Credo di avere un esaurimento nervoso
Buongiorno,
Scrivo perché da un po' di tempo mi sento "esaurita".
Sono una casalinga, mamma di due bambine piccole, e negli ultimi anni sento come se avessi esaurito le energie necessarie a vivere, ma in particolare nell'ultimo anno sono diventata estremamente apatica e insofferente a tutto e a tutti.
Mi reputo una persona molto fortunata in quanto ho una condizione di vita agiata, un marito amorevole, due figlie bellissime e quindi spesso mi sento in colpa per quello che provo.
Purtroppo però nel corso degli ultimi 8 anni circa ci sono state una serie di episodi che mi hanno portato a sentirmi sempre più sconnessa dal mondo e frustrata: il cercare di conciliare la nascita della mia primogenita con un'attività lavorativa che mi portava spesso a viaggiare e a tornare a casa tardi; la malattia e in seguito la perdita di mio suocero; un periodo di forte stress lavorativo in cui spesso mi ritrovavo a piangere ogni sera; la seconda gravidanza in concomitanza con un trasloco nostro e di mia suocera particolarmente impegnativi; la nascita della mia seconda figlia in concomitanza con lo scoppio della pandemia; lo stress del periodo del covid con due bambine piccole in casa; la depressione di mio marito durante il periodo dei lockdown e la sua forte tendenza ad essere ansioso, al limite del paranoico; la costante presenza di una suocera e di una madre particolarmente pesanti, seppur in maniere diverse; e infine ora, l'operazione cardiaca di mia madre.
Ad oggi quello che sento sono: totale senso di apatia; mancanza di voglia o interesse in qualsiasi tipo di attività, anche ciò che una volta mi gratificava; senso di vuoto e pensieri suicidi (spesso mi ritrovo a pensare a modi veloci e indolori per mettere fine alla mia vita); insofferenza nei confronti delle mie bambine e di mio marito, soprattutto nelle ore serali; scatti d'ira nei confronti delle mie bambine (limitati soltanto a parole o urla); stanchezza costante; svogliatezza; emicranee; alimentazione discontrollata; bulimia; forti problemi di memoria; comportamenti al limite di ciò che è moralmente accettabile; tendenza all'isolamento; insofferenza nei confronti degli altri; crisi di pianto.
In passato sono stata in terapia con una psicologa e l'altro anno mi ero rivolta a una psichiatra la quale mi aveva prescritto il Wellbutrin.
Per mancanza di sinergia con il medico in questione non ho proseguito poi il trattamento, che è stato successivamente ripreso in accordo con il mio medico di base (quindi ad oggi continuo a prendere tale farmaco).
Ora sto pensando se sia il caso di tornare in terapia con la psicologa che mi seguiva e al contempo rivolgermi ancora ad uno psichiatra, ma non so bene come mi dovrei muovere... mi sento persa.
Sono esaurita?
Cos'ho?
Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione.
Scrivo perché da un po' di tempo mi sento "esaurita".
Sono una casalinga, mamma di due bambine piccole, e negli ultimi anni sento come se avessi esaurito le energie necessarie a vivere, ma in particolare nell'ultimo anno sono diventata estremamente apatica e insofferente a tutto e a tutti.
Mi reputo una persona molto fortunata in quanto ho una condizione di vita agiata, un marito amorevole, due figlie bellissime e quindi spesso mi sento in colpa per quello che provo.
Purtroppo però nel corso degli ultimi 8 anni circa ci sono state una serie di episodi che mi hanno portato a sentirmi sempre più sconnessa dal mondo e frustrata: il cercare di conciliare la nascita della mia primogenita con un'attività lavorativa che mi portava spesso a viaggiare e a tornare a casa tardi; la malattia e in seguito la perdita di mio suocero; un periodo di forte stress lavorativo in cui spesso mi ritrovavo a piangere ogni sera; la seconda gravidanza in concomitanza con un trasloco nostro e di mia suocera particolarmente impegnativi; la nascita della mia seconda figlia in concomitanza con lo scoppio della pandemia; lo stress del periodo del covid con due bambine piccole in casa; la depressione di mio marito durante il periodo dei lockdown e la sua forte tendenza ad essere ansioso, al limite del paranoico; la costante presenza di una suocera e di una madre particolarmente pesanti, seppur in maniere diverse; e infine ora, l'operazione cardiaca di mia madre.
Ad oggi quello che sento sono: totale senso di apatia; mancanza di voglia o interesse in qualsiasi tipo di attività, anche ciò che una volta mi gratificava; senso di vuoto e pensieri suicidi (spesso mi ritrovo a pensare a modi veloci e indolori per mettere fine alla mia vita); insofferenza nei confronti delle mie bambine e di mio marito, soprattutto nelle ore serali; scatti d'ira nei confronti delle mie bambine (limitati soltanto a parole o urla); stanchezza costante; svogliatezza; emicranee; alimentazione discontrollata; bulimia; forti problemi di memoria; comportamenti al limite di ciò che è moralmente accettabile; tendenza all'isolamento; insofferenza nei confronti degli altri; crisi di pianto.
In passato sono stata in terapia con una psicologa e l'altro anno mi ero rivolta a una psichiatra la quale mi aveva prescritto il Wellbutrin.
Per mancanza di sinergia con il medico in questione non ho proseguito poi il trattamento, che è stato successivamente ripreso in accordo con il mio medico di base (quindi ad oggi continuo a prendere tale farmaco).
Ora sto pensando se sia il caso di tornare in terapia con la psicologa che mi seguiva e al contempo rivolgermi ancora ad uno psichiatra, ma non so bene come mi dovrei muovere... mi sento persa.
Sono esaurita?
Cos'ho?
Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione.
[#1]
Mi sembra ci sia un po' di confusione. La domanda qual è ?
Innanzitutto, avrà avuto una diagnosi in passato. Poi adesso non credo la domanda sia se deve rivolgersi a qualcuno, da chi dovrebbe andare a logica ?
Un punto: che significa "comportamenti al limite di ciò che è moralmente accettabile;", non sono tra quelli che ha elencato, a cosa fa riferimento ?
Innanzitutto, avrà avuto una diagnosi in passato. Poi adesso non credo la domanda sia se deve rivolgersi a qualcuno, da chi dovrebbe andare a logica ?
Un punto: che significa "comportamenti al limite di ciò che è moralmente accettabile;", non sono tra quelli che ha elencato, a cosa fa riferimento ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 771 visite dal 06/06/2024.
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