Non accettazione
Gentili dottori,
sono una ragazza di 19 anni, e circa 2 anni fa mi sono resa conto di provare attrazione verso persone del mio stesso sesso. All’inizio ciò è stato a dir poco destabilizzante, essendo io sempre vissuta in un clima di forte religiosità,ma tramite il dialogo, con un mio caro amico,ora sono riuscita a far fronte alla situazione e a capire che nella vita può capitare. Poco tempo dopo, ancora irrequieta a causa di quello che definivo il mio problema, ho conosciuta una ragazza con la quale ho stretto una forte amicizia( forse la prima vera amicizia di tipo femminile,in quanto trovo più facile stringere rapporti d’amicizia con i ragazzi che con le ragazze) che è poi sfociata, ( a causa mia a dire il vero) in una relazione a tutti gli effetti ( anche se abbastanza travagliata). La mia vita con questa persona aveva raggiunto uno stato di pieno equilibro, ed ero arrivata ad accettare quasi del tutto la mia sessualità. Questa persona ora è morta, in circostanze catastrofiche, ed io non riesco a farmene una ragione, sono passati 4 mesi, ma per la maggior parte della giornata sono depressa,talvolta quando sto con gli amici mi astraggo totalmente dalla realta’, altre volte cado in un profondo stato di prostrazione e di disperazione,come se lei fosse morta il giorno stesso,faccio ciò che devo fare un po’ per dovere un po’ per inerzia,e la mia indifferenza verso le persone si è accresciuta notevolmente, è come se nulla importasse più,ogni cosa mi sembra così riduttiva rispetto a ciò che è successo a me, eppure sono sempre stata una persona piena di interessi e ricca di vitalità,adesso non vedo ragioni per cui debba fare una cosa e non un’altra o anche non farla proprio, in più soffro tantissimo la solitudine, cosa che prima non mi accadeva mai.
Tuttavia mi rendo conto k forse è ancora presto e molti parlano di elaborazione del lutto,ma io non ce la faccio più a vivere così, non ce la faccio più a stare male. A volte vorrei non aver proprio conosciuto questa ragazza, avrei evitato di soffrire. Vi prego datemi qualche consiglio,e in più vi chiedo se la mia non “ accettazione” della mia sessualità possa essere un motivo integrante del mio malessere.
Ringrazio anticipatamente per aver prestato attenzione al mio problema.
sono una ragazza di 19 anni, e circa 2 anni fa mi sono resa conto di provare attrazione verso persone del mio stesso sesso. All’inizio ciò è stato a dir poco destabilizzante, essendo io sempre vissuta in un clima di forte religiosità,ma tramite il dialogo, con un mio caro amico,ora sono riuscita a far fronte alla situazione e a capire che nella vita può capitare. Poco tempo dopo, ancora irrequieta a causa di quello che definivo il mio problema, ho conosciuta una ragazza con la quale ho stretto una forte amicizia( forse la prima vera amicizia di tipo femminile,in quanto trovo più facile stringere rapporti d’amicizia con i ragazzi che con le ragazze) che è poi sfociata, ( a causa mia a dire il vero) in una relazione a tutti gli effetti ( anche se abbastanza travagliata). La mia vita con questa persona aveva raggiunto uno stato di pieno equilibro, ed ero arrivata ad accettare quasi del tutto la mia sessualità. Questa persona ora è morta, in circostanze catastrofiche, ed io non riesco a farmene una ragione, sono passati 4 mesi, ma per la maggior parte della giornata sono depressa,talvolta quando sto con gli amici mi astraggo totalmente dalla realta’, altre volte cado in un profondo stato di prostrazione e di disperazione,come se lei fosse morta il giorno stesso,faccio ciò che devo fare un po’ per dovere un po’ per inerzia,e la mia indifferenza verso le persone si è accresciuta notevolmente, è come se nulla importasse più,ogni cosa mi sembra così riduttiva rispetto a ciò che è successo a me, eppure sono sempre stata una persona piena di interessi e ricca di vitalità,adesso non vedo ragioni per cui debba fare una cosa e non un’altra o anche non farla proprio, in più soffro tantissimo la solitudine, cosa che prima non mi accadeva mai.
Tuttavia mi rendo conto k forse è ancora presto e molti parlano di elaborazione del lutto,ma io non ce la faccio più a vivere così, non ce la faccio più a stare male. A volte vorrei non aver proprio conosciuto questa ragazza, avrei evitato di soffrire. Vi prego datemi qualche consiglio,e in più vi chiedo se la mia non “ accettazione” della mia sessualità possa essere un motivo integrante del mio malessere.
Ringrazio anticipatamente per aver prestato attenzione al mio problema.
[#1]
Gentile utente,
quelli che lei descrive sono stati d'animo che esperisce ogni essere umano in reazione alla perdita di una persona cara. Molto spesso a seguito di un lutto i pazienti riferiscono i medesimi sintomi caratteristici di un episodio depressivo maggiore, che lei sta vivendo in questo momento: umore depresso, sentimenti di vuoto, diminuzione di piacere e interessi per le attività normalmente svolte, facile stancabilità. Inoltre si possono associare anche alterazioni a carico dell'appetito, del sonno e delle capacità cognitive come concentrazione e memoria. La durata di questi sintomi viene considerata risposta fisiologica al lutto se il periodo di malessere è circoscritto ad un determinato arco di tempo(all'incirca due mesi). Se questo stato d'animo invece persiste provocando un profondo stato di malessere, pensieri di colpa, inutilità o compromissione marcata in ambito relazionale, sociale e lavorativo, è il caso di rivolgersi ad uno specialista per una valutazione più approfondita del caso per poter intraprendere le cure più adeguate.
Per quanto riguarda il suo secondo quesito, è probabile che le problematiche inerenti la sua vita sessuale possano complicare la situazione, ma non credo sia questo il focus del problema: lei parla di "non accettazione", ma se così fosse, non avrebbe avuto l'iniziativa di intraprendere una relazione affettiva con una persona del suo stesso sesso con tutte le implicazione che questo può comportare nonostante le sue titubanze iniziali. Credo piuttosto che al momento il suo stato affettivo depresso le faccia rielaborare le situazioni passate in chiave pessimistica.
Il consiglio che le posso dare è quello di rivolgersi ad uno specialista se i sintomi di cui parlava dovessere perdurare e dovessero compromettere il regolare svolgersi delle sue attività.
Cordialmente,
dott. Vincenzo Menniti
quelli che lei descrive sono stati d'animo che esperisce ogni essere umano in reazione alla perdita di una persona cara. Molto spesso a seguito di un lutto i pazienti riferiscono i medesimi sintomi caratteristici di un episodio depressivo maggiore, che lei sta vivendo in questo momento: umore depresso, sentimenti di vuoto, diminuzione di piacere e interessi per le attività normalmente svolte, facile stancabilità. Inoltre si possono associare anche alterazioni a carico dell'appetito, del sonno e delle capacità cognitive come concentrazione e memoria. La durata di questi sintomi viene considerata risposta fisiologica al lutto se il periodo di malessere è circoscritto ad un determinato arco di tempo(all'incirca due mesi). Se questo stato d'animo invece persiste provocando un profondo stato di malessere, pensieri di colpa, inutilità o compromissione marcata in ambito relazionale, sociale e lavorativo, è il caso di rivolgersi ad uno specialista per una valutazione più approfondita del caso per poter intraprendere le cure più adeguate.
Per quanto riguarda il suo secondo quesito, è probabile che le problematiche inerenti la sua vita sessuale possano complicare la situazione, ma non credo sia questo il focus del problema: lei parla di "non accettazione", ma se così fosse, non avrebbe avuto l'iniziativa di intraprendere una relazione affettiva con una persona del suo stesso sesso con tutte le implicazione che questo può comportare nonostante le sue titubanze iniziali. Credo piuttosto che al momento il suo stato affettivo depresso le faccia rielaborare le situazioni passate in chiave pessimistica.
Il consiglio che le posso dare è quello di rivolgersi ad uno specialista se i sintomi di cui parlava dovessere perdurare e dovessero compromettere il regolare svolgersi delle sue attività.
Cordialmente,
dott. Vincenzo Menniti
[#2]
gentile utente,
non ho molto da aggiungere a quanto espresso chiaramente dal dottor Menniti. Le consiglio di rivogersi in prima battuta ad uno psichiatra per capire insieme a lui se sia necessaria una farmacoterapia per la gestione della sua sintomatologia, che appare di tipo depressivo. Poi le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo, col quale credo avrà molte cose di cui parlare, a partire dalla sua accettazione del ruolo e dell'identità sessuale
Mi dispiace per quello che le è capitato, non si lasci andare
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
non ho molto da aggiungere a quanto espresso chiaramente dal dottor Menniti. Le consiglio di rivogersi in prima battuta ad uno psichiatra per capire insieme a lui se sia necessaria una farmacoterapia per la gestione della sua sintomatologia, che appare di tipo depressivo. Poi le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo, col quale credo avrà molte cose di cui parlare, a partire dalla sua accettazione del ruolo e dell'identità sessuale
Mi dispiace per quello che le è capitato, non si lasci andare
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.7k visite dal 07/05/2007.
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