Dovrei sospendere gli psicofarmaci? il mio psichiatra non sembra essere d'accordo
Salve.
Sono una ragazza di 25 anni.
Mi è stato diagnosticato l'anno scorso un deficit dell'attenzione e iperattività, in comorbilità con un disturbo dell'umore.
Sto facendo un percorso di coaching e psicoterapia, e ora ho iniziato ad assumere anche psicofarmaci, prescritti da uno psichiatra da cui mi hanno indirizzata.
Il mio obiettivo era ricevere dei farmaci per la disattenzione, tipo metilfenidato, ma lo psichiatra mi ha detto che, a causa della mia forte disregolazione emotiva, prendere degli psicostimolanti mi avrebbe resa ancora più irritabile e irrequieta, e la priorità doveva essere data ai miei sbalzi d'umore.
Mi ha dunque prescritto aripiprazolo e paroxetina e delle benzodiazepine (da prendere la sera perchè ho difficoltà ad addormentarmi).
Ho iniziato la terapia 3 giorni fa, e non riesco più a fare niente.
Ho fitte al petto, ho costantemente la nausea e un'eccessiva sonnolenza.
Sto preparando un esame universitario importante e non riesco minimamente a studiare da quando ho iniziato a prendere questi farmaci.
Ho provato a dire allo psichiatra che questi effetti mi stanno causando problemi, ma lui ha insistito perchè continuassi a prenderli fino al prossimo appuntamento, che devo farci solo l'abitudine, ma sinceramente io non mi sento bene, e l'imminenza del mio esame e l'incapacità di studiare mi stanno provocando una gran ansia.
Pareri?
Dovrei interrompere comunque la terapia?
Nel caso potrei interromperla temporaneamente, dal momento che l'ho appena iniziata, per riprenderla in un momento più tranquillo?
Sono una ragazza di 25 anni.
Mi è stato diagnosticato l'anno scorso un deficit dell'attenzione e iperattività, in comorbilità con un disturbo dell'umore.
Sto facendo un percorso di coaching e psicoterapia, e ora ho iniziato ad assumere anche psicofarmaci, prescritti da uno psichiatra da cui mi hanno indirizzata.
Il mio obiettivo era ricevere dei farmaci per la disattenzione, tipo metilfenidato, ma lo psichiatra mi ha detto che, a causa della mia forte disregolazione emotiva, prendere degli psicostimolanti mi avrebbe resa ancora più irritabile e irrequieta, e la priorità doveva essere data ai miei sbalzi d'umore.
Mi ha dunque prescritto aripiprazolo e paroxetina e delle benzodiazepine (da prendere la sera perchè ho difficoltà ad addormentarmi).
Ho iniziato la terapia 3 giorni fa, e non riesco più a fare niente.
Ho fitte al petto, ho costantemente la nausea e un'eccessiva sonnolenza.
Sto preparando un esame universitario importante e non riesco minimamente a studiare da quando ho iniziato a prendere questi farmaci.
Ho provato a dire allo psichiatra che questi effetti mi stanno causando problemi, ma lui ha insistito perchè continuassi a prenderli fino al prossimo appuntamento, che devo farci solo l'abitudine, ma sinceramente io non mi sento bene, e l'imminenza del mio esame e l'incapacità di studiare mi stanno provocando una gran ansia.
Pareri?
Dovrei interrompere comunque la terapia?
Nel caso potrei interromperla temporaneamente, dal momento che l'ho appena iniziata, per riprenderla in un momento più tranquillo?
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Quindi in tre giorni dobbiamo fare il bilancio del funzionamento di una cura del genere ?
" che devo farci solo l'abitudine, ma sinceramente io non mi sento bene,"
Le due cose non sono in contraddizione
Non può chiedere qui come gestire le terapie.
" che devo farci solo l'abitudine, ma sinceramente io non mi sento bene,"
Le due cose non sono in contraddizione
Non può chiedere qui come gestire le terapie.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 374 visite dal 16/06/2024.
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