Un disturbo bipolare i

Mia madre è affetta da un disturbo bipolare I da circa 20 anni, senza aver mai intrapreso alcuna terapia medica. Ho notato le diverse frequenze con cui il disturbo si atteggiava precedentemente rispetto ad ora:tempo fa con frequenze di 30 giorni caratterizzati da episodi maniacali, allo scadere dei quali subentravano altrettanti periodi di normalità. Con il passare degli anni e, probabilmente, con la mancanza di cure, le frequenze sono assolutamente divenute imprevedibili specie di durata. Peraltro il peggioramento è percettibile sul fronte dei rapporti interpersonali e familiari. Poichè la paziente, terminati gli episodi maniacali, rimuove il ricordo di averli avuti,mostrando una vera e propria "duplice personalità", io vi chiedo: qual è per i familiari la soluzione per avvicinare il paziente ad un approccio medico e ad una terapia?

vi ringrazio molto
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
Gentile utente,

Non è tanto il ricordo ma la critica. Il cervello non registra gli episodi (ipo)maniacali come anomali, quindi la persona può obiettivamente ritenere che siano "particolari" ma non li giudicherà mai sul momento da correggere. Il cervello registra ansia e depressione come stati da correggere, non l'eccitamento.
A volte vi sono vere e proprie manie confuse, psicotiche, con perdita della memoria. Anche qui quel che non si riesce a recuperare dopo è il "perché" si avevano certe reazioni o si facevano certi pensieri, quindi si ricordano solo gli atti. Più spesso si negano gli atti per una generale spinta a opporsi alla critica, la "negazione" è uno dei sintomi maniacali, o meglio bipolari.

Le terapie mediche per il disturbo bipolare sono ben conosciute. La fase attuale è rapidociclica, vista la frequenza delle oscillazioni, e probabilmente più lunga e difficile la stabilizzazione. Il disturbo curato subito tende a rispondere bene, curato tardi è più resistente, e tende appunto a evolvere verso una serie continua di oscillazioni, molto frequenti anche se magari brevi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentile Dottore,
è proprio a causa del repentino peggioramento cui tali pazienti sono soggetti,che mi chiedevo se vi sia un modo da parte dei familiari per avvicinarli al trattamento.Del resto, nella fattispecie, tali disturbi maniacali si concretizzano in avversità nei confronti degli stessi familiari, logorando progressivamente i rapporti con gli stessi.Al contempo si registra una completa ostilità nel riconoscere gli eventi e nell'accettare dei rimedi medici.

La ringrazio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
Gentile utente,

I trattamenti se la situazione è grave, urgente e pericolosa possono essere imposti (dai medici) a seguito di accertamenti (medico) che può essere sollecitato anche da familiari, ma partirà solo dall'iniziativa di un medico.

Per il resto, i familiari utilizzano in genere il tipo di rapporto che hanno, che solo loro possono conoscere nello specifico, per convincere la persona a farsi visitare se ritengono che sia nel suo interesse.
Di più non si può fare purtroppo.
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