Dubbi su farmaco e un consiglio.

Mi chiamo Sonia ho 22anni e vi scrivo sperando possiate delucidarmi riguardo la situazione che da tanti anni caratterizza la vita di mio papà e che,soprattutto in questi ultimi anni,mi sta sempre più preoccupando.Papà soffre da 11anni di attacchi di panico e agorafobia.Avevo 10anni quando lo colpì la prima crisi,talmente forte da far crollare quello che io ritenevo,e ritengo tutt'ora,la mia roccia.Da allora papà cambiò:stava male ogni giorno di sintomi che nessuno riusciva a capire,iniziò ad isolarsi,perse gradualmente amicizie,lavoro e, negli anni,mia madre(si sono sposati 18enni e sono separati da 4anni).Oggi mio papà è un 42enne solo,non lavora da una decina di anni(era un apprezzato disegnatore meccanico)non esce da quasi altrettanti per via dell'agorafobia,pur mantenendo un regime di vita decoroso e una discreta vita di relazione con le persone che lo circondano,ovvero i condomini del palazzo in cui vive,soprattutto le donne, per via della sua sensibilità, gentilezza,educazione,intelligenza ed aspetto.L'assurdo di questa malattia è che nessuno al di fuori della famiglia ne è al corrente,perchè chiunque vedesse papà potrebbe pensare a tutto tranne che sia sofferente.Da lui non traspare nulla,anzi,è da apporto morale per gli altri!trasmette sicurezza e tranquillità!paradossale!Io gli sono da sempre vicino,infatti dopo la separazione da mamma ho deciso di vivere con lui,anche se in questi ultimi 12mesi mi sono trasferita per motivi di studio.Papà è in cura da sempre con "xanax"e da 11anni,cronicamente,non ha mai perduto un giorno,ne assume 10gocce per 3 dosi giornaliere così suddivise :10appena sveglio;10 verso le 18;10prima di dormire.Papà, non è mai stato seguito da uno specialista, seppur ne sia stato a colloquio con molti ed ha sempre rifiutato le cure, ad eccezione del suddetto farmaco(regolarmente prescritto dal medico di base).La mia preoccupazione nasce proprio quì ed è proprio questo che vorrei chiedervi.Quando vado a richiedere la ricetta al nostro medico la sua risposta alla mia domanda è sempre la stessa da anni:"stia tranquilla signorina,a quei dosaggi suo padre potrebbe assumere xanax tranquillamente fino a 99anni".Secondo voi,considerato che mio papà negli ultimi 10anni non si é mai più sottoposto a nessun tipo di controllo,neppure per un semplice esame del sangue,proprio per le sue difficoltà ad affrontare l'esterno,tutte queste assunzioni di benzodiazepine potrebbero aver causato problemi al suo metabolismo,o peggio,al suo cervello?periodicamente ha momenti in cui appare stanco, abbattuto,pallido,assente,si vede che sta male anche fisicamente, e,seppur lui mascheri tutto,io lo conosco,so che sta male,potrebbe essere il farmaco?vivo con l'ossessione che lo"xanax"prima o poi possa portarmelo via,lo so,sono drastica,ma voglio troppo bene a mio papà per non temere il peggio.Volevo anche chiedervi:cosa potrei fare di concreto per lui?come potrei parlargli?ne uscirà mai?Vi ringrazio di cuore per eventuali vostre risposte.PS.Non ha mai avuto problemi di alcol o droghe,vive prevalentemente di acqua,prosciutto,pane e formaggio.
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

"...Papà, non è mai stato seguito da uno specialista, seppur ne sia stato a colloquio con molti ed ha sempre rifiutato le cure, ad eccezione del suddetto farmaco(regolarmente prescritto dal medico di base..."

il problema è proprio qui, personalmente mi sembra un pò strano che un Disturbo da attacchi di panico da solo finisca per modificare fino a questo punto la vita di una persona; tenuto conto che di massima è curabile in modo soddisfacente,

Cordiali Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

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Utente
Utente
La ringrazio per la sua celere risposta.Effettivamente non ha mai accettato di assumere farmaci adeguati.Le assicuro che anche io mi domando come un uomo giovane come lui non riesca più ad allontanarsi da casa neppure per 100metri.Mi consigli,cosa potrei fare,come potrei muovermi?a volte mi viene voglia di buttargli quel maledetto boccetto!
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

se lei non ha sufficiente ascendente su suo padre idoneo allo scopo faccia intervenire altre persone come per esempio il medico di famiglia; è importante la visita psichiatrica soprattutto per definire una diagnosi a mio parere, per quanto già detto sopra,

Cordiali Saluti
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Utente
Utente
Il nostro medico di famiglia si limita a prescrivergli xanax tutti i mesi,attribuendo tutti i disturbi alla sua condizione psicologica essendo periodicamente da anni sempre i medesimi.Contattai tempo fa,su consiglio del mio medico,il centro psicologico sociale del mio paese,ma desistette dopo pochi giorni perchè disturbato dai sintomi dell agorafobia e,riguardo il mio ascendente su di lui,credo di averne sempre avuto.Comunque sia ,grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Lo xanax esaurisce il suo effetto dopo poche settimane. L'assunzione stabile per anni denota in genere un attaccamento ad un effetto che diventa sempre più il rimpiazzo della sua stessa mancanza, e non un vero e proprio effetto sull'ansia. Infatti, i limiti di fondo non progrediscono (l'agorafobia, il problema della libertà di spostamento).
A lungo termine gli effetti collaterali, anche se lievi, ci possono essere, non da averne terrore come lei dice. Sarebbe però consigliabile che si facesse inquadrare da un medico, per due motivi. Innanzitutto perché non è in generale buona cosa prendere i farmaci da soli; in secondo luogo perché in realtà quest'assnzione non sembra terapeutica, ed invece esistono cure semplici e efficaci che possono risolvere il disturbo.
Purtroppo chi ha questo tipo di problemi si concentra sul tenere a bada l'ansia, e non sul recuperare le proprie autonomie, quindi procede nonostante i limiti rimangano tali e invece si lega strettamente ad un ansiolitico che è pensato per servire solo al bisogno.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Esattamente!lui é costantemente concentrato a cercare di contenere il suo stato ansioso,anche questa sua assoluta calma,a tal punto da trasmettere tranquillità agli altri,é in realtà un atteggiamento atto a contenere ciò che prova.La ringrazio Dott.Pacini,per la risposta molto precisa e soprattutto per l'avermi tranquillizzata relativamente allo xanax.Le chiedo un ultima cosa:se riuscissi a convincerlo a seguire una cura mirata,potrebbe tornare,se non il papà che mi portava ovunque,almeno un uomo in grado di poter uscire serenamente e riprendere le redini della sua vita da ormai 11anni azzerata?Potrebbe essere utile la cognitivo comportamentale come gli venne consigliato?Vi ringrazio ancora per la gentile disponibilità.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

A quel che dice praticamente non c'è una cura specifica al momento, quindi in teoria qualunque cura standard potrebbe funzionare bene. nel caso specifico è inutile dire di più perché queste valutazioni si fanno in corso di terapia più che a priori.
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Utente
Utente
Gentili medici volevo farvi sapere che sono riuscita a convincere papà ad iniziare una cura seria,decisione maturata anche dopo avergli fatto leggere le vostre risposte.È stato visitato da un bravo e gentilissimo psichiatra consigliatoci dal nostro medico di famiglia;dopo un lungo colloquio ha inquadrato il suo disturbo confermando di fatto le diagnosi di tutti i colleghi che l'avevano preceduto:attacchi di panico e agorafobia.Papà ha già iniziato l'assunzione di paroxetina in gocce che dovrà assumere per almeno 6 mesi ,abbinate alle benzodiazepine che,contrariamente ai miei timori,non gli ha eliminato,bensì aumentato a 20gocce 3volte al giorno.A breve dovrà iniziare anche una psicoterapia.Purtroppo il consigliato check-up fisico ancora non se la sente di affrontarlo.È comunque un passo importante,spero,verso la guarigione.Sono felice!GRAZIE!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Mi sembra una terapia coerente con la diagnosi.
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