Sospensione paroxetina

Buongiorno, circa 15 anni fa il mio medico di famiglia mi ha consigliato di assumere paroxetina a fronte di una cefalea persistente dovuta probabilmente ad un periodo di forte stress in famiglia.
Iniziai a prenderla con forte reticenza, dato che non presentavo nessuno dei sintomi presenti nel foglietto illustrativo, non ero depressa, ansiosa, ne soffrivo di attacchi di panico, ma trovai beneficio così continuai rassicurata dal medico di base che asseriva si trattasse di poco più che un ricostituente e che avrei potuto prenderlo x tutto il te.
po che volevo, interrompendo quando avrei voluto.
Per circa 2 anni ho assunto eutimil 20 mg al giorno, ridotti poi a 10 mg.
In accordo col mio medico di famiglia.
Così per altri 10 anni circa.
Quando ho cercato di interrompere l assunzione ho però manifestato pesanti sintomi da sospensione, sudorazione, tremori, nausea, e dolori addominali, sintomi che il mio medico diceva nn essere correlati al farmaco, poiché secondo lui la paroxetina nn dava assuefazione.
Ho provato un altro paio di volte ad interrompere ma con gli stessi risultati, quindi ho chiesto ad un neurologo che ha trattato cmq l argomento molto superficialmente, con l unico consiglio di scalarlo il più lentamente possibile.
Ad inizio del 24 ho cominciato, in autonomia (ma d altronde nn trovavo nessuno che si interessasse veramente te al problema) a scalare il farmaco sostituendolo.
con l equivalente in soluzione liquida e tramite una siringa da insulina scalare 0. 5 ml.
Al mese, considerando l esaurimento totale entro circa 1 anno.
Va tutto liscio fino al raggiungimento di 0. 3 ml.
E poi subentrano sintomi gastrointestinali pesantissimi che mi impediscono da due mesi di alimentarmi efficacemente a causa della nausea, crampi addominali farmacoresistenti e bruciore di stomaco che non si placa xon nulla, soprattutto di notte.
Non ho imputato qs sintomi al decalage dato che per 9 mesi non mi aveva dato problemi, così ho contattato un gastroenterologo e svolto indagini approfondite fino ad una tac addominale con contrasto che ha escluso patologie a carico dell apparato digerente.
La cosa triste è che nonappena il gastroenterologo (ne ho consultati 2) veniva a conoscenza dell assunzione della paroxetina, alzava gli occhi al cielo classificandomi come paziente ansiosa e depressa, cosa che non sono mai stata.
Per non parlare di quando ho riferito loro del decalage lento, si sono praticamente messi a ridere.
Possibile che ci sia tanta disinformazione su qs argomento?
Possibile che nessuno sappia dirmi se qs sintomi siano imputabili al decalage giunto a una dose così piccola?
Possibile che un medico di famiglia abbia potuto prescrivermi 15 anni fa un farmaco così delicato senza avvisarmi delle conseguenze?
Da quando ho iniziato a stare male ho sospeso lo scalaggio e sono ferma a 0. 3 mg.
Ma i sintomi permangono e sono molto pesanti, i gastroenterologi mi hanno detto pantoprazolo e lexil. Completamente inutili.
Possibile che nessuno sappia aiutarmi?
Grazie
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 205
La paroxetina, che ha assunto per anni a un dosaggio molto inferiore alla dose minima efficace (40 mg/die), richiede alcune settimane di scalaggio progressivo per evitare sintomi da sospensione, settimane e non mesi. E' un farmaco molto utilizzato e ben tollerato. La cefalea di cui soffriva anni fa, che attribuisce a un periodo stressante, può essere compatibile con una tendenza a somatizzare l'ansia, cioè a non avvertirla come emozione spiacevole, ma a trasferirla sul corpo, con sintomi fisici anche intensi. Un altro organo bersaglio dell'ansia è l'apparato gastrointestinale; i sintomi clinici che descrive (a fronte di esami fisici negativi) sono compatibili con un disturbo da sintomi somatici. Se questa ipotesi fosse vera sarebbe un bel problema, perché lei non si sente né ansiosa né depressa, e quindi ha molte reticenze a consultare uno psichiatra, che forse la potrebbe aiutare.

Franca Scapellato

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Non avrei nessun problema a rivolgermi ad un professionista se soffrissi di ansia o depressione, quello che mi chiedo è se ognuno di noi ha una propria sensibilità ai farmaci, può avere una personale sensibilità anche alla loro diminuzione o sospensione?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 205
Lei dà per scontato che la causa dei suoi disturbi sia la sospensione di paroxetina, ma potrebbe non esserci nessuna relazione diretta. Il disturbo da sintomi somatici è una patologia psichiatrica inclusa nel DSM 5 e di competenza dello psichiatra.

Franca Scapellato

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Cerco semplicemente di considerare varie possibilità ed avendo avuto problemi già con la sospensione di paroxetina in passato la.includo in qs valutazioni. Non escludo la natura psicosomatica, vorrei solo evitare che i medici dessero x scontato che i miei disturbi siano di tale origine, scartando altre ipotesi, come hanno fatto i 2 gastroenterologi che ho consultato. D altronde anche l ulcera gastrica era considerata fino a qualche tempo fa una conseguenza dello stress e invece aveva una causa organica.
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Potrei avere il parere anche di qualche altro professionista?
Grazie
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