Efficacia a lungo termine della paroxetina
Buongiorno,
ho 29 anni e soffro di disturbo d’ansia con attacchi di panico, con una storia clinica caratterizzata da episodi ricorrenti.
Riassumo brevemente:
Primo episodio (19 anni) Diagnosi di disturbo di panico con agorafobia, trattato con daparox 10 mg, che ha dato un ottimo effetto terapeutico e mi ha garantito circa 5-6 anni di stabilità senza sintomi rilevanti.
Secondo episodio (26 anni) Dopo una sospensione autonoma del daparox (che assumevo da anni), ho avuto una ricaduta con meno picchi (panico) ma ansia più radicata e persistente.
In quel caso, la paroxetina una volta reintrodotta ha impiegato più tempo per funzionare e si è reso necessario un aumento fino a 30 mg.
Terzo episodio (attuale) Ho affiancato psicoterapia cognitivo-comportamentale, scalaggio progressivo (in accordo con la psichiatra) fino a 10mg, nuovo lavoro, nuova casa, nuova ragazza, ho iniziato a sperimentare una vulnerabilità emotiva crescente, culminata con una forte manifestazione ansiosa che ha riattivato in blocco i vecchi schemi patologici.
Ho quindi aumentato il dosaggio a 15 mg da 10 giorni.
Cosa sto sbagliando?
Perché mi sembra di tornare sempre al punto di partenza?
Eppure vi assicuro che pendo dalle labbra dei miei curanti, sono seguito da una psichiatra e da uno psicoterapeuta.
ho 29 anni e soffro di disturbo d’ansia con attacchi di panico, con una storia clinica caratterizzata da episodi ricorrenti.
Riassumo brevemente:
Primo episodio (19 anni) Diagnosi di disturbo di panico con agorafobia, trattato con daparox 10 mg, che ha dato un ottimo effetto terapeutico e mi ha garantito circa 5-6 anni di stabilità senza sintomi rilevanti.
Secondo episodio (26 anni) Dopo una sospensione autonoma del daparox (che assumevo da anni), ho avuto una ricaduta con meno picchi (panico) ma ansia più radicata e persistente.
In quel caso, la paroxetina una volta reintrodotta ha impiegato più tempo per funzionare e si è reso necessario un aumento fino a 30 mg.
Terzo episodio (attuale) Ho affiancato psicoterapia cognitivo-comportamentale, scalaggio progressivo (in accordo con la psichiatra) fino a 10mg, nuovo lavoro, nuova casa, nuova ragazza, ho iniziato a sperimentare una vulnerabilità emotiva crescente, culminata con una forte manifestazione ansiosa che ha riattivato in blocco i vecchi schemi patologici.
Ho quindi aumentato il dosaggio a 15 mg da 10 giorni.
Cosa sto sbagliando?
Perché mi sembra di tornare sempre al punto di partenza?
Eppure vi assicuro che pendo dalle labbra dei miei curanti, sono seguito da una psichiatra e da uno psicoterapeuta.
I dosaggi utilizzati risultano troppo bassi per cui la sintomatologia si riduce ma non si espleta un effetto terapeutico pieno.
Per questo motivo i sintomi giungono sotto soglia e non vengono percepiti come invalidanti, seppur presenti, e la terapia viene mantenuta bassa.
I dosaggi terapeutici vanno mantenuti per tempi sufficientemente lunghi.
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https://wa.me/390698234174
https://t.me/FSRuggiero_psichiatra
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

Utente
Gentile dottore, la mia psichiatra è stata d'accordo con la sua valutazione. Sono gradualmente tornato a quello che 4 anni fa si rivelò il dosaggio terapeutico di paroxetina (30mg), ho buone chance di riottenere gli stessi benefici anche stavolta con la stessa molecola?
Se ha già esperito due volte beneficio da quella molecola la risposta è tendenzialmente affermativa. Segua quanto consigliato dal suo psichiatra e d'ora in poi non si avventuri in rimaneggiamenti della terapia in totale autonomia anche se sta bene da molto tempo ed ha tutti i motivi per credere di essere "guarito". E' sempre necessaria ed irrinunciabile la valutazione da parte di uno specialista che ricostruisca la storia del suo disturbo, le sue caratteristiche ed il suo andamento prima di pensare di sospendere una terapia perchè si sta bene da qualche annetto.
Dr Accursio Raia, Medico Chirurgo
Specialista in Psichiatria (Università degli Studi di Pisa)
✉️ email: dott.raia.sm@gmail.com
Le previsioni future non sono possibili. Potrebbe avere beneficio come potrebbe non avere lo stesso effetto.
Il problema è legato a questi continui spostamenti della terapia in funzione del benessere piuttosto che lasciare dosaggi terapeutici proprio per gli effetti positivi che sortiscono.
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Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 370 visite dal 19/02/2025.
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