Una madre ad avere un tale comportamento
Età:31
Gentile Dottore,
passo subito ad esporre i fatti sperando di essere chiara e farle capire cio' che provo e se c'è una soluzione al mio problema nonostante non sia facile scirvere in poche righe tutti gli aspetti che mi hanno portata, dopo tutti questi anni, a prendere delle decisioni, a rifiutarne altre e come conseguenza a sentirmi spesso depressa e a soffrire di solitudine.
Sono cresciuta in una famiglia apparentemente normale: babbo, mamma , io ed un fratello di un anno piu' grande. Passo subito col dire che non ho mai apprezzato totalmente mia madre pur provando per lei, durante l'infanzia e l'adolescenza quell'attaccamento tipico e naturale di un figlio. Il motivo del mio non apprezzamento si puo facilmente intuire dal modo in cui ha cresciuto sia me che mio fratello, in particolare me, imponendo le sue idee con violenza sia fisica (spesso estremamente dolorosa) che fisica. Tutt'oggi quando ricordo quegli episodi dell'infanzia provo rabbia e dolore e continuo a chiedermi cosa abbia spinto una madre ad avere un tale comportamento. Per quando riguardano le umiliazioni psichiche : tutto cio' che facevo era fatto male e conseguenza di rimpoveri e derisioni spesso con la complicita' di mio fratello che , data l'eta' non aveva adeguata sensibilita' per capire il dramma. Lasciamo perdere poi le frasi del tipo " sei brutta" o "non sei neanche un pelo di me" etc.
Mio padre era in Marina e spesso occupato con il suo lavoro e da una parte credo, volesse starsene tranquillo giusto non occupandosi degli affari di famiglia poichè si sarebbe altrimenti scatenata una vera e propria guerra se solo avesse aperto bocca per contrastare quello che era il "lavoro" di mia madre...poi la carriera era molto piu' importante ...cio' nonostante , in separata sede, era il genitore che ho sempre preferito di piu'. Dopo qualche anno, quando io avevo ormai 22 anni lui si è suicidato ed io forse ho preso la cosa piu' come una vendetta personale da parte sua (per non averlo sostenuto quando lui si voleva ricostruire la vita con un'altra donna che gli aveva "rubato" tutti i suoi capitali)e come un abbandono (ebbene adesso mi aveva lasciato completamente da sola ed io non avevo neanche intrapreso il cammino della mia vita, e poi mi aveva lasciato da sola con quella persona che lui stesso piu' volte, in segreto , aveva confessato a me e mio fratello di essere una croce pesante sulla sua chiena durante la sua vecchiaia poichè noi ci saremmo sposati e andati via di casa e a lui restava il compito di stare sola con nostra madre.
Comunque le cose sono ben difficili a tradursi in queste poche righe.
Poi mi sono sposata con il ragazzo con cui stavo ormai da qualche anno e con cui convivevo ....all'epoca lo chiamavo amore ma adesso forse mi rendo conto di averlo considerato tale perchè lui era estremamemente gentile e forse perchè volevo uscire di casa e mia madre continuava a dire che era ora che mi sistemassi poichè lei alla mia età aveva gia' due bambini grandicelli ed una famiglia da accudire......Tralascio la parte di quando a 20anni dopo un violento litigio perchè voleva che a tutti i costi mi sposassi con il ragazzo su citato, che poi ho sposato in futuro(appunto il mio ex marito) ,mi butta fuori di casa senza un lavoro capace di darmi la possibilita' di mantenermi , butta anche tutti quelli che sono i miei oggetti personali, vestiti, libri etc...tutto cio' che non ero riuscita a far entrare in valigia. A 17 anni dopo un altro litigio e dopo che aveva tentato di strozzarmi butta via anche tutte le mie foto , bruciandole una ad una . Gesto che tutt'oggi ritengo incomprensibile e reca dolore e frustazione al solo pensiero.
Dopo circa 8 anni di storia con mio marito mi allontano e ci separiamo perchè io non provo piu' alcuna attenzione ed amore se non di tipo fraterno. Da parte sua è quasi la stessa cosa e comunque era stanco di stare con una ragazza come me... la quale in piu' momenti aveva dichiarato di voler farla finita con la vita e che lui non era in grado di aiutarmi e non stava a lui fare qualcosa.
Oggi mi ritrovo spesso a pensare e a rivivere quelli che sono i momenti piu' dolorosi della mia esperienza...spesso ho dei "flash" del passato in cui immagini e parole si fanno largo tra i miei normali pensieri. Ho gia' avuto due storie d'amore dopo la fine del mio matrimonio ma, terminate in maniera estremamente dolorosa dove ho rivissuto l'abbandono e il rifiuto poichè i miei partners erano interessati solo a storie di sesso piu' che a costruire qualcosa di solido.
Mi domando se tutto questo non sia per colpa mia ..perchè in fondo sia trapelato dai miei discorsi e dai miei comportamenti la voglia di avere qualcosa che mi desse sicurezza e stabilità che non ho mai avuto in famiglia e loro sono scappati.
Ora ho paura di conoscere nuovi ragazzi, ho paura di soffrire di nuovo e sentirmi umiliata ancora come con gli ultimi due quindi spesso rifiuto inviti o assumo comportamenti "acidi" con i miei pretendenti ed amici.
Cosi' sono sola ormai da molto tempo e nonostante io ricerca questa solitudine ne soffro tantissimo ed ho la sensazione che la gente mi eviti perchè non sono solare e socievole come vorrebbero. Mi domando anche se un giorno saro' mai in grado di avere una famiglia tutta mia....io ho la sensazione che sara' un'impresa veramente difficile da realizzare.
Spero che lei possa darmi qualche suggerimento o mi possa indicare alcune soluzioni da intraprendere per superare almeno il problema della solitutine e dell'autostima.
So che dovrei andare da uno psichiatra e cercare di tirare tutto fuori e lavorarci su ma non ho la possibilita' economica di farlo e se ci sono altre strade in quella direzione.
Ringraziandola anticipatamente, porgo distinti saluti
Gentile Dottore,
passo subito ad esporre i fatti sperando di essere chiara e farle capire cio' che provo e se c'è una soluzione al mio problema nonostante non sia facile scirvere in poche righe tutti gli aspetti che mi hanno portata, dopo tutti questi anni, a prendere delle decisioni, a rifiutarne altre e come conseguenza a sentirmi spesso depressa e a soffrire di solitudine.
Sono cresciuta in una famiglia apparentemente normale: babbo, mamma , io ed un fratello di un anno piu' grande. Passo subito col dire che non ho mai apprezzato totalmente mia madre pur provando per lei, durante l'infanzia e l'adolescenza quell'attaccamento tipico e naturale di un figlio. Il motivo del mio non apprezzamento si puo facilmente intuire dal modo in cui ha cresciuto sia me che mio fratello, in particolare me, imponendo le sue idee con violenza sia fisica (spesso estremamente dolorosa) che fisica. Tutt'oggi quando ricordo quegli episodi dell'infanzia provo rabbia e dolore e continuo a chiedermi cosa abbia spinto una madre ad avere un tale comportamento. Per quando riguardano le umiliazioni psichiche : tutto cio' che facevo era fatto male e conseguenza di rimpoveri e derisioni spesso con la complicita' di mio fratello che , data l'eta' non aveva adeguata sensibilita' per capire il dramma. Lasciamo perdere poi le frasi del tipo " sei brutta" o "non sei neanche un pelo di me" etc.
Mio padre era in Marina e spesso occupato con il suo lavoro e da una parte credo, volesse starsene tranquillo giusto non occupandosi degli affari di famiglia poichè si sarebbe altrimenti scatenata una vera e propria guerra se solo avesse aperto bocca per contrastare quello che era il "lavoro" di mia madre...poi la carriera era molto piu' importante ...cio' nonostante , in separata sede, era il genitore che ho sempre preferito di piu'. Dopo qualche anno, quando io avevo ormai 22 anni lui si è suicidato ed io forse ho preso la cosa piu' come una vendetta personale da parte sua (per non averlo sostenuto quando lui si voleva ricostruire la vita con un'altra donna che gli aveva "rubato" tutti i suoi capitali)e come un abbandono (ebbene adesso mi aveva lasciato completamente da sola ed io non avevo neanche intrapreso il cammino della mia vita, e poi mi aveva lasciato da sola con quella persona che lui stesso piu' volte, in segreto , aveva confessato a me e mio fratello di essere una croce pesante sulla sua chiena durante la sua vecchiaia poichè noi ci saremmo sposati e andati via di casa e a lui restava il compito di stare sola con nostra madre.
Comunque le cose sono ben difficili a tradursi in queste poche righe.
Poi mi sono sposata con il ragazzo con cui stavo ormai da qualche anno e con cui convivevo ....all'epoca lo chiamavo amore ma adesso forse mi rendo conto di averlo considerato tale perchè lui era estremamemente gentile e forse perchè volevo uscire di casa e mia madre continuava a dire che era ora che mi sistemassi poichè lei alla mia età aveva gia' due bambini grandicelli ed una famiglia da accudire......Tralascio la parte di quando a 20anni dopo un violento litigio perchè voleva che a tutti i costi mi sposassi con il ragazzo su citato, che poi ho sposato in futuro(appunto il mio ex marito) ,mi butta fuori di casa senza un lavoro capace di darmi la possibilita' di mantenermi , butta anche tutti quelli che sono i miei oggetti personali, vestiti, libri etc...tutto cio' che non ero riuscita a far entrare in valigia. A 17 anni dopo un altro litigio e dopo che aveva tentato di strozzarmi butta via anche tutte le mie foto , bruciandole una ad una . Gesto che tutt'oggi ritengo incomprensibile e reca dolore e frustazione al solo pensiero.
Dopo circa 8 anni di storia con mio marito mi allontano e ci separiamo perchè io non provo piu' alcuna attenzione ed amore se non di tipo fraterno. Da parte sua è quasi la stessa cosa e comunque era stanco di stare con una ragazza come me... la quale in piu' momenti aveva dichiarato di voler farla finita con la vita e che lui non era in grado di aiutarmi e non stava a lui fare qualcosa.
Oggi mi ritrovo spesso a pensare e a rivivere quelli che sono i momenti piu' dolorosi della mia esperienza...spesso ho dei "flash" del passato in cui immagini e parole si fanno largo tra i miei normali pensieri. Ho gia' avuto due storie d'amore dopo la fine del mio matrimonio ma, terminate in maniera estremamente dolorosa dove ho rivissuto l'abbandono e il rifiuto poichè i miei partners erano interessati solo a storie di sesso piu' che a costruire qualcosa di solido.
Mi domando se tutto questo non sia per colpa mia ..perchè in fondo sia trapelato dai miei discorsi e dai miei comportamenti la voglia di avere qualcosa che mi desse sicurezza e stabilità che non ho mai avuto in famiglia e loro sono scappati.
Ora ho paura di conoscere nuovi ragazzi, ho paura di soffrire di nuovo e sentirmi umiliata ancora come con gli ultimi due quindi spesso rifiuto inviti o assumo comportamenti "acidi" con i miei pretendenti ed amici.
Cosi' sono sola ormai da molto tempo e nonostante io ricerca questa solitudine ne soffro tantissimo ed ho la sensazione che la gente mi eviti perchè non sono solare e socievole come vorrebbero. Mi domando anche se un giorno saro' mai in grado di avere una famiglia tutta mia....io ho la sensazione che sara' un'impresa veramente difficile da realizzare.
Spero che lei possa darmi qualche suggerimento o mi possa indicare alcune soluzioni da intraprendere per superare almeno il problema della solitutine e dell'autostima.
So che dovrei andare da uno psichiatra e cercare di tirare tutto fuori e lavorarci su ma non ho la possibilita' economica di farlo e se ci sono altre strade in quella direzione.
Ringraziandola anticipatamente, porgo distinti saluti
[#1]
Gentile Signora,
ho ricevuto la Sua lettera e Le rispondo in qualità di psichiatra.
Mi dispiace conoscere la Sua situazione, certamente di grande sofferenza interiore.
Purtroppo, non posso, in questa sede fornirLe una soluzione o esprimerLe un consiglio esaustivo, in quanto il Suo problema richiede necessariamente l'intervento personale di uno psichiatra, che valuti l'opportunità per Lei, di una psicoterapia ed eventualmente anche di una terapia farmacologica di sostegno, ove ravvisasse l'esistenza di una depressione.
Intanto mi permetto di consigliarLe di non cadere nella facile trappola di conclusioni affrettate ed autocolpevolizzanti.
Il desiderio di sicurezza e di stabilità, in un rapporto affettivo è assolutamente naturale e legittimo e non vi è nessuna colpa nel lasciarlo trapelare, o esplicitarlo, nei propri discorsi e comportamenti.
Se gli uomini che ha incontrato, sono fuggiti, evidentemente non condividevano con Lei questo desiderio e per il Suo bene è meglio che siano fuggiti.
Spero di esserLe stato in qualche modo utile e sono a Sua disposizione se avesse ancora bisogno di me.
Intanto LA saluto cordialmente.
Domenico Mazzullo
ho ricevuto la Sua lettera e Le rispondo in qualità di psichiatra.
Mi dispiace conoscere la Sua situazione, certamente di grande sofferenza interiore.
Purtroppo, non posso, in questa sede fornirLe una soluzione o esprimerLe un consiglio esaustivo, in quanto il Suo problema richiede necessariamente l'intervento personale di uno psichiatra, che valuti l'opportunità per Lei, di una psicoterapia ed eventualmente anche di una terapia farmacologica di sostegno, ove ravvisasse l'esistenza di una depressione.
Intanto mi permetto di consigliarLe di non cadere nella facile trappola di conclusioni affrettate ed autocolpevolizzanti.
Il desiderio di sicurezza e di stabilità, in un rapporto affettivo è assolutamente naturale e legittimo e non vi è nessuna colpa nel lasciarlo trapelare, o esplicitarlo, nei propri discorsi e comportamenti.
Se gli uomini che ha incontrato, sono fuggiti, evidentemente non condividevano con Lei questo desiderio e per il Suo bene è meglio che siano fuggiti.
Spero di esserLe stato in qualche modo utile e sono a Sua disposizione se avesse ancora bisogno di me.
Intanto LA saluto cordialmente.
Domenico Mazzullo
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