Interrompere l'uso di cannabis dopo anni
Buonasera.
Sono un ragazzo di 19 anni e ho utilizzato cannabis quotidianamente (con pause sporadiche) da 4 anni.
Ho interrotto l'utilizzo il 20 agosto dopo una settimana in cui ho scalato progressivamente il dosaggio.
Ho smesso principalmente per motivi economici e perché a breve inizierò un percorso universitario, visto che non ho ancora scelto l'indirizzo (anche perché sono in corso le ammissioni) ho pensato che una maggiore lucidità potesse aiutarmi nella scelta.
Ho già smesso di fumare in passato, la pausa più lunga è stata di 4 mesi, ma non avevo mai sperimentato i sintomi d'astinenza con l'intensità attuale.
Ansia, pensieri negativi e pessimistici, pianti quotidiani, incubi, difficoltà di concentrazione anche nello svolgimento delle attività più banali e piacevoli, l'unica cosa che mi riesce è pensare.
Iniziai a utilizzare frequentemente cannabis a seguito di una vicenda sentimentale piuttosto dolorosa, forse complice il periodo di quarantena sprofondai in un abisso ed ebbi la mia prima ideazione suicidaria.
L'uso di cannabis mi aiutò molto in quel periodo, riuscì nuovamente a dedicarmi alle mie passioni, ma negli anni ovviamente non ha risolto il malessere sopito.
Sono consapevole di non avere un rapporto sano con la sostanza e che dovrei rivolgermi a psicologi / psichiatri.
Allo stesso tempo mi chiedo se sia il momento giusto per interromperne l'utilizzo e dover sopportare i sintomi in un momento così delicato, non vorrei che avessero ripercussioni sulle mie scelte universitarie, perché la prospettiva universitaria (che dovrei poi combinare con un lavoro part time o domenicale) mi genera molta angoscia, è un cambiamento che mi spaventa, la cannabis potrebbe essermi d'aiuto nel primo periodo?
In ogni caso entro massimo due mesi la sospenderei di nuovo a tempo indeterminato, perché dopo anni ho capito che non è risolutiva.
Capisco che dal vostro incarico è difficile consigliare a una persona di ricorrere a una sostanza illegale, ma vorrei comunque il parere di persone competenti in merito.
Grazie per l'attenzione.
Sono un ragazzo di 19 anni e ho utilizzato cannabis quotidianamente (con pause sporadiche) da 4 anni.
Ho interrotto l'utilizzo il 20 agosto dopo una settimana in cui ho scalato progressivamente il dosaggio.
Ho smesso principalmente per motivi economici e perché a breve inizierò un percorso universitario, visto che non ho ancora scelto l'indirizzo (anche perché sono in corso le ammissioni) ho pensato che una maggiore lucidità potesse aiutarmi nella scelta.
Ho già smesso di fumare in passato, la pausa più lunga è stata di 4 mesi, ma non avevo mai sperimentato i sintomi d'astinenza con l'intensità attuale.
Ansia, pensieri negativi e pessimistici, pianti quotidiani, incubi, difficoltà di concentrazione anche nello svolgimento delle attività più banali e piacevoli, l'unica cosa che mi riesce è pensare.
Iniziai a utilizzare frequentemente cannabis a seguito di una vicenda sentimentale piuttosto dolorosa, forse complice il periodo di quarantena sprofondai in un abisso ed ebbi la mia prima ideazione suicidaria.
L'uso di cannabis mi aiutò molto in quel periodo, riuscì nuovamente a dedicarmi alle mie passioni, ma negli anni ovviamente non ha risolto il malessere sopito.
Sono consapevole di non avere un rapporto sano con la sostanza e che dovrei rivolgermi a psicologi / psichiatri.
Allo stesso tempo mi chiedo se sia il momento giusto per interromperne l'utilizzo e dover sopportare i sintomi in un momento così delicato, non vorrei che avessero ripercussioni sulle mie scelte universitarie, perché la prospettiva universitaria (che dovrei poi combinare con un lavoro part time o domenicale) mi genera molta angoscia, è un cambiamento che mi spaventa, la cannabis potrebbe essermi d'aiuto nel primo periodo?
In ogni caso entro massimo due mesi la sospenderei di nuovo a tempo indeterminato, perché dopo anni ho capito che non è risolutiva.
Capisco che dal vostro incarico è difficile consigliare a una persona di ricorrere a una sostanza illegale, ma vorrei comunque il parere di persone competenti in merito.
Grazie per l'attenzione.
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Più che l'astinenza, è il rapporto con l'ambiente e le reazioni emotive, che con la cannabis viene attutito e appiattito. In ciò certo, può anche esserci una parte che fa comodo, che è utile a qualcosa, ma nel complesso di solito si crea una disfunzione complessiva, specie nel tempo.
La cosa che ha detto è quella che ha più senso, ovvero: ne parli con uno psichiatra che le consiglierà un trattamento. In generale, il brusco distacco, specie se accompagnato da malesseri acuti, è bene sia evitato in favore di schemi di distacco meno problematici e anche più rivelatori della vera capacità distacco.
La cosa che ha detto è quella che ha più senso, ovvero: ne parli con uno psichiatra che le consiglierà un trattamento. In generale, il brusco distacco, specie se accompagnato da malesseri acuti, è bene sia evitato in favore di schemi di distacco meno problematici e anche più rivelatori della vera capacità distacco.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 357 visite dal 31/08/2024.
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