Anoressia, cosa è meglio fare?

Ho 27 anni e ho avuto una ricaduta nell' anoressia nell' ultimo periodo.
Adesso sono seguita ambulatorialmente e piano piano stiamo cercando di aumentare un po' la dieta, anche se per ora sono rimasta 44kg per 162cm ma perlomeno ho bloccato la discesa ripida che avevo intrapreso.

I miei genitori e chi mi segue ovviamente sono preoccupati però io non vedendomi obiettivamente in questo momento non capisco bene se la situazione è così grave come dicono.
Oltretutto faccio il confronto con la prima caduta nella malattia che mi aveva portata al peso di 35kg.
Il bmi di circa 16.8 di per sé è già grave?

Secondo voi in questa situazione di peso e considerando che sto assumendo 2 integratori da 300kcal al giorno oltre alla mia dieta che è insufficiente, è necessario un ricovero in una struttura specializzata in dca?
Ovviamente vorrei risolvere da casa però non so se continuare solo ambulatorialmente mi farà guarire definitivamente o se sia davvero necessario prendere questa decisione.
Come saprete non si tratta solo di mangiare di più ma è un argomento molto più complesso e per quanto mi sforzi non è facile...
Mi fareste un consiglio?
Vorrei davvero uscirne e togliermi di torno questa cosa una volta per tutte.
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 44.9k 1.1k
Il problema del peso è la punta dell'iceberg di una situazione più complessa. E' corretto dire che non si tratta solo di stabilire quanto e come mangiare.

Ovviamente, la questione va considerata dai suoi curanti, ai quali però può porre la questione cercando di capire prima quale sia effettivamente la sua volontà in merito.

Se si sente più tranquilla con un percorso monitorato in struttura, può chiedere direttamente un inserimento in modo da non dover avere il peso anche delle varie scelte.

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Io vorrei stare meglio psicologicamente e ovviamente anche tornare al mio peso forma, anche se non sarà facile accettarlo.
Piucchealtro sento di aver fatto dei passi in avanti e mi sembra tanto ma in realtà non è così.
Inoltre non si tratta appunto solamente di reintrodurre qualche cibo fobico,cosa che ancora vedo lontana trall'altro, ma di essere più serena col cibo, di non avere fissazioni inutili, di tornare a mangiare con gusto e di riuscire a condividere un pasto in compagnia serenamente, di non vedersi "male" anche se si è in sottopeso, di non avere il costante controllo su ogni caloria assunta.
Vorrei uscirne ovviamente ma non mi sta risultando facile per niente, per questo chiedevo in quali casi è necessaria la struttura, perché c'è chi parla di soglia di un certo peso determinando la gravità o meno del disturbo ma credo ci sia molto di più.
Inoltre io in questo momento della mia vita ho iniziato a lavorare e sto finendo gli studi, sono quasi a fine, quindi lasciare tutto per qualche mese non è facile ma non voglio neanche peggiorare e quindi rimetterci di salute ed essere poi costretta comunque a lasciare tutto.
In ogni caso se adesso mi impegno a rimanere stabile di peso va bene?
Nel senso che mi verrebbe da perdere ma cerco di non farlo perché so che è sbagliato, ma prendere peso non riuscirei ad accettarlo adesso.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 44.9k 1.1k
La questione del peso é preminente nel suo pensiero rispetto alla malattia.

Gli specialisti che la seguono possono suggerirle percorsi utili alla sua situazione attuale.

Se preferisce non essere ricoverata comunque deve avere dei miglioramenti tangibili su tutti gli aspetti della malattia.

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