Paroxetina e cognitivo comportamentale per depressione e dissociazione?

Buongiorno
Sono un ragazzo di 24 anni, trasferito in una nuova città da appena un anno.
Negli ultimi anni, sia per carattere e sia dopo eventi traumatici, ho iniziato ad avere molta ansia e rimuginazione.
Nell’ultimo anno ho iniziato ad avere sempre più ansia, il che per me era anche generativo e funzionale.
Negli ultimi 4 mesi però, dopo alcuni cambiamenti importanti nella mia vita, ho iniziato a sviluppare pensieri ossessivi su me stesso, che partivano dall’idea di voler essere una persona diversa da quella che sono.
L’ossessione è peggiorata di giorno in giorno fino a che, mischiandosi con l’ansia ho iniziato a percepire un enorme senso di ovattamento e stanchezza percettiva e cognitiva, senza riuscire più a fermare i pensieri, come se fossero diventati completamente indipendenti da me, tanto da ossessionarmi follemente su qualunque persona, sguardo, modo per uscirne e non riuscire a fermarli: letteralmente qualunque cosa passa davanti ai miei occhi diventa una ossessione incontrollabile e inspiegabile.
Ho sempre sofferto di insonnia, ma dopo questi mesi i pensieri ossessivi non si sono mai fermati ed è come se il mio cervello fosse entrato in uno stato di shut down in cui ho dimenticato il tipo di rapporti che avevo, la percezione della realtà, ho auto sabotato ogni rapporto con un seguente stato di depressione in cui vorrei solo dormire tutto il giorno e non parlare mai più con nessuno, che è l’esatto opposto della persona che sono sempre stato: non ho più ansia, non riesco a leggere, a scrivere messaggi, a guardare un film, a fare niente e dormo sempre senza problemi.
Sono terrorizzato dall’idea di non uscirne mai, di essere diventato una persona terribile perché non provo più empatia, non riesco a fare niente con passione, mi sembra di poter parlare solo di questo con le persone ma senza voler davvero aiuto.
Dopo che i miei genitori mi hanno visto, molto preoccupati per la situazione, in cui avevo crisi anche solo a parlare con mia madre, ora sono in cura da uno psichiatra che mi ha prescritto 40mg di paroxetina per giorno che non sta aiutando molto, anzi, sento la derealizzazione sempre più forte ma ho paura di starmi auto sabotando anche in questo.
Sono inoltre in cura da un anno da una psicoterapeuta che però mi sembra non capire minimamente la gravità della situazione e continua a farmi parlare del mio passato e della mia famiglia nonostante abbia esplicitamente detto che se quello era un lavoro che aveva senso fare prima di questi mesi, forse per me ora sarebbe più appropriato un approccio cognitivo comportamentale per poter riprendere una vita quantomeno normale.
Le domande che vorrei gentilmente porre sono in primis se pensa che potrò mai uscirne, perché il mio terrore è di non tornare mai più come prima, inoltre se un approccio cognitivo comportamentale potrebbe funzionare di più e infine se la paroxetina è il farmaco appropriato alla situazione.
Vi ringrazio in anticipo per la disponibilità.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.6k 1k 63
Ha ricevuto le indicazioni che richiede o le ha pensate lei?

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Utente
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La ringrazio intanto per la risposta. La paroxetina mi è stata prescritta dallo psichiatra che mi segue, mentre l'approccio cognitivo comportamentale è un mio pensiero dopo un anno di terapia con una psicoterapeuta non cognitivista che però non fa che peggiorare la situazione.