Possibile neurodiversità?
Buonasera dottori, è molto difficile per me esprimere il mio disagio correttamente ma voglio provare a fare un tentativo.
Mi sto rendendo conto da un po di tempo forse qualche anno, che il mio modo di approcciare la vita, si discosta dalla massa.
Il mio stesso modo di pensare, o anche come sento che mi arrivino le informazioni è complicato è difficile da spiegare.
Cercherò di dare un idea generale della mia vita cosichè avendo il quadro completo possiate darmi un consiglio.
Ho difficoltà nella socializzazione, sempre avute anche da bambino e ciò ha compromesso anche studi visto che ho dovuto ripetere un anno di scuola e ho anche dovuto subire nomignoli e prese in giro dei compagni, mai ripresi dai professori anzi a volte anche gli stessi hanno contribuito... ho pensato forse per spronarmi a reagire non saprei.
è stato un periodo orribile la scuola, non era lo studio o linteresse negli argomenti a turbarmi ma forse era lo stare in mezzo alla gente, e sentivo che era diversa in qualche maniera da me.
Purtroppo i miei familiari non si sono mai ne accorti ne preoccupati piu di tanto visto che gli anni 90' erano anche magari diversi e meno attenti a queste problematiche.
Ho continuato la mia vita con pochi fidatissimi amici che mi conoscono bene sanno le mie abitudini e i miei comportamenti cosi come io conosco bene loro.
Ricordo un giorno un fatto mi lasciò perplesso, mentre parlavo con un amico è uscito fuori il discorso "normalità" come persone o vita, si parlava per sottointeso, ed ero convinto si parlasse in generale o di altri poi invece ho capito che si parlava di me e di quanto abbia comportamenti che forse possono essere considerati anormali, ma non capisco quali siano apparte ovviamente il discorso sociale.
Un'altro una volta mi disse lo riconosci da come cammina anche da dietro, forse ho una camminata insolita o goffa (a volte con molta gente intorno mi sento cosi).
Allora ho iniziato a pensare e se fossi io sbagliato?
da li molte sono state le occasioni ma fondamentalmente ho notato uno " schema" e cioè, un ansia considerevole all'ignoto, un piacere a restare a vivere la solita routine con piccole eccezioni pur non piacendo il mio lavoro e la mia vita in genere.
Ho provato a cambiare lavoro, cambiare casa, vivere da solo.
Ma a un certo punto vengo assalito da un ansia che non sono ingrado di controllare e spesso cambio idea su una scelta anche importante fatta poco prima.
Non è un cambiamento di dubbi, ma è proprio un cambiamento radicale dalla mattina alla sera sia su cose serie che su facezie.
Ho provato a leggere qualcosa sulla neurodiversità, ho effettuato moltissimi test dalla depressione, all'autismo ai disturbi bipolari, ma tutti itest sembrano mostrare una leggera propensione che sfiora il 51% quindi non rilevante credo a fini di salute.
ho provato anche ad andare in terapia, ma i repentini cambi di priorità me lo impediscono in quanto se prima sono convinto sia un bene...subito dopo penso sia male
Mi sto rendendo conto da un po di tempo forse qualche anno, che il mio modo di approcciare la vita, si discosta dalla massa.
Il mio stesso modo di pensare, o anche come sento che mi arrivino le informazioni è complicato è difficile da spiegare.
Cercherò di dare un idea generale della mia vita cosichè avendo il quadro completo possiate darmi un consiglio.
Ho difficoltà nella socializzazione, sempre avute anche da bambino e ciò ha compromesso anche studi visto che ho dovuto ripetere un anno di scuola e ho anche dovuto subire nomignoli e prese in giro dei compagni, mai ripresi dai professori anzi a volte anche gli stessi hanno contribuito... ho pensato forse per spronarmi a reagire non saprei.
è stato un periodo orribile la scuola, non era lo studio o linteresse negli argomenti a turbarmi ma forse era lo stare in mezzo alla gente, e sentivo che era diversa in qualche maniera da me.
Purtroppo i miei familiari non si sono mai ne accorti ne preoccupati piu di tanto visto che gli anni 90' erano anche magari diversi e meno attenti a queste problematiche.
Ho continuato la mia vita con pochi fidatissimi amici che mi conoscono bene sanno le mie abitudini e i miei comportamenti cosi come io conosco bene loro.
Ricordo un giorno un fatto mi lasciò perplesso, mentre parlavo con un amico è uscito fuori il discorso "normalità" come persone o vita, si parlava per sottointeso, ed ero convinto si parlasse in generale o di altri poi invece ho capito che si parlava di me e di quanto abbia comportamenti che forse possono essere considerati anormali, ma non capisco quali siano apparte ovviamente il discorso sociale.
Un'altro una volta mi disse lo riconosci da come cammina anche da dietro, forse ho una camminata insolita o goffa (a volte con molta gente intorno mi sento cosi).
Allora ho iniziato a pensare e se fossi io sbagliato?
da li molte sono state le occasioni ma fondamentalmente ho notato uno " schema" e cioè, un ansia considerevole all'ignoto, un piacere a restare a vivere la solita routine con piccole eccezioni pur non piacendo il mio lavoro e la mia vita in genere.
Ho provato a cambiare lavoro, cambiare casa, vivere da solo.
Ma a un certo punto vengo assalito da un ansia che non sono ingrado di controllare e spesso cambio idea su una scelta anche importante fatta poco prima.
Non è un cambiamento di dubbi, ma è proprio un cambiamento radicale dalla mattina alla sera sia su cose serie che su facezie.
Ho provato a leggere qualcosa sulla neurodiversità, ho effettuato moltissimi test dalla depressione, all'autismo ai disturbi bipolari, ma tutti itest sembrano mostrare una leggera propensione che sfiora il 51% quindi non rilevante credo a fini di salute.
ho provato anche ad andare in terapia, ma i repentini cambi di priorità me lo impediscono in quanto se prima sono convinto sia un bene...subito dopo penso sia male
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Mi scusi, ma nel parlare di normalità facendo riferimento a Lei come esempio, è impossibile che non si parlasse di cose normali e anormali secondo il suo amico con il dettaglio di cosa erano questi elementi. Si parlava di camminata, ok, il tutto senza dare un dettaglio, un'aggettivazione ?
Perché gli amici devono essere fidatissimi ? Quali sono le cose che rigidamente non vuole siano messe in discussione o che si vuole assicurare siano calcolate quando si trova in un contesto sociale ?
Perché gli amici devono essere fidatissimi ? Quali sono le cose che rigidamente non vuole siano messe in discussione o che si vuole assicurare siano calcolate quando si trova in un contesto sociale ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
La ringrazio per avermi risposto. Per me gli amici devono essere tali e contraddistinti dai conoscenti , deve esserci totale fiducia reciproca. Non è che non voglio sia messa in discussione qualcosa su di me , anzi sono il primo a mettermi in dubbio sempre su tutto . In un contesto sociale spesso mi sento a disagio ma non conosco il motivo , non so neanche come chiamarla questa cosa . Spesso anche se presentato in altri contesti da amici , è molto difficie che io stringa amicizia con altra gente ..fatta eccezione con le poche con cui da subito mi sento a mio agio. Lo so è difficile da far capire , forse sono semplicemente io non lo so . Per quanto riguarda la camminata non ho ricevuto aggettivi , ma solo " cammini in un modo perfettamente riconoscibile". Non ho ben compreso il discorso che ha scritto di normalità , comunque per tornare al discorso che avevo fatto al primo messaggio , che avevo scritto pensando di aver fatto bene a esternare tutto, ora mi ritrovo in uno stato d'animo che faccio fatica ad ammettere . Come se mi sentissi uno stupido a scrivere tutto questo , e che forse ho sbagliato anche solo a scrivere il primo messaggio. Mi sto forzando molto anche a replicare a questo.
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Può darsi che vi sia una componente ossessiva, il che non è una diagnosi. Pensa molto, ripensa molto a quel che fa, dice o scrive e non individua punti specifici.
Quel che descrive sarebbe la perfetta normalità di una persona introversa, ma evidentemente non è solo così. Anzi, fin troppo, voglio dire: nessuno si mette in dubbio su tutto, a meno che non si intenda che lo fa con un certo disagio. Come "virtù" è un modo di dire, ma nessuno si mette in dubbio su tutto, se mai vi sono persone che posso dubitare di tutto se qualcuno glielo insinua il dubbio, o lo fanno già da soli in preparazione al giudizio altrui.
Probabilmente da come si esprime e si atteggia durante un colloquio si capisce qual è il tipo di limite, se d'ansia sociale, di ossessività o altro.
Però i dettagli, per quanto le risulti difficile richiamarli, aiutano a capire tramite episodi particolari e singoli, altrimenti è tutto troppo generico, considerando che parliamo invece di una persona con comportamenti che sono selettivi.
Quel che descrive sarebbe la perfetta normalità di una persona introversa, ma evidentemente non è solo così. Anzi, fin troppo, voglio dire: nessuno si mette in dubbio su tutto, a meno che non si intenda che lo fa con un certo disagio. Come "virtù" è un modo di dire, ma nessuno si mette in dubbio su tutto, se mai vi sono persone che posso dubitare di tutto se qualcuno glielo insinua il dubbio, o lo fanno già da soli in preparazione al giudizio altrui.
Probabilmente da come si esprime e si atteggia durante un colloquio si capisce qual è il tipo di limite, se d'ansia sociale, di ossessività o altro.
Però i dettagli, per quanto le risulti difficile richiamarli, aiutano a capire tramite episodi particolari e singoli, altrimenti è tutto troppo generico, considerando che parliamo invece di una persona con comportamenti che sono selettivi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#4]
Utente
Ha ragione forse ho scritto male , sono pronto a mettermi in dubbio è vero ma non proprio su tutto , forse ad essere sincero non pè proprio un mettersi in dubbio ma valutare ascoltando anche altre opinioni la realtà dei fatti. Rimanendo spesso però delle mie idee. Riconosco di essere introverso è vero .
Per aiutarmi a scriver qualcosa che possa per lei avere un significato , potrebbe farmi domande mirate? di eventi potrei raccontarne ma presi cosi in singolo , potrebbero non avere il giusto peso che invece per me hanno.
Per aiutarmi a scriver qualcosa che possa per lei avere un significato , potrebbe farmi domande mirate? di eventi potrei raccontarne ma presi cosi in singolo , potrebbero non avere il giusto peso che invece per me hanno.
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Non è che questa possa trasformarsi in una visita virtuale, sono commenti e osservazioni su questioni proposte. Se deve esser fatto un approfondimento ,ha senso che lo faccia con un medico ma dal vivo. Ma non si tratta di "mettersi in discussione", bensì di farsi dare un parere tecnico.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 385 visite dal 30/08/2024.
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