Depressione?

Buongiorno sono una ragazza di 36 anni.
Ho bisogno di un parere.
Mi sono trasferita al Nord ormai 5 anni fa e il cambiamento iniziale non è stato semplice tanto è che iniziai un percorso di terapia che mi ha aiutato molto.
Dopodiché conosco un ragazzo, iniziamo a frequentarci e durante periodo Covid andiamo a convivere.
L'anno successivo lui decide di tornare a casa sua al Sud perché finalmente dopo 12 anni poteva ritornare a casa.
Io non presi questa decisione molto volentieri perché dopo più di un anno in cui convivevamo e stavamo bene non capivo perché cambiare vita e allontanarci.
La sua risposta era che voleva solo provare.
Nel frattempo il padre si ammala e quindi per un anno lui è stato giù di morale, mi accusava delle sue scelte prese e mi aggrediva per sfogarsi.
Dopo quell' anno io finalmente riesco a seguirlo giù, con molte titubanze perché io al Nord mi ero costruita da sola una vita sociale, avevo cambiato posto di lavoro e stavo bene.
Lui altalenante mi diceva torno su perché ti vedo felice e poi passava dal dirmi giù ricominciamo da capo e saremo noi due a volerlo.
Comunque alla fine scendo giù e sono stati i nove mesi peggiori di tutta la relazione.
Io che vedevo tutto nero, non mi piaceva il lavoro nei primi mesi ma poi mi ero abituata, la città (Napoli) non proprio semplice...può essere la città più bella del mondo ma è complicata.
Praticamente vedevo tutto in negativo e con la testa che pensava a quello che avevo lasciato...cioè la mia serenità.
Nei mesi successivi credo di essere caduta in uno stato depressivo e piu chiedevo aiuto più non venivo ascoltata, perché per il mio ormai ex è inconcepibile essere depresso.
Era bravo con le parole dicendomi è tutto nella tua testa.
la situazione non era semplice...ho cambiato lavoro, ho cambiato città...efavamo solo io e lui e quando gli chiedevo di fare qualcosa anche con i suoi amici era un NO e mi andava confeo.
Con il tempo però non ha retto più le mie frustazioni e ha solo iniziato ad istigare ad andarmene via.
Alla fine ho preso la decisione di andare via e di ritornare su.
Ho iniziato terapia di nuovo perché mi sento in colpa, mi rendo conto che effettivamente era tutto nella mia testa.
Ma mi chiedo pure...la persona al tuo fianco piuttosto che andarti contro perché non ha cercato in qualche modo di aiutarmi?
Perché comunque io le mie richieste le facevo.
Adesso sono due mesi che siamo distanti ma sinceramente ci continuiamo a sentire anche se le chiamate terminano con i litigi da parte mia soprattutto.
Tra l'altro lui non pensa che io stia male, pensa che il mio posto è qui al Nord e che ormai per lui siamo solo amici.
Di bloccarlo non riesco ma devo solo capire che è finita.
Io tornerei giù anche domani mattina con basi in cui entrambi capiamo i nostri errori.
Gli avevo chiesto di fare terapia di coppia ma mi è stato negato.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.2k 1k 248
E' piuttosto resistente nel suo sistema mentale il voler partire da un presupposto, e cioè che fondamentalmente vi siano delle basi, e che per qualche strano motivo i fatti siano andati male.
Lui era al suo fianco e le andava contro...perché ? Solo se uno prende come presupposto che ciò non dovesse avvenire, risulta poi strano che sia avvenuto. Tolto questo, si impara dall'esperienza sia in generale, sia nei casi specifici, ovvero che se da una fonte deriva un danno, evidentemente questa è un'indicazione decisiva. "Capire" significa capire quello che si ha davanti, altrimenti diventa un capire "al di là" di quel che si ha davanti, e quindi rifiutare un dato d'esperienza.

Lei parlava di reiniziare la terapia, ma quale terapia ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini