Soffro di anoressia da quando ne avevo 10 e ho fatto più volte ricoveri

salve sono una ragazza di 19 anni,
soffro di anoressia da quando ne avevo 10 e ho fatto più volte ricoveri.
tuttavia non ne sono uscita.nonostante sia sempre stata seguita dal centro anche fuori dall'ospedale,nonostante abbia fatto varie psicoterapie,e nonostante fino a un mese fa assumessi psicofarmaci(3 compresse di fluoxetina e una compressa di zyprexa da 10 mg).il problema è ce io non so se voglio guarire,se io non volessi stare meglio,ma le condizioni richiederebbero un ricovero(168 cmx25 kg) e io non accetassi,potrebbe essere richiesto un ricovero tramite tso?quali sono le condizioni per poterlo avviare?quando il peso diventa veramente preocucpante?inoltre volevo chiedere un'altra cosa..ho una glicemia sui 25 e un battito cardiaco al di sotto dei 40 battiti...se tengo stabili questi valori posso continuare a stare a casa?senza cure?
io sono stata sempre ricoverata in un centro dca,ma assieme a questo disturbo mi è stato associato personalità border line,d.o.c,attacchi di panico,ansia,forte depressione,e autolesionismo...quale potrebbe essere la cura migliore per il mio caso?
un cordiale saluto
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

attualmente i suoi parametri vitali richiedono un maggiore monitoraggio ed eventualmente un ricovero.
Nel corso del tempo il suo organismo si e' abituato a tali valori e questi potrebbero non procurarle disturbi particolari nonostante siano dei valori che mettono a rischio la sua vita.
Qualora rifiutasse il ricovero e' possibile procedere con un trattamento sanitario obbligatorio nelle condizioni previste dalla vigente legislazione.

Non esiste una cura migliore, ma la migliore e' quella che funzionerebbe nel suo caso.
Non capisco perche' le e' stato sospeso il trattamento farmacologico, che poteva in qualche modo aiutarla anche se in modo minimo.

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Utente
Utente
non mi è stato sospeso il trattamento farmacologico.l'ho sospeso io.ho pensato che avrebbe potuto farmi ingrassare,e poichè mi vedevo enorme ho deciso di sospenderlo.e poi mi sono accorta che aumentavano il senso di fame,per cui dovevo per forza bere.da quando ho sospeso,non ho più nessuno stimolo,nè della fame nè del bere.per cui sto calando giorno dopo giorno.ovviamente faccio qualche flebo,ma solo quando ho dei collassi o quando svengo,per cui i miei mi portano al pronto soccorso,ma finisce tutto li.ho fatto queste analisi ultimamente e com'era prevedibile i valori di glicemia,emoglobina,tsh,fsh,proteine totali,sodio e potassio,oltre ad un'anemia che mi porto dietro da quando avevo 11 anni..non sono nella norma.tutti più bassi tranne le transaminasi che sono alle stelle.
ci sono gli estremi per un tso?
io non voglio più essere ricoverata.
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Lei sta male ed è a rischio la sua vita.
Chieda il ricovero o presto sverrà per non più risvegliarsi.
Credo non si renda conto della sua situazione e dei pericoli che corre quindi ci sono gli estremi per un TSO.

Massimo Lai, MD

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Le condizioni per il TSO sono ipoteticamente presenti, quindi e' possibile fare un ricovero obbligato.
[#5]
Utente
Utente
ma io non lo voglio.ho troppa paura di riavere tubi addosso e di stare in un reparto psichiatrico.
ma non è colpa mia.
è che non riesco a fare altrimenti.
è un automatismo.
io credo di avere possesso delle mie facoltà mentali,non deliro,riesco a ragionare...
voi avete mai avuto pazienti con anoressia?avete mai avuto in cura qualcuno che non sa spiegarsi il perchè di tante cose ma le fa lo stesso?io sono 10 anni che faccio avanti e indietro dagli ospedali.
non ce la faccio più.
e comunque adesso non sono in cura da nessuno,quindi non c'è nessuno che potrebbe proporre il tso giusto?
quale sarebbe il peso minimo per poter non essere ricoverata obbligatoriamente?ovviamente intendo al di sotto di un b.m.i. di 18.
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Dr. Massimo Lai Psichiatra 832 30
Lei si vede grassa quando non lo è: le sembra normale?
E' in pericolo di vita, è probabilmente cachettica e il suo fisico è seriamente compromesso.
Rischia un'insufficienza renale o un arresto cardiaco, poi non potrà più stare al computer a scrivere qui.
I tubi che le mettono servono a reidratarla e nutrirla, farle recuperare un peso che la tolga dal pericolo in cui si trova.

Le possibilità di rocovero sono in un reparto di psichiatria, o medicina generale o clinica privata convenzionata. Se non ce ne sono nella sua zona può informarsi in altre regioni. Esistono dei centri specializzati per problemi come i suoi.
A nessuno piace andare in ospedale.Non perda tempo.
[#7]
Utente
Utente
ma devo ricorrere per forza al ricovero?io non voglio.
se provassi a iniziare una psico terapia?
non voglio il tso
ma non tutti sono adatti alla mia situazione.
non so quali centri possano risultare veramente utili per me.
[#8]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..)e provassi a iniziare una psico terapia (..)?volesse

gentile ragazza anche se volesse andare in psicoterapia la prima urgenza sarebbe quelle di ripristinare le condizioni fisiche necessarie per affrontarla. Ma da quello che scrive sembra che a lei questi consigli non interessino per nulla tranne quelli di sapere come evitare il ricovero

(..)il problema è che io non so se voglio guarire,(..)e io non accetassi,potrebbe essere richiesto un ricovero tramite tso?quali sono le condizioni per poterlo avviare?(..)

l'unico modo per evitare il ricovero sarebbe quello riprendere peso e trovare un aiuto specialistico per mantenerlo. Ne parli almeno con il suo medico.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Leggendo ho pensato: "ma ci è o ci fa?", per l'incredulità di una leggerezza così ben informata, fra valori di BMI (Indice di massa corporea), ritmo cardiaco, glicemia, transaminasi ecc, di questa ragazza diciannovenne che da dieci anni, come dice, è imprigionata nel "gioco" dell'anoressia, che sembra continuare con spensieratezza infantile, quasi con allegria, non fosse la paura di "essere di nuovo ricoverata", in cui sembra saper coinvolgere gli adulti, genitori, medici, psicologi (tranne l'ultimo che scopre le carte...). Il suo tono ingenuo, infantile non nasconde a un certo punto che "non ce la fa più", ma lo riferisce al fare "avanti e indietro dagli ospedali" da dieci anni, e non, apparentemente, al suo stato di arresto dello sviluppo psicologico che la blocca in un labirinto da cui non riesce ad uscire, quasi una Alice nel paese delle meraviglie che non è più uscita dal buco in cui è entrata inseguendo qualche 'coniglio' bianco.
Il problema è, a mio parere, che da sola non può farcela: è entrata nel labirinto dell'anoressia, verosimilmente - a quanto è noto da casi simili - in un "gioco" pericoloso che coinvolgeva tutta la famiglia, ma ora è rimasta sola a giocarlo, probabilmente: diventando "adulta" (anche se solo anagraficamente e intellettualmente, perchè il suo sviluppo fisico è bloccato, se sono veri i dati che riferisce) è molto più difficile un approccio familiare che potrebbe forse aiutarla, pur a costo di strenui lotte.
Ma non sappiamo nulla della storia.
Purtroppo spesso molte famiglie rifiutano un approccio familiare per cercare un intervento solo individuale sulla paziente 'designata', e simili storie non sono infrequenti.
Mi associo coll'indicazione del collega precedente: la smetta di giocare, finchè è in tempo, si accorga che "non ce la fa più" a continuare e si rivolga almeno al suo medico...

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#10]
Utente
Utente
lei parla di "gioco"e di "smetteral di giocare".. io mi chiedo come si fa a chiamare "gioco" una malattia e la guarigione paragonarla ad uno "smettere di giocare"?.io non so cosa lei abbia voluto dire,nè perchè ha espresso questo termini così "inconsueti"nel trattamento di questa patologia.come tutte le patologie psicologiche e psichiche del resto.non credo che si tratti di "giocare",se mi permette lo ritengo abbastanza offensivo e banalizzante e sopratutto poco riguardoso nei confronti di chi di questa patologia nè soffre ormai da troppi anni.si vuole chiamare mancanza di rispetto?chiamiamola così..anche se a quanto pare..bisogna dare la buona fede a tutti...quindi non voglio esprimere giudizi negativi..per una non del tutto "corretta" esposizione.in un "gioco pericoloso che coinvolgeva tutta la famiglia"?ma di cosa sta parlando?nessuno e ripeto nessuno al centro dove sono stata,mi ha mai indicato una terapia familiare.hanno sempre ritenuto più utile tentare di farmi guarire attraverso visite psicologiche e psichiatriche.ho provato l'emdr,ho provato vari tipi di approccio,ma non sono mai rimasta per troppo tempo(il tempo necessario)dietro terapie.ovviamente ho sempre continuato quella farmacologica.fino ad adesso.o almeno fino a qualche mese fa.come si fa a parlare di "allegria"quando si parla di dca?non credo che qualcuno possa essere felice di essere malato.non credo che chi soffra di depressione possa dire"come sono contento,da oggi sono depresso!!"..come si fa ad essere "allegri" con una vita distrutta.spezzata.tormentata.nascosta.come si fa ad essere "allegri" per una cosa che non c'è..la vita?!la leggerezza con cui parlo di questi valori?semplicemente perchè mi informo dalla mie cartelle cliniche,semplicemente perchè dopo otto ospedalizzazioni qualcosa credo di averla capita..un minimo..un numero correlato ad un dato fisico..tutto qui.
un saluto
[#11]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Mi dispiace di averla fatta arrabbiare, ma almeno si è un po' vitalizzata. Il rischio che corre, da questo suo intervento diverso dai precedenti, è che si sia adattata al 'mestiere' di ammalata, di dentro e fuori gli ospedali, di portatrice di patologia fisica e psichica: capisco che si arrabbi a veder sconfermato questo ruolo, in cui forse si è identificata. Per questo parlavo di giochi: non è un termine riduttivo, anzi. Per farle un esempio le cito un libro di un'importante psichiatra, Mara Selvini Palazzoli, esperta proprio nell'anoressia, che scrisse "Giochi psicotici nella famiglia"; inoltre la 'teoria dei giochi' è una delle più serie in matematica e in economia. Insomma non volevo prenderla in giro, ma un po' scuoterla da quello che forse è un 'travestimento', un ruolo da occupare cui lei forse non trova alternative.
Spero che non ne possa più di questa situazione e del solito tran tran, anche se tragico, e che cerchi una via di uscita, per riprendere la sua vita interrotta.
Le consiglierei di parlare con i suoi curanti e di valutare un approccio curativo tipo terapia della famiglia, sperando che i suoi siano disponibili.
Cordialmente
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazza, sono d'accordo con il collega precedente nell'affermare che una terapia che coinvolga l'intero sistema famigliare sia la più indicata in queste occasioni, il fatto che nessun terapeuta precedente l'abbia ritenuta opportuna non vuol dire che abbia fatto bene, inoltre se così fosse avrebbe ottenuto qualche risultato che non c'è, non crede? Questo significa che un approccio diverso da quelli utilizzati fino ad oggi dovrebbe essere provato


Ma dal momento in cui lei ha scritto:

(..)il problema è che io non so se voglio guarire,se io non volessi stare meglio (..)

è naturale che uno specialista possa immaginare che le sue poche motivazioni nel guarire non le permettano di ottenere dei risultati. Ma anche questa mancanza di motivazione è comunque parte integrante del problema.

inoltre in concetto di " gioco" si riferisce proprio a questo atteggiamento inconsapevole che la porta a soffrire.
Lei dice di star male e poi ritiene che forse non vuol guarire, non le sembra una contraddizione? e tale contraddizione è un'altro aspetto del suo problema. Nessuna critica ovviamente, ma solo una spinta a prendere provvedimenti.
saluti
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