Perché gli ssri vanno presi per almeno 6-8 mesi?
mi è stato prescritto dallo specialista fluoxeren solubile, per DCA, disturbi di personalità e depressione ansiosa reattiva.
Lo sto prendendo da circa 10 giorni, mezza pastiglia al giorno, quindi 10 mg.
Sto riscontrando l’aumento di alcuni comportamenti ossessivo/complusivi, ad esempio sistemare casa, spostare gli oggetti in un determinato modo per sentirmi tranquilla.
Fatico a concentrarmi sul lavoro e a casa, e dimentico le cose da fare, e ho sonnolenza, fortunatamente alla sera.
Ho riscontrato anche aumento dell’ appetito e irritabilità. Ma non dovrebbe fare l’effetto opposto?
E’ possibile che in questa fase, prima di raggiungere la latenza del farmaco, ci sia un accutimento dei sintomi della malattia?
È perché ancora la dose non è sufficiente per funzionare?
Vi chiedo anche, questo tipo di farmaci è solo palliativo?
Il dottore mi ha detto che dovrò prenderlo per almeno 8 mesi, liberi da sintomi, come per tutti gli antidepressivi di questa famiglia. Quindi il farmaco genera una modifica definitiva, nei neurotrasmettitori, che permette di farne a meno dopo averlo interrotto, passato il periodo necessario? Cioè, guarisce o ripara qualcosa di fisico che non va, in soggetti come me?
Se fosse così sarebbe bello, ma allora non dovrebbero non esserci rischi di ricadute, se interrotto, sempre dopo un periodo sufficiente? Allora perché alcune persone lo prendono per anni?
Scusate se non mi sono espressa in modo corretto, spero sia chiaro il senso delle mie domande.
Vi ringrazio.
La fluoxetina, così come tutti gli antidepressivi SSRI, può causare un temporaneo peggioramento dei sintomi nelle prime 2-4 settimane, noto come fase di latenza .
Questa fase si può caratterizzare per comportamenti ossessivo-compulsivi (come ad esempio il riordino), irritabilità, difficoltà di concentrazione e alterazioni del sonno.
L’aumento dell’appetito è meno comune con fluoxetina rispetto ad altri SSRI.
Questi effetti sono transitori e legati all’adattamento cerebrale alla serotonina e non indicano un aggravamento della malattia, ma un effetto del farmaco prima che raggiunga la piena efficacia (necessita generalmente di 4-8 settimane).
La dose di 10 mg è generalmente bassa e difficilmente può essere sufficiente per determinare un miglioramento dei sintomi (immagino che sia solo una dose iniziale prescritta dal suo specialista, è prassi comune iniziare con un dosaggio basso per abituare gradualmente l'organismo al farmaco)
In merito all'altra sua domanda, Gli SSRI come la fluoxetina non sono puramente "palliativi".
Agiscono modulando i neurotrasmettitori, i quali sono alterati in caso di disturbi, migliorando dunque i sintomi e supportando il recupero funzionale di una "normale" attività cerebrale.
Per il DCA, disturbi depressivi e disturbi di personalità, il trattamento di 6-12 mesi dopo la remissione stabilizza i sintomi e riduce il rischio di ricadute.
Tuttavia, non garantisce una guarigione definitiva : le ricadute dipendono da fattori biologici, stress, e gestione post-trattamento.
Spero di aver chiarito i suoi dubbi, resto a disposizione per eventuali necessità.
Cari saluti
dott. Tortorelli Fabio M.P.
Psichiatra e Psicoterapeuta | Roma Policlinico |
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I risultati sono visibili nelle settimane successive.
La proposta di 8 mesi senza sintomi è una valutazione indicativa che potrà essere variata nel tempo.
Studi hanno dimostrato che la permanenza di terapia per almeno 24 mesi porta ad una riduzione delle ricadute in una percentuale superiore al 94%
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Ho ancora un dubbio sul funzionamento delle tempistiche:
In caso di passaggio, dopo 12 mesi, di un medicinale ad un altro, ma rimanendo negli SSRI, con il nuovo tipo si riparte come da zero, o si vanno a sommare gli effetti sui neurotrasmettitori al precedente ?
Si avrà ancora il malessere iniziale con rafforzamento degli sintomi, o si è, diciamo, coperti dall’effetto del medicinale precedente?
Alla fine andranno considerati i mesi di trattamento dei due medicinali insieme?
Passando da un SSRI a un altro dopo 12 mesi, non si "riparte da zero": gli effetti sui neurotrasmettitori (in questo caso la serotonina) hanno una continuità, grazie all’adattamento cerebrale preesistente.
Tuttavia, il nuovo SSRI può comunque causare un lieve malessere iniziale per 1-2 settimane, poiché ogni molecola ha un profilo farmacologico unico.
Non si è completamente coperti dal precedente, ma il disagio è spesso meno intenso.
Rinnovo cari saluti restando a disposizione
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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Del resto, non è possibile sapere perché si dovrebbe cambiare una terapia dopo 12 mesi o dopo un tempo sufficiente, se la terapia dovesse dare dei risultati.
La variazione di terapia è comunque non prevedibile e non può essere presa in considerazione questa possibilità.
In ogni caso, ipoteticamente se di dovesse decidere una variazione, in qualsiasi momento della terapia, il motivo può essere associato ad un funzionamento non soddisfacente del trattamento precedente, pertanto i tempi di risposta vanno valutati dal momento della nuova terapia.
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Ho assunto sereupin per 12 mesi ma sono aumentata di peso di 6 kg. Altra cosa, avendo frequentemente mal di testa, mi è stato sconsigliata l’assunzione di ibuprofene tipo Momentdol con sereupin.
L’ho interrotto per 1 mese e ora mi è stato prescritto fluorexen perché alcuni sintomi della malattia del DCA sono ritornati.
All’inizio della cura con sereupin anche a 10mg avevo effetti collaterali molto più forti rispetto ad adesso che sto prendendo l’alto farmaco.
Per questo mi chedevo se devo contare il tempo totale.
Ringrazio nuovamente
La sospensione forse è stata mossa dalla presenza di effetti collaterali come l’aumento di peso, ma ciò non può essere considerata come una sospensione da completa remissione della patologia di base.
Il dca comunque richiede un trattamento integrato con varie d figure cliniche che possono intervenire in sinergia per il trattamento generale della situazione.
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lo sto facendo psicoterapia di indirizzo psicodinamico e farmacoterapia, privatamente. Ci sono andata per depressione ansiosa reattiva, con DCA che oscilla tra alti e bassi da un po’ di anni. Mi rendo conto che è il sintomo di molto altro, e ci sono altre comorbilità.
So che andrebbe affiancato un nutrizionista.
e che la psicoterapia che da più risultati, sul sintomo ma non sulla radice, è la cognitivo comportamentale.
Che tipo di percorso integrato sarebbe più indicato?
Grazie, cari saluti

Grazie, cari saluti
Problematiche fisiche legate ai neurotrasmettitori, come bassi livelli di serotonina, possono contribuire allo sviluppo dei DCA, insieme a fattori psicologici e ambientali.
Numerosi studi mostrano che alterazioni serotoninergiche influenzano umore, appetito e controllo degli impulsi, favorendo i DCA in soggetti predisposti.
Gli SSRI modulano la serotonina, migliorando sintomi come ansia o ossessioni, ma non riparano un danno fisico.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, rinnovo cari saluti
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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Gentile dottor Tortorelli, questo significa che vanno presi per sempre?
Avevo letto un articolo, mi pare su questo sito, ma forse sbaglio, che parlava deli effetti della fluoxetina sui neurotrasmettitori, e diceva che un uso prolungato contribuisce a modificarli, non ho capito se in modo permanente..
"Il dca comunque richiede un trattamento integrato con varie d figure cliniche che possono intervenire in sinergia per il trattamento generale della situazione."
Buongiorno Dr Ruggiero,
che tipo di percorso integrato pensa che sarebbe più indicato?
lo sto facendo psicoterapia di indirizzo psicodinamico e contemporaneamente farmacoterapia, privatamente, con lo stesso specialista. Ci sono andata per depressione ansiosa reattiva, con DCA che oscilla tra alti e bassi da un po’ di anni. Mi rendo conto che Il DCA è il sintomo di molto altro, e ci sono altre comorbilità. Non è l'unico disturbo che ho, tuttavia è il meno recente, ci convivo in qualche modo.
Mentre ansia e depressione reattiva, sono diventate ingestibili nella vita privata e lavorativa e si sono andate ad aggiungere. O magari è la conseguenza del DCA non curato a dovere.
Non posso permettermi, perché DEVO lavorare, ho figli, un ricovero o un day ospital, dove lavorano in equipe le diverse figure.
So che andrebbe affiancato un nutrizionista, e ho letto, ma non so se è vero, che la psicoterapia che da più velocemente risultati concreti sul sintomo è la cognitivo comportamentale.
Anche a terapia psicodinamica può essere adatta?
Grazie, cari saluti
Gli SSRI, come la fluoxetina, modulano la serotonina per alleviare ansia e ossessioni, ma non necessariamente vanno "assunti per sempre".
La durata dipende da gravità e ricorrenza dei sintomi: ad esempio, sintomi recenti da stress intenso possono richiedere 6-12 mesi di terapia, mentre condizioni croniche o genetiche possono necessitare di trattamenti a lungo termine.
Gli SSRI, se assunti nel lungo periodo, favoriscono la "plasticità sinaptica", che permette di creare nuove connessioni neuronali; tuttavia questo è un fenomeno che ha dei limiti e non è completamente riparativo di un eventuale "danno fisico".
Spero di averla aiutata a fare chiarezza.
Resto a disposizione, cari saluti
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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Vi ringrazio per il tempo dedicato a rispondere.
Cari saluti

riapro il consulto per una domanda relativa alla fluoxetina, che sto assumendo alla dose di 10mg da circa 1 mese, su indicazione delle specialista, che decide per il momento di mantenere e monitorare. Io mi sento ancora un poco bloccata sulle incombenze lavorative, tendo a rimuginare, sposto spesso l'attenzione. Sono irascibile e irrequieta. Ho qualche scatto di nervi, caratteristico di quando sono senza alcuna cura farmacologica, che significa, da sempre, escludendo quest'anno. La dose mi sembra già terapeutica sull'appetito e la compulsione del disturbo alimentare. Il mio umore non è depresso.
Forse i miei dubbi sono l'espressione di un doc e la tendenza a fissarmi sulle cose, e non voglio nemmeno mettere in discussione la prescrizione, ma ho letto sul bugiardino che la dose normalmente prescritta è almeno di 20mg, e mi chiedo se il motivo della titubanza ad aumentarla può essere correlato alla tensione interna, mista ad irrequietezza. In tal caso, andrebbe integrata la terapia con uno stabilizzatore dell'umore? Che effetto potrebbe avere invece, aumentare il dosaggio di fluoxetina? Ovviamente al prossimo appuntamento con lo specialista affronterò la questione, ma cosa ne pensate a riguardo?
Grazie
E' possibile che voglia usare cautela come è possibile anche altro.
Il campo delle ipotesi è variabile e svariato, quindi non è possibile sapere quale opzione terapeutica ha stabilito per lei, se non lo ha spiegato al momento della prescrizione potrà spiegarlo al controllo anche per decidere se sono necessarie ulteriori variazioni.
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La fluoxetina a 10 mg, assunta da un mese, è generalmente una dose iniziale spesso usata per valutare tollerabilità e risposta, specie in disturbi alimentari o DOC.
È efficace sull’appetito e la compulsione, come sta notando, ma potrebbe non essere ancora ottimale per irrequietezza, rimuginazione e irascibilità, che possono persistere nelle prime 4-8 settimane.
La dose standard potrebbe migliorare questi sintomi, ma l’aumento va personalizzato, poiché la fluoxetina può, in alcuni individui sensibili al principio attivo, accentuare temporaneamente agitazione o tensione interna, e potenzialmente da quanto scrive potrebbe essere questa la motivazione della "titubanza"
Solo una visita psichiatrica diretta può definire le strategie terapeutiche ottimali, perché permette di cogliere fattori clinico-anamnestici cruciali che difficilmente emergono da un consulto scritto.
Spero di aver chiarito i suoi dubbi, un caro saluto
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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nel ringraziare delle risposte ricevute, riporto l'attuale terapia. Come sospettavo, lo psichiatra curante, ha ritenuto di affiancare ai 10mg di fluoxetina, lamotrigina alla dose iniziale di 25mg, con prospettiva a salire. Per il momento riscontro umore più basso, ma accettabile, meno suscettibilità, più sonnolenza, nessuna ansia.
Quali sono i presupposti, una volta raggiunta la dose terapeutica, per passare alla monoterapia con lamotrigina? Ovvero, è possibile? Cosa rende necessari entrambi i farmaci? Lo stabilizzatore dell'umore non si sovrappone all'effetto sull'umore e sull'ansia dell'antidepressivo che è stato mantenuto ad una dose cosi bassa? Immagino lo stabilizzatore come un farmaco più completo, che mette insieme più azioni, rispetto al solo antidepressivo, ma probabilmente sono in errore.
Ringrazio della vostra attenzione e, se vorrete aiutarmi a chiarire questi punti ancora.
Cari saluti
Il meccanismo d'azione e il razionale d'utilizzo della lamotrigina rispetto ad un SSRI è decisamente differente.
Un SSRI come la fluoxetina agisce principalmente aumentando la serotonina, migliorando il tono dell'umore umore e riducendo l'ansia a lungo termine.
La la lamotrigina, invece, è uno stabilizzatore dell’umore, efficace soprattutto nella prevenzione di episodi depressivi e sbalzi d'umore.
I due farmaci non si sovrappongono: la fluoxetina ha un effetto molto più "diretto" e incisivo sull'ansia e i sintomi depressivi acuti, mentre la lamotrigina protegge a lungo termine, in un certo senso agendo un modo "sinergico" con la fluoxetina perché sia contribuisce a migliorare ulteriormente i sintomi depressivi, che aiuta a prevenire che un SSRI possa causare un eccessivo aumento dell'umore, e quindi potenzialmente sfociare in un episodio maniacale.
Passare alla monoterapia con lamotrigina è possibile solo se la sintomatologia ansiosa è poco presente e il tono dell'umore non è eccessivamente deflesso; sono sempre valutazioni per i quali sono fondamentali accurate visite psichiatriche dirette.
Resto a disposizione, rinnovando cari saluti
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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Mi pare che ci siano dei tentativi senza aver raggiunto dosaggi terapeutici efficaci, infatti la prima introduzione ed il controllo dopo un mese non hanno considerato un aumento ma una aggiunta alla terapia.
Il dato ulteriore è che non pare ci sia chiarezza nella diagnosi e nel conseguente trattamento.
La questione è poco chiara.
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La diagnosi principale è di disturbo alimentare, presente da alcuni anni. La depressione ansiosa reattiva, (che è comparsa a seguito di un particolare periodo di stress) per la quale mi sono rivolta ad un professionista della salute mentale, nel primo anno è stata trattata con sereupin a 20mg al gg. Oltre a ritrovarmi docile in modo innaturale, l'aumento di peso e la letargia generale che mi ha provocato sereupin ha influito negativamente sul disturbo alimentare, per questo si è deciso per il cambio con fluoxeren. Nella mia anamnesi non ci sono mai stati episodi di ipomania o mania e non si è mai parlato di disturbo ciclotimico. Piuttosto invece di umore instabile, disturbo disforico premestruale e aggressività (molto presente e con picchi) a seguito di episodi esterni scatenanti che non riesco a gestire con la giusta distanza emotiva.
Con il cambio a fluoxeren a 10mg si è progredito con cautela per l'aggressività e per familiarità di parente bipolare. Dopo 30 gg, l'aggressività era ancora persistente. L'energia era molto buona, forse anche troppa, il tono dell'umore non era depresso. Non era presente ansia. Il disturbo alimentare è un po' migliorato, ho già perso qualche chilo, affiancando attività sportiva che con sereupin non avevo proprio voglia di fare.
L'aggiunta di Lamictal è stata prescritta per stabilizzare l'aggressività, almeno così ho compreso, e per rafforzare l'azione antidepressiva della fluoxetina. Si è abbassato leggermente il tono dell'umore e attenuata appena l'aggressività, ma non del tutto. Ho più sonnolenza che con la sola fluoxetina, spero che sia un effetto transitorio.
Nell'ultimo controllo è stata mantenuta la fluoxetina a 10 mg e aumentato il lamictal a 50 mg, dopo i primi 15 gg senza reazioni allergiche. Ho letto che (non so è un dato corretto), possono comparire anche tra 8 o più settimane, per cui mi devo aspettare problemi?
Cosa significa che la titolazione è piuttosto lunga? Quanto lunga? E se raggiunta la titolazione competa la terapia funzionasse discretamente, è così determinante quanto ci si impiega?
Chiedevo che senso avesse la fluoxetina a 10mg se non è una dose terapeutica, e sotto questo aspetto il dottor Tortorelli ha risposto ai miei dubbi. Mi pare di capire che il curante stia tarando la combinazione dei due farmaci su "misura", e sono abbastanza fiduciosa, lo aggiorno frequentemente e con i dati che emergono viene corretto il dosaggio strada facendo. In effetti mi piacerebbe sapere qual'è il piano per me anche se soggetto a modifiche, è che durante i controlli non mi vengono in mente tutte le domande che vorrei fare.
Sostanzialmente mi baso su come sto giorno per giorno, e al momento non ci sono criticità.
Rinnovo i saluti, e grazie
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Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare

I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.