Effetti collaterali solian e zarelis

Salve.
Mi è stata prescritta una terapia che prevede l'assunzione di Solian 50mg e Zarelis 75mg.
Vorrei sapere quanto sono frequenti gli effetti collaterali connessi a questi farmaci ed eventualmente dopo quanto tempo si risolvono.
Vi ringrazio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.9k 1k 248
Quanto sono frequenti è un'informazione che non le cambia niente. C'è scritto sul foglietto comunque, effetto per effetto.
La seconda domanda è una previsione del futuro, per giunta applicata a cosa se non si specifica quale effetto ? Non si può neanche dire in generale se un tipo di effetto tende o meno a rimanere o andar via, se non specifica.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
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Gentile Dottore mi scusi, ma contrariamente a quanto da lei affermato la frequenza di questi effetti rappresenta per me un'informazione rilevante al fine di apprezzare adeguatamente benefici e rischi connessi all'assunzione di questi farmaci, trattandosi oltretutto di effetti collaterali di portata non irrisoria. Relativamente allo Zarelis effetti collaterali quali capogiro, cefalea, sonnolenza, insonnia, nausea, bocca secca, costipazione, e relativamente al Solian effetti collaterali quali tremori, rigidità, ipocinesi, ipersalivazione, acatisia, discinesia, quanto tempo impiegano per risolversi? Non che relativamente ad ogni singolo effetto collaterale voglia sapere il periodo di tempo necessario per la sua risoluzione, ma, eccezion fatta per quelli più rari, non esiste per gli effetti collaterali più frequentemente connessi all'assunzione di psicofarmaci, un lasso di tempo medio comune agli stessi entro il quale i medesimi si risolvono? La ringrazio per la sua disponibilità. Cordialmente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.9k 1k 248
Sapendo la frequenza cosa mai può apprezzare, non capisco. Se un effetto c'è nel 41% o nel 12% o nel 72% e se è lieve nel 10% o nel 14% o nel 28% questo non varia la previsione che Lei abbia quell'effetto, e di che intensità eventualmente.

"quanto tempo impiegano per risolversi? "
Idem, sta ponendo le domande in una maniera assurda. Effetti messi tutti insieme, non so...ma come può pensare che ci sia una risposta a una domanda che dice "effetti come..." e poi ne elenca una serie uno diverso dall'altro.

Ma poi che significa effetti legati "all'assunzione di psicofarmaci" ? Ma che sono gli psicofarmaci ?

Lei procede per categorie il cui unico senso è che è preoccupato degli effetti e vorrebbe sapere se li avrà, quali, come e quando se ne vanno. Cioè -così- leggere il futuro. E insiste nel voler pensare che la statistica sugli effetti (riportata sul foglietto) sia una risposta a questa domanda così posta. Non lo è.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Gentile Dottore, il mio intento iniziale era semplicemente quello di conoscere la durata degli effetti collaterali indicati come più comuni nei documenti illustrativi dei due farmaci antidepressivi (nella speranza che questa denominazione le sia di maggior gradimento) che le ho indicato nel primo quesito, pensando, evidentemente erroneamente, di poter ottenere una risposta, anche alla luce del fatto che su altri articoli scientifici ne viene indicato il tempo di risoluzione. Ciò detto prendo atto della sua replica e per me il consulto può concludersi qui. Eventualmente ritornerò se, iniziata la terapia, dovessero presentarsi alcuni degli effetti indicati nei fogli illustrativi. La ringrazio nuovamente per la sua disponibilità. Cordialmente.
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Utente
Utente
E comunque rimane sconfortante come lei non riesca a capire un ragionamento di una banalità clamorosa e oltretutto mi tratti anche come se stessi facendo dei discorsi senza senso. Se io so che un determinato farmaco possiede un'elevata probabilità di produrre seri effetti collaterali, comprensibilmente posso decidere di conseguenza di non assumerlo. "Sapendo la frequenza non capisco cosa lei possa apprezzare". Ma mi scusi, sulla base di quali altri elementi allora è possibile condurre una valutazione circa i rischi connessi all'assunzione di un farmaco se non gli effetti collaterali e la loro frequenza nel manifestarsi? Non sono forse gli effetti collaterali a rappresentare i rischi legati all'assunzione di un farmaco?Francamente sono allibito. Purtroppo è atteggiamento tipico di parecchi di voi medici porsi con ingiustificata superiorità nei confronti dei pazienti e trattarli quasi come dei mentecatti per le domande che pongono, dimenticandovi però del fatto che a vostra differenza il paziente non è un esperto nel settore e che di conseguenza è normale che talvolta possano provenire dallo stesso delle domande "strampalate", cosa peraltro neppure avvenuta in questa circostanza.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.9k 1k 248
"E comunque rimane sconfortante come lei non riesca a capire un ragionamento di una banalità clamorosa"

Eh no, mi sa che Lei non sta capendo perché si vuole impuntare sull'apparente senso di quello che chiede.

Lei fa un banale ragionamento ma in realtà poi vuole un'informazione. Il rischio è statistica. E quindi Lei decide in base a cosa ? All'esistenza di un rischio, ad una soglia percentuale che, a livello personale, secondo Lei va bene ? Chi ha un effetto collaterale che può venire al'1% o al 99% lo ha in modo diverso ?

Non si permette di denigrare nessuno, cerchi di capire le risposte invece di partire subito con diffamazioni varie e offese alla categoria e al sottoscritto, con i soliti argomenti che portano odio e contrapposizione.

Non c'entra l'essere un medico
Non c'entra intendersene
Non c'entra niente di tutto quello che vuole forzare dentro questo ragionamento.

E' un semplice problema di domande impostate su una base che richiama la natura del problema. Gli effetti li ha scritti nero su bianco sul foglietto ed è qui a chiedere non sa neanche Lei cosa. Non quello che le sembra di chiedere. Vuole la previsione inesistente dei suoi effetti, così poi decide con serenità. Questo chiede.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
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Vede, il problema è che lei non ha capito la domanda che io volevo porle, forse per colpa mia che mi sono espresso male, o magari per colpa sua, non importa. Chiaramente io non pretendo che lei come se avesse una palla di cristallo mi dica quali effetti collaterali svilupperò, con che intensità e quanto dureranno. Volevo semplicemente sapere MEDIAMENTE questi farmaci quali effetti collaterali producono e MEDIAMENTE quanto durano. E la domanda non è priva di senso, giacchè sia sui fogli illustrativi che su altri articoli scientifici che ho consultato online queste informazioni vengono fornite. E lo stesso psichiatria dal quale personalmente mi sono rivolto ha dato una risposta alla mia domanda, senza fare tutta la filosofia che ha fatto lei. Io non ho denigrato nessuno, la denigrazione consiste in ben altra cosa. Piuttosto lei avrebbe potuto rispondermi evitando di trattarmi con saccenza con frasi del tipo
:<<Ma poi che significa effetti legati "all'assunzione di psicofarmaci" ? Ma che sono gli psicofarmaci ?>>. Mi scusi sa, ma al contrario suo non ho una laurea in medicina per cui non conosco la terminologia tecnica della materia. E soprattutto non stiamo facendo un esame universitario dove lei mi corregge e mi rimprovera, ma come si permette.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.9k 1k 248
No, è Lei a non capire.
Quando ha saputo mediamente cosa accade, a livello operativo cosa cambia ? Sarà se li avrà o no ? No, non lo saprà. Saprà dopo quanto le passano, e se è normale se durano due giorni di più ? No.

"E lo stesso psichiatria dal quale personalmente mi sono rivolto ha dato una risposta alla mia domanda, senza fare tutta la filosofia che ha fatto lei. "

Ma certo, è facilissimo rispondere alla sua domanda, ma in realtà non è la cosa che ha chiesto. Lei vuol sapere mediamente cosa accade per sapere cosa si deve aspettare. Ecco, non ha senso.
Se disprezza la filosofia che si può fare su queste apparenti semplici cose, mi spiace.

"E soprattutto non stiamo facendo un esame universitario dove lei mi corregge e mi rimprovera, ma come si permette."

Come si permette Lei, di aggredire chi le fa notare l'assenza di significato di un termine. Che significa "psicofarmaci". Per me, niente. Lo sa spiegare ? Altrimenti adesso chiedo io a Lei se Lei sa di che colore è la frutta. Vediamo se secondo Lei è una domanda da elementari, da Università oppure forse c'è qualcosa di un po' indefinito e insensato nella domanda stessa.

Morale: psicofarmaci ha un senso. Il senso del termine psicofarmaci è "paura dei farmaci psichiatrici", per la paura che qualcosa di malefico possa cambiarti il cervello, nonostante siano cose date per farlo funzionare meglio. E questo deriva dall'assenza di visione dell'esistenza del cervello e della psiche come sua funzione.
Questo è quanto.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
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:<<Quando ha saputo mediamente cosa accade, a livello operativo cosa cambia ? Sarà se li avrà o no ? No, non lo saprà. Saprà dopo quanto le passano, e se è normale se durano due giorni di più ? No.:>>. Mi sembra ovvio che non saprò cosa mi accadrà a livello individuale, ma posso comunque farmi un'idea generica su quello che potrà accadermi sotto il profilo degli effetti collaterali. Se mi dicono che un determinato farmaco produce raramente degli effetti collaterali, mi sembra ovvio che io possa di conseguenza aspettarmi di non svilupparne alcuno e che possa assumerlo con maggiore serenità. Viceversa se mi dicono che un determinato farmaco produce con alta frequenza determinati effetti collaterali vale la reciproca, ossia posso avere la fondata preoccupazione di sviluppare qualche effetto avverso. E poi mi scusi, ma se come dice lei questa domanda, ossia quella relativa agli effetti collaterali, è priva di senso, allora perchè nei fogli illustrativi dei medicinali viene riportato questa informazione? All'AIFA sono diventati tutti scemi? Perchè quando alcuni mesi fa ho inziato una terapia con Wellbutrin e dopo aver sviluppato degli effetti collaterali ne ho chiesto la durata qui sul sito, un suo collega mi ha risposto? Perchè quando è iniziata la somministrazione dei vaccini anti covid venivano riportati gli effetti collaterali? Le rispondo io. Perché il paziente e più in generale il consumatore è titolare dell'INALIENABILE DIRITTO ad essere informato, ad essere messo a conoscenza in maniera chiara precisa e puntuale degli eventuali rischi ai quali potrebbe andare in contro a seguito dell'utilizzo di un prodotto messo in commercio sul mercato, sia esso un prodotto appartenente alla categoria dei medicinali, sia esso un qualsiasi altro prodotto.

Andiamo avanti.

:<<Come si permette Lei, di aggredire chi le fa notare l'assenza di significato di un termine.>>. Si è chiesto Lei perché l'ho "aggredita"? Perchè Lei Dottore sì mi ha fatto notare l'assenza di significato del termine, ma lo ha fatto in modo saccente e arrogante. Se l'avesse fatto con educazione e con gentilezza, io ne avrei preso atto e mi sarei scusato.

Per quanto riguarda la discussione relativa all'utilizzo del termine "piscofarmaci" Le dirò alcune cose. La prima è che Lei sa e sapeva molto bene che quando ho utilizzato quel termine mi riferivo ai due farmaci che Le ho indicato all'inizio, (a cos'altro mi sarei potuto riferire sennò, allo sciroppo per la tosse?), ma nonostante questo ha deciso di fare una sterile polemica terminologica. La seconda è che un medico, nel momento in cui il paziente utilizza un termine improprio, invece di rimproverarlo, dovrebbe cercare di tradurre quel termine nel linguaggio medico, magari avvalendosi anche di domande formulate al paziente, sussumendolo sotto il corretto termine tecnico, così come accade Le assicuro in qualsiasi altro contesto professionale.

Infine.

:<<Il senso del termine psicofarmaci è "paura dei farmaci psichiatrici", per la paura che qualcosa di malefico possa cambiarti il cervello, nonostante siano cose date per farlo funzionare meglio.>>. Dottore, questo termine, come Le ho già detto, l'ho utilizzato soltanto perchè non essendo un esperto del settore non sono in grado di utilizzare al contrario Suo una terminologia corretta. Lei giudica senza sapere: io non ho nessuna paura degli "psicofarmaci" nè dei medicinali in generale, nè temo che possano in qualche maniera oscura "cambiare" il mio cervello, anzi ho piena fiducia nella scienza medica, anzi ho piena fiducia nella psichiatria e nella psicoterapia, anzi sono fermamente convinto che certe condizoni mentali non possano essere curate se non mediante l'utilizzo di questi farmaci. Tant'è vero che sono stato io stesso a rivolgermi presso un professionista, tant'è vero che sono stato io stesso a dare fin dall'inizio la mia piena disponibilità all'assunzione di questi farmaci.

Spero di essere stato chiaro e che da qui in poi sia possibile avere dei rapporti civili, giacchè è mia intenzione iniziare ad assumere questi farmaci ed eventualmente fare ritorno qui sul sito per sottoporre a voi esperti altre questioni. Io ho assoluto rispetto dei medici e della medicina in generale, e per il percorso di studi da voi affrontato e per la fondamentale funzione che svolgete per la società, perciò mi scuso se ciò che ho detto qualche giorno fa le è apparso denigratorio nei confronti della classe medica. Non era assolutamente mia intenzione ledere la reputazione di quest'ordine professionale. Ma non accetto di essere trattato, mi dispiace, con saccenza e quando ciò accade non posso soprassedere.
Cordialmente.
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Utente
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Anzi le dirò di più, Lei deve avere proprio vergogna della saccenza e dell'arroganza con cui si è rivolto nei confronti di un paziente.
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Utente
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Ma poi mi faccia capire, Lei ha veramente l'audacia e la disonestà intellettuale, a costo di avere ragione, di affermare che domandare quali sono gli effetti collaterali connesi a un farmaco per sapere a quali potenziali rischi si va incontro è insensato? E allora per quale altra finalità vengono indicati gli effetti collaterali sui fogli illustrativi dei farmaci? Cose dell'altro mondo veramente... La metto al corrente oltretutto del fatto di aver fatto leggere questa conversazione al mio psichiatria e ad altri medici specializzati in altri settori, i quali hanno tutti in maniera unanime reputato incomprensibili le sue argomentazioni. Veda un po' Lei insomma.