Capacità intendere e volere

Egregi dott,

Desideravo sapere se via sia una differenza tra la semplice capacità di intendere e di volere ovvero una piena capacità di intendere e di volere, ed eventualmente le differenze.

Inoltre, vorrei sottoporre alla vostra cortese attenzione un quesito particolare ovvero

- in una novantenne in terapia con farmaci prettamente indicati per demenza e alzhaimer in stato di declino cognitivo, è compatibile una certificazione di capacità di intendere e di volere?


Vi ringrazio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
" tra la semplice capacità di intendere e di volere ovvero una piena capacità di intendere e di volere"

Nessuna.


In un caso come quello che cita le condizioni vanno valutate, le premesse che elenca rendono probabile che le funzioni non siano integre, ma settorialmente le capacità possono essere conservate, perché nelle demenze non avanzate sono possibili perdite funzionali su alcune azioni o tipi di azione, e su altre no.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Preliminarmente la ringrazio per il cortese e tempestivo riscontro .
Voglio essere più precisa . A seguito di diagnosi di MCI in progressione con declino cognitivo e vasculopatia cerebrale diagnosticate e certificate nel maggio del 2009 , una quasi novantenne , a dicembre del 2010 ritiene possa risultare nella piena capacità di intendere e di volere oppure risulterebbe assai improbabile in base alla scienza ?
Per essere ancora più completa aggiungo che nel 2009 è stata iniziata sotto prescrizione il MEMAC farmaco che risulta impiegato esclusivamente per la demenza e l'alzhaimer .

grazie anticipatamente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Va valutata. Inutile fare delle previsioni di come uno la valuterà, anche perché sono situazioni in evoluzione. La certificazione di quel tipo deve far seguito ad una valutazione, che ovviamente si riferisce ad un "oggi" ma potrebbe non esser valida già dopo qualche settimana, visto che parliamo di una malattia progressiva.

Dr.Matteo Pacini
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