" oppure "e se mi mettessi a fare così con gli occhi
Egregi dottori,
ho un mio problema da sottoporvi (tento di fruire dunque della vostra gentilezza e disponibilità).
Son sempre, sin da piccolo, stato "ansioso", ma codesta mia "caratteristica" non mi è mai pesata particolarmente.
Da nove anni circa (non continuativamente)assumo degli ssri in quanto, nel tempo, quell'ansia andava ovviamente curata.
Ho assunto dapprima zoloft (a volte mezza compressa a volte intera), poi paroxetina (a volte mezza compressa a volte intera).
E' inutile negare che quando assumevo il farmaco stavo decisamente meglio.
Durante tutto ciò la mia vita è stata pressochè normale: ho fatto tante cose.
Durante tale percorso il mio atteggiamento è sempre stato quello di una persona comunque sensibile e attenta ai propri stati psichici: qualche volta m'è capitato di deprimermi, qualche volta mi sono imbattuto (e mi imbatto) in qualche momento di panico....
Ho sempre letto moltissimo su codesti argomenti e, sinceramente, non mi ha fatto molto bene.
L'anno scorso, dopo un periodo, di stress lavorativo e non(stavo peraltro anche dismettendo paroxetina), sono stato male.
Ho assunto (sempre ovviamente sotto guida psichiatrica)cipralex prima 10 poi 20 e nel giro di pochissimo tempo sono stato bene.
Specifico che m'ero depresso per via di alcuni miei problemi d'ordine psicologico inerenti una mia sorta di disagio esistenziale riguardante cose quali: famiglia, lavoro, casa, lavoro artistico (dato che sono anche pittore e regista oltre che geometra).
Ciò, ancora una volta, mi ha indotto a star male, con una "aggravante" però: cominciai ad auto-impormi delle paure del tipo: "e se cominciassi a fare dei tic?" Capii che la mia mente poteva fornirmi qualsivoglia motivazione per non consentirmi un rasserenamento (tant'è che mi capitava soprattutto quando stavo meglio).
Questa cosa ovviamente mi spaventò, ma col cipralex e della psicoterapia ne ho avuto padronanza.
Due mesi fa circa avevo dismesso cipralex perchè stavo bene, ma a causa degli stssi motivi di cui sopra sono stato male nello stesso modo: con delle fissazioni ridicole.
Questa volta non nascondo una maggiore tranquillità da parte mia: tant'è che non sono stato e non sto malissimo, dato che ho imparato a (ri)conoscere questo mio piccolo doc (tra l'altro il mio psichiatra non ritiene che si tratti di un disturbo ossessivo compulsivo).
Mi ha comunque (ri)prescritto cipralex 10 mg e lo sto prendendo da due settimane: sto abbastanza bene, ma di tanto in tanto (giusto per non lasciarmi tranquillo) questa mia fissazione viene a "disturbarmi" e mi da ovviamente fastidio: "e se mi mettessi a fare così col collo?" oppure "e se mi mettessi a fare così con gli occhi?".
Per provarmi a volto assecondo anche codesta "diavoleria", ma non è che mi senta ne meglio ne peggio.
La mia domanda è: secondo Voi, si potrà avere nuovamente ragione di questa "cosa" con la psicoterapia che sto facendo e col cipralex?
SalutoVi distintamente e mi scuso moltissimo per la prolissità.
Grazie.
ho un mio problema da sottoporvi (tento di fruire dunque della vostra gentilezza e disponibilità).
Son sempre, sin da piccolo, stato "ansioso", ma codesta mia "caratteristica" non mi è mai pesata particolarmente.
Da nove anni circa (non continuativamente)assumo degli ssri in quanto, nel tempo, quell'ansia andava ovviamente curata.
Ho assunto dapprima zoloft (a volte mezza compressa a volte intera), poi paroxetina (a volte mezza compressa a volte intera).
E' inutile negare che quando assumevo il farmaco stavo decisamente meglio.
Durante tutto ciò la mia vita è stata pressochè normale: ho fatto tante cose.
Durante tale percorso il mio atteggiamento è sempre stato quello di una persona comunque sensibile e attenta ai propri stati psichici: qualche volta m'è capitato di deprimermi, qualche volta mi sono imbattuto (e mi imbatto) in qualche momento di panico....
Ho sempre letto moltissimo su codesti argomenti e, sinceramente, non mi ha fatto molto bene.
L'anno scorso, dopo un periodo, di stress lavorativo e non(stavo peraltro anche dismettendo paroxetina), sono stato male.
Ho assunto (sempre ovviamente sotto guida psichiatrica)cipralex prima 10 poi 20 e nel giro di pochissimo tempo sono stato bene.
Specifico che m'ero depresso per via di alcuni miei problemi d'ordine psicologico inerenti una mia sorta di disagio esistenziale riguardante cose quali: famiglia, lavoro, casa, lavoro artistico (dato che sono anche pittore e regista oltre che geometra).
Ciò, ancora una volta, mi ha indotto a star male, con una "aggravante" però: cominciai ad auto-impormi delle paure del tipo: "e se cominciassi a fare dei tic?" Capii che la mia mente poteva fornirmi qualsivoglia motivazione per non consentirmi un rasserenamento (tant'è che mi capitava soprattutto quando stavo meglio).
Questa cosa ovviamente mi spaventò, ma col cipralex e della psicoterapia ne ho avuto padronanza.
Due mesi fa circa avevo dismesso cipralex perchè stavo bene, ma a causa degli stssi motivi di cui sopra sono stato male nello stesso modo: con delle fissazioni ridicole.
Questa volta non nascondo una maggiore tranquillità da parte mia: tant'è che non sono stato e non sto malissimo, dato che ho imparato a (ri)conoscere questo mio piccolo doc (tra l'altro il mio psichiatra non ritiene che si tratti di un disturbo ossessivo compulsivo).
Mi ha comunque (ri)prescritto cipralex 10 mg e lo sto prendendo da due settimane: sto abbastanza bene, ma di tanto in tanto (giusto per non lasciarmi tranquillo) questa mia fissazione viene a "disturbarmi" e mi da ovviamente fastidio: "e se mi mettessi a fare così col collo?" oppure "e se mi mettessi a fare così con gli occhi?".
Per provarmi a volto assecondo anche codesta "diavoleria", ma non è che mi senta ne meglio ne peggio.
La mia domanda è: secondo Voi, si potrà avere nuovamente ragione di questa "cosa" con la psicoterapia che sto facendo e col cipralex?
SalutoVi distintamente e mi scuso moltissimo per la prolissità.
Grazie.
[#1]
Caro Utente,
il cipralex è un ottimo farmaco, comunque lei stesso dice che generalmente quando prende gli antidepressivi sta meglio.
Quindi, credo che sia opportuno che lei continui una terapia farmacologica da non sospendere quando i sintomi scompaiono.
In contemporanea in psicoterapia deve affrontare, come dice lei: "alcuni miei problemi d'ordine psicologico inerenti una mia sorta di disagio esistenziale riguardante cose quali: famiglia, lavoro, casa, lavoro artistico (dato che sono anche pittore e regista oltre che geometra)" al fine di trovare un certo equilibrio personale e relazionale per poi eventualmente cominciare a ridurre e sospendere la terapia farmacologica.
Cordiali saluti
Dott. Domenico serranò
il cipralex è un ottimo farmaco, comunque lei stesso dice che generalmente quando prende gli antidepressivi sta meglio.
Quindi, credo che sia opportuno che lei continui una terapia farmacologica da non sospendere quando i sintomi scompaiono.
In contemporanea in psicoterapia deve affrontare, come dice lei: "alcuni miei problemi d'ordine psicologico inerenti una mia sorta di disagio esistenziale riguardante cose quali: famiglia, lavoro, casa, lavoro artistico (dato che sono anche pittore e regista oltre che geometra)" al fine di trovare un certo equilibrio personale e relazionale per poi eventualmente cominciare a ridurre e sospendere la terapia farmacologica.
Cordiali saluti
Dott. Domenico serranò
[#2]
Gentile utente,
nonostante sia stato bene con gli antidepressivi, descrive chiaramente una sospensione di cipralex in tempi troppo brevi.
Infatti, i trattamenti prolungati consentono una riduzione sostanziale delle ricadute.
Mentre, a quanto pare, a lei non e' capitato di poter prolungare i trattamenti per tempi sufficienti.
A mio parere, i suoi trattamenti vanno proseguiti per tempi efficaci in modo da ridurre sostanzialmente le possibilita' di ricaduta.
nonostante sia stato bene con gli antidepressivi, descrive chiaramente una sospensione di cipralex in tempi troppo brevi.
Infatti, i trattamenti prolungati consentono una riduzione sostanziale delle ricadute.
Mentre, a quanto pare, a lei non e' capitato di poter prolungare i trattamenti per tempi sufficienti.
A mio parere, i suoi trattamenti vanno proseguiti per tempi efficaci in modo da ridurre sostanzialmente le possibilita' di ricaduta.
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[#4]
Ex utente
Esimii dottori,
riscrivo dopo circa un mese.
Fruisco nuovamente della vostra disponibilità.
Non penso ci sia bisogno di "premettere", in quanto la volta scorsa mi avete chiaramente e tempestivamente risposto ed è tutto quì in precedenza riportato.
Ribadisco che sto assumendo cipralex 10 mg da circa un mese e mezzo, e la "situazione" è piuttosto stabile.
Francamente non posso dire di avere grossi problemi.
Se ben ricordate ho detto che all'assunzione del farmaco la mia condizione generale migliorava.
Ebbene, sto sicuramente meglio di un mese e mezzo fa, ma il mio doc (quello di cui vi parlai, che viene a infastidirmi proprio quando sto meglio) seppure in maniera più "contenuta", è da alcuni giorni che è risaltato fuori, non mi causa grossa sofferenza, ma la sua presenza mi infastidisce, a meno che non sia quasi costantemente impegnato.
Sto facendo la psicoterapia e il mio psichiatra-psicoterapeuta ritiene che il mio problema non sia necessariamente catalogabile come disturbo ossessivo compulsivo e, comunque sia, non mi ha aumentato il dosaggio di cipralex.
Quasi un anno fa presi 20 mg di cipralex (per gli stessi motivi)e mi ci vollero comunque dei mesi per star bene.
Premetto che un anno fa, per questi stessi motivi, data la loro prima insorgenza per me, stetti molto peggio.
Quel che Vi chiedo è: E' plausibile che il cipralex, così come lo sto assumendo io adesso, possa ancora dare dei risultati positivi continuando questa cura?
Comunque sia, io questa volta intendo continuare la cura anche ben oltre la eventuale scomparsa dei sintomi.
In alcuni periodi potrei addirittura affermare di stare proprio bene, molto bene, ma d'improvviso (ma è qualcosa che assolutamente mi auto-impongo come a complicarmi l'esistenza...)mi capita di pensare: cos'è che ora potrebbe rovinarmi l'equilibrio, anche piacevole, che mi sono costruito?
E allora mi si presenta il sintomo sotto forma del "e se mi mettessi a far così con gli occhi,...fino a che punto potrei impedirmelo, o se mi mettessi a torturarmi il collo con strani movimenti ticcosi?...".
Sono peraltro cose che non faccio se non qualche volta per togliermi "lo sfizio" di provarmi a fare dei tic che non ho.
A volte poi, ci penso comunque, ma non mi do eccessivamente retta, altre volte, codesto sintomo è invece fastidioso.
Chiedo dunque: continuando la farmacoterapia e la psicoterapia, potrei ancora avere dei risultati positivi?
Cioè, ripeto, il farmaco può continuare ad "agire"?
Vi ringrazio nuovamente e anticipatamente per l'attenzione.
distinti saluti.
Peppe.
riscrivo dopo circa un mese.
Fruisco nuovamente della vostra disponibilità.
Non penso ci sia bisogno di "premettere", in quanto la volta scorsa mi avete chiaramente e tempestivamente risposto ed è tutto quì in precedenza riportato.
Ribadisco che sto assumendo cipralex 10 mg da circa un mese e mezzo, e la "situazione" è piuttosto stabile.
Francamente non posso dire di avere grossi problemi.
Se ben ricordate ho detto che all'assunzione del farmaco la mia condizione generale migliorava.
Ebbene, sto sicuramente meglio di un mese e mezzo fa, ma il mio doc (quello di cui vi parlai, che viene a infastidirmi proprio quando sto meglio) seppure in maniera più "contenuta", è da alcuni giorni che è risaltato fuori, non mi causa grossa sofferenza, ma la sua presenza mi infastidisce, a meno che non sia quasi costantemente impegnato.
Sto facendo la psicoterapia e il mio psichiatra-psicoterapeuta ritiene che il mio problema non sia necessariamente catalogabile come disturbo ossessivo compulsivo e, comunque sia, non mi ha aumentato il dosaggio di cipralex.
Quasi un anno fa presi 20 mg di cipralex (per gli stessi motivi)e mi ci vollero comunque dei mesi per star bene.
Premetto che un anno fa, per questi stessi motivi, data la loro prima insorgenza per me, stetti molto peggio.
Quel che Vi chiedo è: E' plausibile che il cipralex, così come lo sto assumendo io adesso, possa ancora dare dei risultati positivi continuando questa cura?
Comunque sia, io questa volta intendo continuare la cura anche ben oltre la eventuale scomparsa dei sintomi.
In alcuni periodi potrei addirittura affermare di stare proprio bene, molto bene, ma d'improvviso (ma è qualcosa che assolutamente mi auto-impongo come a complicarmi l'esistenza...)mi capita di pensare: cos'è che ora potrebbe rovinarmi l'equilibrio, anche piacevole, che mi sono costruito?
E allora mi si presenta il sintomo sotto forma del "e se mi mettessi a far così con gli occhi,...fino a che punto potrei impedirmelo, o se mi mettessi a torturarmi il collo con strani movimenti ticcosi?...".
Sono peraltro cose che non faccio se non qualche volta per togliermi "lo sfizio" di provarmi a fare dei tic che non ho.
A volte poi, ci penso comunque, ma non mi do eccessivamente retta, altre volte, codesto sintomo è invece fastidioso.
Chiedo dunque: continuando la farmacoterapia e la psicoterapia, potrei ancora avere dei risultati positivi?
Cioè, ripeto, il farmaco può continuare ad "agire"?
Vi ringrazio nuovamente e anticipatamente per l'attenzione.
distinti saluti.
Peppe.
[#5]
Caro Utente,
come lei scrive "mi capita di pensare: cos'è che ora potrebbe rovinarmi l'equilibrio, anche piacevole, che mi sono costruito? "
Credo che è questo il punto che deve affrontare con il suo psichiatra-psicoterapeuta "rovinarmi l'equilibrio"; nella vita non puo' fermare nulla, è un continuo divenire.... ma sono convinto che lei ha gli strumenti per imparare a non farsi schiacciare dalle cose negative della vita ed imparare ad apprezzare quelle positive....
Cordiali saluti
Dott. Domenico Serranò
come lei scrive "mi capita di pensare: cos'è che ora potrebbe rovinarmi l'equilibrio, anche piacevole, che mi sono costruito? "
Credo che è questo il punto che deve affrontare con il suo psichiatra-psicoterapeuta "rovinarmi l'equilibrio"; nella vita non puo' fermare nulla, è un continuo divenire.... ma sono convinto che lei ha gli strumenti per imparare a non farsi schiacciare dalle cose negative della vita ed imparare ad apprezzare quelle positive....
Cordiali saluti
Dott. Domenico Serranò
[#7]
Ex utente
Esimii dottori,
salutoVi cordialmente e, se permettete, riprendo il discorso di cui sopra, approfittando ulteriormente della vostra disponibilità e professionalità....
L'ultima "risposta" datami (da parte del dott. Serranò)risale, come vedete a 1 anno e mezzo fa....
In questo anno e mezzo (continuando la mia terapia con cipralex 10 mg che ancora oggi prendo)son stato piuttosto bene... tant'è che mi sentii persino di sospendere la psicoterapia, e le cose andavano abbastanza bene (forte anche delle cose "apprese" durante la psicoterapia) certo, abbastanza bene, compatibilmente a quella che è comunque la mia "personalità" (le cui caratteristiche ho sommariamente esplicitato nelle due lettere precedenti)... Inizialmente dunque il cipralex (al tempo in cui vi scrissi) cominciò a dare ottimi risultati e le mie "piccole" ossessioni, cominciai a capire, fossero quasi una sorta di sprono a "sondarmi".... Difatti di lì a poco alcune cose della mia esistenza mutarono (non radicalmente, ma alcune cose mutarono) e rimasi come convinto che, in un certo senso, quelle ossessioni m'avessero quasi indicato "una strada" (probabilmente sto solo "nobilitando" quello che probabilmente è un disturbo ossessivo-compulsivo.... disturbo peraltro non, come dire, riconosciutomi pienamente dal mio psichiatra-psicoterapeuta)... fatto sta che, siccome este ossessioni, anche stupide, capitanomi in periodi nei quali sento "ruggire" (e durante i quali sento anche come deprimermi)l'esigenza d'un cambiamento.... Insomma ritengo d'avere detto disturbo,... anche perchè, per l'appunto, dopo un anno e mezzo (ovvero oggi e da due settimane circa)è ritornata a trovarmi la "fissazione" inerente lo "strizzar gli occhi" (di cui alla lettera precedente)e a immaginarla come una cosa che può effettivamente rovinarmi la vita: <<e se mi mettessi a farlo sempre?>>.... Ovviamente non lo faccio sempre, se non qualche rara volta per tentare d'assecondare sto impulso bislacco autoimpostomi e veder che cosa accade(l'impulso e il timore di farlo mi si manifesta solo se ci penso, altrimenti me lo dimentico....)... Sto provando a far anche della meditazione per conto mio... provando a me stesso che non abbisognone poi tanto ossessivamente di codesto impulso/bisogno di sbatter/strizzar le palpebre.... A volte ho anche come la sensazione che faccia come parte d'un mero tentativo di veicolar l'attenzione su di me..... comunque non dilungomi ulteriormente... e salutovi distintamente, fido d'un vostro parere...
Peppe
salutoVi cordialmente e, se permettete, riprendo il discorso di cui sopra, approfittando ulteriormente della vostra disponibilità e professionalità....
L'ultima "risposta" datami (da parte del dott. Serranò)risale, come vedete a 1 anno e mezzo fa....
In questo anno e mezzo (continuando la mia terapia con cipralex 10 mg che ancora oggi prendo)son stato piuttosto bene... tant'è che mi sentii persino di sospendere la psicoterapia, e le cose andavano abbastanza bene (forte anche delle cose "apprese" durante la psicoterapia) certo, abbastanza bene, compatibilmente a quella che è comunque la mia "personalità" (le cui caratteristiche ho sommariamente esplicitato nelle due lettere precedenti)... Inizialmente dunque il cipralex (al tempo in cui vi scrissi) cominciò a dare ottimi risultati e le mie "piccole" ossessioni, cominciai a capire, fossero quasi una sorta di sprono a "sondarmi".... Difatti di lì a poco alcune cose della mia esistenza mutarono (non radicalmente, ma alcune cose mutarono) e rimasi come convinto che, in un certo senso, quelle ossessioni m'avessero quasi indicato "una strada" (probabilmente sto solo "nobilitando" quello che probabilmente è un disturbo ossessivo-compulsivo.... disturbo peraltro non, come dire, riconosciutomi pienamente dal mio psichiatra-psicoterapeuta)... fatto sta che, siccome este ossessioni, anche stupide, capitanomi in periodi nei quali sento "ruggire" (e durante i quali sento anche come deprimermi)l'esigenza d'un cambiamento.... Insomma ritengo d'avere detto disturbo,... anche perchè, per l'appunto, dopo un anno e mezzo (ovvero oggi e da due settimane circa)è ritornata a trovarmi la "fissazione" inerente lo "strizzar gli occhi" (di cui alla lettera precedente)e a immaginarla come una cosa che può effettivamente rovinarmi la vita: <<e se mi mettessi a farlo sempre?>>.... Ovviamente non lo faccio sempre, se non qualche rara volta per tentare d'assecondare sto impulso bislacco autoimpostomi e veder che cosa accade(l'impulso e il timore di farlo mi si manifesta solo se ci penso, altrimenti me lo dimentico....)... Sto provando a far anche della meditazione per conto mio... provando a me stesso che non abbisognone poi tanto ossessivamente di codesto impulso/bisogno di sbatter/strizzar le palpebre.... A volte ho anche come la sensazione che faccia come parte d'un mero tentativo di veicolar l'attenzione su di me..... comunque non dilungomi ulteriormente... e salutovi distintamente, fido d'un vostro parere...
Peppe
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 5k visite dal 24/09/2009.
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