Cura del disturbo ossessivo-compulsivo
Salve gentilissimi medici, vi ringrazio anticipatamente per il tempo che mi dedicherete.
Vorrei chiedervi un parere per un brevissimo quesito che vorrei porvi.
Sono una ragazza di 32 anni, da quasi 10 anni sono ossessivo-compulsiva (con diagnosi).
Il disturbo esordì già in maniera grave e già dalle prime sedute di terapia (sia psichiatriche, sia psicologiche) mi venne annunciato che non ne sarei mai uscita e che probabilmente mi si sarebbe cronicizzato.
E tanto è successo, il mio disturbo è cronico.
Finita la mia storia, vorrei sapere se secondo voi è possibile convinvere con un DOC ormai cronico, fatto da ossessioni omicide (è inutile che vi spiego cosa intendo, sapete già) giornaliere e continuare solo ed esclusivamente con la psicoterapia.
Mi rifiuto categorigamente di prender farmaci, soffro di disturbi dell'alimentazione e il pensiero di aumentare di peso mi spaventa al punto che non mi sembra un buon compromesso non avere più le mie ossessioni ma avere il desiderio di lanciarmi dalla finestra se il peso sulla bilancia non è quello che dico io.
Sottolineo però che non mi sono mai stati proposti dei farmaci, questo è solamente un mio cruccio, del tutto personale e svincolato da una situazione effettiva.
È un quesito del tutto ipotetico, basato solo ed esclusivamente su quello che provo io, al solo pensiero di prendere farmaci di questo tipo. Basato, più che altro, sulla mia dismorfofobia e sul mio controllo maniacale del peso.
In poche parole, non è mai successo ma se dovesse succedere, so già come reagirei. Da qui, la mia richiesta.
La terapia va bene, diciamo che tengo molto bene a bada gli attacchi ansiogeni, mi è venuto da chiedervi questo parere perché ultimamente mi capita di leggere spesso che, nei casi come il mio, è obbligatoria la terapia farmacologica.
Tengo a precisare che io conduco una vita normalissima, pochissime persone conoscono il mio disturbo e chi lo scopre, resta stupito per la mia incredibile capacità di controllo dell'ansia, grazie proprio all'altrettanto incredibile lavoro fatto in questi anni. Nel corso della giornata mi capita di avere questi pensieri orribili ma subito dopo continuo la mia vita esattamente come prima di quei pensieri. È ovvio che siano invalidanti ma riesco sempre a calmarmi, a gestire la situazione. Anche perché, sul posto di lavoro non posso dire "No, aspetta un secondo, la mia mente mi ha appena fatto vedere che ti stavo uccidendo". Non lavorerei più. Ammetto che ad oggi, mi condiziona molto di più il farmi schifo, che altro (ma questa è un'altra storia). Qualche anno fa, la situazione non era così rosea (se così si può definire rispetto a ciò di cui si sta parlando) e passavo nottate intere a piangere, a sudare freddo, per le atrocità che la mia mente mi presentava. Soprattutto, per quelle che riguardano il mio compagno mentre dormiamo. Ora le vedo uguale, ho un attimo di tachicardia e di angoscia ma le skippo ugualmente, tipo le pubblicità prima dei video online.
Quindi, sono davvero necessari questi farmaci?
Mi scuso per il tono un po' arrogante, anche con lo psichiatra che mi ha avuto in cura, mostrai le stesse preoccupazioni e non mi ha mai prescritto farmaci, al massimo un blando ansiolitico da prendere all'occorrenza nelle crisi più gravi. Trovai accoglienza nelle mie perplessità e lì ebbi la prima conferma del fatto che il DOC non è una patologia psichiatrica, come la schizofrenia ad esempio, ma una condizione legata all'ansia estrema (di cui ho sempre sofferto, anche in adolescenza) e che i farmaci non sono necessari. Questo psichiatra, in realtà, faticava molto a considerare il DOC un disturbo psichiatrico e lo considerava un disturbo psicologico.
Cosa che negli anni, mi ha aiutata tantissimo a non sentirmi né malata, né sbagliata.
E, cosa principale, mi aiuta anche oggi con il senso di colpa che mi ha sempre divorata dal primo pensiero omicida che ho avuto. Senso di colpa che, vi assicuro, a tratti è intollerabile ed è davvero impossibile conviverci. Molto più che con le ossessioni stesse. Soprattutto, in un soggetto ipersensibile come me.
Non voglio giudizi sul mio DOC (e nemmeno sugli altri consulti, cosa che purtroppo è già successa su questa piattaforma), ma solo un reale parere di uno psichiatra o uno psicoterapeuta che fa terapia cognitivo-comportamentale sul rapporto tra farmaco e psicoterapia e se, realmente, è necessario prenderli.
Come sopra, vi ringrazio del vostro parere.
Vorrei chiedervi un parere per un brevissimo quesito che vorrei porvi.
Sono una ragazza di 32 anni, da quasi 10 anni sono ossessivo-compulsiva (con diagnosi).
Il disturbo esordì già in maniera grave e già dalle prime sedute di terapia (sia psichiatriche, sia psicologiche) mi venne annunciato che non ne sarei mai uscita e che probabilmente mi si sarebbe cronicizzato.
E tanto è successo, il mio disturbo è cronico.
Finita la mia storia, vorrei sapere se secondo voi è possibile convinvere con un DOC ormai cronico, fatto da ossessioni omicide (è inutile che vi spiego cosa intendo, sapete già) giornaliere e continuare solo ed esclusivamente con la psicoterapia.
Mi rifiuto categorigamente di prender farmaci, soffro di disturbi dell'alimentazione e il pensiero di aumentare di peso mi spaventa al punto che non mi sembra un buon compromesso non avere più le mie ossessioni ma avere il desiderio di lanciarmi dalla finestra se il peso sulla bilancia non è quello che dico io.
Sottolineo però che non mi sono mai stati proposti dei farmaci, questo è solamente un mio cruccio, del tutto personale e svincolato da una situazione effettiva.
È un quesito del tutto ipotetico, basato solo ed esclusivamente su quello che provo io, al solo pensiero di prendere farmaci di questo tipo. Basato, più che altro, sulla mia dismorfofobia e sul mio controllo maniacale del peso.
In poche parole, non è mai successo ma se dovesse succedere, so già come reagirei. Da qui, la mia richiesta.
La terapia va bene, diciamo che tengo molto bene a bada gli attacchi ansiogeni, mi è venuto da chiedervi questo parere perché ultimamente mi capita di leggere spesso che, nei casi come il mio, è obbligatoria la terapia farmacologica.
Tengo a precisare che io conduco una vita normalissima, pochissime persone conoscono il mio disturbo e chi lo scopre, resta stupito per la mia incredibile capacità di controllo dell'ansia, grazie proprio all'altrettanto incredibile lavoro fatto in questi anni. Nel corso della giornata mi capita di avere questi pensieri orribili ma subito dopo continuo la mia vita esattamente come prima di quei pensieri. È ovvio che siano invalidanti ma riesco sempre a calmarmi, a gestire la situazione. Anche perché, sul posto di lavoro non posso dire "No, aspetta un secondo, la mia mente mi ha appena fatto vedere che ti stavo uccidendo". Non lavorerei più. Ammetto che ad oggi, mi condiziona molto di più il farmi schifo, che altro (ma questa è un'altra storia). Qualche anno fa, la situazione non era così rosea (se così si può definire rispetto a ciò di cui si sta parlando) e passavo nottate intere a piangere, a sudare freddo, per le atrocità che la mia mente mi presentava. Soprattutto, per quelle che riguardano il mio compagno mentre dormiamo. Ora le vedo uguale, ho un attimo di tachicardia e di angoscia ma le skippo ugualmente, tipo le pubblicità prima dei video online.
Quindi, sono davvero necessari questi farmaci?
Mi scuso per il tono un po' arrogante, anche con lo psichiatra che mi ha avuto in cura, mostrai le stesse preoccupazioni e non mi ha mai prescritto farmaci, al massimo un blando ansiolitico da prendere all'occorrenza nelle crisi più gravi. Trovai accoglienza nelle mie perplessità e lì ebbi la prima conferma del fatto che il DOC non è una patologia psichiatrica, come la schizofrenia ad esempio, ma una condizione legata all'ansia estrema (di cui ho sempre sofferto, anche in adolescenza) e che i farmaci non sono necessari. Questo psichiatra, in realtà, faticava molto a considerare il DOC un disturbo psichiatrico e lo considerava un disturbo psicologico.
Cosa che negli anni, mi ha aiutata tantissimo a non sentirmi né malata, né sbagliata.
E, cosa principale, mi aiuta anche oggi con il senso di colpa che mi ha sempre divorata dal primo pensiero omicida che ho avuto. Senso di colpa che, vi assicuro, a tratti è intollerabile ed è davvero impossibile conviverci. Molto più che con le ossessioni stesse. Soprattutto, in un soggetto ipersensibile come me.
Non voglio giudizi sul mio DOC (e nemmeno sugli altri consulti, cosa che purtroppo è già successa su questa piattaforma), ma solo un reale parere di uno psichiatra o uno psicoterapeuta che fa terapia cognitivo-comportamentale sul rapporto tra farmaco e psicoterapia e se, realmente, è necessario prenderli.
Come sopra, vi ringrazio del vostro parere.
[#1]
" il DOC non è una patologia psichiatrica, come la schizofrenia ad esempio, ma una condizione legata all'ansia estrema "
Non capisco da dove tragga questo discorso (uno psichiatra le ha detto questo ? ) ma soprattutto quel che non capisco è l'assurda implicazione. Non si senta malata, e cosa significa alla luce di tutto quello che scrive e addirittura sottolinea ? "Senso di colpa che, vi assicuro, a tratti è intollerabile ed è davvero impossibile conviverci." Vi assicuro, ci tiene a dire, quindi prima un atteggiamento di chi deve far pressione (non si sa per quale motivo) per convincere che il problema è serio (non c'è bisogno); poi dice che non si vuol sentir malata.
Lo chiami come vuole, se è un DOC ci sono dei modi per mandarlo via. E' questo che cerca, o no, perché alla fine il punto fondamentale è questo. Da una parte dice che sta malissimo, dall'altra quando si tratta di parlare di cure etc premette che in fondo va bene così. E' una resistenza nota, ed è dettata in gran parte dallo stesso meccanismo che genera le ossessioni.
Il senso di colpa per le ossessioni è parte della manifestazione, e tra l'altro però denota anche che forse il meccanismo dell'ossessione non le è chiaro magari.
Non capisco da dove tragga questo discorso (uno psichiatra le ha detto questo ? ) ma soprattutto quel che non capisco è l'assurda implicazione. Non si senta malata, e cosa significa alla luce di tutto quello che scrive e addirittura sottolinea ? "Senso di colpa che, vi assicuro, a tratti è intollerabile ed è davvero impossibile conviverci." Vi assicuro, ci tiene a dire, quindi prima un atteggiamento di chi deve far pressione (non si sa per quale motivo) per convincere che il problema è serio (non c'è bisogno); poi dice che non si vuol sentir malata.
Lo chiami come vuole, se è un DOC ci sono dei modi per mandarlo via. E' questo che cerca, o no, perché alla fine il punto fondamentale è questo. Da una parte dice che sta malissimo, dall'altra quando si tratta di parlare di cure etc premette che in fondo va bene così. E' una resistenza nota, ed è dettata in gran parte dallo stesso meccanismo che genera le ossessioni.
Il senso di colpa per le ossessioni è parte della manifestazione, e tra l'altro però denota anche che forse il meccanismo dell'ossessione non le è chiaro magari.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
Non ha risposto su nulla di quello che ho chiesto, traendo conclusioni non richieste su cose che non le stavano competendo.
La ringrazio ugualmente solo per il tempo, non per altro.
P.S.
Sì, è stato uno psichiatra a dirmelo.
Sa, non tutti gli psichiatri trattano i pazienti come se dovessero subire un elettroshock il giorno stesso che fanno la prima terapia. E non tutti, li rendono dei vegetali con i farmaci, quando in realtà basta PARLARE con le persone, non imbottirli di robe che servono ad annullare, non a curare i sintomi.
Di nuovo, parola di psichiatra.
P.P.S.
Se non risponde più, è meglio.
La ringrazio ugualmente solo per il tempo, non per altro.
P.S.
Sì, è stato uno psichiatra a dirmelo.
Sa, non tutti gli psichiatri trattano i pazienti come se dovessero subire un elettroshock il giorno stesso che fanno la prima terapia. E non tutti, li rendono dei vegetali con i farmaci, quando in realtà basta PARLARE con le persone, non imbottirli di robe che servono ad annullare, non a curare i sintomi.
Di nuovo, parola di psichiatra.
P.P.S.
Se non risponde più, è meglio.
[#3]
"Non ha risposto su nulla di quello che ho chiesto, traendo conclusioni non richieste su cose che non le stavano competendo"
lasciamo perdere l'Italiano, ma mi compete eccome dare un parere su quello che leggo. E lo do come ritengo abbia senso darlo.
"Sa, non tutti gli psichiatri trattano i pazienti come se dovessero subire un elettroshock il giorno stesso che fanno la prima terapia."
Quindi va avanti con sparate ideologiche. Anzi diffamatorie, e anche banali, le solite cose che si leggono. Medici cattivi che rendono vegetali, l'elettroshock come fosse una parolaccia etc.
", quando in realtà basta PARLARE con le persone"
No.,
Lei non ha la minima idea della materia, ha scritto solo per offendere, e come tale è stato subito individuato il tono del suo scritto.
Cose false, confuse e banali e ingenue anche come offese.
lasciamo perdere l'Italiano, ma mi compete eccome dare un parere su quello che leggo. E lo do come ritengo abbia senso darlo.
"Sa, non tutti gli psichiatri trattano i pazienti come se dovessero subire un elettroshock il giorno stesso che fanno la prima terapia."
Quindi va avanti con sparate ideologiche. Anzi diffamatorie, e anche banali, le solite cose che si leggono. Medici cattivi che rendono vegetali, l'elettroshock come fosse una parolaccia etc.
", quando in realtà basta PARLARE con le persone"
No.,
Lei non ha la minima idea della materia, ha scritto solo per offendere, e come tale è stato subito individuato il tono del suo scritto.
Cose false, confuse e banali e ingenue anche come offese.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 22/07/2024.
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