La malattia si è ripresentata pesantemente come le altre volte

Gentili dottori, dono una donna di 50 anni, dieci anni fa ho cominciato a soffrire di depressione associata ad ansia (*), tali da condurmi a chiedere aiuto al CSM della mia zona (abito a Roma). La cura prescritta è stata sempre con antidepressivi (la prima volta Anafranil, in seguito SSRI). Le crisi si sono manifestate circa ogni 2-3 anni, sempre in inverno o in estate, anche in concomitanza con cambiamenti nella mia vita (trasloco, posto di lavoro, scelta di convivenza). I farmaci hannno sempre dato buon risultato dopo un mese circa, ma la totale ripresa è stata sempre molto lenta. La penultima crisi è iniziata nell'inverno 2006, sono stata in cura con Entact 20mg e Sereupin 20 mg/die per un anno, poi lo psichiatra ha ridotto la dose della metà per circa un anno e mezzo ed in seguito, riducendo progressivamente, ha sospeso la terapia nel dicembre 2008. Nel contempo sono stata in cura presso uno psicologo del CSM per 2 anni e mezzo. Senza terapia sono stata serena sino a giugno di quest'anno, quando la malattia si è ripresentata pesantemente come le altre volte. Sono da due mesi di nuovo in cura con Entact 20mg e Sereupin 20mg: dopo un mese l'umore è risalito e ho ripreso con calma il lavoro e le semplici attività della giornata. A breve ricomincerò anche gli incontri con lo stesso psicologo. Ancora la piena volontà nel fare, nell'avere una vita relazionale con l'esterno, di provare piacere o interesse in qualcosa non sono tornati, ma so che i miei tempi sono sempre lunghi e confido molto anche nell'aiuto dello psicologo . Sono in menopausa e, come mi ha informato lo psichiatra, la malattia può manifestarsi maggiormente, ma mi sento smarrita e mi chiedo se questa ricaduta così a breve termine sia stata causata dalla sospensione della terapia nel dicembre scorso. Tuttavia, pur avendo chiesto al medico, non ho avuto spiegazioni chiare, se non la ventilata ipotesi di ricorrere in seguito al litio (150 o 300 mg/die) come stabilizzatore dell'umore.
Giro pertanto a voi la domanda e, senza alcuna volontà di "autocurarmi", chiedo ancora: è possibile che la terapia "di mantenimento" con gli SSRI possa durare per molto tempo (e quindi anche in presenza di umore normale ) e che venga continuata per lunghi periodi o addirittura non si interrompa mai per evitare ricadute a breve termine ? E, nel caso, può essere d'aiuto in alternativa la terapia con litio, così come espressa dal medico?
(*) La diagnosi fatta dal mio psichiatra è di "Ciclotimia con propensione però all'umore depresso più che all'alternanza depressione/ euforia". Comunque io mi riconosco totalmente nei sintomi descritti per la depressione, così come li ho anche appresi dalle vostre esaurienti spiegazioni sul sito.
Ringraziandovi per l'attenzione, invio cordiali saluti.....e aspetto con fiducia.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
non mi è chiaro quanto è durata la terapia prima dell'ultimo (attuale)episodio e dopo quanto tempo dall'interruzione si sono manifestati i sintomi. Mi scusi ma devo aver fatto confusione.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Utente
Utente
Mi scuso, rileggendo mi sono accorta di avere sbagliato a computare il tempo!
Rispondo brevemente alla sua richiesta di chiarimenti.
La terapia prima dell'ultimo episodio è durata da gennaio 2006 sino al dicembre 2008 ( due anni).
La psicoterapia è durata da marzo 2006 a luglio 2008.
I sintomi si sono ripresentati tra giugno e luglio 2009, quindi dopo circa 6 mesi dalla sospensione della terapia.
Cordiali saluti.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
due anni di terapia sono considerati in genere sufficienti per tentare poi una sospensione. Episodi di ricaduta frequenti o a breve distanza possono essere indicazione per una terapia a lungo termine o per l'aggiunta di uno stabilizzante dell'umore(oltre al litio ne esistono altri). La decisione spetta sempre allo specialista di fiducia.
cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Se la diagnosi è ciclotimia la diagnosi non di malattia depressiva ma di disturbo bipolare. In questi casi è indicata una terapia preventiva delle ricadute, come ad esempio il "ventilato" litio. La cosa bizzarra è che con una diagnosi del genere e ripetuti episodi si sia soltanto "ventilato" l'impiego di una terapia specifica come questa.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Innanzitutto grazie per le risposte così tempestive.
Se possibile vorrei un chiarimento dal dott. Pacini. Da quel poco che conosco il disturbo bipolare è caratterizzato da fasi depressive alternate a fasi maniacali o euforiche.
Non capisco quindi come mi possa riconoscere in questo disturbo dato che le mie crisi depressive sono state sempre alternate a umore normale e mai agitato, maniacale o euforico. La mia vita, una volta superate le crisi, è del tutto serena, riesco a progettare cose del tutto sensate senza gettarmi a capofitto in imprese o attività eccessive o smisurate rispetto alle mie forze/capacità.
Quando il mio psichiatra ha espresso la diagnosi di " ciclotimia con propensione però all'umore depresso più che all'alternanza depressione/ euforia", non le nascondo che ho avuto qualche perplessità, che intendo comunque esprimere al medico.
Riguardo all'impiego di uno stabilizzante dell'umore, so che il litio, oltre alla potenziale tossicità, comporta un aumento di peso nel quale sinceramente non vorrei incorrere. Nulla togliendo alla terapia che comunque sceglierà il mio psichiatra, esistono altri farmaci stabilizzanti che non hanno tale inconveniente dal mio punto di vista?
Grazie ancora del vostro gentile consulto

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

La definizione di disturbo bipolare non prevede fasi euforiche, ma di eccitamento (euforia in una parte dei casi, non è la forma tipica) che possono anche non essere euforiche. L'instabilità dell'umore con alternanza di inibizione e eccitamento, qualunque sia l'umore in sé (che può anche sempre essere negativo o instabile) rientra nella diagnosi di ciclotimia, che è un sinonimo di bipolarismo. Si specifica con tendenza all'umore depresso ma la diagnosi resta quella.
Quindi resta valido il discorso di partenza. In queste forme, anni fa trattate con antidepressivi e basta, si è visto nel tempo che il solo trattamento con antidepressivi non era risolutivo, e in alcuni casi produceva una ciclicità ancora più rapida e problematica. Per questo ci si è "spostati" sull'approccio che mette in secondo piano l'umore prevalente e in primo piano il tipo biologico del disturbo, che si avvicina più al prototipo del disturbo bipolare II.
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Utente
Utente
Gentili dottori, vi sono molto grata per le esaurienti spiegazioni
Riguardo alla mia salute....nonostante l'inevitabile scoraggiamento dovuto a questa recente ricaduta, spero con fiducia di raggiungere con le giuste cure e la psicoterapia una qualità di vita migliore! Lo desidero molto.
Vi auguro buon lavoro, navigando in internet ho apprezzato molto il sito dove esprimete i vostri consulti.
Cordiali saluti