Psicofarmaco o no?
Salve. avevo gia scritto qui mesi fa in merito ad una difficoltà estrema nel prendere decisioni.
riassumo brevemente: ho 25 anni, mi sono ammalata di anoressia a 13, ne sono uscita e dopo qualche tempo sono piombata nella bulimia e nell'autolesionismo.
a 21 anni sono definitivamente andata via di casa ed ho cominciato a frequentare un gruppo ad orientamento psicodinamico. il carattere ossessivo tipico del disturbo alimentare è scomparso, non mi sono più tagliata, ma anche se saltuariamente ho continuato a mangiare e vomitare.
mesi prima della laurea sono caduta in una profonda crisi perchè non sapevo dove e come proseguire la mia vita.
non sono qui per chiedere consigli e capire cosa sia giusto o sbagliato fare (anche perchè ho capito a mie spese che non esiste la soluzione ottimale ad un dubbio).
mi spaventava il modo in cui pensavo alle diverse opzioni..un modo che io definisco forse erroneamente "ossessivo", ma che sicuramente mi ha tolto il sonno ed il sorriso per diversi mesi.
dopo molto rimuginare, ho "deciso"..o meglio mi sono "trascinata" a fare un'esperienza all'estero. cosa ho fatto? per due mesi mi sono chiusa in camera divorando e vomitando l'impossibile senza rivolegere la parola quasi a nessuno.
sono tornata in italia perchè mia madre ammalata di cancro si è aggravata. mi sono rivolta ad uno pischiatra che mi ha pescritto il Noritren. (non mi ha fatto una diagnosi).
ero un po' titubante sul prenderlo...poi purtroppo mia madre è deceduta ed ho lasciato perdere tutto.(tutto cio che mi riguardava)
la situazione si è praticamente complicata, ed io in questi due mesi ho solo svolto funzioni pratiche e burocratiche inerenti la mia famiglia.(cosa che mi ha molto aiutato).
quando è arrivato il momento di pensare a me..sono ripiombata nei dubbi.
penso ad un'eventuale cosa da fare e poi mi blocco a causa di una serie di pensieri.
questi pensieri mi fanno troppo male, per cui ho preferito nell'ultimo periodo non pensare piu...ho domito molto e mi sono abbuffata praticamente tutti i giorni(senza ricorrere a condotte di eliminazione).
...non mi sento depressa. mi faccio schifo in queste condizioni, ma non sono completamente disperata. da sola evito di uscire..non mi va. ma se ci sono degli amici a stimolarmi esco e provo il piacere della loro compagnia.
ma allora perchè non agisco nelle altre cose..e mi sento un'ameba?
mi sono rivolta ad un altro psichiatra qui in zona (perchè il primo che avevo contattato era troppo lontano)..e sn uscita dal colloquio sconvolta.
mi ha detto che in genere le bulimiche sono delle gran bugiarde che fanno finta di soffrire di un disturbo per ricevere attenzioni..e che anche la mia indecisione può essere ricondotta a quello. quindi..non ho niente.
eppure a fine seduta mi ha prescritto Elopram (dalle 5 alle 8 gocce al giorno), senza darmi un altro appuntamento.
ma...se non ho niente..perchè mi ha prescritto uno psicofarmaco?
sono sempre piu confusa..
riassumo brevemente: ho 25 anni, mi sono ammalata di anoressia a 13, ne sono uscita e dopo qualche tempo sono piombata nella bulimia e nell'autolesionismo.
a 21 anni sono definitivamente andata via di casa ed ho cominciato a frequentare un gruppo ad orientamento psicodinamico. il carattere ossessivo tipico del disturbo alimentare è scomparso, non mi sono più tagliata, ma anche se saltuariamente ho continuato a mangiare e vomitare.
mesi prima della laurea sono caduta in una profonda crisi perchè non sapevo dove e come proseguire la mia vita.
non sono qui per chiedere consigli e capire cosa sia giusto o sbagliato fare (anche perchè ho capito a mie spese che non esiste la soluzione ottimale ad un dubbio).
mi spaventava il modo in cui pensavo alle diverse opzioni..un modo che io definisco forse erroneamente "ossessivo", ma che sicuramente mi ha tolto il sonno ed il sorriso per diversi mesi.
dopo molto rimuginare, ho "deciso"..o meglio mi sono "trascinata" a fare un'esperienza all'estero. cosa ho fatto? per due mesi mi sono chiusa in camera divorando e vomitando l'impossibile senza rivolegere la parola quasi a nessuno.
sono tornata in italia perchè mia madre ammalata di cancro si è aggravata. mi sono rivolta ad uno pischiatra che mi ha pescritto il Noritren. (non mi ha fatto una diagnosi).
ero un po' titubante sul prenderlo...poi purtroppo mia madre è deceduta ed ho lasciato perdere tutto.(tutto cio che mi riguardava)
la situazione si è praticamente complicata, ed io in questi due mesi ho solo svolto funzioni pratiche e burocratiche inerenti la mia famiglia.(cosa che mi ha molto aiutato).
quando è arrivato il momento di pensare a me..sono ripiombata nei dubbi.
penso ad un'eventuale cosa da fare e poi mi blocco a causa di una serie di pensieri.
questi pensieri mi fanno troppo male, per cui ho preferito nell'ultimo periodo non pensare piu...ho domito molto e mi sono abbuffata praticamente tutti i giorni(senza ricorrere a condotte di eliminazione).
...non mi sento depressa. mi faccio schifo in queste condizioni, ma non sono completamente disperata. da sola evito di uscire..non mi va. ma se ci sono degli amici a stimolarmi esco e provo il piacere della loro compagnia.
ma allora perchè non agisco nelle altre cose..e mi sento un'ameba?
mi sono rivolta ad un altro psichiatra qui in zona (perchè il primo che avevo contattato era troppo lontano)..e sn uscita dal colloquio sconvolta.
mi ha detto che in genere le bulimiche sono delle gran bugiarde che fanno finta di soffrire di un disturbo per ricevere attenzioni..e che anche la mia indecisione può essere ricondotta a quello. quindi..non ho niente.
eppure a fine seduta mi ha prescritto Elopram (dalle 5 alle 8 gocce al giorno), senza darmi un altro appuntamento.
ma...se non ho niente..perchè mi ha prescritto uno psicofarmaco?
sono sempre piu confusa..
[#1]
Gentile Utente,
la sua condizione sembra abbastanza complessa, quindi va inquadrata correttamente sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico; se lo psichiatra che ha consultato ultimamente non le è parso che abbia ben compreso il problema non resta che procedere nuovamente ad una ulteriore visita psichiatrica, se preferisce anche presso il Centro di Salute Mentale della sua zona,
Cordiali Saluti
la sua condizione sembra abbastanza complessa, quindi va inquadrata correttamente sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico; se lo psichiatra che ha consultato ultimamente non le è parso che abbia ben compreso il problema non resta che procedere nuovamente ad una ulteriore visita psichiatrica, se preferisce anche presso il Centro di Salute Mentale della sua zona,
Cordiali Saluti
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la risposta.
continuo a vagare su internet cercando di capire se ho un problema oppure no, e non è sautare qesta cosa. me ne rendo conto.
troverò qualcun altro a cui rivolgermi.
Nel frattempo, volevo porre un'altra domanda che mi assilla da tempo.
Si dice che prescrivere psicofarmaci a bambini o adolescenti possa essere potenzialmente dannoso.
c'è il rischio di provocare danni permanenti..
a 15 anni mi fu prescritto lo ZOLOFT e dopo molte titubanze lo assunsi per almeno un anno e mezzo.
ero in ripresa dall'anoressia...mi fu prescritto perchè continuavo a lamentarmi di pensieri che io consideravo "Intrusivi", sul senso della vita, su ciò che è giusto o sbagliato, sulla religione, sul peccato...ecc ecc..
li avevo continuamente, mentre svolegevo qualsiasi attività e soprtattutto mentre studiavo.
Inoltre...avevo delle crisi..ISTERICHE. non so come altro definirle. di colpo, senza rendermene conto cominciavo a tremare e ad urlare.
Inutile negare che lo Zoloft ha totalmente annullato tutte queste cose, e sono totalmente cambiata.
da timida e riflessiva ho cominciato ad uscire ed incontrare gente. (una cosa che io ho vissuto come un cambio assoluto di personalità).
mi fu abbassato il dosaggio quando i medici si resero conto che cominciavo a parlare troppo velocemente ed ero agitata...
dopo qualche mese dalla sospensione sono precipitata in uno stato di profonda depressione,.
mi fu prescritto soprattutto con lo scopo di controllare le abbuffate, il TOPAMAX, un antiepilettico.
lo presi per circa due mesi(non ricordo bene), ma non riuscivo a controllarmi, mi sentivo "rallentata" e sospesi la cura.
quello che ora mi assilla è la possibilità che questi farmaci mi abbiano "rovinato".
sin da piccola..fino ai 15 anni..ero considerata intelligente e brillante...
ero l'alunna adorata dai professori che orgogliosi leggevano i suoi temi nelle altre classi...
ero quella che comprendeva un problema matematico subito..
poi dai 16 anni in poi...io ho notato un certo rallentamento.
a scuola non ho piu brillato...
e certo, riesco a svolgere tutte le attivià..mi sono laureata.Ma..non ho piu brillato.
faccio le cose, ho letto, ho studiato...ma non è piu come prima.
secondo voi..è possibile che questi farmaci abbiano qualche modo influenzato le mie capacità di apprendimento?
gradirei una risposta sincera...
grazie.
continuo a vagare su internet cercando di capire se ho un problema oppure no, e non è sautare qesta cosa. me ne rendo conto.
troverò qualcun altro a cui rivolgermi.
Nel frattempo, volevo porre un'altra domanda che mi assilla da tempo.
Si dice che prescrivere psicofarmaci a bambini o adolescenti possa essere potenzialmente dannoso.
c'è il rischio di provocare danni permanenti..
a 15 anni mi fu prescritto lo ZOLOFT e dopo molte titubanze lo assunsi per almeno un anno e mezzo.
ero in ripresa dall'anoressia...mi fu prescritto perchè continuavo a lamentarmi di pensieri che io consideravo "Intrusivi", sul senso della vita, su ciò che è giusto o sbagliato, sulla religione, sul peccato...ecc ecc..
li avevo continuamente, mentre svolegevo qualsiasi attività e soprtattutto mentre studiavo.
Inoltre...avevo delle crisi..ISTERICHE. non so come altro definirle. di colpo, senza rendermene conto cominciavo a tremare e ad urlare.
Inutile negare che lo Zoloft ha totalmente annullato tutte queste cose, e sono totalmente cambiata.
da timida e riflessiva ho cominciato ad uscire ed incontrare gente. (una cosa che io ho vissuto come un cambio assoluto di personalità).
mi fu abbassato il dosaggio quando i medici si resero conto che cominciavo a parlare troppo velocemente ed ero agitata...
dopo qualche mese dalla sospensione sono precipitata in uno stato di profonda depressione,.
mi fu prescritto soprattutto con lo scopo di controllare le abbuffate, il TOPAMAX, un antiepilettico.
lo presi per circa due mesi(non ricordo bene), ma non riuscivo a controllarmi, mi sentivo "rallentata" e sospesi la cura.
quello che ora mi assilla è la possibilità che questi farmaci mi abbiano "rovinato".
sin da piccola..fino ai 15 anni..ero considerata intelligente e brillante...
ero l'alunna adorata dai professori che orgogliosi leggevano i suoi temi nelle altre classi...
ero quella che comprendeva un problema matematico subito..
poi dai 16 anni in poi...io ho notato un certo rallentamento.
a scuola non ho piu brillato...
e certo, riesco a svolgere tutte le attivià..mi sono laureata.Ma..non ho piu brillato.
faccio le cose, ho letto, ho studiato...ma non è piu come prima.
secondo voi..è possibile che questi farmaci abbiano qualche modo influenzato le mie capacità di apprendimento?
gradirei una risposta sincera...
grazie.
[#3]
Gentile utente,
lei descrive l'evoluzione della sua patologia che e' indipendente dall'uso di psicofarmaci che, comunque, andavano utilizzati secondo quelli che erano i suoi sintomi del tempo.
Allo stesso modo, l'uso di psicofarmaci per le sue problematiche deve essere valutata direttamente da uno specialista.
Chi la visitera' potra' decidere il percorso terapeutico da intraprendere.
lei descrive l'evoluzione della sua patologia che e' indipendente dall'uso di psicofarmaci che, comunque, andavano utilizzati secondo quelli che erano i suoi sintomi del tempo.
Allo stesso modo, l'uso di psicofarmaci per le sue problematiche deve essere valutata direttamente da uno specialista.
Chi la visitera' potra' decidere il percorso terapeutico da intraprendere.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#4]
Gentile Utente,
1. ...quello che ora mi assilla è la possibilità che questi farmaci mi abbiano "rovinato".
2....è possibile che questi farmaci abbiano qualche modo influenzato le mie capacità di apprendimento?
la risposta è: no.
in questa fase probabilmente lei cerca "al di fuori" quello che invece sicuramente è "dentro" se stessa,
Cordiali Saluti
1. ...quello che ora mi assilla è la possibilità che questi farmaci mi abbiano "rovinato".
2....è possibile che questi farmaci abbiano qualche modo influenzato le mie capacità di apprendimento?
la risposta è: no.
in questa fase probabilmente lei cerca "al di fuori" quello che invece sicuramente è "dentro" se stessa,
Cordiali Saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2k visite dal 07/01/2010.
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