Qual è l'iter per la diagnosi del disturbo borderline di personalità?
Gentilissimi,
sono una donna di 31 anni in cura psichiatrica per depressione maggiore dal 2017.
A questo, ho affiancato da subito la psicoterapia.
Gli esiti della terapia farmacologica sono stati alterni: periodi di relativo benessere alternati a fasi di umore molto basso, cosa che ha portato la nuova specialista che mi ha presain carico nel 2023 a rivedere la diagnosi di depressione in diagnosi di disturbo ciclotimico.
Ai controlli periodici (vedo la psichiatra ogni 3 mesi circa) ho sempre riportato le stesse cose: periodi di benessere, cali pesanti dell'umore, scatti di rabbia incontrollati, sensazione di vuoto e di inutilità, comportamenti estremi (per lunghi periodi mangio deliberatamente poco e male ed eccessivo fumo di sigaretta elettronica, ma pur sempre fumo), pensieri e minacce suicidarie nei momenti di ira, folle terrore della solitudine e dell'abbandono da parte del mio partner, di fatto l'unica persona che mi è vicina, non essendo mai stata capace negli anni di costruire relazioni di amicizia durature e avendo, al momento, solo conoscenze e rapporti formali (ma distesi) coi miei colleghi di lavoro.
All'ultima visita, chiedevo alla dottoressa come mai, nonostante io segua la terapia prescritta a base di ansiolitici e antidepressivi, le cose non migliorassero e lei si è espressa dicendo che probabilmente anche la seconda diagnosi è sbagliata, in quanto io non ho un disturbo dell'umore ma un disturbo della personalità.
Ho domandato delucidazioni, ma la dottoressa mi ha detto che le etichette diagnostiche non sono poi così importanti, di continuare la terapia prescritta e mi ha rimandata al prossimo controllo.
Lo so che non si fa, ma ho effettuato delle ricerche online e ho notato che molte delle caratteristiche che descrivo afferiscono al disturbo borderline di personalità.
E per me la diagnosi è importante, ci tengo a sapere cosa ho, voglio che chi mi sta vicino lo sappia di modo che la relazione sia il più trasparente e distesa possibile.
Mi sono anche sentita poco capita e non validata dalla medica.
Ora, la mia domanda è: per approfondire questo aspetto, quale iter diagnostico devo intraprendere?
Ha senso cercare un medico specialista in psichiatria che sia esperto in questi disturbi con cui prenotare una visita?
Vi ringrazio della cortese attenzione e auguro un buon proseguimento.
sono una donna di 31 anni in cura psichiatrica per depressione maggiore dal 2017.
A questo, ho affiancato da subito la psicoterapia.
Gli esiti della terapia farmacologica sono stati alterni: periodi di relativo benessere alternati a fasi di umore molto basso, cosa che ha portato la nuova specialista che mi ha presain carico nel 2023 a rivedere la diagnosi di depressione in diagnosi di disturbo ciclotimico.
Ai controlli periodici (vedo la psichiatra ogni 3 mesi circa) ho sempre riportato le stesse cose: periodi di benessere, cali pesanti dell'umore, scatti di rabbia incontrollati, sensazione di vuoto e di inutilità, comportamenti estremi (per lunghi periodi mangio deliberatamente poco e male ed eccessivo fumo di sigaretta elettronica, ma pur sempre fumo), pensieri e minacce suicidarie nei momenti di ira, folle terrore della solitudine e dell'abbandono da parte del mio partner, di fatto l'unica persona che mi è vicina, non essendo mai stata capace negli anni di costruire relazioni di amicizia durature e avendo, al momento, solo conoscenze e rapporti formali (ma distesi) coi miei colleghi di lavoro.
All'ultima visita, chiedevo alla dottoressa come mai, nonostante io segua la terapia prescritta a base di ansiolitici e antidepressivi, le cose non migliorassero e lei si è espressa dicendo che probabilmente anche la seconda diagnosi è sbagliata, in quanto io non ho un disturbo dell'umore ma un disturbo della personalità.
Ho domandato delucidazioni, ma la dottoressa mi ha detto che le etichette diagnostiche non sono poi così importanti, di continuare la terapia prescritta e mi ha rimandata al prossimo controllo.
Lo so che non si fa, ma ho effettuato delle ricerche online e ho notato che molte delle caratteristiche che descrivo afferiscono al disturbo borderline di personalità.
E per me la diagnosi è importante, ci tengo a sapere cosa ho, voglio che chi mi sta vicino lo sappia di modo che la relazione sia il più trasparente e distesa possibile.
Mi sono anche sentita poco capita e non validata dalla medica.
Ora, la mia domanda è: per approfondire questo aspetto, quale iter diagnostico devo intraprendere?
Ha senso cercare un medico specialista in psichiatria che sia esperto in questi disturbi con cui prenotare una visita?
Vi ringrazio della cortese attenzione e auguro un buon proseguimento.
La diagnosi l’ha già ricevuta, le viene comunicato già nella visita precedente.
Se vuole un approfondimento ulteriore può chiederlo alla sua psichiatra.
Se vuole un approfondimento ulteriore può chiederlo alla sua psichiatra.
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Utente
La ringrazio per la sua celere risposta. Il mio dubbio sorgeva in quanto la dottoressa mi ha genericamente indicato un disturbo della personalità (che, a quanto capisco, sono più di uno), ma quando ho domandato un approfondimento, cioè quale dei vari disturbi avessi, la specialista mi ha detto che le etichette diagnostiche non sono poi così importanti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 266 visite dal 29/01/2025.
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Approfondimento su Disturbi di personalità

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