23 anni, solitudine, alcol e psicoterapie varie

Buongiorno alle persone e specialisti del forum.
Sono un ragazzo di 23 anni, e non ho amicizie, o ragazze.
E' partito tutto dall'infanzia, dove soffrivo di fobia sociale e pensieri ossessivi.
Dopo i 10 anni, siccome mi ero sforzato (impiegandoci anni...) a parlare in classe (elementari) riuscii a farmi qualche amicizia di quell'età... Durante la pre-adolescenza ho avuto un periodo migliore, ma entro certi limiti.
Da quando avevo 8 anni mia mamma ha iniziato ad avere problemi con il bere, che sono durati per molto tempo con alti e bassi, alla fine ha smesso andando anche a fare un ricovero di sua volontà in trattamento sanitario volontario per qualche giorno.
complice il fatto che gli psicologi mi dicevano che la causa ambientale dei miei problemi erano i miei parenti/famigliari e anche complice l'aver riconosciuto alcune influenze io stesso, ho avuto rabbia affetto nei confronti dei miei, anche se ci vogliamo bene
Ho iniziato ad avere problemi alcolici anche io: qualche anno fa, dopo il liceo (5 anni traumatici, in classe ero muto), perché non avendo vita sociale pensavo che altri ragazzi verso la mia età uscivano a bere.
io però lo facevo da solo e ne sono stato fregato: perché all'inizio, le prime volte che lo facevo mi ubriacavo ogni tanto e stavo benissimo e il giorno dopo pure.
Andando avanti, le cose sono peggiorate, Prendo nel frattempo depakin 500 e 40 mg di paroxetina, cerco da un po' di tempo di fare un po' di giusta attività fisica e altre cose, ma non ho relazioni umane e passioni.
Sono intrappolato in un circolo vizioso che è legato probabilmente al mio essere evitante,.
I miei stati mentali si susseguono a ripetizione, alla fine la situazione di fondo non cambia.
Dal 2017 vado da degli psicologi di un consultorio.
Sono stato 5 anni da un terapeuta analitico in quei 5 anni sono cambiate diverse cose ma lentamente e mi sono ritrovato ancora intrappolato nella mia solitudine.
Ho fatto delle esperienze lavorative, dovrei iniziare anche l'uni, ma la mia situazione di fondo non cambia.
Da ottobre vado da un altro psicologo del consultorio, un po' piu comportamentale...volevo provare uno cognitivo.
lui mi da dei consigli, io provo ma sono evitante
Però, lui essenzialmente offre sostegno psicologico, non credo faccia una vera e propria "terapia comportamentale" da ciò che mi sembra.
Non mi fissa dei compiti o altre cose fa, consulenze.
Ora scrivo questo post perché ieri ho fatto per l'ennesima volta una cazzata col bere... Preciso che tempo fa avevo smesso poi ho riniziato, da solo, (l'alcologia è distante da dove abito) Sto sbagliando tutto?
La domanda è, per ciò che ho io, occorrebbe provare una terapia su misura, fatta da uno specialista privato?
Complici anche mie difficoltò nella gestione dei soldi, vado al consultorio perché non devo pagare.
Ma non capisco, se sto sbagliando a livello di psicoterapia, o no.
Mi sembra che tutto ciò che mi circonda sia noia o stress.
sto diventando come il lato negativo di mia mamma...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.9k 1k 248
Le hanno fatto una diagnosi ?
Va fatta (e credo sia stata fatta..?) sia per la questione generale che per lo stadio del legame con l'alcol, onde evitare inutili cicli ricorrenti di distacco e ripresa.
Quella che assume sembra la terapia di un disturbo dell'umore, di tipo bipolare, non maggiore, con aspetti ansiosi, o con un antidepressivo che forse sta lì per azioni vere o presunte su sintomi depressivi ricorrenti.
La psicoterapia per che cosa sarebbe indicata...e di tipo analitico: le hanno detto in quanto si sarebbe capito se funzionava, e in base a quali parametri "obiettivo" ? In 5 anni senza risultati non mi è chiaro perché sia in corso, e poi cosa di preciso sia in corso.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Allora cerco di risponderle, la diagnosi dello psichiatra è disturbo ossessivo, e ansia sociale, il disturbo bipolare non c'entra. Il Depakin lo prendo da poco, gli avevo chiesto se era per disturbo bipolare, mi ha riferito il medico che è prescritto off label per ansia, e perché riduce il craving dell'alcol. Non bevo ogni giorno ma spesso mi capita di farlo e ultimamente mi prende male.
Io ho tratto qualche beneficio all'inizio dal Depakin ma relativamente, ma la mia vita di base non cambiava

Il concetto principale credo allo stato attuale sia la psicoterapia... Sulle domande che mi ha fatto non mi hanno riferito obiettivi, cioè gli obiettivi sono quelli di sentirmi meglio e riuscire a rapportarmi con l'altro, ma di relazioni ancora non ne ho. Ho fatto psicoterapia analitica per 5 anni, in questi 5 anni all'inizio avevo paura anche solo ad uscire di casa e prendere il bus da solo, ora no. Però non ho ancora modo di sentirmi meglio. Ora come ho detto non vado più dall'analista ma da un collega dello stesso consultorio, non è psicoterapeuta è uno psicologo cognitivo che fa sostegno psicologico e consulenze e cerca di aiutarmi a farmi sentire meglio

Però quello che dico è infatti se queste consulenze non siano sufficienti per me. Perché nella terapia di analisi mi pareva di essere in fase di stallo, così ora vado da quest' altro psicologo ma l'approccio in realtà al paziente è simile e io sto intrappolato.

Parlo certamente di più con le persone che 5/6 anni fa ma non ho comunque vita sociale. Sono passato dalla fobia sociale vera e propria di 5 anni fa a una situazione migliorata per quanto riguarda la fobia ma confusa , con stati apparentemente depressivi, ansia ridotta ma ancora presente e confusione generale su come si formano le relazioni umane.

Naturalmente cambiare il terapeuta è difficile: con lo psicologo vai a creare un rapporto professionale ma anche umano in quanto ascolta i tuoi stati emotivi e tu ti abitui a lui. Finora umanamente mi sono trovato bene, pensando che di un terapeuta molto rigido nel modo di parlare ne sarei intimorito e non ne ho avuti di cosi. Però i risultati sono lo stesso ambigui... una psicoterapia con un obiettivo da raggiungere prefissato, dove ad esempio il terapeuta mi dà delle prescrizioni su comportamenti da tenere per uscire da determinati loop e che mi segue passo passo nei miei tentativi di applicarli, non la sto seguendo ....
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Utente
Utente
Essenzialmente lo psicologo di ora è uno psicologo che si definisce cognitivo, gli avevo chiesto se lui faceva terapia cognitivo comportamentale, lui rispose "mah, faccio questo lavoro da tanti anni, dipende cosa intende sicuramente non sono un comportamentista rigido"
Lo psicologo di prima invece era psicoanalista, terapeuta lacaniano. Col quale tra l'altro avevo un rapporto di transfert abbastanza forte, e decisi di cambiarlo perché -nonostante alcuni mi avessero suggerito di continuare con lui- pensavo di avere già chiare nei limiti del possibile le idee su ciò che mi ha condizionato in passato -l'obiettivo se vogliamo era ricostruire la mia storia + darmi consigli su cosa fare nel presente- ma ero ancora bloccato nel loop.

Di base le sedute di entrambi si basano sul darti consigli su cosa fare, a volte usare metafore per esplicitati un concetto, farti riflettere sulle tue possibilità... Quello lacaniano faceva più riferimenti al legame coi genitori dicendomi di staccarmi da essi. Quello di oggi fa meno riferimenti anche quelli ma ne fa anche lui: non è cambiato molto l'approccio. Forse non danno indicazioni molto concrete si potrebbe dire

Tuttavia consigli su cosa fare me ne sono stati dati: esempio sul frequentare un determinato posto con la finalità di trovare ambienti sociali in cui inserirmi, nel farmi forza ad andarci senza farmi travolgere dalle aspettative . Però io, ci provavo, ma lo facevo a stento e alla fine non riuscivo a sentirmi meglio, non sapevo sempre cosa dire ad altre persone o fare in modo tale da creare relazioni

Per di più il loop in cui sono imprigionato è che passo da momenti in cui vorrei veramente dare una svolta ad altri in cui ci provo ma non riesco allora ritorno ad andare più lento nell'affrontare le difficoltà, e alla fine sono senza amicizie o fidanzamenti /ragazze (la questione ragazze la reputo importante per ovvi motivi alla mia età). Oltretutto vivo male anche il rapporto con l'autoerotismo, che sento sempre il bisogno di farlo ma non mi soddisfa perché fatto in solitudine probabilmente -e comunque, mi porta via anche tempo , e non è una battuta- faccio fatica ad alzarmi e fare le cose con le giuste tempistiche, insomma ho anche scarsa motivazione perché vedo che la mia vita è inappagante -assenza di piacere-.

Spero di essermi spiegato e se ha del tempo da dedicarmi se può mi dia dei consigli su cosa fare in termini psicoterapeutici e via dicendo. Il 23 agosto nel frattempo ho una visita dallo psichiatra del CSM che aggiornerò su come mi sento
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.9k 1k 248
Che il depakin sia utile per l'alcol si, ma accade proprio in rapporto a quel tipo di diagnosi, nelle sue varie forme, anche attenuata. Idem per l'ansia sociale, si associa ad alcol quando c'è un fondo di quel tipo, dati alla mano.
Ora, però, il punto è che non ha avuto risultati. Quindi anche gli approcci andrebbero rivisti.
Per l'ansia ok che si possa usare offlabel il depakin e anche per il craving alcolico, ma ci sono anche altre cose più dirette, quindi se non è il bipolarismo anche sfumato il motivo, perché ?
La psicoterapia, direi che la parte comportamentale, che è quella poi più indicata, manca.
Proporre attività è equivocato come proporle nel senso che uno debba "sforzarsi di" ma non è questo il punto. L'esposizione non è andar contro il sintomo, è andar contro l'isolamento ambientale, e nella prima fase l'aspettativa è che cresca l'ansia, e come gestirla insieme al terapeuta.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Grazie della risposta. Allora io avevo già domandato allo psichiatra se c'entrava qualcosa il disturbo bipolare proprio anche perché me lo avevate consigliato in un altro consulto. Ma il medico ha detto no proprio.
Per l'ansia, altre volte mi avevano dato antipsicotici a basso dosaggio insieme alla paroxetina, che però non mi facevano stare bene..
Poi c'è stata questa cosa di questo psichiatra che mi ha dato Depakin.

Ma lei considera un disturbo bipolare lieve il mio comportarmi in questo modo con l'alcol? Il disturbo ossessivo compulsivo non può dare origine a questo insieme a tendenza a un umore depressivo o basso ?

Per quanto riguarda la terapia ho compreso, il fatto è capire dove allora potrei trovare il terapeuta adatto, a meno che non riesca in qualche modo a permettermi un privato che allora posso trovare cercando sul web eccetera
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Utente
Utente
"l'aspettativa nella prima fase è che cresca l'ansia e come gestirla col terapeuta"
Intende come gestirla attraverso respirazione/meditazione, e riflessione positiva degli accadimenti?
Intende attraverso prescrizioni del terapeuta che ti mettono nella posizione di "essere costretto a affrontare" affinché la terapia continui?
Perché a volte ho pensato che potrei aver bisogno di quello, ma non lo so.

Cioè non capisco se tutto dipenda dalla mia volontà, o anche dal tipo di terapeuta , se avrei bisogno di una terapia abbastanza schematica

Però poi, non capisco, in caso mi servisse una terapia comportamentale es 3a generazione (?), se è possibile trovarla al CSM della mia città oppure no. (Per via dei prezzi )

Come ho detto col tempo ho fatto esperienze e non ho più "fobia" secondo me, ma un ansia o ipersensibilità a certi comportamenti della gente si, e la tendenza ad evitare.
Oltretutto avendo ancora non esperienze a sufficienza faccio fatica a comprendere come fare a instaurare relazioni, parlo un po' ma poi non succede altro.



Preciso che mia mamma è stata sempre una persona con sbalzi d'umore facili o cambiamenti comportamentali, ma non ho mai capito se le avessero fatto diagnosi di disturbo dell' umore misto o "solo" depressione.... Non so se anche mio nonno, ma non sono sicuro. ..... ultimamente ha fatto miglioramenti ma vabè. Quindi c'è la possibilità di disturbo dell'umore sfumato, in caso dovrei ridomandarlo al medico/psichiatra?

Come ultima cosa, non so se sia rilevante, ma preciso che alcune tendenze pseudo maniacali-compulsive credo di poter dire mi sia capitato di averle, ma io le imputavo al disturbo ossessivo /compulsivo.

A seconda della situazione poi, ho questa cosa che quando mi lascio andare tenderei a scherzare con le persone, ad assumere comportamenti anche simpatici e vivaci più di altra gente più tranquilla di me, ma al tempo stesso poi torno ad essere intimorito. Ho provato a smussare il giusto questa roba man mano, con l'esperienza.
Quindi una tendenza bipolare-lieve potrebbe esserci? So per sentito dire che ci sono tante sfumature del cosiddetto disturbo dell'umore bipolare.


Buona giornata! ;)
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.9k 1k 248
Ma non deve per forza esserci un "disturbo" bipolare, è sufficiente che ci sia una struttura temperamentale, anche funzionale. Biologicamente non è sempre disturbo, nel senso che non è sempre quel tipo di disfunzione. Ma è importante sapere che c'è quel tipo di struttura biologica, perché per altri nessi o obiettivi terapeutici può invece essere cruciale, a parità di ansia.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Capito, cosa mi consiglia lei quindi dott. Pacini?, intende quindi che potrei porre il quesito al medico psichiatra ,riguardante se in relazione a date considerazioni potrebbe sussistere una tendenza a questo tipo di temperamento?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.9k 1k 248
Beh, in realtà il medico questo lavoro lo fa da sé. Ma le nozioni riguardanti le diagnosi correlate a sostanze non sono a tutti così chiare, e molti hanno opinioni lontane dalle risultanze, e coincidenti né più né meno con quello che pensano i più.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
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Non sono sicuro di aver ben capito l'ultimo messaggio mi perdoni
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.9k 1k 248
Che la materia della psichiatria legata all'uso di sostanze o dipendenze etc è una materia che non tutti "masticano" in maniera corrente, e o si hanno dei punti fermi come nozioni su questa materia, o si rischia di applicare delle "credenze" o delle prassi che non corrispondono in realtà a quello che risulta scientificamente.

Dr.Matteo Pacini
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