Stress matrimoniale può inficiare il funzionamento dell'antidepressivo?

Ormai sono circa 8 mesi che sono ricaduto in un brutto episodio ansioso depressivo.


Per quasi 6 mesi ho assundo Fluvoxamina a dosi sempre crescenti senza ottenere grandi risultati.


Poi durante un ricovero da circa 6 settimane sto assumendo 120 mg di Duloxetina e 900 mg di Gabapentin.


Purtroppo non ho riscontrato grandi miglioramenti.


Però noto che come le cose sembrano per stabilizzarsi un po' ad un livello accettabile ho frequenti ricadute con attacchi d'ansia mattutina ogni volta che ho delle forti discussioni con mia moglie che non riesce più a sopportare la mia malattia ed il mio modo instabile di comportarmi quando sono con lei.


Mi chiedevo se per caso non fosse solo un problema di cura ma anche di stress continuativo dovuto al rapporto complicatissimo che ho con mia moglie.


È come se quando stiamo insieme si innestasse una dinamica di pressioni e aspettative che stressa entrambi ma che io subisco molto di più e che sfocia in forti attacchi d'ansia mattutina tra sensi di colpa ed il non sentirmi compreso ma anche all'altezza della situazione.


Ora senza dare colpe a me o a mia moglie perchè sono dinamiche emotive ed irrazionali è possibile che il nostro rapporto emotivamente estremamente provante blocchi e perlomeno rallenti il mio percorso di guarigione?


Oppure se la cura funziona funziona indipendentemente dal forte stress concomitante?


Perchè mi viene il dubbio che non sia un problema di cure ma di ambiente particolarmente stressante che impedisce il recupero

Perchè ho la netta sensazione che potrei provare quaslsiasi farmaco ma finchè non risolvo la questione con ma moglie con una terapia di coppia o separandomi non riesco ad uscire da questo circolo vizioso.


Potrebbe essere una spiegazione o i farmaci se funzionano funzionano in qualsiasi contesto a prescindere?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Indipendentemente dalla sua condizione familiare, la terapia dovrebbe essere correlata alla diagnosi.

Lei riferisce una diagnosi che non collima poi con il trattamento.

È possibile che la terapia vada rivista.

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Utente
Utente
Guardi per quel che concerne la diagnosi è un teorema dal quale non credo che riuscirò mai ad uscire...

Fin da ragazzo a 18 anni mi è stata diagnosticata un disturbo d'ansia somatizzata dove io ero convintissimo di avere una malattia fisica e che l'ansia che spesso sperimentavo fosse dovuta agli impedimenti dei sintomi fisici rispetto ai miei coetanei.
Con la terapia antidepressiva l'ansia andava via i sintomi fisici restavano ma si attenuavano e la situazione era più gestibile.
Comunque in quel periodo facevo anche uso di cannabis come una sorta di autocura contro l'ansia e interrompevo spesso le cure o le riducevo perchè mi davano disturbi sessuali.

Poi per un periodo avevo smesso con la Cannabis ed ero più lucido ma molto piatto emotivamente mi sentivo molto protetto da mio padre da cui ero andato a vivere lavoravo in azienda senza il minimo trasporto ma avevo la mia routine che mi andava bene.

Morto mio padre mi ritrovo piatto emotivamente ma con un sacco di responsabilità con mia madre che mi faceva pressioni.
A un certo punto stufo di quello stato di piattume mollo l'elopram che prendevo da anni e ritorno a fumare canne.
Per un po' va bene torno in sintonia con i miei amici che fumavano mi sento molto meno piatto ma un certo punto assuefatto anche dalle canne sono disperato e decido di intraprendere una terapia farmacologica e psicologica di mia iniziativa facendo sul serio con la convinzione di non mollarla anche a fronte di disturbi sessuali anzi il sesso era l'ultimo dei miei problemi per quanto stavo male.

Faccio sta terapia con Cymbalta 60 e con la terapia psicologica decido di allontanarmi radicalmente da mia madre.
Vado a vivere per i fatti miei vicino alla famiglia di un mio caro amico che mi aiutano tantissimo a starmi vicino.

Morale dopo qualche mese inizio a riprendermi a sentirmi più libero contento di non avere più a che fare con mia mamma.

Comincio a sentirmi meglio ad avere voglia di divertirmi di fare la vita da ragazzo di 26 anni ed è quell'estate che incontro e mi innamoro di mia moglie prima ero rimasto sempre un po' legato alla mia prima fidanzata nonostante storielle brevi di poca importanza.

Morale vado avanti con il Cymbalta 60 per anni per un periodo piuttosto lungo lo sospendo pure perchè mia moglie mi faceva pesare la mia malattia e che assumessi psicofarmaci per stare bene.
Finisce male a 30 anni ricado e mi lascio con mia moglie per 1 anno.

A 31 riprendo il Cymbalta 60 e faccio una psicoterapia ma non ho sti grandi effetti certo dopo qualche mese sto un po' meglio rispetto a non prenderlo la mia vita si stabilizza un po' ho anche qualche approccio con qualche ragazza socializzo di più ma la testa è ancora a mia moglie che mi inizia a mancare ma che mi obbligo a non contattare per tutto quello che ho sofferto.

Mi contatta lei dolcissima mi dice che gli manco che vorrebbe starmi vicino e io gli dico che per via della mia malattia tra noi non può funzionare che al massimo mi può essere vicina da amica.
Le viene a stare con me con una splendida cagnolina superaffettuosa dedica il 100% del suo tempo a me mi soppprta con tutte le mie insicurezze mi porta a fare un viaggio in macchina ed io pian piano rinasco reinnamorandomi di lei.

Morale andiamo a vivere insieme e dopo poco decidiamo di sposarci io vado avanti a Cymbalta 60 in certi periodi scalato a 30.

Nel 2013 abbiamo un figlio nel 2014 mi sposo.

Inizia una lunga lite tra mia moglie e mia mamma malata di cancro ai polmoni dove ci finisco di mezzo io.

Il rapporto con mia moglie comincia a deteriorarsi riprende a dare tutte le colpe del nostro rapporto alla mia malattia e alle medicine.

Vado da uno psichiatra che me le toglie e crollo totalmente.

Di li il rapporto era impossibile scappo di casa girovago da un posto all'altro finchè con una fortissima ansia mi faccio ricoverare la prima volta nel 2017 dopo diversi aggiustamenti fuori dal ricovero che non funzionano nel ricovero mi diagnosticano disturbo ansioso depressivo con personalità NAS e tratti ipocondriaci e mi prescrivono 150 mg di Sertralina e 900 mg di Gabapentin.

Esco dal ricovero che sto un po' meglio sono più stabile e mi viene consigliato seriamente di separarmi.

Vado per avvocati e finalmente non ho più contatti se non scritti con mia moglie.
E tutte le volte che la vedevo o la sentivo riusciva a crearmi ansia ma senza di lei non stavo bene ma almeno senza ansia.
Pian piano con la routine quotidiana mi riprendo forse anche i farmaci che ci mettono mesi a funzionare e a un certo punto le provocazioni di mia moglie non mi scalfiscono più mi interessava solo mio figlio e riuscivo ad avere un rapporto amichevole con mia moglie ma non pensavo a tornarci insieme ed ero disposto alla separazione.

Muore mia mamma rispunta fuori mia moglie che la odiava e ci prova di nuovo a tornare insieme io in un momento di debolezza accetto e riprendiamo il nostro rapporto come nulla fosse perchè io non ero più depresso e comunque tornare con mia moglie e mio figlio mi aveva dato una forte carica.
Nel frattempo riduco la terapia con uno psichiatra arrivo a 100 di Sertralina e 300 di Gabapentin.

Dopo il Covid però comincio a sentirmi un po' annoiato vivevo alla giornata ero un po' ritiraro in casa forse una lieve depressione.

Nel 2023 si ammala la mia cagnolina e vivo un grande stress a Ottobre muore e crollo totalmente cercando invano di cambiare marcia e vado sempre più a fondo.

A Ottobre mi sostituiscono la Sertralina con la Fluvoxamina a dosi sempre crescenti.

Da li forse inizia il vero inferno.

Ad Aprile mi faccio ricoverare dopo 5 mesi di Fluvoxamina a dosi sempre crescenti.

E la diagnosi stavolta è DEPRESSIONE MAGGIORE ma giuro che non vedo grandi differenze dalle precedenti ricadute semplicemente non sono riuscito a staccare definitivamente con mia moglie con la quale non riesco a stare quando sono depresso per dinamiche di entrambi.

Una psichiatra americana che conosco tramite cari amici suggerisce di mantenere il Cymbalta e sostituire il Gabapentin gradualmente con l'Olanzapina a basso dosaggio.

Un neurologo che mi ha visitato mi ha chiesto se non abbiamo mai pensato all'Anafranil e al litio come stabilizzatore.

Sinceramente non ci capisco più nulla so che non sto bene e con mia moglie in queste condizioni sto peggio decisamente peggio perchè anche se intenzionalmente non vuole mi fa pesare la mia malattia.

Diagnosi? Bhò...
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Quindi è evidente che la diagnosi continua a cambiare secondo la sua condizione del momento senza che la questione sia definita in modo chiaro.

Le questioni familiari possono agire sul sintomo ma sono indipendenti e vanno risolte con decisioni ponderate.

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Utente
Utente
Bhò senza fare nomi il primario del centro psichiatrico più rinomato di tutta la Lombardia e forse di tutta Italia è sempre stata chiara con me.

Mi ha detto tu soffri di un forte disturbo d'ansia con un'estesissima familiarità da parte paterna avendo avuto altri miei familiari in cura e mi ha spiegato che la mia ansia non è solo quella classica mentale intesa come paura e iperventilazione ma anche un'ansia somatica che io con forti tendenze ipocondriache tendo ad interpretare come una malattia fisica o neurologica.

La depressione mi ha sempre spiegato che è assolutamente reattiva a questo mio disturbo d'ansia.

Ma siccome lei è il primario e durante i ricoveri del 2017 e del 2024 mi hanno preso in cura 2 psichiatre diverse di cui l'ultima secondo me matta con il botto ha deciso che soffro di depressione maggiore ed hanno cominciato a trattarmi con dosaggi da depressione anzichè da ansia per quel che concerne l'antidepressivo invece il Gabapentin più che per stabilizzare me lo hanno dato per l'ansia.

Io se faccio mente locale non ho avuto grandi cambiamenti rispetto alle precedenti ricadute andavo in tilt nella medesims maniera ovvero un'ansia somatizzata fortissima che simulava una malattia neurologica invalidante ho sempre avuto il senso di inguaribilità finchè non guarivo ed ho sempre avuto il dubbio di avere qualcosa di sottostante all'ansia tipo sindrome da stanchezza cronica o fibromialgia.
Ad ogni ricaduta lo stesso copione.
Con la differenza che le ricadute da giovane erano in ambienti protetti con mio padre che conosceva la malattia mi faceva da chioccia e mi faceva sentire a mio agio anche da malato.
Mentre mia moglie quando crollo tende a non comprendere ed incattivirsi aumentando non di poco la quota di stress che alimenta il quadro di malessere.
La stessa identica cosa faceva mia mamma che infatti ignoravo e scappavo da mio padre per curarmi.
Adesso con mia moglie ed anche un figlio è un po' più complicato scappare anche se nel 2017 l'ho fatto per circa 1 anno prima di guarire e rimettermi insieme.
Io sarò ansioso ipocondriaco e pure depresso ma mia moglie è una schizzata inconsapevole quindi per evitare il suo stress sto attuando delle strategie comportamentali ma bisogna vedere fino a quanto funzioneranno.

Sulle guarigioni passate non ho mai capito quanto abbiano inciso i farmaci,il tempo,lo stile di vita ed un ambiente favorevole al recupero.

Mia moglie poi soffre d'emicrania e prende il Topiramato ed a mio avviso è vero che che le riduce sensibilmente frequenza ed intensità delle emicranee ma la trasforma in un'altra persona nervosa paranoica con cui è veramente difficile averci a che fare in un momento di fragilità.

Ma poi in psichiatria che diagnosi conclusive si possono fare non essendoci esami specifici che filmano le alterazioni in zone specifiche del cervello.

Le voci non le sento,non mi sono mai sentito un superuomo nemmeno quando stavo bene ho questi forti sintomi somatici legati allo stress e all'affettività percepita con un rallentamento cognitivo quindi è abbastanza inquadrabile in un disturbo ansioso depressivo.

C'è da dire che con mia moglie sono un po' obbligato alla terapia psicologica comportamentale dell'esposizione sperando che riesca a guarire nonostante lei.

Perchè anche quando sono malato con un intorno più comprensivo mi sento decisamente meglio.

Comunque sti farmaci SSRI o SNRI o non funzionano o su di me hanno tempi molto lunghi anche svariati mesi ed il Gabapentin a 900 tende a rincoglionirmi cognitivamente infatti lo psichiatra che attualmente mi ha in cura sta valutando di sostituirlo gradualmente con l'olanzapina a basso dosaggio che in teoria dovrebbe avere un buon effetto antiansia migliorando le performance cognitive.
C'ho un po' di paura a prendere un antipsicotico che fa ingrassare a tuono ed incrementa il rischio diabete ma gli specialisti dicono che a basso dosaggio ha un effetto radicalmente opposto rispetto ad alto dosaggio.

Dovessi decidere in autonomia per i risultati modesti che sto ottenendo smetterei tutti i farmaci e tornerei a fumarmi le canne come da ragazzino che almeno mi smuovevano da sto piattume emotivo...

Comunque meglio il piattume emotivo e le somatizzazioni che l'ansia mentale mattutina quella è veramente devastante da sopportare.

Secondo lei dalla descrizione abbastanza minuziosa cosa ho?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Non si può fare diagnosi da qui.

Lei ha trattamenti svariati che non fanno riferimento ad un disturbo d’ansia.

Che poi lo dica un primario e si pensa che non possa sbagliare è un altro paio di maniche.

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Utente
Utente
La mia dignosi attuale è depressione maggiore.

Nel 2017 era disturbo ansioso depressivo con personalità NAS

E queste sono diagnosi che derivano dai miei ultimi 2 ricoveri

A settembre 2023 uno specialista di Firenze da cui ero andato perchè esperto di TMS mi aveva diagnosticato l'ADHD.

Siccome ho sempre avuto problemi di concentrazione da quando ho 18 anni durante le ricadute non mi ha convinto e sono tornato all'ovile.

Forse non lei ha compreso che il Gabapentin l'ho preso solo dal 2017 dopo il primo ricovero.

Dal lontano 1999 le mia prescrizioni sono state:

Fluvoxamina a dosaggio da ansia

Fluvoxamina a dosaggio da ansia + risperdal a basso dosaggio che forse per un effetto nocebo di assumere un antipsicotico mi generava un ansia terribile da doverlo interrompere.

Citalopram a dosaggio da ansia per molti anni con il quale mi sono trovato abbastanza bene.

Cymbalta da 60 mg che in certi periodi riducievo a 30 mg ed è stato il miglior farmaco che ho preso per lunghi anni fino ad una stupida sospensione consigliata da uno psichiatra indicato dalla terapista di coppia perchè mia moglie ad ogni nostro problema attribuiva alla malattia curata male.

Nel 2017 senza farmaci dopo qualche mese vado fuori di testa.
Riprendo il Cymbalta ma non mi fa nulla con il rapporto con mia moglie devastato.

Sempre nel 2017 mi faccio ricoverare perchè sto malissimo con mia moglie che metteva il dito nella piaga e mi curano con 150 mg Sertralina e 900 mg Gabapentin.

Mi consigliano vivamente di separarmi da mia moglie inizio ad andare per vie legali e nel frattempo piano piano riprendo la mia vita e sto male solo quando devo interagire con mia moglie fino a quando non mi sento meglio dopo mesi e la riesco ad affrontare senza disperarmi ma con la piena disponibilità a separarmi perchè stavo meglio e non volevo rivivere l'inferno.

Nel 2018 muore mia mamma ed in un momento di debolezza mia moglie riesce a riprendermi ed era molto cambiata da come ci eravamo lasciati e pure io stando meglio la vivo bene.
Arrivo a ridurre con lo psichiatra il dosaggio a 100 di Sertralina e 300 di Gabapentin e vado avanti così per anni fino a fine 2023.

Si ammala e muore la cagnolina che per me era come una figlia ed aveva rappresentato 3/4 della nostra relazione.
Da quel momento crollo e comincio ad attuare strategie strane per curarmi tipo la TMS a Firenze ed a snaturarmi per cercare l'affetto di mia moglie.

Mi viene sostituita la Sertralina 100 con la Fluvoxamina 100 inalterato il Gabapentin.
Le cose sembravano andare un po' meglio per 2 mesi.

A Gennaio ho un crollo verticale con attacchi d'ansia violentissima sensi di colpa paura di mia moglie.

Pompano la Fluvoxamina a dosaggi sempre maggiori ma nulla.

Ad Aprile mi ricoverano diagnosi: Depressione Maggiore

Impostano una nuova terapia 120 di Duloxetina e 900 mg di Gabapentin spezzati nella giornata.
En al bisogno.

Risultati altalenanti ma sono ancora in ballo con mia moglie che mette il dito nella piaga.

Una psichiatra americana mi visita e pensa che il Cymbalta va bene ma dovrei eliminare l'EN e il Gabapentin gradualmente ed inserire subito l'olanzapina 5 mg a basso dosaggio come stabilizzatore e forte antiansia.
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Utente
Utente
Comunque in questi giorni ho provato a comportarmi bene fingendo un po' per vedere le reazioni di mia moglie e purtroppo ho capito che il problema è solo mio che se stessi bene lei sarebbe prontissima ad accogliermi in una relazione affettiva molto soddisfacente.

Il problema è che sto male mi faccio castelli mentali scarico le colpe di questa maledetta malattia mentale che mi toglie ogni spinta vitale ed affettiva e attualmente non vedo via d'uscita sono alla seconda terapia farmacologica dopo 8 mesi e incidono come caramelle scadute.

Non so più cosa fare certo lo stress di non essere all'altezza con mia moglie non aiuta perchè quando hai davanti l'amore e non hai la capacità di provare amore ti senti sbagliato ti senti rovinato.

È tutto così ingiusto chissà se è la malattia da essere diventata talmente grave da non funzionare più niente o se le cure sono sbagliate cure che una volta erano giuste...

Sono molto affranto perchè questa non è più vita.

Sia lei che il dottor Pacini mi avete detto che la terapia non collima con la diagnosi di depressione maggiore allora mi sono rivolto a un altro psichiatra molto importante che mi fa anche psicoterapia ma non ha messo in discussione la terapia fino a quando su mio suggerimento dopo aver sentito un'importante psichiatra americana sembra favorevole all'introduzione dell'Olanzapina 5 mg con un tapering graduale del Gabapentin ed eliminazione dell'EN al bisogno.

Sono frastornato non ci sto capendo più niente non so cosa ho so solo che è una cosa che mi fa vivere malissimo mi fa sentire un corpo estraneo alla società alla vita alla famiglia agli amici.
Resisto solo perchè non sto sempre così male e mi attacco a qualsiasi cosa per andare avanti ma provo un disagio profondissimo non correlato all'ambiente che mi circonda.È un mostro che è dentro di me che mi divora l'anima e l'intelletto oltre a togliermi tutte le energie vitali
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Utente
Utente
Mi chiedo se fossi tuo figlio in una situazione del genere cosa mi consiglieresti di fare?

La mia speranza è quella di tornare a star bene della diagnosi mi interessa relativamente a questo punto.

Almeno credo che sia compito dei dottori farmi una diagnosi ed impostare una terapia che funziona.

Se la diagnosi è di depressione maggiore a quella mi devo attenere non è che posso farmi autodiagnosi.

E se mi danno una terapia quella devo prendere non è che posso autocurarmi.

Io posso dire che mentalmente sono molto giù ed instabile vario dai sensi di colpa e di inadeguatezza,all'ansia e all'angoscia di non farcela e ad un senso di irritabilità quando scarico le colpe del mio malessere principalmente su mia moglie.
Poi ci sono anche dei momenti di accettazione soprattutto quando mi distraggo con il mio lavoro dove trovo un senso di utilitá anche nello stare male e trovo un po' di serenità lontano da mia moglie perchè non sento la pressione di dover star bene per lei.
Vorrei andarmene di casa ma senza scadenze perchè non conosco la scadenza di questa malattia con terapie controverse a detta sua e del dott. Pacini.
Da un punto di vista fisico ho queste somatizzazioni che simulano una malattia neurologica e vanno di pari passo con lo stato mentale ma è stato così anche in passato.

Vi chiedo scusa per questi continui interventi dovrei imparare a scrivere di meno e pregare di più.

Comunque sia lei che il dottor Pacini siete molto gentili a darmi retta.