Afasia: attacco di panico?
Egregi Dottori, sono una studentessa di medicina e vorrei chiedere un consiglio riguardo a mia mamma. Il dubbio è se si tratti di un problema neurologico o psichiatrico, pertanto mi scuso in anticipo se il mio post non è attinente ma poichè sono stata indirizzata in questa direzione vorrei chiedere il vostro parere che mi sembra il più autorevole! Salvo eventualmente postare in nerologia la richiesta su vostra gentile indicazione. Sono molto confusa ed un po' spaventata.
Mia mamma ha 50 anni, alcuni anni fa è stata in cura per circa 4 anni per depressione maggiore. Ora sembra stare bene. Negli ultimi mesi ha avuto 2 episodi di afasia. Al 1mo, alcuni mesi fa, non ero presente, dice di non essere stata in grado di parlare per alcuni minuti, con completo recupero successivo. Ha eseguito Doppler TSA, RM encefalo, Holter ECG, monitoraggio pressorio 24 ore: tutto negativo,è solo lievemente ipertesa, da allora in terapia, non ha più voluto farsi visitae da nessuno. Al 2o c'ero: esordito con una lipotimia(vista offuscata, debolezza, instabilità posturale, malessere). L'ho fatta sdraiare e non rispondendo alle mie domande ho capito che non riusciva ad articolare le parole. PA 115/60, FC 58. Nell'arco di qualche minuto ha iniziato a parlare in modo difficoltoso, rallentato. Sembrava confusa, rallentata, "sognante", per nulla preoccupata,anzi quasi divertita,(sembrava, francamente, ubriaca) ricordava però, alle mie domande, gli eventi dei minuti precedenti e che non riusciva a parlare. Successivamente ha ripreso completamente e perfettamente a parlare, si è resa conto di "essere stata male" e solo allora è apparsa spaventata. Però non ricordava più nulla di quello che era successo, buio completo da prima del tutto al totale recupero, "sapeva" solo che non poteva parlare. Il mio medico sostiene che è inutile ripetere accertamenti neurologici (visto che erano negativi e i sintomi uguali)ed è sicuro che sia un attacco di panico. Per quello che so e che ho letto anche sui vostri articoli, vorrei chiedervi se è davvero così, se esistono forme così diverse da quelle che vedo descritte anche sui vostri articoli, soprattutto mi sembra così strano questo stato confusionale, la mancanza di paura durante l'episodio, e la mancanza di ricordi. Vi ringrazio moltissimo.
Mia mamma ha 50 anni, alcuni anni fa è stata in cura per circa 4 anni per depressione maggiore. Ora sembra stare bene. Negli ultimi mesi ha avuto 2 episodi di afasia. Al 1mo, alcuni mesi fa, non ero presente, dice di non essere stata in grado di parlare per alcuni minuti, con completo recupero successivo. Ha eseguito Doppler TSA, RM encefalo, Holter ECG, monitoraggio pressorio 24 ore: tutto negativo,è solo lievemente ipertesa, da allora in terapia, non ha più voluto farsi visitae da nessuno. Al 2o c'ero: esordito con una lipotimia(vista offuscata, debolezza, instabilità posturale, malessere). L'ho fatta sdraiare e non rispondendo alle mie domande ho capito che non riusciva ad articolare le parole. PA 115/60, FC 58. Nell'arco di qualche minuto ha iniziato a parlare in modo difficoltoso, rallentato. Sembrava confusa, rallentata, "sognante", per nulla preoccupata,anzi quasi divertita,(sembrava, francamente, ubriaca) ricordava però, alle mie domande, gli eventi dei minuti precedenti e che non riusciva a parlare. Successivamente ha ripreso completamente e perfettamente a parlare, si è resa conto di "essere stata male" e solo allora è apparsa spaventata. Però non ricordava più nulla di quello che era successo, buio completo da prima del tutto al totale recupero, "sapeva" solo che non poteva parlare. Il mio medico sostiene che è inutile ripetere accertamenti neurologici (visto che erano negativi e i sintomi uguali)ed è sicuro che sia un attacco di panico. Per quello che so e che ho letto anche sui vostri articoli, vorrei chiedervi se è davvero così, se esistono forme così diverse da quelle che vedo descritte anche sui vostri articoli, soprattutto mi sembra così strano questo stato confusionale, la mancanza di paura durante l'episodio, e la mancanza di ricordi. Vi ringrazio moltissimo.
[#1]
Gentile utente,
a me sembra che lei descriva un TIA, e non mi pare che sia stata fatta una TAC encefalo che credo che sia piu' opportuna per una valutazione.
Anche la sensazione di ubriachezza e la fatuita' puo' essere considerata come un sintomo neurologico.
Puo' chiedere conferma ai colleghi neurologi.
Qualora dovessero confermarsi la negativita' delle valutazioni ulteriori, si deve considerare un sintomo di tipo isteriforme che andrebbe ricontestualizzato sulla precedente diagnosi di "depressione"
a me sembra che lei descriva un TIA, e non mi pare che sia stata fatta una TAC encefalo che credo che sia piu' opportuna per una valutazione.
Anche la sensazione di ubriachezza e la fatuita' puo' essere considerata come un sintomo neurologico.
Puo' chiedere conferma ai colleghi neurologi.
Qualora dovessero confermarsi la negativita' delle valutazioni ulteriori, si deve considerare un sintomo di tipo isteriforme che andrebbe ricontestualizzato sulla precedente diagnosi di "depressione"
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Dottor Ruggiero, non so come ringraziarla per la sua velocissima e gentile risposta. Anche io avevo pensato ad un TIA come prima (ed unica) cosa e mi rassicura avere una sua conferma sul fatto che non possa essere considerato un attacco di panico, perchè ero davvero confusa. Come da suo consiglio allora cercheremo di fare degli accertamenti neurologici (Anche se so che dovrò insistere sia con mia madre che con il mio medico). Terrò presente la sua ultima indicazione in caso di negatività (Eventualmente, se per lei non fosse un problema, chiedendo un suo ulteriore parere). Grazie e buon lavoro!
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 8.4k visite dal 17/01/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.