Venlafaxina, terapia di mantenimento e fine trattamento
Ho 24 anni e sono un ragazzo in salute.
Mi è stata prescritta la Venlafaxina (per una settimana da 37.5, successivamente da 75) da prendere una compressa la mattina appena sveglio (per evitare che l'effetto energizzante non mi faccia dormire) da prendere a tempo indeterminato e, quando mi sentirò meglio e non avrò più bisogno del farmaco, inizierà una terapia di mantenimento di 9 mesi dove piano piano si abbasserà il dosaggio e si regolarizzerà il livello di seratonina nel cervello.
Mi è stata prescritta per l'ansia costante che ho, specialmente in alcuni ambiti della vita, che mi porta ad avere un tono dell'umore un po' piatto e talvolta a un "distaccamento" dall'ambiente circostante, non è proprio una dissociazione dalla realtà ma è più un imbambolarsi su dei pensieri che diventano ciclici e non mi fanno stare bene.
Attualmente sono in cura da una psicoterapeuta molto brava e quest'ultima mi ha consigliato di effettuare una visita psichiatrica per ricevere un aiuto farmacologico al percorso che sto facendo con lei.
Ho letto vari pareri in giro nel web e alcuni sono molti positivi, rimango un po' scettico però su una cosa: tutte le opinioni che ho letto evidenziano il fatto che sia molto difficile diminuire i dosaggi e cessare completamente l'assunzione del farmaco, non ho letto di nessuna persona che sia riuscita a togliere completamente la Venlafaxina dalla propria vita (seppur diminuendo gradualmente i dosaggi), pena forti effetti di astinenza e ricomparsa di forte ansia.
Ho fiducia nel farmaco e penso che possa aiutarmi ma sono spaventato dall'idea di doverlo usare per tutta la vita e di diventarne dipendente.
Chiedo a voi dottori, in vostra esperienza di pazienti seguiti ci sono casi in cui l'assunzione di Venlafaxina sia stata completamente cessata senza prendere altri farmaci al suo posto?
Potrebbe avere senso rifare una visita psichiatrica per valutare altre molecole?
Vi ringrazio per l'attenzione e vi auguro un buon inizio settimana.
Mi è stata prescritta la Venlafaxina (per una settimana da 37.5, successivamente da 75) da prendere una compressa la mattina appena sveglio (per evitare che l'effetto energizzante non mi faccia dormire) da prendere a tempo indeterminato e, quando mi sentirò meglio e non avrò più bisogno del farmaco, inizierà una terapia di mantenimento di 9 mesi dove piano piano si abbasserà il dosaggio e si regolarizzerà il livello di seratonina nel cervello.
Mi è stata prescritta per l'ansia costante che ho, specialmente in alcuni ambiti della vita, che mi porta ad avere un tono dell'umore un po' piatto e talvolta a un "distaccamento" dall'ambiente circostante, non è proprio una dissociazione dalla realtà ma è più un imbambolarsi su dei pensieri che diventano ciclici e non mi fanno stare bene.
Attualmente sono in cura da una psicoterapeuta molto brava e quest'ultima mi ha consigliato di effettuare una visita psichiatrica per ricevere un aiuto farmacologico al percorso che sto facendo con lei.
Ho letto vari pareri in giro nel web e alcuni sono molti positivi, rimango un po' scettico però su una cosa: tutte le opinioni che ho letto evidenziano il fatto che sia molto difficile diminuire i dosaggi e cessare completamente l'assunzione del farmaco, non ho letto di nessuna persona che sia riuscita a togliere completamente la Venlafaxina dalla propria vita (seppur diminuendo gradualmente i dosaggi), pena forti effetti di astinenza e ricomparsa di forte ansia.
Ho fiducia nel farmaco e penso che possa aiutarmi ma sono spaventato dall'idea di doverlo usare per tutta la vita e di diventarne dipendente.
Chiedo a voi dottori, in vostra esperienza di pazienti seguiti ci sono casi in cui l'assunzione di Venlafaxina sia stata completamente cessata senza prendere altri farmaci al suo posto?
Potrebbe avere senso rifare una visita psichiatrica per valutare altre molecole?
Vi ringrazio per l'attenzione e vi auguro un buon inizio settimana.
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"non ho letto di nessuna persona che sia riuscita a togliere completamente la Venlafaxina dalla propria vita"
Ma scusi, Lei pensa di capire cosa succede nel mondo leggendo le parole di quelli che scrivono nei blog o nei siti ? Capisco che uno possa apprendere dell'esistenza di alcuni problemi, è più facile (a volte anche qui ci sono derive incredibili e fraintendimenti), ma non è che chi risolve i problemi si mette a scrivere in rete e spiegare semplicemente che non ha problemi.
Il fatto che sia difficile significa che è possibile.
Non mi pare che ci sia niente che non va nella cura, tranne la dose che potrebbe essere insufficiente se deve rimanere quella, e la durata (idem, 9 mesi sarà una stima così, approssimativa). Lasciamo perdere serotonine varie che sono parole senza contenuto per chi si cura, se non era serotonina era xyz.
Ma scusi, Lei pensa di capire cosa succede nel mondo leggendo le parole di quelli che scrivono nei blog o nei siti ? Capisco che uno possa apprendere dell'esistenza di alcuni problemi, è più facile (a volte anche qui ci sono derive incredibili e fraintendimenti), ma non è che chi risolve i problemi si mette a scrivere in rete e spiegare semplicemente che non ha problemi.
Il fatto che sia difficile significa che è possibile.
Non mi pare che ci sia niente che non va nella cura, tranne la dose che potrebbe essere insufficiente se deve rimanere quella, e la durata (idem, 9 mesi sarà una stima così, approssimativa). Lasciamo perdere serotonine varie che sono parole senza contenuto per chi si cura, se non era serotonina era xyz.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.2k visite dal 10/06/2024.
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