Peggioramento psicosi dopo concerto

Malgrado il parere contrario del mio psichiatra, le cui sagge parole mi pento di non aver ascoltato abbastanza, dopo ogni volta che mi ritrovo in una situazione sbagliata, ho accettato l'invito di alcuni miei colleghi a seguirli a Reggio, per assistere al concerto che una storica band metal ivi ha tenuto a fine maggio.
A differenza dei miei compagni, non mi intendo di musica, anzi il genere di sonorità che caratterizzava quello spettacolo mi ha fin dall'inizio causato un intenso turbamento, al limite dello shock.
Loro sanno che assumo le pillole e che devo farlo sempre alla stessa ora, ma quella sera è capitato che non le trovassi nel mio astuccio.
Erano stati loro con una astuzia a nascondermele, come hanno ammesso durante il ritorno, giustificandosi che si trattava di un semplice scherzo tra amici.
Ma per l'intera serata non hanno fatto che schernirmi e farsi gioco di me, sbeffeggiandomi perché prendo farmaci invece di divertirmi come fanno loro, e obbligandomi a bere un superalcolico che ha avuto effetti devastanti sul mio apparato digerente.
Erano su di giri, ma sapevano bene che io non ho mai fumato né toccato una goccia d'alcool dal maledetto giorno in cui sono al mondo, per i terribili scompensi che tali sostanze sortirebbero su una psiche già compromessa come la mia.
Ho avuto giornate difficile anche una volta tornato a casa.
Il mio medico, quando mi sono recato alla visita, ha ravvisato un tracollo delle mie condizioni mentali e mi ha interrogato su come avessi vissuto ultimamente, mettendo perfino in dubbio la serietà con cui sto seguendo la sua cura.
Mi dispiace di cuore averlo deluso e non gli ho riferito l'episodio del concerto di venti giorni fa, per non incorrere nel suo sacrosanto biasimo (sconsiglio al mio peggior nemico di trovarselo dinanzi quando è nervoso... ) .
Ora non so se confessargli quello che è accaduto al concerto o far finta di niente (ma non è tipo che si lasci ingannare, infatti si è accorto subito che ero peggiorato).
Inoltre volevo chiedere se le onde sonore ad alto volume ascoltate a un concerto possano danneggiare i circuiti cerebrali, come probabilmente è successo a me: io credo di sì, e questa è la mia spiegazione in merito alla netta ripresa delle mie patologie deliranti: la violenza scatenata da quelle musiche non può non aver lasciato una traccia di devastazione, forse irreparabile, sui miei già malmessi recettori neuronali
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ma perché il medico avrebbe dovuto biasimarla per uno scherzo dei suoi amici ?

"come hanno ammesso durante il ritorno, giustificandosi che si trattava di un semplice scherzo tra amici." Può spiegare meglio come è avvenuto questo ? In cosa è consista l'ammissione. Le hanno detto: ecco le tue pillole, te le avevamo nascoste per scherzo ? O è Lei che ha capito da loro allusioni che lo avevano fatto o dal fatto che la prendevano in giro perché se ne preoccupava ?

"la violenza scatenata da quelle musiche ": quale violenza ?

C'ero anche io comunque. Brian Jonhson era decisamente svociato, quindi erano anche un po' sottotono. Uno dei gruppi più leggeri che ascolto, comunque. Il dramma che spero non abbia passato anche Lei è l'uscita dal parcheggio con ore di attesa.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
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Se confesso al medico come è andata la serata, lui di certo mi rimprovera, perché me lo aveva detto dall'inizio che non era posto adatto a me, che è meglio che io conduca una esistenza di basso profilo, lontano dagli eccessi e dagli scatenamenti, che devo stare alla larga da certi cattivi maestri, che i protagonisti di una certa tendenza musicale sono figure poco raccomandabili, perché esaltano impulsi che disequilibrano una mente psicotica, quindi pericolosi per uno nel mio stato. E avrebbe parecchio ragione a bacchettarmi, perché me la sono cercata. La questione delle pillole: io non trovandole ho iniziato ad avvilirmi (lo so io che mi succede se salto una dose), mentre loro cantavano a squarciagola i brani, in preda a una specie di furia che non avrebbero mai il coraggio di esibire sul posto di lavoro; mi hanno anche sfottuto, consigliandomi di prendere pillole di ben altra natura dalle mie, affermando che con quelle sì che mi sarebbe passato tutto e sarei guarito dalla paura del cane. Mentre tornavamo, poi, uno di loro ha estratto le pillole dal proprio giubbotto e mi ha detto "Eccole le tue pillole di....", ma mentre allungavo la mano per farmele ridare ha scaraventato l'intero scatolino giù dal finestrino. E giù a sganasciarsi dalle risate. Al concerto ho avuto l'impressione che Johnson urlasse tramite la propria voce tutto il mio strazio di quel momento, tutto il mio smarrimento: non so come facesse, ma quell'uomo sapeva la mia storia, conosceva i miei pensieri, si rivolgeva a me dal palco, e si rendeva conto che io me ne ero accorto. Ora il mio timore però è che quel gruppo mi abbia danneggiato, data la foga con cui si accaniva sugli strumenti e data la rabbia che percepivo in quei pezzi, che hanno investito i miei recettori con delle onde sonore a cosi alto impatto da radere al suolo la mia mente come dopo un boato termonucleare... All'uscita abbiamo aspettato che le altre auto sfollassero, perché i ragazzi non erano in condizione di guidare.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"non so come facesse, ma quell'uomo sapeva la mia storia, conosceva i miei pensieri, si rivolgeva a me dal palco, e si rendeva conto che io me ne ero accorto. "

Le sembrava in quel momento, o le sembra ancora così ? Ovviamente è un suo delirio preso alla lettera.

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Utente
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So che è così, lo so ancora, perché ancora è così: non sono tipo da cambiare le mie opinioni come una banderuola; ma ciò che attinenza ha con il delirio? Avrei pensato la stessa cosa anche se avessi assunto regolarmente la mia medicina: ero il più lucido della mia comitiva (è anche vero che bastava poco per esserlo...). Lo credo perché, anche se prima dell'evento non sapevo nemmeno il nome di quel cantante e non lo avevo mai ascoltato esibirsi, egli mi ha letto dentro: ha raccontato la storia della mia vita senza avermi mai visto, ha squadernato le tempeste della mia anima; c'è stata fra noi una comunicazione, un incontro come fra due fratelli per lungo tempo divisi, che ha avuto luogo fuori dalla dimensione di quella circostanza, e che ha unito spiritualmente le nostre essenze: la mia, assetata di misericordia, e la sua, eroica e demoniaca. E di questa intesa nessuno si è accorto, nessuno del pubblico, nemmeno dei miei amici, nessuno tranne noi, che segretamente ci siamo sfidati, affrontandoci schiettamente in una resa dei conti finale, mettendo a nudo il nostro dramma e guardandoci negli occhi come pronti a morire entrambi in quell'istante. E per fortuna che nessuna delle tante persone presenti se n'è accorta, altrimenti sarei dovuto fuggire svergognato mentre quella immane massa di gente, quella brulicante umanità a me ignota mi avrebbe additato deridendomi, ricoprendomi di ludibrio, nel mezzo del concerto!
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Utente
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Ma la domanda che conta è: cosa ne sarà ora dei miei recettori sinaptici, così a lungo sedati chimicamente e d'improvviso sconvolti da una cosi violenta scarica energetica? Quella musica, da quella sera, si è introdotta nella mia mente e si è impadronita dei miei pensieri, pilotandoli in direzioni per me inusitate, espropriandomi della mia personalità precedente: è la prova di una suggestione talmente intensa da scardinare il mio fragile assetto psichico.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Assolutamente, quel pensiero è parte di un delirio. Non è questione di coerenza, è questione di capire se un pensiero del genere lo ha avuto sul momento come suggestione, o ne è convinto. Ne ricavo che ne sia convinto.
Nessuno se n'è accorto perché questa realtà appartiene solo al suo pensiero. Non si è svolta in alcun altro luogo se non il suo cervello.

AL di là del gesto dei suoi amici, di cui non ha colpa, val la pena invece di raccontare al medico questo pensiero, per esempio. Ora, che sia dipeso dal fatto che quel giorno non aveva assunto i medicinali può anche essere, però è strano che sia così immediato in una psicosi compensata.

Quindi val la pena di riconsiderare la terapia anche se presa regolarmente. Evidentemente quando delira non se ne rende conto, altrimenti che delirio sarebbe ?

Dr.Matteo Pacini
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Utente
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Ho contattato il mio medico stamane alla buon'ora e ho avuto un lungo colloquio telefonico con lui. Il mio professionista mi ha già annunciato che mi prescriverà un antipsicotico di vecchia generazione, molto potente, a dosaggi massicci, in sostituzione dell'attuale (che vecchio e potente pure era), grazie al quale mi ha assicurato che il cane che terrorizza il quartiere la smetterà di importunarmi, e che non penserò più al cantante di cui ho avuto la rivelazione qualche settimana fa (chi era, in realtà, quell'uomo? Cristo agonizzante? Mio padre? Io stesso esternizzato? La mia individualità profonda che mi parlava? L'ho chiesto anche al medico, prima, ma egli astutamente sorvolava, tenendo per sé la risposta...). Ma qualcosa non mi torna a livello logico in questo nuovo piano terapeutico: se le figure del cane e di Johnson smetteranno di tormentarmi, non dovrebbero assumerlo loro il farmaco? Com'è possibile che io sono quello che ingerisce il farmaco, e poi l'effetto del farmaco si manifesta sul cane che si calma e sul vocalist che non mi appare più? A meno che la molecola non sprigioni i suoi benefici attraverso le onde energetiche che percorrono l'etere, per farli ricadere non solo su di me ma anche sulle altre creature entrate nel mio raggio d'azione, come parti di una comune anima sovraindividuale, cosa che i medici hanno probabilmente paura ad ammettere, perché aprirebbe prospettive rivoluzionarie per la scienza medica del futuro...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"chi era, in realtà, quell'uomo? Cristo agonizzante? Mio padre? Io stesso esternizzato? La mia individualità profonda che mi parlava? L'ho chiesto anche al medico, prima, ma egli astutamente sorvolava, tenendo per sé la risposta...)"

Astutamente dice, perché delira. Il medico semplicemente glissava, tanto dirle che non era nessuno se non il cantante del gruppo è inutile. Lei sostiene in maniera rigida e gratuita che sia altro che neanche Lei sa (basterebbe questo).
Nessuna stranezza: delira e non ne è consapevole, per fortuna chiede aiuto al medico per qualche motivo, e il medico capisce e glielo dà.

Il resto: onde energetiche etc sono parole senza senso. Capisco che in un sistema psicotico abbiano un senso, perché diventano scatole vuote al posto della mancanza di nessi e di spiegazioni.

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Utente
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La nota positiva è che almeno il medico non l'ha presa male quando gli ho detto che al concerto ci sono stato, in barba alle sue riserve; mi aspettavo una sfuriata delle sue, invece si è solo limitato a trovare "curioso" questo mio recente interesse per un genere musicale così particolare, a suo dire dissonante rispetto all'immagine che si era fatto di me. Non vorrei che intendesse che la mia conversione al metal (prima ascoltavo solo canzoni d'amore, Ron Pupo Fabio Concato etc...) potrebbe destabilizzarmi: la causa non è la musica, ma chi si diverte a tormentarmi... Non mi pare , d'altronde, che quelli che vanno ai concerti siano tutti psicotici, a parte me...: sono luoghi comuni duri a morire, ma meglio che io mi stia zitto, perché quell'individuo ha una capacità demoniaca di smascherare i contenuti del mio flusso ideativo... Vedremo se all'incontro de visu sarà dello stesso parere.
Una cosa però non mi torna: il nuovo farmaco lo prenderò io, però avrà effetto sul cane, che non abbaierà più contro di me, come se volesse maciullarmi, e su Brian J., che tornerà ad essere solo se stesso, senza invadere i miei pensieri, stando alle rassicurazioni del clinico: mi pare una fede addirittura superstiziosa che la terapia agisca non sui miei recettori ma sull'ambiente che mi circonda
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"lo prenderò io, però avrà effetto sul cane,"

No. Sta delirnado. Non c'è nessun effetto né sul cane né su Brian. Il delirio è prodotto dalla sua testa. Loro sono i protagonisti del suo delirio, non della realtà su cui deve agire il farmaco. La realtà su cui deve agire il farmaco è il suo cervello.

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