Qualè il modo migliore con cui posso approcciare il discorso?
Salve a tutti
Ho 25 anni e vi scrivo perché ormai sono sempre più preoccupato per il mio ragazzo che ne ha 22.
Siamo fidanzati da due anni, lui fin da subito ha mostrato imbarazzo per i suoi capelli (soffre di alopecia androgenica ma assolutamente ancora ad uno stadio primitivo).
All'inizio le crisi, esacerbate soprattutto post taglio di capelli mensile, erano contenute e riuscivamo a gestirle (premetto anche che ha fatto psicoterapia per 2 anni ma prima che ci conoscevamo).
Da quasi un anno invece ha fortissime crisi sulle quali ho provato tutti gli atteggiamenti possibili, dell'ironia, alla comprensione, all'ascolto passivo, avolte anche arrabiandomi (atteggiamento sbagliato lo so).
Le crisi stanno sempre più peggiorando, ripetendo di continuo frasi di morte, angoscia, depressione...che inevitabilmente si riflette sul suo studio e anche sul mio (mi sto per laureare in medicina).
Sono stremato, ma non ho mai fatto pesare questa cosa nel nostro rapporto.
Ormai mi è palese che abbia un disturbo dismorfico (non va in palestra per i capelli, lo specchio è il suo più grande amico/nemico, se li tocca continuamente).
Io lo amo tantissimo e sto cercando in tutti i modi di stargli dietro, non è sempre facile soprattutto perché non ne vuole sapere niente di psicoterapia o di inziare un percorso.
Ho anche pensato di prenotare una visita a sua insaputa ma mi sono bloccato...non ce la farei mai a sua insaputa, come se gli stessi facendo un torto o costringerlo a fare qualcosa che non vuole.
Come posso fare per approcciare tale discorso?
Come lo devo convincere che è la strada giusta farsi aiutare da un professionista e che atteggiamento devo avere io quando arrivano queste crisi così distruttive e auto demolitive?
Perché ascoltarlo e basta mi sembra di essere impotente.
Grazie per le eventuali risposte,
Ho 25 anni e vi scrivo perché ormai sono sempre più preoccupato per il mio ragazzo che ne ha 22.
Siamo fidanzati da due anni, lui fin da subito ha mostrato imbarazzo per i suoi capelli (soffre di alopecia androgenica ma assolutamente ancora ad uno stadio primitivo).
All'inizio le crisi, esacerbate soprattutto post taglio di capelli mensile, erano contenute e riuscivamo a gestirle (premetto anche che ha fatto psicoterapia per 2 anni ma prima che ci conoscevamo).
Da quasi un anno invece ha fortissime crisi sulle quali ho provato tutti gli atteggiamenti possibili, dell'ironia, alla comprensione, all'ascolto passivo, avolte anche arrabiandomi (atteggiamento sbagliato lo so).
Le crisi stanno sempre più peggiorando, ripetendo di continuo frasi di morte, angoscia, depressione...che inevitabilmente si riflette sul suo studio e anche sul mio (mi sto per laureare in medicina).
Sono stremato, ma non ho mai fatto pesare questa cosa nel nostro rapporto.
Ormai mi è palese che abbia un disturbo dismorfico (non va in palestra per i capelli, lo specchio è il suo più grande amico/nemico, se li tocca continuamente).
Io lo amo tantissimo e sto cercando in tutti i modi di stargli dietro, non è sempre facile soprattutto perché non ne vuole sapere niente di psicoterapia o di inziare un percorso.
Ho anche pensato di prenotare una visita a sua insaputa ma mi sono bloccato...non ce la farei mai a sua insaputa, come se gli stessi facendo un torto o costringerlo a fare qualcosa che non vuole.
Come posso fare per approcciare tale discorso?
Come lo devo convincere che è la strada giusta farsi aiutare da un professionista e che atteggiamento devo avere io quando arrivano queste crisi così distruttive e auto demolitive?
Perché ascoltarlo e basta mi sembra di essere impotente.
Grazie per le eventuali risposte,
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" ho provato tutti gli atteggiamenti possibili, dell'ironia, alla comprensione, all'ascolto passivo, avolte anche arrabiandomi (atteggiamento sbagliato lo so)."
Perché sbagliato ?
Questo suo pensiero sembra non essere sotto il suo controllo, è parte di una situazione di sofferenza (che lui identificherà nei capelli, e invece è nel pensiero dei capelli) e però disturba anche le relazioni, almeno la vostra. Questo punto può costituire per lui un motivo per farsi valutare. Non lo fa perché una forza lo spinge a gestire da solo ciò che lui ritiene sia il motivo, e qui sta invece l'errore.
Perché sbagliato ?
Questo suo pensiero sembra non essere sotto il suo controllo, è parte di una situazione di sofferenza (che lui identificherà nei capelli, e invece è nel pensiero dei capelli) e però disturba anche le relazioni, almeno la vostra. Questo punto può costituire per lui un motivo per farsi valutare. Non lo fa perché una forza lo spinge a gestire da solo ciò che lui ritiene sia il motivo, e qui sta invece l'errore.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 288 visite dal 21/06/2024.
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