Obbligo frequenza csm -> richiesta presa in carico privato

Salve!
Piacere mi presento Cesare 34 anni, le premesse, dopo enormi trafile diagnostiche (si era partiti a 22 anni da un semplice disturbo d'ansia generalizzato) ho attraversato il bipolarismo, il disturbo borderline (mai avuto tendenze autolesionisti o altro), ho vissuto regolarmente la mia vita svolgendo anche il ruolo di ADS di mia madre affetta da disturbo bipolare di tipo II per 5 anni... Fino ad arrivare ad oggi, dove ho una diagnosi che ritengo finalmente adeguata, di disturbo NAS di personalità, caratterizzata da fuga in avanti del pensiero.
Non ho in terapia antidepressivi, stabilizzatori o antipsicotici, bensì Valium Pregabalin e Quietapina.
Purtroppo eventi familiari nefasti di circa 3 anni fa mi hanno condotto davanti ad un giudice con un accusa di violenze domestiche, mossa da mio padre (divorziato) nei miei confronti (ai danni di mia madre), accusa decaduta istantaneamente di fronte alla testimonianza di mia madre (ora deceduta in RSA) e della sua ex badante, mio padre è un narcisista cronico, con decenni di terapia alle spalle e rifiuto di interfacciarsi con uno psichiatra da anni cosa che l'ha portato al rifiuto di non uno, ma due figli e tre nipoti e due ex mogli.
Bene purtroppo questa sua denuncia di tre anni fa, finita nel nulla, era il pretesto per muovere nei miei confronti la richiesta della nomina di un CURATORE, richiesta rigettata dal giudice in quanto figura ritenuta dallo stesso, e dai miei legali, inadeguata alla mia attuale situazione, ma, di fronte alle dinamiche attuali, tali circostanze hanno portato il giudice a nominare un tutore legale ovvero un ADS tale e quale ero prima di dimettermi... Bene, fermo restando quello che ho già scritto, sono in carico a questo ADS da poco più di due anni, con un rapporto più o meno stabile, ho la mia casa i miei introiti, lavoro quando posso e quando trovo in quando sono uno stagionale, ma sono comunque indipendente, e da quando mio padre purtroppo, ha deciso di denunciarmi, ho iniziato a frequentare più assiduamente il CSM della mia città, psichiatra, poi gruppo riabilitativo, poi psicologa, rimanendone sempre più invischiato fino a perdere ogni parvenza di privacy e trovarmi sempre meno a mio agio, ho addirittura subito un ASO nonostante avessi avvisato tramite EMAIL la mia psichiatra della mia assenza (mail registrata nel verbale della polizia che mi ha prelevato da casa senza nessun disagio mentre pranzavo coi miei amici) e il medico del DEA mi ha rispedito a casa senza nessun problema trovandomi semplicemente "spiazzato".
A questo punto, a due mesi e mezzo dal decesso della mi mamma, sono sinceramente stufo di questo sistema e vorrei più indipendenza, più privacy, vorrei distaccarmi dal CSM e chiedere di essere seguito da un privato (ATTENZIONE, non sto richiedendo modifiche-sospensioni della terapia!).
Chiedo a voi, dottori e dottoresse, qual è la prassi da seguire, si può fare?
Il fatto che io sia sottoposto ad amministrazione di sostegno rende la cosa difficile?
Grazie!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Lei ha un obbligo giuridico a recarsi al csm?

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[#2]
Utente
Utente
Salve dottore,
da decreto di nomina non mi risulta, almeno, non ho mai avuto "comportamenti" tali da essere segnalato ripreso dalle/alle autorità o aver avuto necessità di un ricovero d'urgenza quindi non vedo perché il giudice mi debba aver imposto quest'obbligo a livello giuridico... Se lo avesse fatto ritengo si potrebbe tramutare tramite un'apposita istanza in una presa in carico da uno psichiatra privato di fiducia segnalato preventivamente, suppongo, siccome sono un po' in rotta di collisione col mio ADS che vedrò giovedì, sarà mia premura informarmi di queste condizioni e chiederne una rapida modifica ove possibile. Ritengo che non sia più, almeno io parlo per esperienza personale, non è confortevole un ambiente dove ti apri a livello personale con il medico psichiatra, che appena terminata la seduta, annota tutto in cartella, che viene riposta tra le altre e al momento opportuno ripresa da psicologo, assistente sociale, gruppo riabilitativo, il tutto viene comunicato al tutore, nel magnifico macchinario chiamato "lavoro d'equipe". Io comprendo, ma il caro vecchio rapporto medico-paziente? Dove vigeva la sacrosanta privacy? Io ho espresso più volte questo mio disappunto, sono stato anche preso male dal medico... E mi son trovato ad oggi a non comunicare più il 100% del mio stato d'animo, soltanto l'essenziale, appunto perché non voglio più che la mia vita sia oggetto di discussione tra specialisti, rivoglio la mia privacy col mio specialista rivoglio la libertà di parlare con serenità di tutto rivoglio quella calma che ti dava solo il segreto professionale. Perdonatemi per le mie riflessioni, chiederò comunque delucidazioni al mio ADS, ma, ripeto, dubito di avere un obbligo di frequenza, dovrebbero sussistere terapie di un certo peso o comunque pregressi di una certa tipologia (mio zio paterno quando avevo 5 anni si è presentato a casa nostra con un coltello per uccidere mia madre, è psicotico, lascio intendere, e ora vive in una comunità, mente geniale architetto prodigioso).
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Io non riesco a capire il passaggio per cui non vi è un obbligo ma lei ritiene necessario un decreto di nomina di qualche genere.

Se ha un obbligo giuridico non può andare da un privato.

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