Perché per il doc si tende a dare gli antidepressivi a dosi massime?

Buonasera dottori, volevo chiedere perché per il doc si tendono a dare gli Antidepressivi a dosi massime?


So che il Doc è più restio a rispondere ai farmaci, ma perché non provare prima con dosi più basse?


Vorrei chiarire degli aspetti che mi tormentano:

Se i farmaci servono come base per poi spingerti al lavorare sui motivi che sono alla base del disagio, non bastano anche dosi minori allora?
O forse il disagio a volte è talmente forte che va attaccato più fortemente?


Perché va assunto un farmaco antiossessivo per molti mesi, non si può staccare una volta che la psicoterapia ha successo?
In teoria, si potrebbe stare bene anche assumendo farmaci per sempre senza psicoterapia...

La psicoterapia da sola non può bastare a far guarire un doc?
Ho letto che solo la metà dei pazienti malati di doc risponde alle medicine, mentre la psicoterapia cognitivo comportamentale ha percentuali ben maggiori.


Un medico mi ha detto che i farmaci colpiscono i sintomi e ti mettono in condizione di affrontare la psicoterapia.
Ok, ma allora ciò significa che tutti i problemi psichiatrici sono di causa ambientale e non genetici?
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
"Perché va assunto un farmaco antiossessivo per molti mesi, non si può staccare una volta che la psicoterapia ha successo?"

Un discorso poco chiaro. Non c'è una cronologia. E la domanda dovrebbe prima motivarla Lei, cioè perché pensa che si dovrebbe fare così ? A me non verrebbe di pensarlo, per esempio.

"Se i farmaci servono come base per poi spingerti al lavorare sui motivi che sono alla base del disagio". No. Motivi di quale disagio ? Sintomi di un disturbo. I motivi chi ha stabilito che ci debbano essere, e in cosa dovremmo identificarli ? Presumo in elementi esterni ? Ma questo chi lo ha stabilito ? Non la diagnosi in sé.

"Ho letto che solo la metà dei pazienti malati di doc risponde alle medicine, mentre la psicoterapia cognitivo comportamentale ha percentuali ben maggiori."
Metta pure il link, perché sinceramente non mi risulta.

"Un medico mi ha detto che i farmaci colpiscono i sintomi e ti mettono in condizione di affrontare la psicoterapia.
Ok, ma allora ciò significa che tutti i problemi psichiatrici sono di causa ambientale e non genetici?"

Non vedo un nesso tra le due parti del discorso. Comunque i farmaci ti mettono in condizioni migliori, può servire anche ad affrontare una psicoterapia, ma non è lo scopo di una terapia farmacologica per il doc. Con ciò, non vedo però il perché questo dimostrerebbe quel che dice nella domanda. Che c'entra la tecnica con cui si cura con il fatto che ci siano fattori genetici o meno ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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10 mg di Olanzapina, 50 mg di Lyrica, 2 mg di En, 15 mg
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Dott. Pacini,

io parto dal punto che i farmaci servono a farti stare meglio e spingerti ad affrontare meglio la situazione, imparare a capire il meccanismo ossessivo, come non caderci e il perché soprattutto si verificano certi fenomeni.

Per cui dicevo: perché continuare a prendere farmaci se la psicoterapia ha successo e mi fa stare bene?

Lei diceva che non c'è una cronologia nel senso che si può prima prendere i farmaci e poi fare psicoterapia; come prima fare psicoterapia, avere miglioramenti e poi assumere farmaci e confermare i risultati?

""Se i farmaci servono come base per poi spingerti al lavorare sui motivi che sono alla base del disagio". No. Motivi di quale disagio ? Sintomi di un disturbo. I motivi chi ha stabilito che ci debbano essere, e in cosa dovremmo identificarli ? Presumo in elementi esterni ? Ma questo chi lo ha stabilito ? Non la diagnosi in sé."

I motivi del doc. Visto che quasi tutti mi hanno detto che è causato da fattori ambientali e non genetici, cosa per cui io troverei più senso perché ce li ho dall'asilo.

"Un medico mi ha detto che i farmaci colpiscono i sintomi e ti mettono in condizione di affrontare la psicoterapia.
Ok, ma allora ciò significa che tutti i problemi psichiatrici sono di causa ambientale e non genetici?"

Un medico mi ha detto che lui potrebbe prescrivere farmaci anche in 10 minuti perché apprendere la storia di un paziente non è compito di uno psichiatra, ma di uno psicoterapeuta; che i farmaci vanno a colpire i sintomi. Quindi, io ho pensato in maniera molto affrettata che ciò significasse che i farmaci curano solo i sintomi e non le cause, non capendo che magari le cause (se ci sono) non posso essere curate del tutto e/o che magari bisogna continuare ad assumere farmaci per sempre o per lungo tempo per stare meglio.

In parole brevi, quello che vorrei capire:

-Da cosa deriva il doc?


-I farmaci per il doc tappano solo i sintomi, modificano fin quando li prendi i meccanismi chimici del cervello, o sono di per sé curativi in maniera permanente fin quando li prendi o se li prendi per lungo tempo? Qual'e lo scopo di una terapia farmacologica per il doc?

Grazie per l'attenzione
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Il problema è che la terapia non compensa la sintomatologia per cui si spinge a fare domande che non hanno nessun senso logico.

Non può ragionare lei al posto di altre persone sulla strategia terapeutica che viene applicata.

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Si, è vero che molte cose scritte hanno poco senso, ma tra le righe o in quanto espressamente scritti, si possono cogliere i dubbi che ho. Io da paziente penso di avere il diritto di decidere quale terapia intraprendere: in questo caso, se prendere il massimo di Antidepressivo o se contenermi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
I dubbi che ha sono sopra le righe, altro che tra le righe. Sono la prima cosa che si nota. Ma non ha la visione della cosa, infatti pensa che il problema sia avere risposte chiare ed esaustive a tutte le domande che le viene di porre. No, questo è il meccanismo del dubbio patologico. E' il sintomo e il meccanismo con cui peggiora, non una soluzione che la porta da qualche parte.

Dr.Matteo Pacini
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Io ho seguito cure per molto tempo senza farmi troppe domande e mi ritrovo oggi sempre al punto di partenza. Non voglio polemizzare del tutto contro voi medici, perché di colpe ne ho anche mio nel non essermi auto-valutato abbastanza e nel non aver riferito bene; ma io prendevo questi multiforme cocktail di farmaci che, tra i tanti effetti collaterali spiacevoli, per quanto mi riguarda a livello cognitivo, mi calmavano alcuni degli aspetti più evidenti e invasivi dell'ossessività e compulsività ma non mi risolvevano completamente la situazione.

Ripeto, non sono polemico. Perciò ora vorrei perdere il minor tempo possibile e navigare in maniera corretta. Per questo vi chiedo queste cose, le chiederò presto al mio attuale curante:

-Io ho sempre sofferto di doc grave ed invasivo dai primi anni delle elementari, me la sono sempre visto da solo nel gestirli, ma risolvevo una cosa e ne usciva un'altra, e le nuove manifestazioni erano sempre dietro l'angolo. Ultimamente avevo questa ossessione che dovevo contare continuamente fino a un tot altrimenti mi succedevano cose terribili (era molto più complessa di così), ora ho risolto quasi completamente. Per cui chiedo: con la consapevolezza e lucidità che ho ora, potrei magari con il giusto percorso di terapia risolvere il problema senza l'uso di farmaci o senza un uso invasivo e rischioso?

So che non è facile rispondere in maniera chiara e definitiva, però apprezzerei un tentativo, presupposto che alla fine la parola finale sarà del mio curante. Grazie per l'attenzione
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Non so se la risposta le piace, ma vede, queste domande si moltiplicano all'infinito. Sembrano dei punti di arrivo di un ragionamento da cui dipende chissà quale conclusione, ma in realtà sono semplicemente degli "sformati". Si prendono i dati che si hanno, e si rivoltano facendoli diventare una domanda. Praticamente uno si chiede se può essere come ha capito che non può essere in base alle informazioni che ha.
In più, spesso sono domande parziali.
Comunque, la consapevolezza non ha a che vedere con lo star meglio. Certo, con l'evitare errori derivati dalla non consapevolezza. In alcuni casi è anche molto importante, perché permette di convivere e arginare un disturbo senza impegnarsi in interventi che in realtà sono sbagliati o sono nient'altro che i sintomi scambiati per meccanismi di risoluzione.
Però tolto questo, per curare non basta essere consapevoli. A volte si è consapevoli solo perché si sta meglio, e stando peggio si perde la consapevolezza.

Dr.Matteo Pacini
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