Potrebbe trattarsi di una forma depressiva?
Ho 25 anni e convivo ormai da 4 anni con un uomo più grande di me, divorziato con due figli adolescenti.
La situazione non è mai stata semplice perchè non sono mai riuscita pienamente ad adattarmi alla sua vita, anche a causa del fatto che molto spesso aveva impegni con i figli a cui io non potevo partecipare a causa della ex moglie e questo mi procurava senso di inadeguatezza e mi faceva sentire sbagliata.
Abbiamo discusso molto spesso e ancora oggi a distanza di 4 anni abbiamo discussioni molto pesanti in cui io soffro di forti crisi di pianto e in quel momento mi sento come scollegata dal mondo.
Entro in uno stato di colpevolezza verso i miei confronti per il fatto di non riuscire a smettere di stare male e questo crea un circolo vizioso nella mia testa che mi distrugge.
Mi sento inutile, estremamente triste e per niente fiduciosa nel mio futuro.
Il dolore continua anche il giorno successivo, magari anche dopo aver fatto pace.
Questo stato di perenne malessere mi distrugge facendomi passare la voglia di fare ogni cosa.
Non mi succede solo con lui, perchè già in passato ne ho sofferto..., magari più lievemente, ma ricordo di non essere mai stata serena.
Ho perso mia madre di tumore quando avevo 18 anni, non so se questo può influire.
Sicuramente mi ha segnata in qualche modo, ma continuo a pensare che il mio malessere sia colpa mia.
Quando sto bene, nei periodi in cui sono tranquilla, io non riesco a descrivere con esattezza quello che ho provato durante una crisi.
La mia mente si svuota e non ricorda più i dettagli di ciò che ho provato.
Più di una volta mi sono sentita triste da non riuscire ad andare a lavoro e non so come gestire questo mio terrore del tempo che passa e il perenne senso di colpa per lo sprecare il tempo sentendomi in questo stato.
Ho paura di non riuscire a vedere serenamente la vita e di continuare ad autopunirmi in questo modo
La situazione non è mai stata semplice perchè non sono mai riuscita pienamente ad adattarmi alla sua vita, anche a causa del fatto che molto spesso aveva impegni con i figli a cui io non potevo partecipare a causa della ex moglie e questo mi procurava senso di inadeguatezza e mi faceva sentire sbagliata.
Abbiamo discusso molto spesso e ancora oggi a distanza di 4 anni abbiamo discussioni molto pesanti in cui io soffro di forti crisi di pianto e in quel momento mi sento come scollegata dal mondo.
Entro in uno stato di colpevolezza verso i miei confronti per il fatto di non riuscire a smettere di stare male e questo crea un circolo vizioso nella mia testa che mi distrugge.
Mi sento inutile, estremamente triste e per niente fiduciosa nel mio futuro.
Il dolore continua anche il giorno successivo, magari anche dopo aver fatto pace.
Questo stato di perenne malessere mi distrugge facendomi passare la voglia di fare ogni cosa.
Non mi succede solo con lui, perchè già in passato ne ho sofferto..., magari più lievemente, ma ricordo di non essere mai stata serena.
Ho perso mia madre di tumore quando avevo 18 anni, non so se questo può influire.
Sicuramente mi ha segnata in qualche modo, ma continuo a pensare che il mio malessere sia colpa mia.
Quando sto bene, nei periodi in cui sono tranquilla, io non riesco a descrivere con esattezza quello che ho provato durante una crisi.
La mia mente si svuota e non ricorda più i dettagli di ciò che ho provato.
Più di una volta mi sono sentita triste da non riuscire ad andare a lavoro e non so come gestire questo mio terrore del tempo che passa e il perenne senso di colpa per lo sprecare il tempo sentendomi in questo stato.
Ho paura di non riuscire a vedere serenamente la vita e di continuare ad autopunirmi in questo modo
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Mi sembra che l'eccesso di emotività e il rimuginio depressivo abbiano molta responsabilità sul suo stato d'animo e sul comportamento. Sarebbe opportuna una visita specialistica, per una diagnosi e soprattutto per valutare le opzioni di trattamento.
Franca Scapellato
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 166 visite dal 14/11/2024.
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