Scalare e sospendere resilient
Sono stato ricoverato a luglio 2024 per 15 giorni per disturbo dell'adattamento con ansia e umore depresso in psichiatria all'ospedale.
Dapprima trattato con tavor (10-10 -10) per un paio di giorni, Depakim crono 500mg passato quasi subito a Resilient 83, 2 compresse (1 mattina 1sera) e olanzapina 5mg la sera.
Dimesso e seguito da CSM con psichiatra e sedute settimanali con psicoterapeuta fino ad oggi, il piano terapeutico ha previsto Resilient e Olanzapina con dosaggio sopra descritto.
A novembre scalato Resilient a 1, 5 compresse la sera e sospeso Olanzapina.
Da novembre a dicembre, su accordo congiunto, ricoverato presso centro terapeutico specializzato dove Resilient veniva ulteriormente scalato ad 1 compressa.
Ogni tappa del mio percorso ha avuto riscontri positivi da referti, relazioni e piani terapeutici.
La litemia oscillava tra 0.6 nel primo periodo a 0.40 e settimana scorsa 0.29.
A fine gennaio visita con psichiatra dove chiedevo una programmazione a breve termine per ridurre e poter sospendere Resilient: lavoro nelle forze dell'ordine e per rientrare a lavoro devo sostenere giudizio idoneità da commissione medica presso ospedale militare.
I primi 12 mesi di assenza a stipendio pieno i successivi 6 ridotti: il punto è che dopo 18 mesi perdo il lavoro per inidoneità al servizio e sostenere la visita con trattamento di psicofarmaci quale è Resilient comprometterebbe l'esito positivo.
Psicoterapeuta dice che almeno un anno deve mantenere la terapia per jon avere ricadute.
Non mi è mai stata riscontrata diagnosi di bipolarismo, da test effettuati la depressione da classe 1 è scesa a classe 0.
Il mio umore è sempre stato buono ed equilibrato, sonno e appetito regolare, svolgo giornalmente attività fisica e non fumo.
In 50 anni mai avuto nessun problema di salute.
A luglio avuto un momento di forte stress e panico dovuto ad un evento traumatico che ha portato al ricovero, chiesto da me cercando aiuto sanitario attraverso medico del corpo e poi ospedale, poiché per alcuni giorni situazione molto difficile.
Una sola volta per pochissimo tempo sfiorato l'idea di pensare di non farcela, ma l'idea di azioni suicidarie non è arrivata nemmeno all'ideazione.
Chiedo perciò se ritenete che in alcuni mesi si possa arrivare a sospendere Resilient.
Da quando mi è stata prospettata una programmazione di sospensione che non si coniuga con le tempistiche di rientro al lavoro, questo ha portato in me preoccupazione, credo giustificata, ma che si ferma a questa sensazione.
Certo l'ottimismo che avevo dai continui ed oggettivi progressi e la speranza di rientrare a breve ha subito uno stop.
Credo che riacquistare la mia vita a pieno, con la piena indipendenza lavorativa ed economica sia il miglio stabilizzatore di umore.
Grazie per l'attenzione ed un Vostro parere.
Dapprima trattato con tavor (10-10 -10) per un paio di giorni, Depakim crono 500mg passato quasi subito a Resilient 83, 2 compresse (1 mattina 1sera) e olanzapina 5mg la sera.
Dimesso e seguito da CSM con psichiatra e sedute settimanali con psicoterapeuta fino ad oggi, il piano terapeutico ha previsto Resilient e Olanzapina con dosaggio sopra descritto.
A novembre scalato Resilient a 1, 5 compresse la sera e sospeso Olanzapina.
Da novembre a dicembre, su accordo congiunto, ricoverato presso centro terapeutico specializzato dove Resilient veniva ulteriormente scalato ad 1 compressa.
Ogni tappa del mio percorso ha avuto riscontri positivi da referti, relazioni e piani terapeutici.
La litemia oscillava tra 0.6 nel primo periodo a 0.40 e settimana scorsa 0.29.
A fine gennaio visita con psichiatra dove chiedevo una programmazione a breve termine per ridurre e poter sospendere Resilient: lavoro nelle forze dell'ordine e per rientrare a lavoro devo sostenere giudizio idoneità da commissione medica presso ospedale militare.
I primi 12 mesi di assenza a stipendio pieno i successivi 6 ridotti: il punto è che dopo 18 mesi perdo il lavoro per inidoneità al servizio e sostenere la visita con trattamento di psicofarmaci quale è Resilient comprometterebbe l'esito positivo.
Psicoterapeuta dice che almeno un anno deve mantenere la terapia per jon avere ricadute.
Non mi è mai stata riscontrata diagnosi di bipolarismo, da test effettuati la depressione da classe 1 è scesa a classe 0.
Il mio umore è sempre stato buono ed equilibrato, sonno e appetito regolare, svolgo giornalmente attività fisica e non fumo.
In 50 anni mai avuto nessun problema di salute.
A luglio avuto un momento di forte stress e panico dovuto ad un evento traumatico che ha portato al ricovero, chiesto da me cercando aiuto sanitario attraverso medico del corpo e poi ospedale, poiché per alcuni giorni situazione molto difficile.
Una sola volta per pochissimo tempo sfiorato l'idea di pensare di non farcela, ma l'idea di azioni suicidarie non è arrivata nemmeno all'ideazione.
Chiedo perciò se ritenete che in alcuni mesi si possa arrivare a sospendere Resilient.
Da quando mi è stata prospettata una programmazione di sospensione che non si coniuga con le tempistiche di rientro al lavoro, questo ha portato in me preoccupazione, credo giustificata, ma che si ferma a questa sensazione.
Certo l'ottimismo che avevo dai continui ed oggettivi progressi e la speranza di rientrare a breve ha subito uno stop.
Credo che riacquistare la mia vita a pieno, con la piena indipendenza lavorativa ed economica sia il miglio stabilizzatore di umore.
Grazie per l'attenzione ed un Vostro parere.
"Non mi è mai stata riscontrata diagnosi di bipolarismo" e invece da subito è stata messa una terapia specifica in tutte e tre le sue componenti.
Che la depressione sia scesa è interessante, ma non ha assunto una terapia antidepressiva.
La dicitura disturbo dell'adattamento è generica, e di fatto includerebbe in teoria qualsiasi cosa, perché riguarda l'identificazione di fattori esterni. Ma la forma del disturbo è chiara dalla terapia, specie se ha funzionato ed è stata riconfermata nel tempo e da subito è stata scelta. Non si tratta di una terapia scelta così, per un generico disturbo dell'adattamento, ma per un disturbo dell'umore. Quindi la diagnosi la rivedrei anche in funzione delle decisioni da prendere, se poi c'è stato un fattore esterno, niente di più comune.
Se si è parlato di bipolarismo, c'è un motivo. Se non lo era e mai lo è stato, strano che questo sia stata la prima scelta. Non è una terapia impostata su sintomi ansiosi e depressivi, non è una terapia per una malattia depressiva, sono tre farmaci utili in varie fasi di disturbi di quel tipo.
Che la depressione sia scesa è interessante, ma non ha assunto una terapia antidepressiva.
La dicitura disturbo dell'adattamento è generica, e di fatto includerebbe in teoria qualsiasi cosa, perché riguarda l'identificazione di fattori esterni. Ma la forma del disturbo è chiara dalla terapia, specie se ha funzionato ed è stata riconfermata nel tempo e da subito è stata scelta. Non si tratta di una terapia scelta così, per un generico disturbo dell'adattamento, ma per un disturbo dell'umore. Quindi la diagnosi la rivedrei anche in funzione delle decisioni da prendere, se poi c'è stato un fattore esterno, niente di più comune.
Se si è parlato di bipolarismo, c'è un motivo. Se non lo era e mai lo è stato, strano che questo sia stata la prima scelta. Non è una terapia impostata su sintomi ansiosi e depressivi, non è una terapia per una malattia depressiva, sono tre farmaci utili in varie fasi di disturbi di quel tipo.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

Utente
Grazie del consulto Dottore, cercherò di avere dallo psichiatra una ulteriore rivalutazione attuale della diagnosi e della terapia più indicata.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 211 visite dal 02/02/2025.
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