Perdita di peso e vita anormale

Egregio Professore,
Rimane sicuramente più facile per me esporLe lo stato attuale di mia figlia e, solo dopo, cercare di ripercorrere gli ultimi sei anni che sono stati determinanti per l’insorgere della attuale sintomatologia.
Attualmente, mia figlia, 36 anni, laureata in giurisprudenza da 8 anni, avvocato da 2 anni, conduce una vita "impossibile". Dorme pochissimo pur aiutandosi con sedativi, si alimenta in maniera insufficiente e sregolata, è ossessionata dalla perdita di peso corporeo che è paurosamente sceso a kg. 43 (è alta mt. 1,62). Questa perdita di peso condiziona tutto il suo comportamento: qualunque malessere anche di scarsa importanza, la mette in allarme; qualunque esposizione a improbabili rischi di morbilità (vento, pioggia, abbassamenti di temperatura esterna ed interna, contatto con altri per paura di contagi, ecc.). le fa temere di dovere ancora perdere peso , per l’insorgere di malattie.
Così la sua vita si è ridotta ad un "non vivere". Non esce mai , ha ridotto le sue relazioni sociali a telefono e computer. Vive in una disperata difesa nel terrore del peggio. La stessa presenza di noi genitori è mal tollerata perché la nostra logica non è più condivisa e la percepisce come un ostacolo alla sua " anormale"( ma per lei unica ,ormai, possibilità di vita).
In quanto agli ultimi 6 anni di vita, che si innestano su una vita precedente normale, sono turbati da due delusioni . Una delusione sentimentale ed una professionale. Nessuna delle due singolarmente determinante ma che sommate tra loro l’hanno portata pian piano a questo stato psico-fisico .
Esami clinici qualificati e di laboratorio hanno sempre escluso una patologia organica .

Questo è quanto mi sento di scriverLe.

il padre
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Il comportamento di preoccupazione per il peso è frequente in psichiatria, però dover perdere peso per evitare danni alla salute è di per sé un pensiero bizzarro, non incentrato sulla "bontà" della magrezza in sé, come è nell'anoressia nervosa.
Se il dimagrimento risulta da una volontaria restrizione del cibo gli esami non si comprende cosa andassero a ricercare alla radice di questo, se mai sono utili a chiarire se esiste uno stato di denutrizione e quali ne sono i rischi più urgenti da controllare.
Per il resto, è evidente che una valutazione psichiatrica è indicata. L'uso abituale di sedativi comunque non è il tipo di terapia con cui si prevede di poter controllare bene il sonno, anche se non specifica quali sedativi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Grzie per la rapida risposta.
La realtà è che mia figlia NON desidera perdere peso , ma disperatamente vuole aumentarlo , controllandolo quotidianamente.
La sua vita "anormale" , (non uscire di casa , non frequentare , avere il terrore di ammalarsi , ecc. ) la conducono forzatamente ad una perdita di appetito SUO MALGRADO.
E' un po' come il cane che si morde la coda !
Non esce , non fà attività fisica , quindi non mangia; non mangia , non aumenta di peso , quindi non esce perchè non ha la forza per uscire.
Per quanto riguarda i sedativi dopera MINIAS ( 20 gocce a notte).
Cordialmente
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Allora la questione è diversa, sembrava che l'ossessione fosse di perdere peso, non per il fatto che questo succede.
Sembra più, così ad una prima impressione, un atteggiamento ossessivo (il controllo quotidiano per esempio, e la paura di ammalarsi).
Ma perché non mangia ? Lei dice "non fa attività fisica, quindi non mangia", quale sarebbe il legame logico tra queste due cose ? Il modo migliore per prendere peso ovviamente è non fare attività fisica e mangiare normalmente, come succede a tutti mediamente insomma.
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