Caos diagnosi disturbo di personalità
Gentili dottori,
Mi scuso per il disturbo, ma avrei bisogno di comprendere meglio una diagnosi che mi è stata fatta, poiché mi sembra non rispecchi pienamente la realtà.
Premetto di essere un ottimo studente universitario, laureato a pieni voti e generalmente ben integrato in ambiente accademico.
Da 4 anni sono in cura presso il CSM della mia città, dove mi è stato diagnosticato un disturbo del cluster A (che varia tra schizotipico e schizoide) e un disturbo psicotico esordiente.
Non comprendo il motivo per cui, una volta interrotto l’uso di alcolici e oppiacei su prescrizione, i sintomi psicotici siano scomparsi e poi non erano psicosi disorganizzate erano basate su fatti ed esperienze reali.
Ho vissuto una vita segnata da traumi e microtraumi che mi hanno condizionato profondamente: violenze psicologiche in famiglia da parte di un padre autoritario, bullismo da parte di alcuni insegnanti e compagni più grandi, l’abbandono traumatico dell'attività sportiva agonistica e un grave incidente stradale.
Ho molti interessi e mi dedico a varie attività, ma spesso le interrompo perché mi annoiano rapidamente.
Soffro di frequenti sbalzi d’umore, alternando stati di umore elevato a momenti di disforia, spesso accompagnati da attacchi di rabbia.
A volte, inizio delle amicizie idealizzando l’altra persona, per poi arrivare a disprezzarla se non si scusa per ciò che ha detto o fatto, che mi ha irritato.
Capita che mi abbuffi e poi vomiti, e faccio molta attività sportiva fino allo sfinimento per compensare.
Odio la solitudine e ho paura di essere abbandonato dagli amici; la noia e la solitudine spesso si intrecciano e mi causano grande frustrazione.
Fino ai vent’anni ho avuto una vita sessuale piuttosto attiva, ma poi ho iniziato a ritirarmi, bloccandomi a un certo punto nelle relazioni intime.
Sto ancora cercando di capire il motivo di questo blocco, forse legato ai traumi infantili che ho tentato di dimenticare a lungo, ma che sono emersi in terapia di recente.
Tra le terapie che ho seguito, la terapia cognitivo-comportamentale e la dialettico-comportamentale mi hanno giovato di più.
Gli stabilizzatori dell’umore, come la lamotrigina, mi hanno aiutato, ma in modo limitato.
Gli antipsicotici e gli SSRI, invece, mi hanno causato problemi: l’olanzapina mi ha fatto ingrassare, l’aripiprazolo (Abilify) mi ha causato insonnia e nausea, e la sertralina (Zoloft) mi ha provocato una disfunzione erettile, motivo per cui è stata sospesa dopo un mese.
Questo effetto collaterale è sparito solo dopo diverso tempo.
Le benzodiazepine sono state usate solo in caso di bisogno sommistrate dal personale sanitario per rischio di abuso.
Alla luce di questo quadro, non comprendo perché mi sia stata assegnata una diagnosi del cluster A, come schizotipico, dato che non ho pensieri eccentrici o disorganizzati e le mie facoltà mentali sono intatte.
Non sarebbe più corretto considerare una diagnosi nel cluster B dei disturbi di personalità?
Mi scuso per il disturbo, ma avrei bisogno di comprendere meglio una diagnosi che mi è stata fatta, poiché mi sembra non rispecchi pienamente la realtà.
Premetto di essere un ottimo studente universitario, laureato a pieni voti e generalmente ben integrato in ambiente accademico.
Da 4 anni sono in cura presso il CSM della mia città, dove mi è stato diagnosticato un disturbo del cluster A (che varia tra schizotipico e schizoide) e un disturbo psicotico esordiente.
Non comprendo il motivo per cui, una volta interrotto l’uso di alcolici e oppiacei su prescrizione, i sintomi psicotici siano scomparsi e poi non erano psicosi disorganizzate erano basate su fatti ed esperienze reali.
Ho vissuto una vita segnata da traumi e microtraumi che mi hanno condizionato profondamente: violenze psicologiche in famiglia da parte di un padre autoritario, bullismo da parte di alcuni insegnanti e compagni più grandi, l’abbandono traumatico dell'attività sportiva agonistica e un grave incidente stradale.
Ho molti interessi e mi dedico a varie attività, ma spesso le interrompo perché mi annoiano rapidamente.
Soffro di frequenti sbalzi d’umore, alternando stati di umore elevato a momenti di disforia, spesso accompagnati da attacchi di rabbia.
A volte, inizio delle amicizie idealizzando l’altra persona, per poi arrivare a disprezzarla se non si scusa per ciò che ha detto o fatto, che mi ha irritato.
Capita che mi abbuffi e poi vomiti, e faccio molta attività sportiva fino allo sfinimento per compensare.
Odio la solitudine e ho paura di essere abbandonato dagli amici; la noia e la solitudine spesso si intrecciano e mi causano grande frustrazione.
Fino ai vent’anni ho avuto una vita sessuale piuttosto attiva, ma poi ho iniziato a ritirarmi, bloccandomi a un certo punto nelle relazioni intime.
Sto ancora cercando di capire il motivo di questo blocco, forse legato ai traumi infantili che ho tentato di dimenticare a lungo, ma che sono emersi in terapia di recente.
Tra le terapie che ho seguito, la terapia cognitivo-comportamentale e la dialettico-comportamentale mi hanno giovato di più.
Gli stabilizzatori dell’umore, come la lamotrigina, mi hanno aiutato, ma in modo limitato.
Gli antipsicotici e gli SSRI, invece, mi hanno causato problemi: l’olanzapina mi ha fatto ingrassare, l’aripiprazolo (Abilify) mi ha causato insonnia e nausea, e la sertralina (Zoloft) mi ha provocato una disfunzione erettile, motivo per cui è stata sospesa dopo un mese.
Questo effetto collaterale è sparito solo dopo diverso tempo.
Le benzodiazepine sono state usate solo in caso di bisogno sommistrate dal personale sanitario per rischio di abuso.
Alla luce di questo quadro, non comprendo perché mi sia stata assegnata una diagnosi del cluster A, come schizotipico, dato che non ho pensieri eccentrici o disorganizzati e le mie facoltà mentali sono intatte.
Non sarebbe più corretto considerare una diagnosi nel cluster B dei disturbi di personalità?
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La diagnosi è caratteristica di chi la visita direttamente.
Nella fattispecie un inquadramento in uno o nell’altro cluster non dovrebbe essere significativo se non solamente utile per l’utilizzo di un trattamento terapeutico più indicato.
Nella fattispecie un inquadramento in uno o nell’altro cluster non dovrebbe essere significativo se non solamente utile per l’utilizzo di un trattamento terapeutico più indicato.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Gentile dottor Ruggiero,
Non riesco a comprendere l'inquadramento diagnostico che mi è stato assegnato. Non è vero che il cluster A e la schizofrenia presuppongono la presenza di pensiero disorganizzato e/o deliri bizzarri?
Non mi è chiaro quali criteri abbiano portato a questa diagnosi, tanto che ho deciso di rivolgermi nuovamente allo SPOI locale per rivederla. Al CSM, invece, non hanno mai preso in considerazione una rivalutazione della mia diagnosi.
Non riesco a comprendere l'inquadramento diagnostico che mi è stato assegnato. Non è vero che il cluster A e la schizofrenia presuppongono la presenza di pensiero disorganizzato e/o deliri bizzarri?
Non mi è chiaro quali criteri abbiano portato a questa diagnosi, tanto che ho deciso di rivolgermi nuovamente allo SPOI locale per rivederla. Al CSM, invece, non hanno mai preso in considerazione una rivalutazione della mia diagnosi.
[#3]
Deve chiedere a loro quali siano le motivazioni dietro la diagnosi, non si può sapere il ragionamento fatto sulla base del suo racconto on line.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#5]
"Alla luce di questo quadro, non comprendo perché mi sia stata assegnata una diagnosi del cluster A, come schizotipico, dato che non ho pensieri eccentrici o disorganizzati e le mie facoltà mentali sono intatte."
Questo però conta poco, perché se fosse proprio così, Lei affermerebbe ugualmente la stessa cosa.
Più che altro nel suo racconto non compaiono questi fatti o eventi rispetto a cui sarebbe stato individuato un pensiero delirante. Ne fa cenno, ma non li riporta.
Questo però conta poco, perché se fosse proprio così, Lei affermerebbe ugualmente la stessa cosa.
Più che altro nel suo racconto non compaiono questi fatti o eventi rispetto a cui sarebbe stato individuato un pensiero delirante. Ne fa cenno, ma non li riporta.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#6]
Utente
Gentile Dottore Pacini,
A questo punto credo che abbiano interpretato come delirante paranoico il racconto in cui spiegavo che, durante il lockdown, quando uscivo per portare fuori il cane, venivo puntualmente fermato dalle forze dell'ordine. Pensavo che fossero i vicini particolarmente solerti e invidiosi a chiamarli. Lo stesso mi accadeva quando uscivo per fare un breve giro in bici davanti a casa alle 6 del mattino: li trovavo ad aspettarmi in cima alla salita. Ho sempre aggiunto, però, che magari stavano semplicemente facendo la ronda.
Dottore, i disturbi del cluster A, che sono legati alla schizofrenia, non prevedono un ritiro sociale e, a causa del pensiero disorganizzato, anche difficoltà accademiche? Certo in materie particolarmente noiose e ripetitive, ho qualche difficoltà ma solamente perché mi annoiano e non le studio volentieri.
A questo punto credo che abbiano interpretato come delirante paranoico il racconto in cui spiegavo che, durante il lockdown, quando uscivo per portare fuori il cane, venivo puntualmente fermato dalle forze dell'ordine. Pensavo che fossero i vicini particolarmente solerti e invidiosi a chiamarli. Lo stesso mi accadeva quando uscivo per fare un breve giro in bici davanti a casa alle 6 del mattino: li trovavo ad aspettarmi in cima alla salita. Ho sempre aggiunto, però, che magari stavano semplicemente facendo la ronda.
Dottore, i disturbi del cluster A, che sono legati alla schizofrenia, non prevedono un ritiro sociale e, a causa del pensiero disorganizzato, anche difficoltà accademiche? Certo in materie particolarmente noiose e ripetitive, ho qualche difficoltà ma solamente perché mi annoiano e non le studio volentieri.
[#7]
I disturbi di personalità A però non sono la schizofrenia e quindi possono consentire un adattamento parziale, o settoriale, specie quando non è necessario fare vita sociale, come per prendere una laurea.
La terapia non chiarisce perché ha indicazioni tra loro diverse. Però mi viene da chiedere: non essendo d'accordo sulla diagnosi e sull'interpretazione data di alcuni racconti, Lei però decide di curarsi secondo questa diagnosi, o ha chiesto anche secondi pareri ?
La terapia non chiarisce perché ha indicazioni tra loro diverse. Però mi viene da chiedere: non essendo d'accordo sulla diagnosi e sull'interpretazione data di alcuni racconti, Lei però decide di curarsi secondo questa diagnosi, o ha chiesto anche secondi pareri ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#8]
Utente
Gentile dottor Pacini,
dal CSM dove ero in cura, sono ora in regime di day-hospital presso l'ospedale della mia città. A seguito di una giornata di forte stress emotivo dovuto a violenze subite, ho minacciato gesti autolesivi. Da quello che ho capito, sembra ci sia stata una diagnosi errata, e da settimane mi stanno sottoponendo a diversi test psicologici.
Di tutti i trattamenti ricevuti in questi anni, da quando sono entrato in contatto con il CSM, la terapia che mi ha dato i migliori risultati è stata la cognitivo-comportamentale, che avevo iniziato privatamente ma interrotto per mancanza di fondi. Successivamente, è stata sostituita dalla terapia sistemico-relazionale offerta dal CSM, ma non ho ottenuto risultati soddisfacenti. Deluso dagli scarsi progressi, sono tornato al terapeuta privato, grazie al quale avevo riscontrato notevoli miglioramenti.
Con la mia domanda iniziale, volevo capire quali comportamenti possano aver portato a una diagnosi di schizotipia, considerando che sono perfettamente integrato all'università, ho diversi amici con cui esco regolarmente e tranquillamente, nonostante il disappunto di casa riguardo alle mie uscite serali con commenti del tipo: certo che i miei fratelli studiavano più di te. Oppure guarda tuo fratello lui si che è perfetto, ha deciso di andare a lavorare e formare una famiglia mentre tu sei ancora a studiare.
Sono consapevole che su internet sia difficile ottenere chiarezza sui criteri diagnostici applicati, tuttavia speravo di trovare un aiuto, dato che non mi occupo di salute mentale ma di lingue e letteratura. Grazie mille ancora per l'aiuto ricevuto.
dal CSM dove ero in cura, sono ora in regime di day-hospital presso l'ospedale della mia città. A seguito di una giornata di forte stress emotivo dovuto a violenze subite, ho minacciato gesti autolesivi. Da quello che ho capito, sembra ci sia stata una diagnosi errata, e da settimane mi stanno sottoponendo a diversi test psicologici.
Di tutti i trattamenti ricevuti in questi anni, da quando sono entrato in contatto con il CSM, la terapia che mi ha dato i migliori risultati è stata la cognitivo-comportamentale, che avevo iniziato privatamente ma interrotto per mancanza di fondi. Successivamente, è stata sostituita dalla terapia sistemico-relazionale offerta dal CSM, ma non ho ottenuto risultati soddisfacenti. Deluso dagli scarsi progressi, sono tornato al terapeuta privato, grazie al quale avevo riscontrato notevoli miglioramenti.
Con la mia domanda iniziale, volevo capire quali comportamenti possano aver portato a una diagnosi di schizotipia, considerando che sono perfettamente integrato all'università, ho diversi amici con cui esco regolarmente e tranquillamente, nonostante il disappunto di casa riguardo alle mie uscite serali con commenti del tipo: certo che i miei fratelli studiavano più di te. Oppure guarda tuo fratello lui si che è perfetto, ha deciso di andare a lavorare e formare una famiglia mentre tu sei ancora a studiare.
Sono consapevole che su internet sia difficile ottenere chiarezza sui criteri diagnostici applicati, tuttavia speravo di trovare un aiuto, dato che non mi occupo di salute mentale ma di lingue e letteratura. Grazie mille ancora per l'aiuto ricevuto.
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Come diceva già il collega, cosa ha portato qualcuno a fare una diagnosi potremmo ipotizzarlo ma non avrebbe alcun costrutto. Ma Lei può chiederlo, comunque, oppure chiedere un secondo parere. Le diagnosi sono pareri, finché non siamo in un contesto legale, non comportano niente, sono modificabili e aggiornabili.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#10]
Utente
Gentile Dottor Pacini,
La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato. A questo punto, se entrambi i pareri quello del CSM e quello del Day Hospital psichiatrico concordano, accetterò la diagnosi di schizotipia. Non credo che cercherò un terzo parere.
Tuttavia, trovo sorprendente che la schizotipia venga considerata una predisposizione alla schizofrenia, soprattutto dato che ho una buona rete di amici, un buon rendimento accademico e non presento pensieri deliranti. A questo punto, forse è possibile essere schizotipici e avere comunque un buon funzionamento sociale e scolastico, anche se non si trovano molti articoli su questo aspetto nelle banche dati. Potessi leggerne qualcuno, sarebbe confortante.
La ringrazio nuovamente per l'attenzione.
La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato. A questo punto, se entrambi i pareri quello del CSM e quello del Day Hospital psichiatrico concordano, accetterò la diagnosi di schizotipia. Non credo che cercherò un terzo parere.
Tuttavia, trovo sorprendente che la schizotipia venga considerata una predisposizione alla schizofrenia, soprattutto dato che ho una buona rete di amici, un buon rendimento accademico e non presento pensieri deliranti. A questo punto, forse è possibile essere schizotipici e avere comunque un buon funzionamento sociale e scolastico, anche se non si trovano molti articoli su questo aspetto nelle banche dati. Potessi leggerne qualcuno, sarebbe confortante.
La ringrazio nuovamente per l'attenzione.
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Si informi bene di cosa si intende e discuta pure i suoi dubbi. Non è che deve accettare come se si trattasse di qualcosa che le vendono. E' una definizione: non le torna ? La discuta, i medici sono appositamente lì. In effetti, la sua descrizione della situazione ha degli elementi che possono tornare poco con quel tipo di personalità. Infatti c'è chi non individua la psicosi come personalità ma come un episodio. Per cui, in quel caso già la cosa per esempio tornerebbe di più così stando a questa descrizione. Ma capita che le persone non descrivano degli elementi che invece sono presenti perché non ne sono consapevoli, ma gli altri li vedano o si capiscano dai comportamenti.
Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 625 visite dal 29/09/2024.
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