Stress post traumatico e etica professionale dello psichiatra

Qualche giorno fa mi sono recato presso una psichiatra su consiglio del centro di salute mentale.
Mi trovo in uno stato depressivo cronico e ho la sensazione di essere vicino a una sorta di punto di rottura, specialmente quando sono sotto forti stress.
La mia è una storia di violenza domestica andata avanti da otto a 16 anni circa.
Abuso sessuale, percosse e continue minacce perché non rivelassi nulla.
Con la dott.ssa mi sono addentrato anche in qualche dettaglio: calci nella pancia, spesso contuso per via di colpi sulla testa, soffocato fino allo svenimento...
La sua reazione? "Ci sono incongruenze, tutta quella violenza - ed io seguo proprio questo genere di casi: lei dice di essere stato picchiato anche a sangue, come può una madre non accorgersi di nulla, nemmeno del sangue o dei lividi? La sua storia non mi sembra credibile e se anche fosse vera oramai i suoi traumi si sono cronicizzati... si può fare ben poco. Non si aspetti molto dalle nostre sedute e devo ancora decidere se accettarla. Grazie, intanto sono 100 euro”.

Proprio perché difficile da credere, questa è una storia che avrò raccontato a due tre persone in tutta la mia vita, e tra questi qualcuno mi ha detto che forse era stata colpa mia, perché magari ero stato io a sedurre.. ricordo ancora che avevo otto anni!
Non pensavo di dover fare opera di convinzione anche presso un'esperta del settore.
Posso capire che uno può pensare di trovarsi davanti a un contaballe, ma i suoi dubbi... andavano espressi subito incrinando in partenza il rapporto di fiducia o doveva tenerseli per sé, sospendendo il giudizio almeno finché non mi conosceva meglio?
Intanto credo di aver smesso di cercare altri stregoni da convincere.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

La psichiatra che l'ha visitata, o altri psichiatri in precedenza, hanno posto una diagnosi ?
Ha effettuato terapie di qualche tipo. Nel titolo faceva riferimento allo stress post-traumatico, è stata questa la diagnosi o no ?

Per quel che riguarda l'atteggiamento del medico, in genere anche se si dubita della veridicità di quanto esposto si tende a non esplicitarlo, specie se è un dubbio e non un giudizio. Inoltre, non è che uno psichiatra deve accettare qualcuno oppure no, la richiesta di trattamento, se si tratta di uno psichiatra pubblico, è sempre accettata automaticamente, dopo di che può darsi che il paziente non accetti invece le proposte terapeutiche, ma questo è un altro discorso.

Anche uno psichiatra privato non è che debba accettare niente, non ci sono contratti da firmare o impegni da prendere, le terapie sono proposte e si gestiscono finché e se è possibile tra medico e paziente.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
Ho avuta una terapia importante durata cinque anni, 4 anni fa. Il lavoro mi ha portato in un'altra città e mi sono messo alla ricerca di un altro ps.
La prima terapeuta aveva diagnosticato dello stress postraumatico e alla fine aggiunse che si sarebbe aspettata danni maggiori di quelli che avevo riportato, lodando le strategie mentali che avevo adottato all'epoca delle violenze per salvaguardare me stesso, visto che allora le circostanze erano tali per cui non potevo e non riuscivo a chiedere aiuto, ma che ora andavano rivedute e corrette.

La psichiatra in oggetto mi ha proposto 3 o 4 incontri prima di decidermi se tenermi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Quindi Lei ha ricevuto una diagnosi di disturbo da stress post-traumatico ? E che c'entrano 2-3 sedute prima di decidere se "tenerla" ? Non esiste questo concetto, lo psichiatra se non la vuole "tenere" come paziente glielo comunica al momento, non è che dopo 4 sedute c'è un impegno a tenerla a vita, voglio dire...
D'altro canto la terapia una volta fatta la diagnosi si inizia salvo eccezioni. Le è stata proposta una terapia farmacologica standard per un disturbo post-traumatico da stress ?
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Utente
Utente
La diagnosi l'ho comunicata alla dottoressa verbalmente, non avevo certificazioni scritte con me. Forse non l'ha ritenuta credibile, come non ha ritenuto credibile la mia storia per via delle incongruenze di cui ho detto sopra: soprattutto di mia madre che non si accorgeva di quanto mi accadeva all'epoca.
Mi era inoltre stato diagnosticato poco meno di vent'anni fa un disturbo bipolare, trattato fino a 7-8 anni fa con i sali di litio. I dottori che mi seguivano erano quelli del Centro di Salute Mentale locale.
Nel descrivere i sintomi la dottoressa non l'ha ritenuto veramente tale, perché nei momenti di euforia, al parte il fatto di sentirmi particolarmente carico e produttivo, non facevo nulla di eccentrico o stravagante.
Comunque è una fase che non vivo più.

Per quanto riguarda la terapia farmacologica, pensava agli antidepressivi. Le ho però fatto presente che non riesco a sopportarli, anche se ne ho provati in passato diversi tipi: mi rendono eccessivamente vigile e mi danno l'insonnia.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Il disturbo bipolare non necessita di fasi euforiche maggiori, e se aveva ricevuto questa diagnosi e conseguente coerente terapia con sali di litio, non c'è niente di strano.
La malattia può essere ferma, ma di fatto lei ancora chiede trattamento, quindi non sta bene, e questa precedente diagnosi va tenuta presente, onde evitare risposte contrarie agli antidepressivi. Se ha un disturbo bipolare gli antidepressivi, specie da soli, possono darle insonnia e ipervigilanza.

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Utente
Utente
"Se ha un disturbo bipolare gli antidepressivi, specie da soli, possono darle insonnia e ipervigilanza".

Sia lo psichiatra del centro di salute mentale che mi ha mandato dalla dott.ssa, che la dott.ssa. stessa, mi hanno proposto solo gli antidepressivi e nient'altro di alternativo, o comunque nessuna modalità alternativa di somministrazione degli antidepressivi ("non da soli").
Può spiegarmi meglio questa cosa?

Le sono riconoscente per la sua disponibilità.



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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Molto semplicemente.
Se la diagnosi è disturbo bipolare (di che tipo non so, ma diciamo in generale) si tende ad utilizzare stabilizzatori dell'umore più o meno antidepressivi. Quindi si possono usare, ma da soli in genere no.
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Utente
Utente
A questo punto non riesco a capire perché loro non ci hanno pensato, visto che ho spiegato a loro esattamente quello che ho detto a lei.

La ringrazio.
[#9]
Utente
Utente
A questo punto non riesco a capire perché loro non ci hanno pensato, visto che ho spiegato a loro esattamente quello che ho detto a lei.

La ringrazio.
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Utente
Utente
A questo punto non riesco a capire perché loro non ci hanno pensato, visto che ho spiegato a loro esattamente quello che ho detto a lei.

La ringrazio.
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Utente
Utente
MI spiace per la serie ripetuta di invii, ma in realtà ho dato un solo invio.
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