Lo xanax fino ad abbandonarlo
Salve,
premetto che sono un ragazzo di 31 anni, lavoro come sistemista informatico da ormai 14 anni con grandi soddisfazioni nell'ambiente lavorativo.
Gestisco nel tempo libero un grande sito web che di amicizie per giovani che ho creato 4 anni fa, non ho mai avuto problemi con le ragazze, quando ero più giovane sono sempre stato al centro dell'attenzione, diciamo senza freni, senza problemi... a volte senza testa.
Dopo i 25 anni sono molto cambiato, ho messo la testa a posto, non mi mancano le soddisfazioni personali, nell'ambiente lavorativo e dai miei
familiari vengo ritenuto quasi un genio, i miei amici mi ritengono simpatico brillante di buona compagnia, la mia situazione economica è più che soddisfacente eppure 2 anni fa mi è successo qualcosa che mi sta cambiando la vita.
Il primo segnale l'ho avuto una sera mentre ero a cena fuori con la mia ragazza dopo la quale sarei dovuto andare ad un meeting del mio
sito web che avevo organizzato in un locale, durante la cena ho sentito mancare l'aria, giramenti di testa, tremore alle gambe, improvvisa sparizione dell'appetito, sono scappato fuori all'aperto dove mi sono ripreso ma ogni volta che cercavo di salire in macchina per recarmi al meeting i sintomi riapparivano, tanto che ho dovuto rinunciare ad andarci.
Qualche mese dopo, durante l'implementazione di un nuovo sistema informatico presso un cliente ho avvertito di nuovo la stessa senzazione, questa volta più forte, sinceramente pensavo ad un infarto, ho fatto chiamare l'ambulanza, subito mi hanno detto che non avevo nulla di grave ma un attacco di panico e i successivi controlli in ospedale hanno confermato il mio buono stato di salute.
Dopo essere stato una settimana chiuso in casa a guardare il vuoto ho deciso di andare da uno psichiatra, il quale dopo avermi prescritto una cura di Anafranil (1cp al giorno)+ Xanax (3cp al giorno) mi ha consigliato di continuare a vederci per affiancare alla terapia farmaceutica una terapia psicoanalitica.
I farmaci mi hanno sicuramente aiutato, dopo pochi giorni ho ripreso il lavoro e tutto il resto, ma la terapia psicoanalitica l'ho continuata solo per 2/3 sedute, perchè ogni volta che andavo sinceramente non sapevo proprio di cosa parlare, partendo dal presupposto che sono una persona molto "quadrata", razionale e che non "credo" di avere problemi di alcun tipo ( familiari, lavorativi, problemi di cuore, economici) non riesco a trarre vantaggio da quel tipo di cura.
Ho così continuato la terapia farmaceutica e dopo 6 mesi da solo ho scalato lo xanax fino ad abbandonarlo e tolto anche l'anafranil.
Sono stato decisamente bene per circa 6 mesi, sembrava tutto passato, poi verso settembre/ottobre scorso ho iniziato a riavvertire problemi respiratori, tremore alle gambe, sensi di paura immotivati e ho iniziato la terapia sempre con una compressa di anafranil e una di xanax la mattina (che è il momento peggiore della mia giornata) e una compressa di xanax a metà pomeriggio.
Il primo segno di allarme che qualcosa non va lo noto sempre dalla vista, e questa è la mia prima domanda, appurato da un oculista che il mio occhio ci vede benissimo è possibile che la mia situazione mi provochi problemi a mettere a fuoco? perchè proprio in quei periodi che mi sento agitato, vedo molto sfuocato oltre i 4/5 metri e mentre prima era un sintomo che andava e veniva, nel senso che la mattina era più forte e poi la sera andava svanendo, ora è un sintomo fisso e molto più accentuato.
Un altro effetto collaterale è stata un'orticaria, che ho curato con lo xyzal, dopo una visita allergologica che ha verificato che non ho allergie particolari, ma finalmente dopo 2 anni mi ora mi è passata.
La mia situazione adesso è che senza lo xanax non riesco a stare e nemmeno riesco a scalarlo, ma comunque durante tutta la giornata ho un forte senso di agitazione, soprattutto se devo fare qualcosa di diverso dalla solita routine.
Quello che mi chiedo è sarà colpa di una depressione, della quale però non capisco la causa, oppure dipende tutto dall'ansia che però ha sempre fatto parte del mio carattere?
E soprattutto, se dovesse dipendere dall'ansia, sto facendo la cura giusta?
Chiedo scusa per aver raccontato la mia vita ma penso sia utile per avere un quadro abbastanza preciso della mia situazione.
Grazie.
premetto che sono un ragazzo di 31 anni, lavoro come sistemista informatico da ormai 14 anni con grandi soddisfazioni nell'ambiente lavorativo.
Gestisco nel tempo libero un grande sito web che di amicizie per giovani che ho creato 4 anni fa, non ho mai avuto problemi con le ragazze, quando ero più giovane sono sempre stato al centro dell'attenzione, diciamo senza freni, senza problemi... a volte senza testa.
Dopo i 25 anni sono molto cambiato, ho messo la testa a posto, non mi mancano le soddisfazioni personali, nell'ambiente lavorativo e dai miei
familiari vengo ritenuto quasi un genio, i miei amici mi ritengono simpatico brillante di buona compagnia, la mia situazione economica è più che soddisfacente eppure 2 anni fa mi è successo qualcosa che mi sta cambiando la vita.
Il primo segnale l'ho avuto una sera mentre ero a cena fuori con la mia ragazza dopo la quale sarei dovuto andare ad un meeting del mio
sito web che avevo organizzato in un locale, durante la cena ho sentito mancare l'aria, giramenti di testa, tremore alle gambe, improvvisa sparizione dell'appetito, sono scappato fuori all'aperto dove mi sono ripreso ma ogni volta che cercavo di salire in macchina per recarmi al meeting i sintomi riapparivano, tanto che ho dovuto rinunciare ad andarci.
Qualche mese dopo, durante l'implementazione di un nuovo sistema informatico presso un cliente ho avvertito di nuovo la stessa senzazione, questa volta più forte, sinceramente pensavo ad un infarto, ho fatto chiamare l'ambulanza, subito mi hanno detto che non avevo nulla di grave ma un attacco di panico e i successivi controlli in ospedale hanno confermato il mio buono stato di salute.
Dopo essere stato una settimana chiuso in casa a guardare il vuoto ho deciso di andare da uno psichiatra, il quale dopo avermi prescritto una cura di Anafranil (1cp al giorno)+ Xanax (3cp al giorno) mi ha consigliato di continuare a vederci per affiancare alla terapia farmaceutica una terapia psicoanalitica.
I farmaci mi hanno sicuramente aiutato, dopo pochi giorni ho ripreso il lavoro e tutto il resto, ma la terapia psicoanalitica l'ho continuata solo per 2/3 sedute, perchè ogni volta che andavo sinceramente non sapevo proprio di cosa parlare, partendo dal presupposto che sono una persona molto "quadrata", razionale e che non "credo" di avere problemi di alcun tipo ( familiari, lavorativi, problemi di cuore, economici) non riesco a trarre vantaggio da quel tipo di cura.
Ho così continuato la terapia farmaceutica e dopo 6 mesi da solo ho scalato lo xanax fino ad abbandonarlo e tolto anche l'anafranil.
Sono stato decisamente bene per circa 6 mesi, sembrava tutto passato, poi verso settembre/ottobre scorso ho iniziato a riavvertire problemi respiratori, tremore alle gambe, sensi di paura immotivati e ho iniziato la terapia sempre con una compressa di anafranil e una di xanax la mattina (che è il momento peggiore della mia giornata) e una compressa di xanax a metà pomeriggio.
Il primo segno di allarme che qualcosa non va lo noto sempre dalla vista, e questa è la mia prima domanda, appurato da un oculista che il mio occhio ci vede benissimo è possibile che la mia situazione mi provochi problemi a mettere a fuoco? perchè proprio in quei periodi che mi sento agitato, vedo molto sfuocato oltre i 4/5 metri e mentre prima era un sintomo che andava e veniva, nel senso che la mattina era più forte e poi la sera andava svanendo, ora è un sintomo fisso e molto più accentuato.
Un altro effetto collaterale è stata un'orticaria, che ho curato con lo xyzal, dopo una visita allergologica che ha verificato che non ho allergie particolari, ma finalmente dopo 2 anni mi ora mi è passata.
La mia situazione adesso è che senza lo xanax non riesco a stare e nemmeno riesco a scalarlo, ma comunque durante tutta la giornata ho un forte senso di agitazione, soprattutto se devo fare qualcosa di diverso dalla solita routine.
Quello che mi chiedo è sarà colpa di una depressione, della quale però non capisco la causa, oppure dipende tutto dall'ansia che però ha sempre fatto parte del mio carattere?
E soprattutto, se dovesse dipendere dall'ansia, sto facendo la cura giusta?
Chiedo scusa per aver raccontato la mia vita ma penso sia utile per avere un quadro abbastanza preciso della mia situazione.
Grazie.
[#1]
Gentile Utente,
dalla Sua descrizione sembra trattarsi di un disturbo d'ansia, e pare che in passato lei abbia avuto anche qualche attacco di panico.
La psicanalisi non è la terapia più adatta in questi casi, sarebbe più opportuna una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Probabilmente non avrà problemi familiari, ecc., ma sicuramente ha un problema con l'ansia, che va curato in modo approfondito, proprio per il rischio di ridurre la qualità di vita e di ritirarsi dalla vita sociale. Senza dubbio, il fatto di non avere oggi problemi familiari, sociali, lavorativi, è un buon punto di partenza da sfruttare per risolvere rapidamente la situazione.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
dalla Sua descrizione sembra trattarsi di un disturbo d'ansia, e pare che in passato lei abbia avuto anche qualche attacco di panico.
La psicanalisi non è la terapia più adatta in questi casi, sarebbe più opportuna una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Probabilmente non avrà problemi familiari, ecc., ma sicuramente ha un problema con l'ansia, che va curato in modo approfondito, proprio per il rischio di ridurre la qualità di vita e di ritirarsi dalla vita sociale. Senza dubbio, il fatto di non avere oggi problemi familiari, sociali, lavorativi, è un buon punto di partenza da sfruttare per risolvere rapidamente la situazione.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#2]
Psichiatra
Gentile utente,
dalla storia che racconta sembra evidente che il disturbo di cui soffre sia un distubo da panico.
Secondo il mio parere non è correto parlare di depressione vera e propria (non mi pare ne esistano le caratteristiche essenziali), piuttosto è possibile sia presente una demoralizzazione secondaria al problema d'ansia e alle limitazioni che essa determina (ansia anticipatoria, evitamento agorafobico etc.).
Per quanto riguarda le terapie farmacologiche, l'Anafranil è un farmaco di provata efficacia per il trattamento del disturbo da panico; farei invece qualche osservazione a proposito degli ansiolitici (lei cita lo Xanax): mi è capitato innumerevoli volte, da quando partecipo a questo forum informativo/divulgativo, di dover sottolineare che questi farmaci (gli ansiolitici, appunto) possono essere di notevole utilità nella gestione "in acuto" della crisi d'ansia, tuttavia non hanno alcun effetto curativo, "bloccante" le crisi medesime. E' inoltre importante aggiungere che il loro uso regolare e continuativo (mesi, anni) genera fenomeni di assuefazione, dipendenza ed astinenza (si parla di sindrome da dipendenza da benzodiazepine).
Il trattamento farmacologico dei disturbi d'ansia si basa, in primo luogo, sull'impiego di farmaci ad attività serotoninergica (come il "vecchio" ma sempre utilissimo Anafranil o altri di generazione un pò più recente); poichè i "curativi" hanno una latenza d'azione di alcune settimane può essere utile, nell'attesa che ne incominci l'effetto terapeutico, affiancare al serotoninergico una terapia con ansiolitici dando però al paziente, sin da subito, indicazione per scalarli nelle 3-4 settimane successive all'inizio della terapia stessa per non incorrere nello sviluppo successivo di una sindrome da dipendenza da benzodiazepine (ansiolitici).
Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
dalla storia che racconta sembra evidente che il disturbo di cui soffre sia un distubo da panico.
Secondo il mio parere non è correto parlare di depressione vera e propria (non mi pare ne esistano le caratteristiche essenziali), piuttosto è possibile sia presente una demoralizzazione secondaria al problema d'ansia e alle limitazioni che essa determina (ansia anticipatoria, evitamento agorafobico etc.).
Per quanto riguarda le terapie farmacologiche, l'Anafranil è un farmaco di provata efficacia per il trattamento del disturbo da panico; farei invece qualche osservazione a proposito degli ansiolitici (lei cita lo Xanax): mi è capitato innumerevoli volte, da quando partecipo a questo forum informativo/divulgativo, di dover sottolineare che questi farmaci (gli ansiolitici, appunto) possono essere di notevole utilità nella gestione "in acuto" della crisi d'ansia, tuttavia non hanno alcun effetto curativo, "bloccante" le crisi medesime. E' inoltre importante aggiungere che il loro uso regolare e continuativo (mesi, anni) genera fenomeni di assuefazione, dipendenza ed astinenza (si parla di sindrome da dipendenza da benzodiazepine).
Il trattamento farmacologico dei disturbi d'ansia si basa, in primo luogo, sull'impiego di farmaci ad attività serotoninergica (come il "vecchio" ma sempre utilissimo Anafranil o altri di generazione un pò più recente); poichè i "curativi" hanno una latenza d'azione di alcune settimane può essere utile, nell'attesa che ne incominci l'effetto terapeutico, affiancare al serotoninergico una terapia con ansiolitici dando però al paziente, sin da subito, indicazione per scalarli nelle 3-4 settimane successive all'inizio della terapia stessa per non incorrere nello sviluppo successivo di una sindrome da dipendenza da benzodiazepine (ansiolitici).
Cordiali saluti
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
[#3]
Concordo perfettamente col collega Ruffolo. Il consiglio è quello di affidarsi ad uno specialista ed attuare una terapia che per essere risolutiva, deve essere non solo appropriata (bene l'Anafranil, ma attualmente anche alcune altre molecole di nuova generazione, complessivamente più maneggevoli e probabilmente ugualmente valide nel suo caso)ma soprattutto adeguatamente protratta nel tempo e monitorizzata regolarmente dallo specialista.
Cordiali nsaluti
Riccardo Lo Presti
Cordiali nsaluti
Riccardo Lo Presti
dr. Riccardo Lo Presti
[#4]
Psicoterapeuta, Medico di medicina generale
Gentile utente,
da quanto riferisce, appare un disturbo di attacco di panico.
Ribadisco quanto gia' detto dai colleghi, le benzodiazepine hanno utilita' nelle fasi acute, non a lungo termine, dal momento che provocano assuefazione, dipendenza.
I farmaci serotoninergici, agiscono dopo circa quattro settimane.
Consiglio un consulto psichiatrico ,con adeguata terapia farmacologica, e psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
L'apparente assenza di problematiche, una personalità forte , molto razionale, una non adeguata espressività delle emozioni, puo' condurre a convogliare gli stati emotivi, l'ansia ,lo stress verso "organi bersaglio",dando luogo a somatizzazioni.
Cordiali saluti
Dott.ssa I. Di Sipio
www.psicomedicina.mi.it
da quanto riferisce, appare un disturbo di attacco di panico.
Ribadisco quanto gia' detto dai colleghi, le benzodiazepine hanno utilita' nelle fasi acute, non a lungo termine, dal momento che provocano assuefazione, dipendenza.
I farmaci serotoninergici, agiscono dopo circa quattro settimane.
Consiglio un consulto psichiatrico ,con adeguata terapia farmacologica, e psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
L'apparente assenza di problematiche, una personalità forte , molto razionale, una non adeguata espressività delle emozioni, puo' condurre a convogliare gli stati emotivi, l'ansia ,lo stress verso "organi bersaglio",dando luogo a somatizzazioni.
Cordiali saluti
Dott.ssa I. Di Sipio
www.psicomedicina.mi.it
[#5]
Utente
Grazie,
infatti ho sempre cercato di ridurre l'utilizzo dello Xanax anche a sola mezza compressa al giorno fino ad eliminarlo devinitivamente, però visto che a distanza di sei mesi i sintomi sono riapparsi questa volta ho pensato, sbagliando, di allungare il periodo di xanax per restare più a lungo tranquillo e "faticare" di meno per combattere da solo la mia agitazione. Dai vostri consigli, emerge quindi che l'anafranil è la cura giusta e che dovrei prolungare la sua assunzione per più tempo, si perchè tendo a smettere di prenderlo appena mi sento meglio, per i suoi effetti collaterali (parlo di sfera sessuale), inoltre cercherò di convincermi a consultare di nuovo uno psichiatra per affrontare una terapia cognitivo-comportamentale, dico la verità, per la mia razionalità è quasi una parola senza senso, ma sicuramente visto che così non guarisco e i dottori sanno sicuramente più di me seguirò il vostro consiglio.
Vi ringrazio di cuore per i vostri consigli e per il tempo perso.
infatti ho sempre cercato di ridurre l'utilizzo dello Xanax anche a sola mezza compressa al giorno fino ad eliminarlo devinitivamente, però visto che a distanza di sei mesi i sintomi sono riapparsi questa volta ho pensato, sbagliando, di allungare il periodo di xanax per restare più a lungo tranquillo e "faticare" di meno per combattere da solo la mia agitazione. Dai vostri consigli, emerge quindi che l'anafranil è la cura giusta e che dovrei prolungare la sua assunzione per più tempo, si perchè tendo a smettere di prenderlo appena mi sento meglio, per i suoi effetti collaterali (parlo di sfera sessuale), inoltre cercherò di convincermi a consultare di nuovo uno psichiatra per affrontare una terapia cognitivo-comportamentale, dico la verità, per la mia razionalità è quasi una parola senza senso, ma sicuramente visto che così non guarisco e i dottori sanno sicuramente più di me seguirò il vostro consiglio.
Vi ringrazio di cuore per i vostri consigli e per il tempo perso.
[#6]
Gentile utente,
mi sembra di intendere dal suo scritto che lei sta facendo autogestione di farmaci.
Innanzitutto il rivolgersi ad uno psichiatra comportera' la valutazione della sua attuale terapia farmacologica, poi potra' prendere in considerazione l'inizio di una psicoterapia, dopo che i sintomi disfunzionali in un certo modo sono ridotti.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
mi sembra di intendere dal suo scritto che lei sta facendo autogestione di farmaci.
Innanzitutto il rivolgersi ad uno psichiatra comportera' la valutazione della sua attuale terapia farmacologica, poi potra' prendere in considerazione l'inizio di una psicoterapia, dopo che i sintomi disfunzionali in un certo modo sono ridotti.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
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Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 26k visite dal 30/03/2007.
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Approfondimento su Parkinson
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