Imparare a gestire la fine di un amore
Gentili Dottori,
vi avevo già scritto in precedenza per un consulto farmacologico, ma stavolta ho una domanda un po' più delicata da porvi..
premetto che sono una studentessa di criminologia clinica, da sempre affascinata dalla psichiatria forense! ammiro voi e il vostro forum, molto importante per chi è assillato dubbi e pensieri e cerca conforto, anche solo attraverso uno schermo.
detto questo, soffro d'ansia da quando sono piccola e da qualche tempo mi è stato riscontrato un disturbo di doc,per cui sono in cura con zoloft 100.
non voglio dilungarmi sui passaggi e le analisi fatte con lo specialista,ma vorrei da voi un consiglio per l'immediato: proprio oggi si è conclusa una relazione durata molti mesi,travagliata e complicata ma piena di amore da entrambe le parti. una relazione con un uomo più grande che ha chiuso definitivamente, per orgoglio e sensi di colpa, ogni rapporto con me dopo il mio allontanamento a ottobre (con successiva mia confessione di aver conosciuto un nuovo ragazzo)
il punto è questo: aspettando di affrontare l'argomento col mio curante, vorrei sapere come poter sfogare la rabbia (e l'incredulità per i suoi modi scostanti e immotivati di oggi) che provo in modo "costruttivo" e non come è mia abitudine fare, cioè diffidando dall'amore, innalzando con cinismo barriere per non essere mai profondamente coinvolta e non legarmi a qualcuno per paura di soffrire.
(il mio doc ha come nodo il controllo,se può esservi utile)
vi ringrazio molto dell'attenzione, spero la mia richiesta non sia troppo bizzarra!
cardiali saluti
vi avevo già scritto in precedenza per un consulto farmacologico, ma stavolta ho una domanda un po' più delicata da porvi..
premetto che sono una studentessa di criminologia clinica, da sempre affascinata dalla psichiatria forense! ammiro voi e il vostro forum, molto importante per chi è assillato dubbi e pensieri e cerca conforto, anche solo attraverso uno schermo.
detto questo, soffro d'ansia da quando sono piccola e da qualche tempo mi è stato riscontrato un disturbo di doc,per cui sono in cura con zoloft 100.
non voglio dilungarmi sui passaggi e le analisi fatte con lo specialista,ma vorrei da voi un consiglio per l'immediato: proprio oggi si è conclusa una relazione durata molti mesi,travagliata e complicata ma piena di amore da entrambe le parti. una relazione con un uomo più grande che ha chiuso definitivamente, per orgoglio e sensi di colpa, ogni rapporto con me dopo il mio allontanamento a ottobre (con successiva mia confessione di aver conosciuto un nuovo ragazzo)
il punto è questo: aspettando di affrontare l'argomento col mio curante, vorrei sapere come poter sfogare la rabbia (e l'incredulità per i suoi modi scostanti e immotivati di oggi) che provo in modo "costruttivo" e non come è mia abitudine fare, cioè diffidando dall'amore, innalzando con cinismo barriere per non essere mai profondamente coinvolta e non legarmi a qualcuno per paura di soffrire.
(il mio doc ha come nodo il controllo,se può esservi utile)
vi ringrazio molto dell'attenzione, spero la mia richiesta non sia troppo bizzarra!
cardiali saluti
[#1]
Gentile utente,
Aspettare ad affrontare un argomento è spesso un'occasione per evitare di parlarne troppo e presto.
Essendo la vulnerabilità di fondo di tipo ossessivo, questo implica che ruminare sulle cose anche comuni e anche comprensibili produce spesso un loro aumento di "peso" e "dimensioni", con conseguente peggioramento della capacità di gestire i distacchi, i cambiamenti e di elaborare una parte fondamentale di questi passaggi, ossia il fatto che l'evoluzione delle cose non ha bisogno di essere sempre pensata, e "seguita". Facendo così si tende a prolungarne la scia e a fissarne eccessivamente la memoria nelle sue componenti meno utili, i contrasti finali, i rancori, le inevitabili incongruenze nei punti di vista di due persone che si allontanano.
Ne parlerà con il suo curante se e nella misura in cui lo riterrà necessario.
Aspettare ad affrontare un argomento è spesso un'occasione per evitare di parlarne troppo e presto.
Essendo la vulnerabilità di fondo di tipo ossessivo, questo implica che ruminare sulle cose anche comuni e anche comprensibili produce spesso un loro aumento di "peso" e "dimensioni", con conseguente peggioramento della capacità di gestire i distacchi, i cambiamenti e di elaborare una parte fondamentale di questi passaggi, ossia il fatto che l'evoluzione delle cose non ha bisogno di essere sempre pensata, e "seguita". Facendo così si tende a prolungarne la scia e a fissarne eccessivamente la memoria nelle sue componenti meno utili, i contrasti finali, i rancori, le inevitabili incongruenze nei punti di vista di due persone che si allontanano.
Ne parlerà con il suo curante se e nella misura in cui lo riterrà necessario.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
grazie della tempestiva risposta Dottor Pacini, il mio problema però è leggermente diverso. non ne posso parlare fisicamente con lo specialista in quanto l'incontro è la prox settimana e non ho paura del distacco o altro, anzi, per prima ho lasciato questa persona perchè la storia non mi donava più emozioni.
la sofferenza nasce dall'incoerenza e l'improvviso cambiamento dei suoi atteggiamenti.
Lei mi suggerisce di non motivare sempre ciò che accade,di non voler trovare una spiegazione logica per porre fine al rimuginare,ma sabene che mi è difficile!
in questo caso, e purtroppo in ogni precedente relazione, la mia rabbia scaturisce dall'essere trattata con freddezza, cosa che di solito faccio io, dal non poter decidere come e quando deve finire,dal restare passivamente ad ascoltare le parole di un uomo ormai "sconosciuto"...forse è il mio orgoglio che piange?! è brutto non fidarsi mai degli altri, sa? sono giovane ma a volte sembro una vecchia zitella acida! grazie ancora
la sofferenza nasce dall'incoerenza e l'improvviso cambiamento dei suoi atteggiamenti.
Lei mi suggerisce di non motivare sempre ciò che accade,di non voler trovare una spiegazione logica per porre fine al rimuginare,ma sabene che mi è difficile!
in questo caso, e purtroppo in ogni precedente relazione, la mia rabbia scaturisce dall'essere trattata con freddezza, cosa che di solito faccio io, dal non poter decidere come e quando deve finire,dal restare passivamente ad ascoltare le parole di un uomo ormai "sconosciuto"...forse è il mio orgoglio che piange?! è brutto non fidarsi mai degli altri, sa? sono giovane ma a volte sembro una vecchia zitella acida! grazie ancora
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.6k visite dal 26/01/2010.
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