Uso antidepressivo
Salve dottori, ho 39 anni e dopo anni (non continui) di psicoterapia, ho deciso di rivolgermi ad una psichiatra e psicoterapeuta della mia città.
Ieri sono stata in visita da lei per la prima volta e le ho raccontato la mia storia.
Soffro di Ansia e sporadicamente di attacchi di panico ed ipocondria frequente che mi porta a non fare controlli medici e mi fa fissare continuamente sulle malattie.
Io sono orfana di padre dall’età di un anno e ho vissuto altri lutti che secondo lei sono la causa della mia ansia, assieme all’educazione iperprotettiva che ho ricevuto da mamma e nonni.
Nonostante ciò, ho un bel lavoro che mi motiva tanto ed un compagno da qualche anno.
Tuttavia, Dopo aver ascoltato la mia storia personale mi ha proposto l’utilizzo di un antidepressivo, nello specifico la fluoxetina perché secondo lei l’ansia è radicata in me a causa del mio vissuto e della perdita precoce di un genitore.
Inoltre mi ha un po’ demotivata dicendomi che affiancheremo l’uso dei farmaci alla psicoterapia ma non mi garantisce grandi risultati perché io sono così e l’ansia fa parte di me.
Questa cosa mi ha destabilizzata così come l’utilizzo del farmaco.
Ho letto di tanti effetti collaterali ed ho il terrore della dipendenza.
Nonostante tutto sono una ragazza dinamica e solare, però consapevole della mia ipocondria e dell’ansia.
Cosa devo fare secondo voi?
Ho bisogno di altri pareri.
Grazie
Ieri sono stata in visita da lei per la prima volta e le ho raccontato la mia storia.
Soffro di Ansia e sporadicamente di attacchi di panico ed ipocondria frequente che mi porta a non fare controlli medici e mi fa fissare continuamente sulle malattie.
Io sono orfana di padre dall’età di un anno e ho vissuto altri lutti che secondo lei sono la causa della mia ansia, assieme all’educazione iperprotettiva che ho ricevuto da mamma e nonni.
Nonostante ciò, ho un bel lavoro che mi motiva tanto ed un compagno da qualche anno.
Tuttavia, Dopo aver ascoltato la mia storia personale mi ha proposto l’utilizzo di un antidepressivo, nello specifico la fluoxetina perché secondo lei l’ansia è radicata in me a causa del mio vissuto e della perdita precoce di un genitore.
Inoltre mi ha un po’ demotivata dicendomi che affiancheremo l’uso dei farmaci alla psicoterapia ma non mi garantisce grandi risultati perché io sono così e l’ansia fa parte di me.
Questa cosa mi ha destabilizzata così come l’utilizzo del farmaco.
Ho letto di tanti effetti collaterali ed ho il terrore della dipendenza.
Nonostante tutto sono una ragazza dinamica e solare, però consapevole della mia ipocondria e dell’ansia.
Cosa devo fare secondo voi?
Ho bisogno di altri pareri.
Grazie
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Il terrore del farmaco rientra un po' nell'impostazione ipocondriaca. La presentazione in effetti è un po' tentennante: nessuno deve garantire niente, ma dire che non ci si deve aspettare nulla di sicuro è un conto, che la potenzialità della terapia con fluoxetina sia in partenza limitata ad un aiutino invece è falso.
La "dipendenza" è un concetto ipocondriaco, che non corrisponde alla dipendenza inteso in senso tecnico, e rappresenta solo un timore di qualcosa che ti lega senza che tu lo controlli, ovvero un concetto che non c'entra nulla con la terapia farmacologica di qualsiasi cosa.
La "dipendenza" è un concetto ipocondriaco, che non corrisponde alla dipendenza inteso in senso tecnico, e rappresenta solo un timore di qualcosa che ti lega senza che tu lo controlli, ovvero un concetto che non c'entra nulla con la terapia farmacologica di qualsiasi cosa.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
La ringrazio per la celere risposta. Quindi secondo lei posso affidarmi tranquillamente alla prescrizione della collega o sentire anche altri professionisti? Inoltre non ho avuto una diagnosi del mio problema se non che l’ansia dipende dalle difficoltà che ho dovuto affrontare nella vita e da quelli che è stata la mia educazione iperprotettiva a seguito della morte di mio padre
[#4]
Non lo sa perché è ossessionato. Ha già ricevuto l'indicazione. Consultando cinquanta medici avrà cinquanta opinioni di cui misurare col millimetro le differenze, senza iniziarne nessuna, con discreta probabilità.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 428 visite dal 19/07/2024.
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