Consulto SSRI

Gentilissimi,
Mai avrei immaginato che un giorno anche io mi sarei cimentato nello scrivere un post su questa piattaforma ma tant'è.


Sono uno studente e da diversi anni soffro (a fasi oscillanti) di una sorta di distimia coadiuvata da un disturbo ossessivo-compulsivo.

In tutta la mia vita non ho mai avuto dei veri e propri attacchi di panico ma come già accennato sono invece presenti delle fissazioni, soprattutto per quanto riguarda la salute (ipocondria) con due/tre temi ricorrenti e consolidatisi negli anni.

Eviterò la digressione su come io vada a sfogare questi stati mentali, aggiungo però che, sebbene certi comportamenti di controllo siano stati placati col tempo, le implicazioni "umorali" dovute a tale situazione si traducono in uno stato distimico-apatico e di rado anche depressivo (con dei pensieri particolarmente pesanti).

(i termini medici usati sopra sono utilizzati puramente a titolo descrittivo)

Arriviamo alla questione:
-Circa 3 anni fa la mia prima psicologa, a seguito di episodi da "umore basso", mi indirizzò da una psichiatra la quale durante la visita specialistica mi prescrisse un SSRI (Zoloft 25 o 50 mg, non ricordo).
Sul referto non era indicata la patologia, si limitò a consegnarmi la ricetta e per il resto fu molto esaustiva.
Terapia che a suo tempo rifiutai.


-Circa un anno fa, a seguito di un episodio depressivo, andai da un altro psichiatra (su indicazione della mia seconda e attuale psicoterapeuta) il quale dall'anamnesi riscontrò un DOC per il quale indicava una terapia (a regime) con Zoloft 200 mg, gold standard per OCD.

Anche in questo caso non me la sentii di seguire tale indicazione

Tra le tante mie perplessità quelle più grandi si basavano e si basano tuttora sui cosiddetti effetti collaterali o avversi:
In particolar modo quelli legati alla vista, sfera sessuale e cardiologici [...]

Al momento sto rivalutando l'idea di intraprendere (NATURALMENTE DOPO UNA RIVALUTAZIONE DA PARTE DI UN MEDICO PSICHIATRA) tale strada visto il malessere cronico ma a tal proposito chiedo:

-PUò ESSERE UTILE ESEGUIRE ESAMI DEL SANGUE, ECG E OCT, PRIMA DELLA TERAPIA E DOPO I PRIMI MESI DI TERAPIA?

So bene che è un modo per controllare certi meccanismi però sarebbe l'unico modo per permettermi di "stare tranquillo" e iniziare la terapia, può avere senso assecondare tale espediente?


-A SEGUITO DELLE INDICAZIONI DIFFERENTI DEI COLLEGHI PONGO IL SEGUENTE QUESITO:
A me non è chiara quale sia la diagnosi effettiva e sono giunto alla conclusione che coesistano i due disturbi (OCD e disturbi dell'umore, non depressione maggiore vera e propria che è stata esclusa da entrambi i colleghi) disturbi che soventemente si autoalimentano: alla luce di quanto da me descritto, SECONDO LA VOSTRA ESPERIENZA CLINICA UN DOSAGGIO "BASSO", PIù INDICATO PER I DISTURBI DELL'UMORE, POTREBBE COMUNQUE SORTIRE DEGLI EFFETTI POSITIVI SUI PENSIERI TIPO DOC OPPURE QUESTI SI TRATTANO ESCLUSIVAMENTE AD ALTI DOSAGGI?


Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
Anziché andare a riprendere i contatti, o procedere con un terzo, anche se poi gli esiti precedenti sono stati paragonabili, sta in realtà rimandando mediante domande, chiarimenti etc che non hanno alcun motivo di essere svolti. Non tanto per lo specifico contenuto delle domande che si pone, ma perché nulla cambia sul piano operativo. La cosa che manca è di procedere ad una rivalutazione e poi ad un'eventuale cura indicata. Porsi domande rientra nel problema, è sintomatico, e tende a ritardare le azioni.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Utente
Utente
mmh, sicuramente riprendere i contatti, soprattutto con l'ultimo specialista, era già un'idea (come già evidenziato) anche se in questo periodo di agosto è quasi proibitivo.

"Gli esiti precedenti sono stati paragonabili"
:Era proprio questo il focus del mio consulto, a mio modo di vedere se ho posto la questione è perché si presentano diagnosi e dosi terapeutiche differenti: la prima mi indica 25 mg più come antidepressivo il secondo mi indica una terapia da portare a 200 mg, per DOC.
ERGO: diagnosi e dosaggi differenti seppure con la stessa molecola. Ma a questo punto ne riparlerò con lo specialista ponendogli la questione.

Se invece si intende il fatto che io abbia rifiutato la cura proposta in entrambi i casi i motivi non sono stati discussi e sono in parte diversi da quelli che mi portano oggi a tergiversare e non avrebbe senso approfondire perché ,appunto, non porterebbero a nulla.
Tuttavia ho posto la questione degli esami pre-trattamento come strategia ma mi rendo conto che sono cose che forse sarebbe meglio discutere di persona.
Sul fatto che il porsi le domande rientri nel problema è tautologico, affrontare un problema attraversandone un altro.

Anche se non si è espresso sullo specifico contenuto dei quesiti la ringrazio per il consiglio di riprendere i contatti
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
"Sul fatto che il porsi le domande rientri nel problema è tautologico,". No, è tautologico credere che dover risolvere delle questioni preliminari significhi occuparsi del problema, mentre invece significa semplicemente esprimerlo.

Non si dice che le domande sono domande. Si dice che sono sintomi del problema, e che quindi vanno gestite in maniera sostanzialmente diversa rispetto a generiche domande.

Lei invece la sta risolvendo nel modo classico di chi ha questo problema: si, è vero ma intanto voglio le risposte alle questioni che pongo. Idem per le differenze che vede nelle due cure proposte. In realtà possono benissimo essere uguali, non è detto che chiunque formuli la strategia usando le stesse parole, dicendo tutto in un certo momento etc. Sono due proposte con la stessa impostazione.

Dr.Matteo Pacini
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[#4]
Utente
Utente
Non si tratta di credere di risolvere il problema a priori:
sul fatto che le domande siano in larga misura sintomatiche è vero tanto quanto è fallace una spiegazione del genere, un po' come dire a un acrofobico che cerca strategie utili al raggiungimento della vetta che la sua paura iniziale e le sue domande o perplessità sono frutto del suo stato mentale patologico e che non vanno minimamente prese in considerazione in quanto domande (che in realtà non sono) e che la sintomatologia va curata, uno potrebbe rispondere: G.A.C.
Diciamo che leggendoci, Binswanger probabilmente si rivolterebbe nella tomba

E non sono nemmeno convinto sul fatto che le mie siano domande del tutto "sintomatiche": era ed è mio reale interesse comprendere, dal punto di vista clinico e finanche scientifico, quale approccio è meglio indicato a seconda delle vostre esperienze cliniche e degli approcci terapeutici. Ma ne parlerò con il medico direttamente.

Tuttavia mi chiedo a cosa possa servire questa sezione, in cui tra le voci ho espressamente indicato "consulto su una terapia data dallo specialista" così come nel main topic ho indicato "farmaci(indicazioni, effetti collaterali,...)"
Forse ho mal interpretato lo scopo di questo portale di informazione medica e consultazione

Saluti
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45k 1k 248
"n po' come dire a un acrofobico che cerca strategie utili al raggiungimento della vetta che la sua paura iniziale e le sue domande o perplessità sono frutto del suo stato mentale patologico "

No.
Ma potrebbe, ogni disturbo ha i suoi sintomi mentali, i quali sono pensieri e comportamenti anche e quasi sempre.

Forse non le interessa capire cosa ha. Se ne è avuto a male come se le si fosse detto che le sue domande valgono poco.
Lasci perdere e proceda se le interessa. Altrimenti come crede, ma si è semplicemente infilato in una polemica il cui contenuto è sbagliato.

Dr.Matteo Pacini
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