Ancora depressione?

Save,sono un ragazzo di 26 anni,
per due anni(con interruzioni,cambiando anche psichiatra) ho preso degli antidepressivi(paroxetina,citalopram e ultima venlafaxina),da circa 4 mesi ho interrotto la cura credendo di stare meglio,
ad oggi non so se ci sono ricaduto,
-passo molto tempo a letto
-ho pensieri rapidi, confusi,contorti e indefiniti che mi stancano
ogni tanto senso di opressione al petto,
-la vera fobia dele persone credo sia passata,ma c'è ancor un forte disagio
non mi va di essere avvicinato dagli altri,alle volte un vera e propia repulsione
-e altri sintomi stanchezza,pessimismo costante, ecc...
il punto è che alle volte mi sembra d stare meglio,ma po arrivano i sensi di colpa ..
quindi mi chiedo si puo davvero diventare cosi,o si tratta ancora di depressione, dovrei ricontattare lo psichiatra? e magari affiancare una psicoterapia?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Perché in due anni ha interrotto più volte la cura. Perché, visto che l'ha poi ripresa, anche stavolta prende una decisione autonoma per una ragione che non significa niente (stare meglio facendo una cura è una ragione per smettere la cura ? Può darsi, se la malattia è guarita, ma questo è un medico che glielo deve indicare e spiegare).
Niente di strano che una depressione (se questa è la diagnosi) curata a periodi di qualche mese si ripresenti dopo la sospensione delle cure.

Quindi la soluzione è seguire l'indicazione di un medico, altrimenti passa da iniziative di totale disimpegno da qualsiasi cura, prematuramente e senza aver compreso probabilmente la natura del disturbo, a idee di intervento addittura doppio (medico e psicoterapia), che hanno in comune l'errore di partire da quello che lei ritiene indicato, cosa che invece è compito e prerogativa del medico.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentile dottore grazie per la risposta,
che la colpa sia mia è fuori dubbio,coì come i pregiudzi nei confronti dei farmaci,il punto é che le visite dallo psichiatra si risolvevno in 10 minuti e mi restavano mille dubbi,
e l' idea della psicoterapia era solo er capire il perchè di così tanti disagi e come superarli..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Lo psichiatra deve garantirle un intervento efficace o quantomeno ben studiato rispetto al suo problema (visto che non sempre si può ottenere quel che si vorrebbe senza che sia colpa di nessuno).
Quindi se lo psichiatra brevemente fa il punto della situazione può anche essere corretto, nel senso che può essere proprio corretto non discutere di dubbi generici, che discutendo aumenterebbero anziché risolversi.
Dipende da quali sono. Ora è chiaro che le informazioni sul tipo di medicine, la discussione degli effetti collaterali che si possono migliorare etc è argomento di interesse. Altri dubbi generici o propri pregiudizi andrebbero accantonati, lei ha dei giudizi che ormai può dare sull'esito delle cure, i pregiudizi sono un retaggio che le fa da ostacolo.
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Utente
Utente
Gentile Dottore
oltre ai disturbi sopra descritti,vorrei chiederle un altra cosa, da un pò di tempo leggo del disturbo bipolare, vorrei solo chiarirmi dei dubbi,racconto brevemente degli episodi, e se ne dovrei parlare con il mio psichiatra.
ad esempio l estate scorsa decisi di iscrivermi all università(lettere)ed ho frequentato solo un semestre,la cosa forse anomala in ciò, e l' idea che mi ha spinto a farlo(benchè m crei imbarazzo e difficolta ad accettarlo adesso)era quella di diventare un grande scritore,cosa che adesso mi sembra folle ma in quel momento e per un certo periodo no,salvo poi sentirmi spesso male e senza obbiettivi concreti..fino a cacellarmi ed abbandonare anche per scarso interesse..cosa simile era successa l anno precedente questa volta con matematica(sempre con idee pocorealsistiche ma sopratutto di grandezza)..gli alternarsi di questi periodi mi creano non pochi problemi,conseguenze e disagi..ho speso molto soldi in libri sia di letteratura che di matematica che poi non ho neanche mai letto..inoltre l atro giorno parlando con mia madre è venuta fuori questa cosa di alternanza di. periodi di bassissima stima di se(depressivi) a periodi di vera e propia gradezza.. e scete irrealistiche..dovrei parlare di queste cose con il mio psichiatra..mi crea davvero imbarazzo e disagio(adesso)..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Dunque, allo psichiatra certo che deve riferire questi aspetti, perché sono molto importanti per la programmazione "strategica" di una cura, l'antidepressivo non è il solo strumento nei disturbi dell'umore, specie se c'è questa ciclicità. Per intenderci, il disturbo bipolare va considerato come un disturbo a sé stante, non come un sottotipo di depressione. Ne esistono forme minori, sfumate, non psicotiche e forme maggiori, come in tutti i disturbi.
Queste alternanze danno noia perché si crea una iper-sintonia durante le fasi, per cu ci si appaga della fase, non del progetto che si concretizza, ma questo significa anche che in una fase di risacca successiva tutto questo svanirà e non resterà una costruzione avviata né le energie per portarla avanti, magari anche più lentamente ma con una certa costanza.
Funziona bene quando si è artisti, fino a un certo punto, perché si crea in poco tempo e magari dopo ci sono intervalli. Lo studio richiede una certa regolarità, idem la realizzazione professionale. In più questo disturbo se nel tempo si aggrava aumenta questa improduttività e riduce la capacità di distinguere l'entusiasmo dalla fattibilità delle cose. Creando "crisi di identità" per cui uno si chiede esattamente chi è, cosa vuole, se vuole una cosa o non la vuole, se era giusto quando aveva entusiasmo oppure era un abbaglio etc.
Questa evoluzione è proprio il segno del disturbo bipolare, che altrimenti come sintomi varia da periodo a periodo.
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Utente
Utente
prendero coraggio e provero a parlarne con lo psichiatra.perchè mi ritrovo propio nella descrizione da lei fatta fino alle crisi d 'identità..che forse sto attraversano in questo periodo ,propio come lo descrive lei..chiedo scusa ma el facciol ultima domanda?..il fatto di avere dei pensieri oltre che grandiosi anche molto rapidi,accavallati,indefiniti che creano confusione fa parte del disturbo?..e sopratutto ci possono essere dei periodi di "normalità" o apparente tale?
mi cusi le molte domande,la ringrazio molto mi è stato di grande aiuto..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ma perché ritiene questi aspetti particolarmente imbarazzanti ? Non si capisce.

Sì, quest'altro sintomo circa i pensieri è compatibile con l'ipotesi della bipolarità. Ci possono essere dei periodi di non orientamento in nessun particolare senso.
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Utente
Utente
perchè mi sembrano poco normali..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
appunto le va a dire al medico, non ad uno qualsiasi
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Utente
Utente
si mail fatto di poter consultare qui ddegli specialisti
nella mia lingua(vivo all estero)mi aiuta,
cmq consultero senz altro il medico.
grazie mille.
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