Depressione maggiore concomitante con forte stato d'ansia da un anno e mezzo
Buongiorno,
Vi scrivo per chiedervi un consulto di questo tipo: a gennaio 2023 inizia il mio stato depressivo maggiore con una forte nausea, nel giro di pochi giorni la situazione si aggrava e divento una "larva umana".
Non mangio, non ho energie, sento una forte morsa al petto, non riesco a ragionare e non riesco a compiere le operazioni più basilari.
Mi viene prescritta una terapia con 10 gocce di escitalopram a metà febbraio e dopo circa 3 settimane rinasco.
Ma dopo nemmeno una decina di giorni peggioro nuovamente e rientro in stato depressivo.
Nel corso dei mesi successivi la dose di escitalopram viene aumentata a 20 gocce al giorno ma con risultati piuttosto scarsi.
A novembre mi viene cambiata la terapia con venlafaxina da 75mg al giorno.
Le cose migliorano un poco, ma dopo un mese di nuovo peggioro.
Non ho più avuto modo di vedere la psichiatra per tutta una serie di motivi personali, ma ho comunque cominciato a febbraio di quest'anno un percorso psicologico con una psicologa di tipo costruttivista - cognitivo.
Precedentemente avevo provato psicoterapia dinamica dove la professionista utilizzava EMDR e insisteva su tale tecnica che con me non ha mai funzionato.
Soffro di ansia generalizzata dal 2011 curata a periodi alterni con 10 gocce di EN al di.
La psichiatra mi ha proposto di alzare la dose a 150 mg al giorno di venlafaxina e di assumere Xanax per un periodo di 4 settimane, sta pensando di valutare anche l'eventuale associazione di litio alla terapia.
La mia domanda è la seguente: visto che dopo un anno e mezzo sono veramente all'esaurimento, stavo pensando di farmi ricoverare in una clinica per essere seguito quotidianamente e sperimentare terapie alternative (stimolazione transcranica, cambio e potenziamento farmacologico, psicoterapia quotidiana).
Vorrei comunque lasciare tale ipotesi come ultima spiaggia.
Ho letto in rete che dopo un periodo di due anni in cui la depressione maggiore non si risolve si cronicizza e le speranze di guarigione si abbattono molto.
Io sono terrorizzato dall'impossibilità di guarire, e quindi vorrei in questi pochi mesi a disposizione cercare di essere aiutato in tutti i modi possibili.
Secondo voi l'aumento di dose con venlafaxina può portare a risultati?
E l'associazione di litio, nonostante non sia una depressione bipolare, può portare a risultati migliori?
Il mio umore è molto altalenante nel corso della giornata, con giornate un po' migliore ma altre prevalentemente pessime.
In conclusione, come consigliereste di proseguire?
Perché davvero mi sembra di star buttando via tempo prezioso provando terapie farmacologiche che non funzionano.
Vi ringrazio,
Cordiali Saluti
Vi scrivo per chiedervi un consulto di questo tipo: a gennaio 2023 inizia il mio stato depressivo maggiore con una forte nausea, nel giro di pochi giorni la situazione si aggrava e divento una "larva umana".
Non mangio, non ho energie, sento una forte morsa al petto, non riesco a ragionare e non riesco a compiere le operazioni più basilari.
Mi viene prescritta una terapia con 10 gocce di escitalopram a metà febbraio e dopo circa 3 settimane rinasco.
Ma dopo nemmeno una decina di giorni peggioro nuovamente e rientro in stato depressivo.
Nel corso dei mesi successivi la dose di escitalopram viene aumentata a 20 gocce al giorno ma con risultati piuttosto scarsi.
A novembre mi viene cambiata la terapia con venlafaxina da 75mg al giorno.
Le cose migliorano un poco, ma dopo un mese di nuovo peggioro.
Non ho più avuto modo di vedere la psichiatra per tutta una serie di motivi personali, ma ho comunque cominciato a febbraio di quest'anno un percorso psicologico con una psicologa di tipo costruttivista - cognitivo.
Precedentemente avevo provato psicoterapia dinamica dove la professionista utilizzava EMDR e insisteva su tale tecnica che con me non ha mai funzionato.
Soffro di ansia generalizzata dal 2011 curata a periodi alterni con 10 gocce di EN al di.
La psichiatra mi ha proposto di alzare la dose a 150 mg al giorno di venlafaxina e di assumere Xanax per un periodo di 4 settimane, sta pensando di valutare anche l'eventuale associazione di litio alla terapia.
La mia domanda è la seguente: visto che dopo un anno e mezzo sono veramente all'esaurimento, stavo pensando di farmi ricoverare in una clinica per essere seguito quotidianamente e sperimentare terapie alternative (stimolazione transcranica, cambio e potenziamento farmacologico, psicoterapia quotidiana).
Vorrei comunque lasciare tale ipotesi come ultima spiaggia.
Ho letto in rete che dopo un periodo di due anni in cui la depressione maggiore non si risolve si cronicizza e le speranze di guarigione si abbattono molto.
Io sono terrorizzato dall'impossibilità di guarire, e quindi vorrei in questi pochi mesi a disposizione cercare di essere aiutato in tutti i modi possibili.
Secondo voi l'aumento di dose con venlafaxina può portare a risultati?
E l'associazione di litio, nonostante non sia una depressione bipolare, può portare a risultati migliori?
Il mio umore è molto altalenante nel corso della giornata, con giornate un po' migliore ma altre prevalentemente pessime.
In conclusione, come consigliereste di proseguire?
Perché davvero mi sembra di star buttando via tempo prezioso provando terapie farmacologiche che non funzionano.
Vi ringrazio,
Cordiali Saluti
[#1]
In verità fino ad ora non sono state provate opzioni terapeutiche differenziate specifiche per il suo caso.
La questione va trattata in modo più deciso con dosaggi adeguati ed eventualmente aggiunte di altri farmaci che consentano di valutare l'andamento dell'umore.
Certamente l'utilizzo di benzodiazepine andrebbe evitato.
La questione va trattata in modo più deciso con dosaggi adeguati ed eventualmente aggiunte di altri farmaci che consentano di valutare l'andamento dell'umore.
Certamente l'utilizzo di benzodiazepine andrebbe evitato.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 452 visite dal 12/06/2024.
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