoltà ad accettarmi, anzi, parlare della mia omosessualità mi mette molto, moltissimo imbarazzo.

@ Dottor Stefano Garbolino

Quindi secondo lei non c'è nesso causale fra i vari fenomeni? Io mi ero azzardato a seguire questa ipotesi perchè appunto questi due maledetti problemi oggettivi, fin dal momento in cui ho avuto la capacità di focalizzarli anche solo vagamente, hanno sempre pesantemente condizionato ogni singolo aspetto della mia vita: mi hanno spinto a ridurre al minimo le relazioni sociali, a chiudermi in me stesso, a non fare mai sport, a non avere interessi, a non fare esperienze con gli altri, a nascondermi, a fingere di essere una persona normale, a nascondere con un sorriso una frustrazione disarmante.

Tutt'ora, come dicevo prima, permangono i risultati di questo: inesperienza in qualunq


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Attivo dal 2010 al 2022
Ex utente
Gentili Dottori, Vi ringrazio innanzitutto per il Vostro interessamento.



@ Dottor Matteo Pacini:

Non mi è stato diagnosticato un vero e proprio DOC, però da una breve serie di incontri avuti con dei dottori del CIRDIP, a cui mi ero rivolto perchè non riuscivo a spiegare alcuni miei (circoscritti) attacchi di panico e pensieri ossessivi, è emerso che nella mia persona vi sono delle componenti ossessive piuttosto accentuate, ma nulla di allarmante nè sopra la media. (anche perchè si tratta di ritualità di gesti e pensieri che finora in effetti non mi hanno mai impedito di vivere regolarmente a parte appunto quel semestre sopra citato).

Forse però questa diagnosi è falsata, perchè per la vergogna non ho parlato a chi mi esaminava dei miei due problemi, cioè omosessualità e problema andrologico.

Col senno di poi, però, ora che ho il coraggio di ammettere l'esistenza di questi due problemi, in effetti potrebbero essere questi alla base di quel breve periodo di depressione e ansia che ho avuto una volta concluso il liceo: infatti, finita la maturità, dovendo scegliere il mio percorso universitario, e quindi un pezzetto del mio futuro, mi ero ritrovato a fare i conti con questi problemi irrisolti, e anche con la "promessa" che mi ero fatto da piccolo: o una quanto mai improbabile "guarigione" miracolosa, o il suicidio.

Credo che questa fase però sia superata, perchè non ho alcuna intenzione di suicidarmi al momento, sebbene questo pensiero sia stato il mio più grande sollievo durante l'adolescenza, e sebbene permanga in me un feroce, inattaccabile senso di inferiorità rispetto agli altri e una pressocchè totale dipendenza dal giudizio altrui.

per quanto riguarda il fatto che io parli di "rapporti con le donne", mi è venuto spontaneo scriverlo; appunto perchè pensavo che fosse proprio il problema andrologico ad aver distrutto in maniera così radicale la mia personalità fino al punto di alterare i miei orientamenti sessuali.

O chissà, forse per la ridicola e semi-inconscia speranza che io possa "diventare" eterosessuale una volta che mi sarò operato. Scusi la stupidità dell'affermazione, ma ripeto che ho serie difficoltà ad accettarmi, anzi, parlare della mia omosessualità mi mette molto, moltissimo imbarazzo.



@ Dottor Stefano Garbolino

Quindi secondo lei non c'è nesso causale fra i vari fenomeni? Io mi ero azzardato a seguire questa ipotesi perchè appunto questi due maledetti problemi oggettivi, fin dal momento in cui ho avuto la capacità di focalizzarli anche solo vagamente, hanno sempre pesantemente condizionato ogni singolo aspetto della mia vita: mi hanno spinto a ridurre al minimo le relazioni sociali, a chiudermi in me stesso, a non fare mai sport, a non avere interessi, a non fare esperienze con gli altri, a nascondermi, a fingere di essere una persona normale, a nascondere con un sorriso una frustrazione disarmante e onnipresente.

Tuttora, come dicevo prima, permangono i risultati di questo comportamento tenuto nell'infanzia-adolescenza: inesperienza in qualunque ambito, senso di inadeguatezza costante, paura a relazionarsi con gli altri, terrore di essere giudicato e di non piacere.



Per semplice curiosità, mi permetto di linkare un video informativo in cui si parla ESATTAMENTE di quello che ho vissuto; aggiungete l'omosessualità e potrei essere io il ragazzo del video esemplificativo.

http://canali.kataweb.it/salute/2009/06/09/pene-curvo-congenito-un-video-per-informare-2/
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.5k 1k
Gentile utente,

"nella mia persona vi sono delle componenti ossessive piuttosto accentuate, ma nulla di allarmante nè sopra la media. "

Componenti accentuate ma non sopra la media ? Non si capisce esattamente cosa possa voler dire.

Io rifarei una visita psichiatrica (medica) riferendo tutto quello che c'è da dire, così come ha fatto in questa sede.
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Attivo dal 2010 al 2022
Ex utente
Gentile Dottor Pacini,

mi scusi, mi sono espresso male, ho cercato di ricostruire a memoria quanto mi avevano detto a voce.
Ciò che so con certezza è che hanno detto che i miei valori dei test psicodiagnostici sono nella norma, però con tratti un po' più significativi di personalità di tipo Ossessivo, Evitante, Dipendente, Alto Funzionamento. (Sindrome da disadattamento).

Quindi potrei stare meglio se mi rivolgo ad uno psichiatra esperto in sessuologia? Finora mi ero rivolto ad un consulenza meramente psicologica parlando solo dell'aspetto dell'omosessualità, senza mai sfiorare quello andrologico perchè la vergogna è fortissima.

Sono davvero molto sfiduciato, credevo che una volta finito il periodo depressivo critico (l'inverno dell'anno scorso), sarei "diventato" normale, invece tutti i miei complessi, nonostante la depressione e l'ansia siano del tutto passate, permangono;

mi piacerebbe molto sperimentare una normale vita sentimentale, ma i terrori riguardanti la sfera sessuale e l'aspetto del giudizio altrui mi paralizzano, e forse sto perdendo delle occasioni importanti che la vita può riservarmi, restando immobilizzato nel circolo vizioso dei miei pensieri.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.5k 1k
Non ci siamo capiti.

Lei non deve riferire i problemi come diagnosi, lei deve esprimere il suo disagio e rispondere alle domande richieste. Lei è ancora fuori strada perché vuole un'attenzione all'oggetto delle sue preoccupazioni, non al tipo di suo funzionamento mentale.
Deve rivolgersi ad un medico psichiatra che sia esperto nella sua materia, semplicemente. Non deve insistere con i terapeuti perché prestino maggiore attenzione ad un aspetto piuttosto che ad un altro. Deve riferire le informazioni che la riguardano in maniera completa, sia quelle di cui ha vergogna che il resto. Non è detto che le cose di cui si vergogna siano le più importanti, ma il medico deve sapere tutto.
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Attivo dal 2010 al 2022
Ex utente
Gentile Dottor Pacini,

La ringrazio per avermi fatto notare questo errore di valutazione;

Data l'oggettiva (o forse soggettiva?) gravità di questi due odiosi problemi che mi torturano da una vita, non mi era mai passato per la testa che i miei problemi potessero riguardare la forma, e non il contenuto dei miei pensieri.

Sa, forse l'attenzione all'oggetto dei miei pensieri era dovuta ad una disperata ricerca di una soluzione, soluzione che a quanto pare non esiste.

Posso d'altra parte confermare che l'ossessività dei miei pensieri (che mi tiene occupato molto tempo, e mi porta ansia e sconforto quotidianamente) spessissimo riguarda questi due problemi, ma talvolta anche altre questioni, a volte di minor conto, che però per me, attraverso questo meccanismo, diventano quasi questioni di vita o di morte.

Seguirò il suo consiglio, spero di riuscire a vincere l'imbarazzo di parlarne di persona con uno specialista.

Giusto per completezza, se è più corretto esprimere i miei problemi dal punto di vista concreto, allora questi sono, come vagamente accennavo più sopra, senso di inadeguatezza costante e senso di inferiorità rispetto agli altri, paura a relazionarsi con gli altri, terrore di essere giudicato e di non piacere, e poi pensieri ossessivi (e per ossessivi intendo nel senso che sono pensieri frequentissimi, protratti nel tempo, ricorrenti, giornalieri, angoscianti e ansiogeni) riguardanti soprattutto questi due problemi oggettivi omosessualità e andrologia e le loro disastrose conseguenze su di me, e poi in minor parte pensieri su QUALUNQUE altro tipo di problema che io potrei anche solo IPOTETICAMENTE avere in futuro (per esempio come gestire un'eventuale relazione, come gestire la mia vita, come gestire lo studio e il lavoro, come relazionarsi con determinate persone, cosa dire a determinate persone, come rapportarsi in certe occasioni con altri, cosa potrebbero pensare gli altri di me in certe circostanze).
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.5k 1k
"e le loro disastrose conseguenze su di me"

Forse "le loro" è da riferirsi ai pensieri, non al loro contenuto o alla loro base reale. Per questo è indicata una valutazione psichiatrica classica.
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Attivo dal 2010 al 2022
Ex utente
beh, grammaticalmente parlando "loro" era proprio riferito ai due problemi concreti, perchè mi sembrerebbe logico attribuire a loro la colpa delle mei insicurezze;

psichiatricamente parlando, invece, non saprei...

La ringrazio ancora molto Dottor Pacini, per la sua gentilezza e per la sua disponibilità
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.5k 1k
"psichiatricamente parlando, invece, non saprei..."

Infatti, ho capito il suo ragionamento e Lei ha capito il tipo di "ribaltamento" che ipotizzavo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.5k 1k
"psichiatricamente parlando, invece, non saprei..."

Infatti, ho capito il suo ragionamento e Lei ha capito il tipo di "ribaltamento" che ipotizzavo.