Voglio terminare l'assunzione di psicofarmaci una volta per tutte
Salve,
Nel 2019/2020 ho iniziato una terapia con psicofarmaci, prescritti per la diagnosi di disturbo schizoaffettivo di tipo bipolare.
Ci sono stati più tentativi da parte mia di porre fine all'assunzione così come più ricoveri in ospedali psichiatrici (2 con quello di 2 mesi fa).
In particolare, assumevo Depakin Chrono, Resilient e Olanzapina (Depot/pastiglia) mentre ora, dopo il secondo ricovero, l'olanzapina è stata sostituita con l'aripiprazolo (Abilify) che attualmente assumo via puntura ogni 30gg.
Tuttavia, questa assunzione mi risulta forzata, ogni mia richiesta di riduzione è stata screditata da parte dei medici che mi seguono e, anche se la situazione dovesse essere più critica per me, sarei molto più sereno di condurre una vita senza l'ausilio costante degli psicofarmaci prescritti.
Non trovo il senso, non avverto cambiamenti, non mi sento "migliorato" o comunque più stabile ma anzi, ogni volta che realizzo dove sto mettendo i piedi mi altero sempre di più.
Tutti i miei familiari sono preoccupati di questa faccenda e della mia scelta, eppure non credo siano loro a dover dettare legge su cosa nel mio sangue debba scorrere o meno.
Gli esami del sangue sono perfetti, al momento assumo:
Depakin Chrono 1250mg la sera (2 pastiglie e mezzo)
Litio Resilient 124.5mg la sera (1 pastiglia e mezzo)
Aripiprazolo Abilify 1 puntura intramuscolare ogni 30gg pari a 500mg
Non sento più nulla, sono incapace ad avere erezioni con una partner e di conseguenza anche ad eiaculare (in solitaria invece non ho problemi affatto)
Tuttavia l'orgasmo è completamente ridotto e mi sembra di affaticare il cuore sia durante la masturbazione che, soprattutto, durante un rapporto.
Premetto che ho 23 anni e stavo giusto ora cominciando a esplorare questo mondo, il quale mi risulta come una opportunità ormai bruciata.
È il mio primo consulto, chiedo scusa in anticipo in caso non abbia dato informazioni importanti.
In tal caso cercherò di essere tempestivo nell'aggiungerle a questo problema.
Nel 2019/2020 ho iniziato una terapia con psicofarmaci, prescritti per la diagnosi di disturbo schizoaffettivo di tipo bipolare.
Ci sono stati più tentativi da parte mia di porre fine all'assunzione così come più ricoveri in ospedali psichiatrici (2 con quello di 2 mesi fa).
In particolare, assumevo Depakin Chrono, Resilient e Olanzapina (Depot/pastiglia) mentre ora, dopo il secondo ricovero, l'olanzapina è stata sostituita con l'aripiprazolo (Abilify) che attualmente assumo via puntura ogni 30gg.
Tuttavia, questa assunzione mi risulta forzata, ogni mia richiesta di riduzione è stata screditata da parte dei medici che mi seguono e, anche se la situazione dovesse essere più critica per me, sarei molto più sereno di condurre una vita senza l'ausilio costante degli psicofarmaci prescritti.
Non trovo il senso, non avverto cambiamenti, non mi sento "migliorato" o comunque più stabile ma anzi, ogni volta che realizzo dove sto mettendo i piedi mi altero sempre di più.
Tutti i miei familiari sono preoccupati di questa faccenda e della mia scelta, eppure non credo siano loro a dover dettare legge su cosa nel mio sangue debba scorrere o meno.
Gli esami del sangue sono perfetti, al momento assumo:
Depakin Chrono 1250mg la sera (2 pastiglie e mezzo)
Litio Resilient 124.5mg la sera (1 pastiglia e mezzo)
Aripiprazolo Abilify 1 puntura intramuscolare ogni 30gg pari a 500mg
Non sento più nulla, sono incapace ad avere erezioni con una partner e di conseguenza anche ad eiaculare (in solitaria invece non ho problemi affatto)
Tuttavia l'orgasmo è completamente ridotto e mi sembra di affaticare il cuore sia durante la masturbazione che, soprattutto, durante un rapporto.
Premetto che ho 23 anni e stavo giusto ora cominciando a esplorare questo mondo, il quale mi risulta come una opportunità ormai bruciata.
È il mio primo consulto, chiedo scusa in anticipo in caso non abbia dato informazioni importanti.
In tal caso cercherò di essere tempestivo nell'aggiungerle a questo problema.
"Tutti i miei familiari sono preoccupati di questa faccenda e della mia scelta, eppure non credo siano loro a dover dettare legge su cosa nel mio sangue debba scorrere o meno."
Il disturbo schizoaffettivo è stato informato e vi siete messi d'accordo perché se ne vada senza crear più problemi ?
A parte il problema degli effetti collaterali, la prospettiva di essere senza cura coincide con la malattia in fase attiva. Dubito che questo le consentirebbe di aver relazioni e gestire una vita normale, anzi probabilmente significherebbe andare incontro a ricoveri, e nuove terapie nel caso anche coatte a seconda del tipo di manifestazione, o di libertà in condizione di sintomaticità, ovvero ci sono anche persone che non si curano e sono quindi preda della malattia che si esprime.
Il disturbo schizoaffettivo è stato informato e vi siete messi d'accordo perché se ne vada senza crear più problemi ?
A parte il problema degli effetti collaterali, la prospettiva di essere senza cura coincide con la malattia in fase attiva. Dubito che questo le consentirebbe di aver relazioni e gestire una vita normale, anzi probabilmente significherebbe andare incontro a ricoveri, e nuove terapie nel caso anche coatte a seconda del tipo di manifestazione, o di libertà in condizione di sintomaticità, ovvero ci sono anche persone che non si curano e sono quindi preda della malattia che si esprime.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 279 visite dal 06/02/2025.
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