Farmaci disturbo personalità
Buongiorno.
Scrivo per mio fratello, in cura da quando ho memoria.
Invecchiando (adesso ha 60 anni) la sua condizione è andata peggiorando, ha perso negli anni quasi tutti i suoi interessi ed il suo buon carattere; il suo rimuginio, presente da anni, è diventato piano piano pressochè costante.
Negli ultimi mesi la situazione sembra essere su di un piano inclinato: rammenta costantemente, quotidianamente, torti o presunti torti subiti anche decenni fa e costringe l'interlocutore (segnatamente me o mia mamma anziana ed invalida) ad ascoltarlo all'infinito senza possibilità di replicare o tentare di calmarlo o distrarlo o consigliarlo o dire la nostra.
Inoltre a tutto ciò si è unita una rabbia ingravescente, un rancore continuo, una irrazionalità mai stata così marcata, una prepotenza verbale mai avuta prima, una costante negazione dell'evidenza, una distorsione della realtà nuova, una altrettanto nuova totale mancanza di empatia nei confronti di chiunque (inutile dirgli che sto male, che non posso ricevere continuamente tonnellate di rancore sempre uguale a se stesso, che ho i miei problemi: non gliene importa nulla e lo dice chiaramente.
Anzi, spesso mostra compiacimento nel conoscere le difficoltà altrui, tutte secondo lui strameritate).
Ha costantemente il fiato corto dall'ansia che lo divora.
Cambia da sempre psichiatri in continuazione, tutti mollati dopo poco perchè rei di aver fatto cose GRAVISSIME (?) nei suoi riguardi.
La terapia che assume adesso è Lamictal, Carbolithium, Felison, Alprazolam, Lorazepam Dorom.
Diagnosi: disturbo di ansia generalizzato (una volta mi accennò anche al bipolarismo, ma sono cose riportate da lui).
Nulla mi leva dalla testa, nella mia ignoranza, che qualcuno di questi farmaci sia incompatibile con il suo malessere e che anzi, abbia l'effetto di aggravare i sintomi di cui parlo sopra.
A me pare che presenti tutte le caratteristiche del disturbo paranoide di personalità ma, senza ovviamente la pretesa di porre diagnosi, mi chiedo se fra i farmaci elencati sopra ce ne possa essere uno incompatibile con tale disturbo.
Perchè davvero non mi spiego un peggioramento così repentino e tangibile.
D'altronde non posso neppure contare su un aggiustamento di terapia scaturito dal medico, perchè lui ammette chiaramente di non fidarsi più degli psichiatri, tutti delinquenti in massa, e di dire bugie durante le sedute dove va solo per prescrizione farmaci ("perchè ormai ho iniziato e sono costretto"), ma senza nessuna consapevolezza del problema e della necessità di essere aiutato.
Non so se è il caso che vada io stessa a segnalare la cosa allo psichiatra di turno, consapevole però che dopo due settimane può non essere più lui che lo ha in cura.
Vive con mia mamma anziana ed invalida: vorrei almeno preservare la di lei serenità in questi ultimi momenti della sua vita.
Quello che sarà di lui, di noi dopo, non ho idea.
Scrivo per mio fratello, in cura da quando ho memoria.
Invecchiando (adesso ha 60 anni) la sua condizione è andata peggiorando, ha perso negli anni quasi tutti i suoi interessi ed il suo buon carattere; il suo rimuginio, presente da anni, è diventato piano piano pressochè costante.
Negli ultimi mesi la situazione sembra essere su di un piano inclinato: rammenta costantemente, quotidianamente, torti o presunti torti subiti anche decenni fa e costringe l'interlocutore (segnatamente me o mia mamma anziana ed invalida) ad ascoltarlo all'infinito senza possibilità di replicare o tentare di calmarlo o distrarlo o consigliarlo o dire la nostra.
Inoltre a tutto ciò si è unita una rabbia ingravescente, un rancore continuo, una irrazionalità mai stata così marcata, una prepotenza verbale mai avuta prima, una costante negazione dell'evidenza, una distorsione della realtà nuova, una altrettanto nuova totale mancanza di empatia nei confronti di chiunque (inutile dirgli che sto male, che non posso ricevere continuamente tonnellate di rancore sempre uguale a se stesso, che ho i miei problemi: non gliene importa nulla e lo dice chiaramente.
Anzi, spesso mostra compiacimento nel conoscere le difficoltà altrui, tutte secondo lui strameritate).
Ha costantemente il fiato corto dall'ansia che lo divora.
Cambia da sempre psichiatri in continuazione, tutti mollati dopo poco perchè rei di aver fatto cose GRAVISSIME (?) nei suoi riguardi.
La terapia che assume adesso è Lamictal, Carbolithium, Felison, Alprazolam, Lorazepam Dorom.
Diagnosi: disturbo di ansia generalizzato (una volta mi accennò anche al bipolarismo, ma sono cose riportate da lui).
Nulla mi leva dalla testa, nella mia ignoranza, che qualcuno di questi farmaci sia incompatibile con il suo malessere e che anzi, abbia l'effetto di aggravare i sintomi di cui parlo sopra.
A me pare che presenti tutte le caratteristiche del disturbo paranoide di personalità ma, senza ovviamente la pretesa di porre diagnosi, mi chiedo se fra i farmaci elencati sopra ce ne possa essere uno incompatibile con tale disturbo.
Perchè davvero non mi spiego un peggioramento così repentino e tangibile.
D'altronde non posso neppure contare su un aggiustamento di terapia scaturito dal medico, perchè lui ammette chiaramente di non fidarsi più degli psichiatri, tutti delinquenti in massa, e di dire bugie durante le sedute dove va solo per prescrizione farmaci ("perchè ormai ho iniziato e sono costretto"), ma senza nessuna consapevolezza del problema e della necessità di essere aiutato.
Non so se è il caso che vada io stessa a segnalare la cosa allo psichiatra di turno, consapevole però che dopo due settimane può non essere più lui che lo ha in cura.
Vive con mia mamma anziana ed invalida: vorrei almeno preservare la di lei serenità in questi ultimi momenti della sua vita.
Quello che sarà di lui, di noi dopo, non ho idea.
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Buonasera, una diagnosi purtroppo a distanza non si può effettuare ma da quel che ho letto un rimaneggiamento della terapia mi pare indispensabile in quanto suo fratello assume fin troppe benzodiazepine che possono non solo peggiorare l'ansia nel lungo termine ma anche discontrollare gli impulsi. Consiglio sicuramente un'altra valutazione da parte di uno specialista per modificare la terapia sebbene risulti difficile garantire una continuità terapeutica data la diffidenza di suo fratello.
Cordiali Saluti
Dr. Gabriele Pistolesi
Cordiali Saluti
Dr. Gabriele Pistolesi
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3 visite dal 12/11/2024.
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