Buona sera dottori, vorrei sottoporvi il caso della mia compagna reclusa con borderline

Sono 20 mesi che io e la mia compagna lei 36 anni io 54, dicevo conviviamo, però a causa di un reato in cui il suo ex fidanzato l'ha incastrata (rapina con coltello) nel mese di giugno 2022, noi abbiamo iniziato la nostra convivenza il 17/03/2023 e il 12 luglio 23 è stata tradotta in prigione per prevenzione dalla reiterazione del reato (alquanto ridicolo visto che era incensurata e che in tutto il periodo antecedente dopo il reato ha condotto una vita regolare e pulita, il 28/11/2023 è stata messa agli arresti domiciliari e durante questo periodo di detenzione, il suo avvocato e la mamma o mi hanno fatto accedere ai colloqui, per ammissione della mia compagna si era appoggiata ad una detenuta, con diciamo una forma affettiva più intima ma nulla di più, poi il mese Di dicembre ca.
Abbiamo convissuto in casa della madre, e a gennaio 2024 è stata portata dalla madre in una comunità vicino Piacenza, io sono riuscito a riportarla a casa e trasferire il suo domicilio da me, però il 17 febbraio 2024 è stata tradotta in carcere perchè divenuta definitiva, ho fatto tutti i colloqui e l'ho trattata come una regina, ma il 07 novembre scorso mi ha lasciato e mi ha detto che si è messa con una detenuta cacciandomi un po' malemente a fine colloquio, con modi tipici della sua patologia, il 14 novembre altro colloquio sempre con la presenza della madre per fare in modo che non andasse via vedendomi, ora io con il nostro legale abbiamo l'istanza in fissazione di camera di consiglio per la detenzione domiciliare a casa nostra con i lavorativi, e sono andato al colloquio proprio per farle capire che non si possono fare modifiche ora perchè sarebbe quasi un anno di lavoro gettato, io ovviamente sono stato molto distensivo verso di lei e l'ho anche rassicurata che non è colpa sua se mi ha lasciato ma della malattia, e poi le ho chiesto visto che io le ho fatto e faccio tutt'ora tutto per lei spese legali e mantenimento in carcere di lasciare le cose come stanno e poi dopo uscita di lì faremo il cambio di domicilio, nell'ultimo colloquio ci sono stati due momenti in cui ho percepito un suo amore per me, il suo singhiozzo particolare che ha solo quando è con me e l'abbraccio con delle parole molto dolci e di comprensione per il suo stato l'ho vista andare via un filino più distesa...ma vorrei avere un parere da voi specialisti...come possiamo tornare insieme ed io aiutarla in un percorso terapeutico serio, il no contact ora mi può aiutare??
O posso fare altro??
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Un caregiver coinvolto affettivamente con una persona borderline distrugge se stesso e non aiuta l'altra persona, per curare ci vuole la distanza giusta. Sottrarre questa donna a una comunità, dove avrebbe avuto la possibilità di un percorso terapeutico adeguato, secondo me è stato un grosso errore.

Franca Scapellato

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Utente
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Buona sera dott.ssa scapellato, dalla comunità che era solo per la tossicodipendenza, di cui non aveva più il bisogno, l'ho portata via perchè una volta che la sua condanna sarebbe divenuta definitiva, avrebbero tradotto la mia compagna in un carcere del nord, e non qui a roma dove viviamo, le lascio immaginare come il trauma per lei sarebbe stato peggiore, visto poi le difficoltà per i colloqui e qualsiasi cosa di cui potesse avere bisogno, e le premetto che questo mio gesto è stato fatto in accordo con la nostra nuova legale, io dal 15 di novembre stò applicando il no contact, anche se il 14 sono stato al colloquio insieme alla mamma e con molta attenzione, delicatezza e comprensione per la sua scelta di lasciarmi e mettersi con una detenuta, posso dire che ci sono stati due momenti in cui cui lei ha avuto un momento di rassicurazione da parte mia e anche il saluto alla fine invece di una stretta di mano, è stato un abbraccio mentre io la rassicuravo sul fatto che non la giudico e che io lotto e lotterò per farla uscire da lì e farla stare bene.....l'ho vista mentre andava via con un viso più rilassato e un piccolo sorriso, consideri che prima di iniziare questa nuova storia, mi ha lasciato il 7 novembre, e credo che abbia fatto così perchè sono riuscito in tutto questo tempo a fare breccia nel suo cuore, per questo continuo a lottare per lei....e forse la riavrò!!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"mi ha lasciato il 7 novembre, e credo che abbia fatto così perchè sono riuscito in tutto questo tempo a fare breccia nel suo cuore, per questo continuo a lottare per lei....e forse la riavrò!!"

Concordo con la collega, Lei non so se si rende conto, ma questa chiusura è decisamente inquietante. Occuparsi di una persona rispetto al suo problema non ha niente a che vedere con questo, questo è solo una persona emotivamente coinvolta con un proprio progetto, che corre il serio rischio di non rapportarsi ad un caso (come caregiver) né ad una persona (come realtà umana e comportamentale), ma con un'idea non aderente alla realtà dei fatti.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
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Buonasera dott.r Pacini, mi rendo conto e con cognizione di causa, infatti prima di diventare definitiva la pena della mia compagna, la stavo seguendo di persona con gli specialisti nel luogo dove viviamo insieme, e i risultati erano assai buoni, il problema è che nel penitenziario non è seguita da un equipe, anzi con la terapia decide lei non gli specialisti, l'unica salvezza per lei è che ci fissino al più presto la camera di consiglio dal tribunale di sorveglianza, così una volta a casa nostra posso farle riprendere il percorso terapeutico seriamente, ed io la porterò e sosterrò per tutto il percorso anche se sarà lungo e impegnativo, non credo che questo sia un errore, ora in prigione è persa in un mondo che non è la realtà ma un vero inferno per lei.